AVEZZANO – COSA MANGIARE (ITA)


 

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La cucina marsicana ha subito un radicale cambiamento nel XIX secolo, allorquando dopo il prosciugamento del lago Fucino l’intera filiera alimentare ha dovuto cambiare. Infatti, lo stravolgimento territoriale avvenuto con la fine del lago Fucino ha comportato di riflesso un profondo cambiamento nella cucina locale.

 

Questo cambiamento si è manifestato dapprima a livello climatico, portando alla diminuzione di alcuni tipi di colture a favore di altri. Ciò ha influito sugli abitanti del luogo, che hanno modificato conseguentemente il loro regime alimentare e anche le loro occupazioni, passando dall’essere prevalentemente pescatori al diventare agricoltori.

 

Il lago Fucino, infatti, prosciugandosi ha lasciato il posto a una grande piana agricola, coltivata prevalentemente con barbabietole da zucchero, patate e carote. A livello zootecnico si è introdotto l’allevamento bovino, precedentemente quasi assente nella zona. Insomma, nella Marsica si è avuta negli anni 1880 una vera rivoluzione morfologica e di costume che ha investito tutti i settori, a cominciare da quello agroalimentare. Questa rivoluzione ha investito in pieno i paesi rivieraschi, che divenuti quasi di colpo paesi agricoli hanno subito un cambiamento molto veloce.

 

Gli altri paesi, invece, specie quelli di montagna hanno resistito nelle loro tradizioni agro-pastorali. A livello culinario questa rivoluzione ha portato ad un avvicinamento della cucina fucense alla cucina dei borghi di montagna, con l’introduzione della carne nelle ricette culinarie. Inizialmente l’introduzione dei bovini nel Fucino è stata fatta non tanto per la produzione di carne, quanto soprattutto per aiutare il lavoro nei campi. Infatti, nel Fucino negli anni 1880 sono stati introdotti i bovini di razza marchigiana, molto adatta sia per i lavori agricoli che per la produzione di carne.

 

Avezzano, data la sua vicinanza al Fucino e in qualità di capoluogo della Marsica, è stata tra i primi centri ad essere investita dalla novità dei tempi. Trasferendo qui la sede dei suoi affari, Alessandro Torlonia ha fatto sì che la cittadina diventasse centrale nel panorama della Marsica. In breve tempo, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, Avezzano cresce moltissimo raggiungendo le 15.233 unità.

 

Con il terremoto del 1915 la crescita della città s’interrompe per la grave distruzione arrecata dal sisma al suo tessuto produttivo e l’immane numero di morti arrecato. Passato qualche anno, Avezzano viene in parte ricostruita e sotto il Fascismo la città riprende vigore.

 

Poi i terribili anni della Seconda guerra mondiale e i bombardamenti del 1944, che qui in Avezzano portano nuovamente morte e distruzione, interrompono ancora una volta il percorso di sviluppo, che riprende a pieno regime solo dopo la guerra.

 

Dopo la guerra, la dura lotta dei contadini del Fucino contro Torlonia, per ottenere il controllo delle terre che lavoravano come operai, ha permesso poi loro, tra alti e bassi, di trasformarsi in imprenditori agricoli a partire dagli anni 1960. Successivamente, una serie di eventi come la costruzione delle autostrade A24 e A25 ha consentito un aumento consistente del commercio dei prodotti agricoli, che ha contribuito notevolmente al miglioramento delle condizioni di vita e al successivo boom economico della Marsica.

 

Questo boom economico, esploso a metà degli anni 1980, ha visto in Avezzano il suo centro propulsore con le numerose aziende presenti in loco, molte delle quali erano divenute di medie dimensioni nel 1985 e avevano come base principale il Fucino.

 

Quindi, con il prosciugamento del lago nel 1878, molti ex pescatori divengono contadini negli anni 1880, e poi nell’arco di alcune generazioni si evolvono come imprenditori agricoli costituendo a partire dagli anni 1960 e 1970 un tessuto economico-produttivo di grande rilevanza, soprattutto in funzione dello sviluppo di alcuni ortaggi largamente coltivati nella Piana del Fucino.

 

Gli ortaggi in questione sono le tradizionali patate del Fucino e le carote fucensi, che nel tempo hanno raggiunto un grado di qualità di altissimo livello, migliore anche degli ortaggi del nord Italia. A fianco di questi prodotti si sono aggiunte nel secondo Novecento altre colture: canapa da fibra, cavolfiore, finocchio, grano, insalata, mais, pomodori, radicchio rosso e sedano.

 

Questi ortaggi, uniti alla carne di mucca e di pecora, sono alla base di numerosi piatti locali, sia primi che secondi, che nel tempo si sono mescolati alla tradizionale cucina abruzzese di montagna.

 

Nel comune di Avezzano figurano alcuni piatti tipici di queste zone, primi, secondi e dolci. Di seguito facciamo un breve elenco.

 

 

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 PRIMI PIATTI TIPICI DEL COMUNE DI AVEZZANO

 

– Sagne con fagioli

– Maccheroni alla chitarra

– Anellini alla pecorara, primo piatto tipico della cucina marsicana, appartenente alla tradizione contadina e pastorale, a base di ricotta fresca di pecora e ortaggi (peperone, zucchina, melanzana, cipolla).

– Fettuccine con ragù bianco di patate e il guanciale con  ragù d’anatra oppure condite con un preparato a base di funghi e tartufo abruzzese

– Riso in bianco mantecato con il formaggio di pecora, piatto tipico di Avezzano

– Pappardelle ai funghi porcini e pesto al lardo di Colonnata

– Tortelli di maiale in brodo di gallina e formaggio stravecchio di
mucca

– Timballo di scrippelle con ragù abruzzese di polpettine

 

 

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SECONDI PIATTI TIPICI DEL COMUNE DI AVEZZANO

 

– Arrosticini di pecora

– Filetto di maiale all’arancia con tempura di finocchio

– Galletto ai ferri con erbetta di montagna e punte di asparagi

– Pecora ajo cotturo, tipico piatto di Antrosano, frazione di Avezzano. Questo piatto è molto antico, risalente ai tempi della transumanza medievale-rinascimentale del XV secolo, quando veniva fatto lungo il cammino dagli Abruzzi al Tavoliere delle Puglie per portare le pecore verso pascoli migliori. I pastori consumavano le pecore morte di fatica oppure azzoppate o ferite, cuocendole in appositi pentoloni di rame o di alluminio, detti appunto “cottora”, “cotturo” o “callara”, sorretti da un treppiede e un gancio sopra il fuoco vivo di legna.

 

 

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DOLCI

 

– Amaretti morbidi marsicani

– Pesche all’alchermes, ripiene di crema di burro, crema di limone o al cioccolato

– Coperchiola fatta con la ferratella alle mandorle e il miele

 

 

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BEVANDE

 

– Acqua Santa Croce di Canistro

– Amaro Taccone

– Vino prodotto a Paterno dei Marsi. Cantina cooperativa del Fucino che produce i vini Trebbiano di Avezzano, Montepulciano d’Abruzzo, Fucense, Fonte Vecchia ecc.

– Spumante Casanova

 

 


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