SANTUARIO MADONNA DELL’ORIENTE DI TAGLIACOZZO


STRUTTURE E MONUMENTI DI TAGLIACOZZO


 

POSIZIONE DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’ORIENTE

 

 

 


STORIA DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’ORIENTE

 

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VIII Secolo

 

– L’icona della Madonna dell’Oriente

Icona della Madonna dell’Oriente di Tagliacozzo

(Immagine da https://ilfaro24.it/la-madonna-delloriente-torna-a-tagliacozzo-dopo-25-anni)

 

Dai documenti sembra che la chiesa e il culto della Madonna dell’Oriente risalga al XIII secolo. Da allora ad oggi la chiesa ha subito molti restauri, che ne hanno cambiato l’aspetto più volte.

Sull’icona della Madonna dell’Oriente, ricordando ciò che dice la tradizione, si racconta che questa sia scampata per miracolo alla furia devastatrice dell’imperatore bizantino Leone III.

Leone III, imperatore bizantino tra il 717 e il 741, persegue una politca iconoclasta distruggendo molteplici opere di carattere religioso in Asia, Medio oriente e Asia minore. Secondo la tradizione l’icona si è salvata perchè due soldati di ventura originari di Tagliacozzo, prelevano l’icona da Bisanzio (l’attuale Istanbul) e la conducono nella Marsica sul colle vicino Tagliacozzo, dove ora sorge il santuario dedicato a questa Madonna.

Secondo la tradizione i due militi di Tagliacozzo, che si trovano a Bisanzio come soldati imperiali durante il periodo dell’iconoclastia, vedono con orrore la distruzione delle immagini sacre.

I due odono una voce molto delicata e piacevole, che proviene da un’icona della Madonna. Questa chiede loro di portarla via e salvarla dallo scempio. I due quella notte stessa trafugano l’immagine sacra e la portano via con loro verso l’Italia.

 

– Nascita della chiesa Madonna dell’Oriente

Secondo la tradizione l’origine del santuario risale al periodo della persecuzione iconoclastica di Leone III. D’altronde è logico pensare a ciò, in quanto un quadro simile se giunto effettivamente nella Marsica, non può passare inosservato. Per cui è verosimile credere che l’icona una volta giunta vicino Tagliacozzo, sia da subito oggetto di venerazione a cui dedicare una chiesa.

Ma torniamo alla storia della tradizione e ai due militi di Tagliacozzo. Stando alla tradizione i due militi tornati in Italia, dopo una  lunga traversata, giungono a Ravenna, all’epoca un’importante città appartenente all’impero di Bisanzio. Ravenna inoltre all’epoca dispone di un porto molto importante, quasi una via dall’Oriente.

 

Immagine dei due militari giunti sul colle boscoso vicino Tagliacozzo.

(Immagine tratta dall’opuscolo di Patrizia Biagini sul “SANTUARIO DI MARIA SANTISSIMA DELL’ORIENTE E LA SUA ICONA”)

 

Da Ravenna infine i due militari, ora disertori, giungono vicino Tagliacozzo su un colle boscoso a 3 Km dal paese.

Riguardo al paese di Tagliacozzo ricordiamo che questo non è ancora una città fortificata, ma un semplice villaggio. Tornando ai militari, questi decidono di riposare su quel colle per la notte e rimandare all’indomani qualsiasi decisione.

Nel corso della notte l’immagine della Madonna comincia a brillare emanando una forte luce. Questo fenomeno si ripete per tre notte di fila. Alcuni pastori presenti sul posto, in quella prima notte, per governare il proprio bestiame, vedendo quella strana luce, giungono sul posto per osservare lo strano fenomeno e scoprono con meraviglia, che l’origine della luce deriva dall’immagine della Madonna.

A questo punto l’indomani vanno in paese e raccontano ciò che hanno visto. Gli abitanti e le autorità giungono sul posto e vedendo il ripetersi del fenomeno, che parte dall’icona, gridano al miracolo.

Gli abitanti chiedono ai due militari di portare l’icona in paese. In questo modo abbiamo la Madonna che fa il suo ingresso trionfale in Tagliacozzo. Qui le autorità religiose definiscono l’effigie della Madonna come Maria Santissima dell’Oriente, detta anche Madonna dell’Oriente.

L’immagine della Madonna tuttavia sparisce da Tagliacozzo e si fa ritrovare nel luogo precedente del colle boscoso. Gli abitanti non vedendo la Madonna, la cercano ovunque, poi ad un certo punto  scorgono un grande bagliore, che si leva dal punto esatto dove si trovava sul colle boscoso.

L’evento prodigioso viene vissuto con fede tra la molta gente e viene interpretato come la volontà della Vergine di essere venerata in quel luogo.

Inizialmente l’effigie viene posta in una modesta e rozza casupola del posto, che serviva come ricovero per pastori e viandanti. Poi però a causa del numero sempre più crescente di fedeli, l’iniziale casupola viene abbattuta e al suo posto viene costruita una grande chiesa,

La chiesa eretta poco tempo dopo, è a tre navate e  dispone di alcune camerette per l’abitazione del sacerdote, e come eventuale ricovero per i forestieri. Stando alla tradizione il governo del paese costituisce con il tempo anche un ospizio per i sacerdoti che avevano la custodia della chiesa. Inizia a prendere forma il convento della Madonna dell’Oriente.

 

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VIII – XIII Secolo

 

– Il Santuario della Madonna dell’Oriente tra VIII e X secolo

A causa dell’assenza delle fonti sul santuario della Madonna dell’Oriente di questo periodo, non ci rimane che fare congetture sullo sviluppo del convento.

Siamo nel 740 circa ed è possibile che la chiesa ed il convento, che viene prendendo forma, siano stati gestiti per lungo tempo dai Benedettini. In quest’epoca l’ordine religioso benedettino è il più potente e gestisce una miriade di piccoli e grandi conventi, ben presenti nella Marsica.

Ora crediamo, che se il santuario-convento della Madonna dell’Oriente sia stato gestito all’inizio dai Benedettini, questi lo abbiano avuto per diverso tempo, forse anche per diversi secoli.

A ciò ricordiamo che l’ordine benedettino a Tagliacozzo gestisce lungamente e fin dalla sua fondazione il monastero dei S.S. Cosma e Damiano, il più antico del paese, per cui il fatto che questi potessero gestire anche la chiesa e poi santuario della Madonna dell’Oriente è più che verosimile.

D’altronde la fama dell’icona della Madonna dell’Oriente si afferma velocemente nel paese e da qui anche ai paesi vicini, quindi probabilmente il periodo di permanenza dell’icona nella casupola, dove viene posizionata all’inizio, potrebbe essere stato piuttosto breve.

Da ciò ne segue che la chiesa che ospita un’icona già famosa, deve essere capiente per accogliere i tanti visitatori. La gestione di una realtà così complessa è difficile, anche se non impossibile, possa essere data ad un singolo individuo. Per cui è più facile che sia stato un ordine religioso come quello benedettino ad occuparsi di ciò.

All’epoca fino all’840 la Marsica è stata un feudo monastico, che aveva nell’ordine benedettino la sua guida. In un certo senso la giustizia, l’economia, ecc erano gestiti dai religiosi. Con l’inizio delle invasioni straniere specie saracene, cambia tutto.

Tra l’850 e 937 nella Marsica è un continuo saccheggio e disperazione. Con questa situazione gli ordini religiosi possono fare poco, non riescono a proteggere il popolo e ciò spinge ad una crisi di sistema. I primi conti dei Marsi non riescono seppure ci provano ad arrestare l’ondata straniera sulla Marsica.

Solo con l’arrivo di Berardo il Francioso nella Marsica il fenomeno vede la fine. A dovere di cronaca il fenomeno dei saccheggi saraceni ai primi del X secolo in Italia è in fase già calante. Ma ciò non toglie che l’arrivo del francese nella Marsica determina la fine del fenomeno nella zona.

Berardo riorganizza la zona formando un forte esercito locale e costituendo i paesi rocca disseminati sul territorio. Le sue riforme consentono ai Marsicani di riprendersi il territorio e affrontare in modo efficace alla minaccia esterna.

Ciò è visibile dalla grande vittoria a Forca Caruso nel 937 da parte dei Marsi contro l’invasore ungaro. Questi giunti in Italia passano anche per la Marsica che depredano in ogni modo, Berardo risponde all’invasione attendendo il nemico nel valico di Forca Caruso. Questi passando di li vengono colti di sorpresa, venendo trucidati dai Marsi. Con questa vittoria Berardo consolida per sempre il suo potere e assicura alla Marsica con i suoi discendenti duecento anni d’indipendenza e tranquillità.

Con la vittoria di Forca Caruso e l’organizzazione territoriale operata da Berardo e dai suoi discendenti la Marsica diventa abbastanza forte da riuscire a raggiungere una piena indipendenza dal ducato di Spoleto. Per un certo periodo la zona rimane ancora sotto il ducato spoletino, ma la forza e la sicurezza raggiunte riescono a dare ai Marsi le capacità di rendersi indipendenti, sempre sotto l’attenta gestione dei Berardi.

In un quadro politico più stabile e sicuro i conti Berardi tendono ad amministrare il territorio anche attraverso il controllo delle cariche religiose, a cominciare dalla Diocesi dei Marsi, che spesso vede un loro congiunto figurare come vescovo. La Contea dei Marsi è uno stato confinante dello stato pontificio e con questo ha rapporti molto stretti. I rapporti passano anche tramite l’ordine benedettino che grazie a una maggiore sicurezza militare, può meglio svolgere il suo compito religioso. Allo stesso tempo i Berardi sfruttano i Benedettini per controllare più da vicino il territorio. In qualche modo c’è un rapporto di reciprocità.

In questo contesto il controllo benedettino si mantiene stabile anche su chiese e monasteri locali, compresa probabilmente la chiesa della Madonna dell’Oriente.

E’ possibile, ma purtroppo non verificabile, che la chiesa della Madonna dell’Oriente vista la sua importanza sia divenuta convento in questo periodo, permettendo una gestione continua del santuario.

 

– Il Santuario della Madonna dell’Oriente tra XI e XIII secolo

Non avendo riscontri di alcun tipo sul santuario dobbiamo continuare a muoverci per congetture. Rimanendo sul generico possiamo, dire che il Santuario non dovrebbe aver avuto alcun problema per tutto l’XI secolo. Ciò dipende dal fatto che la Marsica è ancora indipendente e che i Berardi seppure fra alti e bassi, riescono ad assicurare una buona gestione del territorio.

Con il XII secolo le cose cambiano la Marsica viene presa dai Normanni nel 1143 e divisa in tre contee. Il territorio del Santuario Madonna dell’Oriente viene a ricadere nella iniziale contea di Carsoli, divenuta poi contea di Tagliacozzo, a causa della crescita politica del borgo.

Non avendo notizia nel secolo XII di alcun problema particolare, crediamo che il Santuario Madonna dell’Oriente continui a svolgere la sua attività in totale tranquillità.

Nel secolo XIII la ormai contea di Tagliacozzo si è consolidata sotto la gestione della famiglia De Ponte, che controlla gran parte dei paesi della Marsica occidentale e ha in Tagliacozzo il suo centro politico.

Al livello politico il XIII secolo  si apre con il sud Italia passato sotto la gestione della famiglia imperiale tedesca degli gli Svevi, che hanno sostituito alla fine del XII secolo i Normanni alla guida del regno siciliano. da circa dieci anni però a causa della minore età dell’erede al trono a comandare nel regno sono alcuni baroni del regno, a cominciare dai Berardi, che comandati da Pietro Berardi, recuperano gran parte del loro antico potere, riunendo sotto lui la gestione delle contee di Celano e Albe.

Pietro tenta con la politica di ottenere nuovamente l’indipendenza del suo contado. Quando muore il suo tentativo non è raggiunto, per cui è il figlio Tommaso, ereditato il patrimonio paterno, a cercare di ottenere l’indipendenza del territorio familiare. Tommaso, ora conte di Celano e Albe, smette di seguire la via politica e tenta con le armi e l’astuzia di ottenere il risultato desidetato. Tommaso lotta strenuamente contro Federico II, da poco tempo divenuto imperatore e re di Sicilia.

La guerra fra i due coinvolge tutto il territorio marsicano, e anche la vicina contea di Tagliacozzo viene coinvolta seppure di striscio dallo scontro fra i due.

Ciò avviene all’inizio del XIII, poi la forza delle armi sancisce la sconfitta di Tommaso Berardi e la vittoria di Federico II. Tommaso si dimostra il più fiero oppositore all’imperatore e ritenta un nuovo scontro contro questi qualche anno dopo. Ma viene nuovamente sconfitto e dopo ciò si ritira a vita privata.

I Berardi tuttavia, comandati ora da Ruggero, figlio di Tommaso Berardi, riescono a conservare in modo brillante il possesso delle contee di Celano e Albe fino al 1268.

In questo clima politico il santuario-convento della Madonna dell’Oriente prosegue nella sua missione di accoglienza e spiritualità nei confronti di quanti visitano il santuario.

Nel 1250 intanto morto Federico II, sono i figli a succedergli al comando, dividendosi in qualche modo il patrimonio familiare, Corrado IV, pur essendo re legittimo di Sicilia, lascia al fratello Manfredi la gestione del regno, mentre a lui tocca la Germania.

In Germania Corrado IV tenta di affermarsi, ma la brevità del suo regno impedisce a questi di raggiungere lo scopo. Il giovanissimo figlio Corradino è troppo giovane per succedere al padre e questo pone in qualche modo fine al potere svevo in Germania.

In Sicilia Manfredi prima come reggente per il fratello e il nipote, poi come re, autonominandosi in ciò, riesce per qualche tempo a imporsi e regnare felice. Con Manfredi nella Marsica i Berardi tornano al comando di Celano e Albe e i De Ponte continuano a governare Tagliacozzo.

Nel 1265 su invito del papa, giunge in Sicilia Carlo d’Angiò che con un forte esercito usurpa il regno agli Svevi, prima sconfiggendo Manfredi nel 1266 presso Benevento e poi il nipote, legittimo erede al trono Corradino. Corradino di Svevia giunge in Abruzzo nel 1268, su richiesta esplicita di diversi baroni locali, compresi i Berardi della Marsica. Corradino, nel frattempo cresciuto ma ancora giovane, affronta Carlo d’Angiò nella Marsica presso i Piani Palentini. La battaglia, dopo una dura lotta fra i due eserciti, viene vinta da Carlo d’Angiò, che sconfitto Corradino sul campo lo cattura poco dopo, facendolo decapitare nella piazza di Napoli.

Con ciò si conclude il breve regno svevo e inizia il regno dei D’Angiò. In ambito locale abbiamo la contea di Tagliacozzo ancora saldamente nelle mani dei De Ponte, favorevoli a Carlo, mentre i Berardi , che hanno sostenuto Corradino, riescono a tenere il solo controllo di Celano. Albe inizialmente ancora nell’orbita di Celano con il periodo della contessa Filippa, cade nelle mani dello Stato.

In questo quadro politico di continui colpi di scena la contea di Tagliacozzo risulta abbastanza tranquilla. Per le poche notizie disponibili riguardanti il Santuario della Madonna dell’Oriente, sembrerebbe che in questo periodo vi sia la costruzione della chiesa o forse sarebbe meglio parlare di una nuova chiesa.

La scarsità delle fonti in merito a ciò non permette di conoscere come siano andate le cose, per cui anche qui ci muoviamo per congetture. Se rimaniamo alla tradizione il culto dell’icona della Madonna dell’Oriente a Tagliacozzo nel 1268, ha già 500 anni di vita, in quanto risalente alla metà dell’VIII secolo. Ciò ci dice che se c’è il culto vi è anche una chiesa dove pregare. Quindi la chiesa avrebbe più o meno 500 anni, quindi abbastanza per pensare a un possibile rifacimento della struttura.

Sicuramente nell’arco di 500 anni la chiesa è stata più volte restaurata e a meno di qualche evento particolare non vi sarebbe necessità di ricostruzione. Ora essendo che nel XIII secolo non avviene nulla d’importante che faccia pensare a una distruzione dell’antico fabbricato religioso, questo dovrebbe aver subito solo un restauro.

Tornando alla situazione politica generale la contea di Tagliacozzo a partire dal 1294 passa dal controllo dei De Ponte agli Orsini, importante famiglia romana in forte ascesa politica. Gli Orsini da tempo imparentati con i De Ponte cercano in vari modi di sostituirsi a questi nel controllo della contea abruzzese. L’obbiettivo è raggiunto nel 1294 con il passo indietro dell’antica famiglia marsicano-umbra, in favore della famiglia romana degli Orsini. I De Ponte continuano a mantenere il controllo di alcuni castelli, ma ormai sono gli Orsini a comandare.

 

 

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XIV – XVI Secolo

 

 

– Il Santuario della Madonna dell’Oriente tra XIV e XVI secolo.

Gli Orsini procedono già a partire dalla metà del XIII secolo, quando sono ancora in coabitazione di potere con i De Ponte, a restaurare Tagliacozzo in vista di una maggiore importanza di questo come capoluogo di contea.

Tagliacozzo tra XIII e XIV secolo è interessata da una forte ristrutturazione urbanistica che coinvolge molti aspetti del borgo.

In questo periodo abbiamo la costruzione del nuovo convento di San Francesco nella parte alta di Tagliacozzo, del nuovo Palazzo Ducale, del primo ampliamento delle mura cittadine ecc.

Nel 1349 si verifica  un gravissimo terremoto, che sconvolge il centro Italia, compresa la contea di Tagliacozzo che riporta numerosi danni. L’assenza di notizie su Tagliacozzo-paese porta a credere che non abbia avuto danni. Cosa diversa riguarderebbe il suo hinterland ovvero i paesi attorno che sarebbero stati gravemente danneggiati.

Ora pur in mancanza di notizie dirette pensiamo che il santuario della Madonna dell’Oriente sia stato gravemente danneggiato dalla scossa, pari a 6,5 Mw. Questo potrebbe spiegare le notizie riguardanti il santuario a proposito della costruzione della chiesa in questo periodo.

Ovvero il sisma distrugge o gravemente danneggia il santuario, imponendone una sua ricostruzione. Secondo noi è possibile, ma non certo, che le cose siano andate così. Accettando comunque questo filone storico, che andrebbe confermato o smentito, ma nel caso del santuario non vi sono fonti sicure, andiamo avanti.

Arriviamo così al XV secolo e sempre per mancanza di fonti dirette andiamo avanti nella discussione per congetture. Nel XV secolo al livello politico abbiamo l’arrivo nella Marsica della famiglia Colonna, importantissima famiglia nobile romana, che contende ai Colonna il dominio sulla zona. All’inizio i Colonna s’insediano nella contea d’Albe, assegnata loro da Papa Martino V, loro congiunto. Da qui partono con una serie di battaglie e colpi di mano alla conquista della contea di Tagliacozzo in mano orsina.

Gli Orsini riescono a tenere a più riprese per tutto il secolo il controllo del contado di Tagliacozzo e dal 1441 aggiungono a questo il controllo della contea d’Albe. Ciò consente agli Orsini di bloccare l’avanzata dei Colonna nella Marsica. Questi comunque pur non riuscendo all’inizio ad ottenere il territorio sono continuamente in guerra con gli Orsini per soppiantarli. Fatto è che fino al 1497 gli Orsini mantengono il controllo della Marsica occidentale.

Nel secolo XV il Santuario della Madonna dell’Oriente vede crescere il numero dei devoti che giungono per chiedere una grazia alla Madonna. Sul piano conventuale non abbiamo ancora chiaro se questo sia stato eretto in precedenza o successivamente nel XVIII secolo. Dalle fonti osservate si parla della costruzione della chiesa avvenuta nel XIV secolo ed anche della costruzione di alcuni vani nella struttura deputati a chi gestisce la chiesa e ai viandanti che giungono da lontano. Pare inoltre che la struttura venga indicata in questo periodo con il nome di Santa Maria de Orienna.

Del secolo XVI non abbiamo notizie particolari sulla vita del convento tranne che questo continua ad essere meta di un numero sempre importante di devoti che giungono nel santuario della Madonna dell’Oriente di Tagliacozzo. Sul piano politico abbiamo l’ascesa dei Colonna nelle contee di Tagliacozzo e Albe nel 1497 che poi dal 1504 sono riunite nel ducato di Tagliacozzo.

I Colonna nel corso del XVI secolo riescono a rilanciare il territorio sul piano economico attraverso lo sviluppo dell’industria armentizia e il potenziamento delle vie della transumanza. Allo stesso tempo abbiamo la continuazione dei lavori di ristrutturazione di Tagliacozzo e di altri centri limitrofi.

Certo il XVI secolo è ricordato anche per le guerre che interessano la Marsica, conseguenti il sacco di Roma e il ritorno degli Orsini nella zona. Gli Orsini nel 1528 sono spediti dal Papa a vendicarsi dei Colonna che hanno permesso il sacco di Roma l’hanno prima. In conseguenza di ciò gli Orsini sconfiggono i Colonna e si prendono la baronia di Carsoli, che terranno fino alla fine del secolo XVI.

I Colonna scaduti presso il Papa si affermano presso la corte spagnola divenendo vicere napoletani, anche in conseguenza del loro contributo nella sconfitta turca della battaglia di Lepanto del 1571.

Riaccolti infine nella corte papale i Colonna si riprendono il territorio di Carsoli dagli Orsini.

 

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XVII – XVIII Secolo

 

– Il Santuario della Madonna dell’Oriente nella prima metà del XVII secolo

Il santuario della Madonna dell’Oriente all’inizio del XVII secolo vede crescere in modo importante il numero di fedeli che giungono per pregare la Madonna. Questa situazione è anche conseguenza della grave situazione economica in cui versa la Marsica in questo periodo. Il territorio marsicano è fortemente deteriorato da alcune carestie che hanno danneggiato i raccolti, a ciò si aggiungono le endemiche inondazioni del lago Fucino e la forte tassazione spagnola che impediscono la crescita economica. Molte famiglie sia nel ducato di Tagliacozzo che nella contea di Celano sono ridotte alla fame. Sono moltissime le persone che pregano di continuo per ottenere grazie che le facciano vivere meglio.

Questa grave situazione sociale presente non solo nella Marsica ma in tutto il meridione, spinge la popolazione a ribellarsi agli Spagnoli. La rivolta parte in sordina  da Napoli nel 1647 e in un breve arco di tempo dilaga in tutto il meridione compresa la Marsica. Qui molte persone partecipano alla lotta contro gli Spagnoli, ogni paese viene più o meno coinvolto, compresa Tagliacozzo. A Tagliacozzo un fatto di scontro fra due nobili locali, porta la città ad essere quasi distrutta dall’esercito spagnolo, ma alcuni fatti dell’ultimo momento cambiano il corso degli eventi e Tagliacozzo si salva.

Gli Spagnoli riescono con un massiccio intervento a riportare l’ordine in tutto il sud Italia; ciò spinge la gente alla disperazione che presto cede il passo alla morte. Nel 1656 scoppia la Peste nel meridione italiano, compresa la Marsica. Qui la Peste fa circa 4000 morti nell’arco di anno, interi paesi scompaiono, è un’ecatombe. Molte persone sapendo di essere in pericolo o di essere in procinto di morire cedono i propri averi alle chiese locali, per salvare la propria anima.

Nel periodo della Peste tra il 1656 e il 1657, chiese, conventi e monasteri sono presi d’assalto dai fedeli per pregare per la propria anima. Tra queste chiese vi è anche il Santuario della Madonna dell’Oriente che viene frequentato moltissimo in questo periodo e sempre e solo per chiedere grazie alla Madonna. Nel 1657 finalmente la peste passa, ma ci vorranno anni prima che la Marsica si riprenda al livello demografico.

Riguardo al Santuario della Madonna dell’Oriente si pone la necessità di avere una struttura religiosa più grande capace di accogliere più fedeli, visto che il loro numero è in aumento. Per cui si avvia la discussione per un restauro del fabbricato o di una sua demolizione e ricostruzione. La discussione va avanti per molto e alla fine si opta per una ricostruzione.

 

Restauro 1688-1742

Con il restauro seicentesco della chiesa, iniziamo a riavere fonti storiche sicure.

Da quello che abbiamo ricostruito e capito, il vecchio stabile del Santuario della Madonna dell’Oriente sarebbe stato demolito nel 1688 circa e ricostruito un po’ di tempo dopo. Molto probabilmente lo spazio occupato oggi dal convento è stato più o meno fino a quest’epoca, uno stabile adibito a ricovero per viandanti, oltre che struttura per i preti e le persona/e che gestiscono il santuario.

Fatto è comunque che tra il 1688 e il 1695 circa parte, dopo la demolizione, la ricostruzione. La ricostruzione della chiesa dura molto tempo e tra alti e bassi termina nel 1742.

Al momento non siamo in grado di dare una risposta sicura, sul perchè la ricostruzione della chiesa sia durata tutto questo tempo. Una possibile spiegazione, che però andrebbe confermata o anche smentita, riguarderebbe i terremoti che si verificano a inizio XVIII secolo.

I sismi in questione sarebbero in teoria tre il sisma di Bolsena del 1695, il sisma dell’Aquila del 1703 e il sisma della Majella del 1706. Gli ultimi due avvenuti in Abruzzo, hanno avuto molti effetti sulla Marsica e tra i più evidenti ci sono stati i numerosi danneggiamenti e crolli delle strutture religiose.

Al momento non abbiamo notizie dirette riguardanti gli effetti sismici sul santuario della Madonna dell’Oriente. Cioè non sappiamo dire se in fase di ricostruzione, il cantiere abbia avuto danni, è probabile, ma non sicuro. Certo questo spiegherebbe il maggior impegno e quindi il maggior tempo occorso nella ricostruzione.

Sicuramente la chiesa ha subito una ricostruzione di carattere barocco, che era visibile in numerosi aspetti della struttura, oggi solo in parte immaginabili.

Comunque siano andate le cose nel 1742 si concludono i lavori della nuova chiesa. Poco tempo dopo il vescovo Domenico Antonio Brizi inagura la nuova struttura, come si può constatare da una lapide posta sulla parete sinistra della navata centrale.

Purtroppo insieme alla chiesa non vengono terminati i lavori del convento che proseguono ad oltranza.

 

– Incoronazione nel 1743 della Madonna dell’Oriente e del Bambino

Nel corso del XVIII secolo la devozione e l’attaccamento all’icona della Madonna dell’Oriente viene crescendo molto, tanto che la curia vescovile prendendo atto di ciò decide d’incoronare con due diademi  diademi d’oro il capo della Vergine e il capo del Bambino. La decisione riguardo l’incoronazione della Madonna e del Bambino viene presa dal Vescovo dei Marsi Domenico Antonio Brizi in accordo con il Capitolo Vaticano, cui spettano questo genere di onorificenze.

L’incoronazione del capo della Vergine e del capo del Bambino con due diademi d’oro avviene il 5 settembre 1743 e a ufficiare la cerimonia è il vescovo dei Marsi Domenico Antonio Brizi.

Dalla data del 5 settembre 1743 si incomincia a festeggiare la ricorrenza dell’incoronazione prima ogni 100 anni, poi ogni 50 anni e infine nel secolo XXI ogni 25 anni.

 

– Il santuario della Madonna dell’Oriente a fine XVIII secolo

In questo periodo il santuario continua ad essere molto visitato, però i lavori per il nuovo convento del santuario risultano ancora non terminati.

Sul piano politico il regno di Napoli è invaso dai Francesi, che però a causa di una fortissima opposizione popolare si ritirano nel 1800.

 

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XIX Secolo

 

– 2 occupazione francese.

I Francesi tornano a Napoli nel 1806 e vi rimangono fino al 1815. In questi dieci anni vengono fatte importanti riforme che cambiano per sempre gli assetti di potere locale, determinando un cambiamento profondo in ogni provincia del regno. Nella provincia dei Marsi la riforma della feudalità con la sua abolizione porta alla fine del ducato di Tagliacozzo e della contea di Celano. Tagliacozzo e Celano perdono la loro caratteristica di capoluoghi a favore di Avezzano che viene crescendo sul piano politico e amministrativo.

Tagliacozzo pur rimanendo un importante centro economico si ritrova senza più ruolo politico e ciò impone una riduzione su tanti aspetti. Invece la riforma dell’abolizione degli ordini religiosi del 1809 non nuoce minimamente sul santuario della Madonna dell’Oriente, poichè questo non è ancora entrato in funzione per via degli eterni lavori di costruzione. Nonostante ciò comunque il flusso di visitatori, che giungono da ogni dove per visitare il santuario, continua ad essere crescente.

Questo stato di cose è reso possibile anche dalle numerose indulgenze che caratterizzano il santuario della Madonna dell’Oriente di Tagliacozzo. Il santuario infatti presenta molte indulgenze, plenarie e parziali. Esse sono: l`indulgenza plenaria ogni domenica del mese, l`indulgenza plenaria concessa dal sommo pontefice Pio VII il 20 aprile 1815, l`indulgenza tutte le domeniche di maggio e nella domenica compresa entro l`ottava della natività di Maria, in occasione della quale si celebra la festa dell`Oriente. (Cfr. Gattinara Giuseppe, Monografia sull`antica e prodigiosa immagine di Maria Santissima di Oriente, pp.23-24).

 

– Il ritorno dei Borbone

Sul piano politico Napoleone perde nella battaglia di Waterloo contro l’ennesima coalizione antifrancese. La vittoria della coalizione antifrancese il 18 giugno 1815 determina la fine politica di Napoleone e come in un gioco di domino, tutti i regni instaurati da lui in Europa, compreso il regno di Napoli gestito da Murat, cadono uno dietro l’altro.

Il congresso di Vienna sancisce il ritorno del vecchio re borbonico Ferdinando nella nuova dicitura di re delle Due Sicilie.

Con il loro ritorno si apre una nuova pagina di storia che tenderebbe a riportare le lancette della storia a 20 anni prima, ma la realtà è ormai molto cambiata e nonostante tutto le usanze del ‘700 sono superate. Molte questioni vengono ormai affrontate in modo diverso, comprese quelle religiose.

Dopo il massacro napoleonico alcuni conventi rimangono chiusi, mentre altri si riaprono.

Il santuario della Madonna dell’Oriente non è mai stato chiuso da Napoleone. Ora a gestire il complesso religioso vi è un cappellano, nominato dal comune di Tagliacozzo, scelto tra i preti presenti. Dentro la struttura per la conservazione di essa vi sono due eremiti, che vivono dentro l’ospizio del santuario.

Nei decenni successivi  a partire dal 1850 visto il gran numero sempre crescente di visitatori e fedeli, si decide d’intervenire nuovamente sulla struttura religiosa con un nuovo profondo restauro. Allo stesso tempo proseguono in modo sempre molto lento i lavori per la riconversione dell’Ospizio in convento per frati.

 

– I Padri Passionisti

Nonostante l’inizio dei lavori per il restauro della struttura, la popolazione si lamenta di continuo per lo scarsa manutenzione del santuario. Ciò dopo molte lagnanze determina la ricerca di un corpo di religiosi che si occupi del santuario, meglio di quanto fanno i due eremiti del santuario e il relativo cappellano.

Nel 1857 la curia vescovile trova nei Padri francescani Passionisti, le figure idonee per la cura del santuario. In un documento del 1857 si comunica al vescovo l’autorizzazione per il trasferimento dei padri Passionisti nella casa dell’Oriente e nel vicino comune di Tagliacozzo (Cfr. fondo C/81 fascicolo 1650). In vista del trasferimento dei religiosi nella struttura vengono ripresi i lavori di restauro della casa dell’Oriente e vengono inventariati tutti gli oggetti presenti presso la chiesa dell`Oriente. (Cfr. ADM fondo C/81 fasc. 1651-1656).

I Padri Passionisti nel 1858 entrano di ruolo nella gestione del santuario e da ora in avanti solo questi saranno deputati a farlo e rimarranno alla guida del santuario, seppure con qualche parentesi per molto tempo.

 

 

– Il nuovo regno d’Italia

Nel 1860 scoppia in Sicilia una rivolta guidata da Giuseppe Garibaldi, che presto diventa rivoluzione e da qui dilaga in tutto il regno delle Due Sicilie. La rivoluzione dura alcuni mesi, alla fine dei qualia abbiamo la fine del regno dei Borbone e l’instaurarsi del governo rivoluzionario di Garibaldi.

Garibaldi a questo punto consegna il governo del meridione italiano a Vittorio Emanuele II re dell’Alta Italia. Poco tempo dopo nel marzo 1861 nasce il nuovo regno d’Italia sotto lo scettro dei Savoia, che comprende anche il meridione italiano.

All’inizio in Abruzzo specialmente, vuoi anche per l’ignoranza della gente e per la grande influenza della chiesa, la popolazione di quasi tutti i paesi abruzzesi si rivoltano al nuovo governo. La rivolta prende la via dell’appoggio alle bande di briganti locali. Nella Marsica dell’epoca il fenomeno del brigantaggio è molto presente e ci sono alcune bande, che più di altre imperversano nei paesi e li comandano anche. Ebbene alcune di queste bande stringono accordi con Francesco II, ex re delle Due Sicilie, che aspira a riprendersi il trono scatenando una grande rivoluzione. Per raggiungere questo scopo si è alleato con il Papa che usa la sua influenza sulle popolazioni locali, per costringerle a rivoltarsi. Ma soprattutto Francesco II ha fatto accordi con alcune bande locali tramite alcuni suoi uomini, tra cui il generale Josè Borjes.

Il generale Josè Borjes, per contrasti tattico-militari, rompe con l’alleanza del capo-brigante lucano Carmine Crocco. Dopo questa rottura decide di tornare a Roma per informare Francesco II di quanto avvenuto. Egli con i suoi uomini risale gli Appennini e passa per la Marsica per poi raggiungere Roma. Forse per delazione di alcuni abitanti della zona di Tagliacozzo, viene scoperto e inseguito da un reggimento di bersaglieri comandati dal maggiore Enrico Franchini.

Nella notte tra il 7-8 dicembre 1861 il generale Borjes viene catturato insieme ai suoi uomini nei pressi di Casale Mastroddi a Castelvecchio di Sante Marie da un reparto di polizia del nuovo stato italiano e ciò dopo un duro conflitto a fuoco. Successivamente il generale e i suoi uomini sono condotti a Tagliacozzo, dove sono fucilati nella mattina dell’8 dicembre in Piazza Obelisco.

Oltre a questa storia sono tante le vicende locali che nella Marsica vedono opporsi i Marsicani con le bande dei briganti contro l’esercito italiano. Tuttavia dopo un certo tempo sono molti gli accordi che saltano tra le bande di briganti e Francesco II. I briganti ricominciano a comportarsi male contro la popolazione, che dopo un po’ di tempo non appoggia più questi, determinando la loro successiva fine.

Negli anni successivi l’esercito nazionale sconfigge i briganti e riesce seppure con molta fatica e al prezzo di molto sangue, a farsi accettare dalla popolazione.

Nel corso degli anni 1860 e 1870 abbiamo i grandi lavori di prosciugamento del Lago Fucino, che cambiano per sempre il volto ambientale ed economico della Marsica intera. Ciò non produce in un primo momento grandi cambiamenti positivi a Tagliacozzo, che prosegue con la propria economia locale.

 

– Il santuario Madonna dell’Oriente a fine secolo

In questo clima di grandi cambiamenti abbiamo la prosecuzione dei lavori di restauro della chiesa della Madonna dell’Oriente e contemporaneamente la continuazione degli eterni lavori di sistemazione del convento per i Padri Passionisti.

I lavori di restauro della chiesa sono profondi e consistono nel rialzo della volta centrale, della cupola e degli archi contenente le cappelle. Il corpo dell’edificio viene prolungato per consentire la costruzione di due nuove cappelle. Infine abbiamo la realizzazione della cantoria e di un vano per il coro superiore.

I lavori terminano nel 1868 e contemporaneamente proseguono i lavori del convento.

 

– L’abbandono del santuario da parte dei Padri Passionisti

Nel 1861 dopo appena 3 anni dall’insediamento dei Padri Passionisti presso il santuario Madonna dell’Oriente, il nuovo governo vara alcune importanti riforme, anche in campo ecclesiastico. Tra queste vi è la soppressione degli ordini ecclesiastici varata nel 1861.

A questa segue la morte del vescovo Michelangelo Sorrentino, che in qualche modo interrompe il mantenimento del corpo religioso nel santuario. Così nel 1863 i Padri Passionisti vanno via dal Santuario della Madonna dell’Oriente che rimane di nuovo scoperto.

 

– Santuario della Madonna dell’Oriente nel 1863-94

Con l’abbandono dei Padri Passionisti nel 1863, a causa di alcune situazioni, si ripresenta il problema per il Comune di Tagliacozzo della gestione e manutenzione del santuario a maggior ragione che è in piena ristrutturazione sia la chiesa che il convento.

All’inizio si pensa solo a mandare avanti i lavori della chiesa, che terminano nel 1868. Per quel poco che si è capito, in questo periodo di mancanza di un corpo religioso, si ha un cappellano che in qualche modo pensa a officiare le messe e si prende cura della manutenzione del santuario. Santuario che a fine XIX secolo vede una presenza importante e costante di fedeli, che visita e prega la Madonna dell’Oriente.

 

– I Frati francescani nel santuario della Madonna dell’Oriente

Nel 1894 dopo molti anni di ricerca il comune di Tagliacozzo trova nei frati francecani il nuovo corpo religioso interessato a predersi cura del santuario. I francescani accettano il servizio religioso dietro proposta del municipio di Tagliacozzo. Dal 13 luglio 1894 i francescani prendono in gestione l’intero complesso religioso, ovvero la chiesa, il fabbricato che deve divenire convento e il terreno circostante il santuario.

Il contratto definitivo tra comune e frati francescani viene firmato il 1 luglio 1895, ovvero da questo termine avviene la stipula contrattuale tra il comune di Tagliacozzo e la provincia romana di San Bernardino da Siena degli Abruzzi, rappresentata dal provinciale P. Angelo Sonsini.

Il contratto, con decorrenza dal 1 gennaio 1896, prevede la durata di 29 anni e il successivo rinnovo di altri 29 anni, qualora non vi fosse alcuna disdetta da ognuna delle due parti. Ai frati spetta, fra gli altri, il merito di aver costruito un collegio per accogliere i ragazzi aspiranti allo stato religioso.

 

– L’emigrazione abruzzese

Merita un cenno il fenomeno dell’emigrazione abruzzese degli anni 1890. Questo problema pur non centrandosi molto con il santuario spiega bene la complessità di questi tempi e di come sia complicato riuscire ad organizzare le cose in posti isolati come l’Abruzzo.

L’Abruzzo e la Marsica in particolare è una regione montuosa, dove risulta molto complicato vivere in posti come questo isolati dal resto delle regioni italiane e senza valide strutture di comunicazione.

Il prosciugamento del Fucino avvenuto tra il 1854 e il 1878 ha cambiato profondamente l’assetto territoriale della Marsica, ma per ora nonostante i molti investimenti compiuti da Torlonia nella Marsica, non si riescono ancora a cogliere gli effetti positivi di queste operazioni, per cui la popolazione si trova spinta dalla grave situazione economica ad emigrare all’estero.

Gli abruzzesi che emigrano tra il 1890 e il 1910 sono circa seicentomila e le maggiori destinazioni riguardano Sud America, USA e Canada e minor misura l’Australia.

Tagliacozzo come altri centri dell’Abruzzo è fortemente interessata dal fenomeno, pur in presenza di una sostenuta crescita della popolazione locale.

 

– Il nuovo convento

Nel 1896 al momento dell’insediamento dei frati francescani, questi vengono ad occupare anche il convento non ancora ultimato dopo 150 anni di lavori. L’arrivo dei monaci nel convento porta di riflesso a una forte velocizzazione della fine dei lavori in questo.

 

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XX secolo

 

– Tagliacozzo a inizio XX secolo

All’inizio del secolo Tagliacozzo appare un paese di nuovo in crescita dopo una lunga fase di stasi, l’economia è in ripresa e la popolazione in forte aumento. Il paese si struttura meglio in funzione dei tempi, oltre alla ferrovia presente nel paese da diversi anni, abbiamo due acquedotti che servono il paese tramite alcune fontane presenti nel paese.

 

– Il nuovo convento

Il convento viene finalmente ultimato nel 1913, dopo circa duecento anni dall’inizio dei lavori. Ora il convento può finalmente garantire una buona presenza dei frati nel santuario.

 

– Terremoto del 1915

Nel 1915 un sisma di enorme potenza si sprigiona da Gioia dei Marsi determinando la distruzione completa o semicompleta di moltissimi paesi della Marsica, con la relativa morte di moltissime persone. Il numero stimato parla di più di 30.000 morti, molti dei quali morti durante le messe mattutine che si stavano celebrando al momento del sisma.

 

– ll sisma di Gioia dei Marsi su Tagliacozzo e il santuario della Madonna dell’Oriente

Tra i tantissimi paesi e frazioni che sono stati spianati dal sisma di Gioia dei Marsi, ve ne sono alcuni che sono usciti praticamente indenni dal sisma, riportando solo pochissimi danni. Tra i paesi miracolati vi è anche Tagliacozzo, che ha avuto pochissimi danni.

A Tagliacozzo l’intero patrimonio architettonico si è salvato riportando solo pochi danni e tutti superficiali. I morti a Tagliacozzo sono stati pochissimi e per fortuna molte case anche di scarsa costruzione hanno retto. Certo ci sono stati comunque danni derivanti in parte anche da frane e smottamenti indotte dal sisma, ma comunque i danni totali sono stati molto scarsi.

La stessa cosa non può dirsi per il santuario della Madonna dell’Oriente, che, pur rimanendo in gran parte in piedi, subisce seri danni soprattutto nella chiesa, dove si registrano diversi crolli.

 

– Post sisma e 1 guerra mondiale

Il terremoto di Gioia dei Marsi come abbiamo visto è stato disastroso per la Marsica, che proprio in questi ultimi anni cominciava a vedere un certo miglioramento economico dovuto al lancio economico dei prodotti fucensi e allo zuccherificio di Avezzano. Il sisma distruttivo per la regione ha prodotto uno stop consistente non solo sul piano economico, ma soprattutto culturale, dato l’alto numero di monumenti distrutti dal sisma. Una parte consistente di questo patrimonio si è per fortuna salvato, come Tagliacozzo, ma molto altro è andato perso e ci sono voluti circa 100 anni per recuperare la metà dei tesori andati persi e restaurati.

Tra questi abbiamo anche il santuario della Madonna dell’Oriente, che gravemente danneggiato dal sisma è stato poi ampiamente restaurato. Tuttavia già prima del restauro, un attento puntellamento delle strutture che avevano resistito ha permesso alla struttura di mantenersi nel tempo successivo.

Purtroppo ci troviamo nel 1915 e la guerra incombe anche per l’Italia e non parliamo di una guerra qualsiasi, ma delle prima guerra mondiale. L’Italia entra in guerra a fine maggio e vi rimarrà coinvolta fino alla fine nel 1918. L’entrata in guerra dell’Italia determina il richiamo di tutti gli uomini che fino a quel momento avevano aiutato i Marsi a ripredersi dall’enorme ecatombe. Al momento del richiamo alle armi si stavano finendo di allestire le baracche fuori dai paesi per coloro che erano sopravvissuti.

Inoltre il richiamo alle armi ha coinvolto anche i giovani maschi marsicani, che al momento del sisma non erano nelle case e quindi erano sopravvissuti.

Tra il 1915 e il 1918 a causa della guerra muoiono più di 600.000 italiani, tra cui moltissimi Marsi andati in guerra nonostante la tragedia che li aveva colpiti.

Insomma per la Marsica è un’ecatombe senza fine.

 

– Gli anni 1920

Dopo la guerra i Marsi sopravvissuti, tornano nei propri paesi distrutti dal sisma. Da ora si cerca di tornare a una lenta normalità. Inizia da ora una timidissima ricostruzione, già avviata nel corso degli anni di guerra, grazie all’aiuto dei prigionieri di guerra presenti nel campo di concentramento di Avezzano.

Fatto è comunque che quasi tutti i centri marsicani, da quelli più piccoli a quelli più grandi iniziano ad essere ricostruiti, partendo dai palazzi pubblici.

I monumenti e le chiese vengono ricostruite in un secondo momento. Tagliacozzo che all’inizio degli anni 20′ è pienamente efficiente ritorna ad essere in questi anni di ricostruzione un centro commerciale di primaria importanza.

Dal 1922 è presente in Italia il Fascismo, sotto il quale si svilupperà una nuova forma di architettura che condizionerà la ricostruzione nella Marsica. Comunque sia la ricostruzione post sisma va avanti per tutti gli anni 1920 e 1930 del XX secolo.

 

– Il santuario della Madonna dell’Oriente negli anni ’20

Negli anni ’20 il santuario della Madonna dell’Oriente è lasciato in parte in abbandono a causa dei numerosi problemi, che vive la zona della Marsica. Ciò vale anche per Tagliacozzo su cui ricade la gestione del santuario-convento, che nonostante non abbia avuto problemi particolari, deve comunque far fronte a molti problemi per aiutare i molti paesi vicini danneggiati.

Nel frattempo però nonostante i tanti problemi del territorio il santuario non viene completamente dimenticato, poichè sono numerosissime le persone che continuano a frequentarlo, nonostante i problemi strutturali e anche se non è ancora partita la ristrutturazione, si procede a puntellare in modo attento l’intero complesso a cominciare dalle volte e gli archi.

 

– Il restauro del santuario Madonna dell’Oriente 1931-34

Alla fine degli anni ’20 finalmente si avvia il progetto di restauro dell’intero complesso religioso, che dopo alcuni anni di attesa vede la luce il progetto.

Nel 1931 iniziano i lavori di restauro del santuario della Madonna dell’Oriente, che durano fino 1934.

In questo periodo il complesso religioso viene praticamente ricostruito cercando però di riportarlo ad una fisionomia quanto più simile alla precedente.

Nello specifico vediamo che i lavori riguardano

1) la demolizione del coro e della parete absidale,

2) la sostituzione delle volte delle navate con soffitti piani,

3) le finestre piccole vengono diminuite di numero e quelle rimaste ingrandite,

4) la cupola viene rialzata,

5) l’altare maggiore viene ricostruito,

6) In ultimo nel 1934 viene realizzato un piccolo coro nella controfacciata.

 

Alla fine di questi anni di lavori nel 1934 si ha la riconsegna ai monaci francescani del convento-santuario della Madonna dell’Oriente e logicamente alla popolazione tutta che non ha mai smesso di visitare questo luogo sacro.

 

 

– Il santuario Madonna Oriente e l’Italia verso la seconda guerra mondiale nel 1934-40.

Il santuario Madonna dell’Oriente riaperto nel 1934 vede tornare il luogo sacro a una normalità da tempo sconosciuta. Gli stessi frati si devono riabituare a questa nuova condizione di tranquillità.

Purtroppo però tempo qualche anno il regime fascista trascina l’Italia in un odiosa nuova guerra, peggiore della precedente e tutto questo per sete di potere e prestigio militare.

La popolazione marsicana da sempre pacifica e dedita al proprio lavoro vive con fastidio questa nuova corsa alle armi e prega affinchè la guerra non inizi. Ma purtroppo il percorso è segnato e il governo fascista entra in guerra nel 1940.

 

– La 2 guerra mondiale

L’Italia quindi spinta dal “genio” di Mussolini entra sorda e cieca nella seconda guerra mondiale a fianco di Hitler nella speranza che la guerra duri pochi mesi.

Invece la guerra durerà anni e si rivelerà rovinosa per l’Italia sul piano coloniale, politico, ma soprattutto sociale. Infatti nel 1943 dopo la caduta del regime fascista, a causa del disastro provocato in guerra, l’Italia è invasa dai tedeschi che la riducono a loro colonia.

Tutto ciò accade nel settembre 1943, dopo la fuga della monarchia con il resto dei capi militari l’8 settembre. Da questo momento fino al giugno 1944, l’Italia vive il periodo più duro e tragico dalla sua unità.

Ogni regione e zona d’Italia vive a suo modo tragedie e ristrettezze. Nella Marsica abbiamo il comando tedesco della X armata presso Massa D’Albe. I tedeschi, invasa l’Italia in pochi giorni fino a Frosinone, creano qui la linea Gustav, che rappresenta il confine fra l’Italia tedesca e l’Italia degli Alleati e antifascisti. Attestando in questa zona il confine militare e nella Marsica il comando militare presso Massa d’Albe,  pongono la Marsica in prima linea contro gli Alleati, che stanno risalendo la penisola. Tra Alleati e Tedeschi inizia un duro confronto militare, che vede la gente marsa al centro di questa contesa.

I Marsi in questo momento si trovano in una sorta di prigione da cui è impossibile uscire.

A Tagliacozzo come nel resto della Marsica, il governo tedesco locale crea un duro regime di polizia che tiene in scacco il paese. Ad Avezzano viene riaperto il vecchio campo di concentramento, adibito ai prigionieri politici e militari, quindi per gli antifascisti e per i militari alleati.

Ad un certo punto poi a tutto ciò si aggiungono i bombardamenti alleati. Questi devastano il territorio marsicano in lungo e largo. Avezzano è nuovamente distrutta e molte persone perdono la vita nei bombardamenti.

I bombardamenti e altri avvenimenti militari portano il santuario della Madonna dell’Oriente a poter essere oggetto di bombardamenti. Quindi le autorità per evitare pericoli per la popolazione, decidono di chiudere la chiesa e il convento in attesa di tempi migliori.

E i tempi migliori arrivano a partire dal giugno 1944, allorquando gli Alleati liberano la Marsica dai tedeschi in ritirata. La liberazione della Marsica avviene tra il 7 e il 12 giugno 1944.

Liberato il centro Italia gli Alleati risalgono pian piano la penisola arrivando ad aver ragione sui nazifascisti nell’aprile 1945.

Nell’aprile 1945 l’Italia risulta completamente liberata dai tedeschi. L’economia italiana dopo la guerra, è in pessimo stato con le casse statali vuote e un enorme numero di macerie e senza tetto.

 Ma nonostante ciò l’Italia è libera, di nuovo indipendente, e pronta a ripartire.

 

– Tagliacozzo e il santuario Madonna dell’Oriente alla fine della guerra

Nel 1945 a guerra conclusa si contano i danni che nella Marsica sono enormi, ma Tagliacozzo baciata dalla fortuna sopravvive intatta anche a questa prova. Il suo patrimonio architettonico non è stato toccato e la cittadina può tornare a nuova vita. I pochi danni materiali si concentrano al di fuori del comune e riguardano le vie di comunicazione.

L’amministrazione comunale insieme ad altri enti procede seppur con lentezza a riparare tutti i danni riguardanti il centro cittadino, sia quelli derivanti dalla guerra che quelli dal sisma.

Nel caso del santuario della Madonna dell’Oriente osserviamo che questo esce incolume dalla guerra mondiale, per cui i lavori sul santuario riguardano un completamento del restauro precedente. Il santuario in se riprende fin da subito il suo ruolo spirituale e sociale nella comunità tagliacozzana e riapre completamente le porte ai tanti visitatori che giungono qui per vedere l’effige bizantina della Madonna dell’Oriente.

 

– Restauro del santuario Madonna dell’Oriente 1946-50

Il restauro successivo alla guerra negli anni 1946-50 va visto come un completamento della ricostruzione fatta nel 1931-34.

Nel 1946 i lavori di restauro sono consistiti nella produzione di pitture affrescanti la chiesa. Il pittore Raffaello Salmonte ha infatti affrescato per tutto il 1946 le pareti e la cupola della chiesa.

Invece tra il 1949 e il 1950 ad essere restaurata è l’icona stessa della Madonna dell’Oriente. Questa viene portata a Roma presso l’Istituto Centrale del Restauro e qui riportata all’antico splendore.

Riguardo al restauro dell’icona sappiamo che  il legno è stato completamente ripulito, restaurato e raddrizzato. Sono stati asportati i ritorcchi e le vernici ispessite, è stata restituita  brillantezza ai colori attraverso la ricostruzione delle parti mancanti con acquarello. La base, troppo deteriorata, è stata colorata con un tono neutro.

Finito il restauro nel 1950 l’icona è stata poi ricondotta a Tagliacozzo presso il santuario della Madonna dell’Oriente.

 

– Tagliacozzo negli anni 1950-70

Tra il 1950 e il 1970 Tagliacozzo come tutti i centri della Marsica ha subito una grande emigrazione di gente giovane, che si è spostata dal paese in cerca di fortuna. Meta di questo nuova emigrazione sono stati i paesi europei di Francia, Belgio, Germania Ovest, le grandi città del Nord Italia e di Roma, essendo vicina e in forte espansione economica. Ciò ha prodotto un calo demografico passando dalle 10235 unità del 1951 alle 7492 unità del 1971. Negli stessi anni Tagliacozzo vede tornare a svilupparsi un certo turismo di massa, già presente in piccola parte negli anni ’30 e ora più marcato. Sulla spinta di questo nuovo mercato e sulle nuove vie di comunicazione che vengono erette negli anni ’70 ovvero le autostrade A24 e A25.

 

– Tagliacozzo negli anni 1970-2000

Grazie alle nuove autostrade l’economia di Tagliacozzo subisce una forte crescita che iniziata negli anni ’70 si sviluppa negli anni ’80, proseguendo fino agli anni ’90.

I settori che si sviluppano di più sono il settore turistico, l’industria del legno e altri settori artigianali. Nell’ambito turistico fiorisce accanto all’industria del divertimento anche il settore religioso.

In pratica Tagliacozzo già meta da tempo di devoti grazie alle sue chiese e monasteri vede aumentare il proprio turismo religioso, che si consoliderà nel corso degli anni ’80 e ’90.

 

– Il santuario della Madonna dell’Oriente tra il 1950 e il 1980

In questo quadro locale di cambiamento profondo della società marsicana, il santuario Madonna dell’Oriente condotto sempre dai frati francescani continua nella sua opera di centro religioso e sociale. Con il tempo però intorno al santuario si viene sempre più costituendo un borgo che prende il nome di Oriente che diventa in breve una nuova frazione di Tagliacozzo. Inizialmente il luogo era scarsamente abitato, ma con il tempo il minuscolo villaggio è divenuto paese e il santuario stesso deve ora rispondere non solo alla crescente richiesta religiosa esterna di devoti della Madonna dell’Oriente, ma anche in chiave locale vista la nascita de nuovo borgo.

Per questo motivo abbiamo che il santuario-convento Madonna dell’Oriente si trasforma in Parrocchia di Santa Maria dell’Oriente nel 1962.

Oltre a ciò abbiamo a Tagliacozzo negli anni 1960 e 1970 si avverte una crescita di turismo religioso che viene vivendo il paese, e che impone nuove iniziative culturali. Tra queste figura il nuovo museo del santuario Madonna dell’Oriente.

Negli anni ’60 prende forma l’idea di accostare alla presenza dell’icona religiosa e miracolosa della Madonna dell’Oriente, anche un museo di carattere orientale, che raccolga sia beni religiosi che non, provenienti dal medio oriente. Ciò viene fatto per meglio apprezzare l’icona della Madonna dell’Oriente attraverso l’integrazione della realtà dalla quale proviene

Nasce così nel 1968 il museo Museo Orientale di Tagliacozzo, presso alcuni locali del convento Madonna dell’Oriente, per iniziativa di Padre Tommaso Casale e Padre Gabriele Giamberardini.

Il museo viene ad ospitare oltre all’importantissima icona duecentesca della Madonna dell’Oriente, anche una  bella raccolta di ex voto, icone bizantine, arredi sacri e molte monete provenienti dal Medio Oriente.

Oltre a ciò abbiamo un completamento di strutture che vengono aggiunte alla chiesa della Madonna dell’Oriente fino ad ora mancanti. Parliamo della costruzione dell’abside poligonale avvenuto nel 1969 e della costruzione di un nuovo altare avvenuta nel 1978.

Il nuovo altare viene realizzato dal mosaicista Cesare Vitali e dal pittore Antonio D’Achille. I due creano un nuovo altare maggiore in mosaico con decorazione musiva, richiamante l’abside.

 

– L’aumento del pelligrinaggio

Nel corso degli ultimi anni del XX secolo vi è stata a partire dal 1985 un po’ in tutta la Marsica una certa riscoperta delle proprie origini e della propria cultura, anche in funzione di una migliore offerta turistica.

A Tagliacozzo ciò ha prodotto la nascita di nuove iniziative culturali e la riaffermazione di quelle già esistenti. Questo lavoro ha prodotto un aumento consistente dei visitatori nel paese e anche nel vicino santuario, dove oltre alla presenza dell’icona religiosa vi è da qualche tempo anche la presenza del museo che accresce il valore del santuario stesso.

In generale la presenza e la storia del santuario è in qualche modo anche la storia di Tagliacozzo. Sulla scia di ciò i festeggiamenti delle ricorrenze legate al santuario negli anni ’90 hanno permesso al paese di riappropriarsi ancor più del proprio essere comunità.

Le iniziative in questione sono avvenute nel 1993 per il festeggiamento dei 250 anni dell’incoronazione della Madonna dell’Oriente e nel 1994 per festeggiare i cento anni di presenza dei frati minori nel santuario a partire dall’8 luglio 1894.

 

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XXI Secolo

 

– Tagliacozzo negli anni 2000

Negli anni 2000 Tagliacozzo torna a crescere demograficamente passando da 6450 unità del 1991 alle 6939 unità del 2011. Questo dato da solo basterebbe per giustificare una certa rinascita del paese che si esprime in tanti ambiti della vita di Tagliacozzo dal lato commerciale a quello sociale. In questa crescita demografica c’è da associare abche il numero di stranieri che sono venuti ad abitare il paese.

Detto ciò senza scendere troppo nei particolari osserviamo un consolidamento di Tagliacozzo sul piano economico e culturale. Sul lato culturale bisogna tenere anche conto dell’aspetto religioso, che seppure rimasto un po’ in ombra rispetto all’offerta turistica di cui il paese è divenuto ricco, dobbiamo comunque tenerne conto.

Il dato maggiore riguarda il numero di visite turistiche a carattere religioso, che occupa una discreta fetta dei visitatori del paese. Una parte di turismo religioso riguarda senz’altro il santuario della Madonna dell’Oriente.

 

– Il santuario della Madonna dell’Oriente negli anni 2000

Come abbiamo accennato poc’anzi il numero di visitatori presenti nel santuario durante il primo decennio del nuovo secolo è sempre alto e ciò da solo giustifica l’importanza del santuario sul piano culturale-religioso del comune tagliacozzano.

A questo dato senz’altro incoraggiante, fa da contraltare il costante abbassamento del numero di frati francescani presenti nel convento. Questi in costante diminuzione non riescono più a far fronte alle necessità del complesso religioso, ponendo in ciò serie riserve sul futuro stesso del luogo sacro.

 

– Terremoto dell’Aquila del 2009

All’Aquila il 6 aprile 2009 avviene un brutto terremoto che distrugge la città e provoca molti morti.

Il terremoto fa sentire i suoi effetti anche sulla Marsica in modo molto contenuto. Qui la maggior parte dei danni si concentra sulle strutture religiose. Fra queste per fortuna non figura il Santuario della Madonna dell’Oriente.

 

– L’abbandono dei frati francescani

Nel 2013 a causa del costante calo delle vocazioni non si registrano più arrivi di nuovi frati nel convento dell’Oriente. Ciò spinge gli ultimi tre frati rimasti a lasciare il convento della Madonna dell’Oriente e questo sia per la loro anzianità, sia per la difficoltà di gestire un complesso religioso così importante con un numero di persone così piccolo. L’abbandono dei frati segna la fine della gestione dell’ordine francescano dopo 117 anni.

La conseguenza di ciò però è il rischio della totale chiusura del santuario, che comunque necessita di cure. Dopo questo fatto l’intera comunità di Tagliacozzo chiede al vescovo di trovare una soluzione per impedire la chiusura dell’amato santuario.

 

– L’arrivo dei frati carmelitani

Il santuario della Madonna dell’Oriente oggi. (Immagine personale)

 

Il 28 ottobre 2013 il vescovo dei Marsi Pietro Santoro riesce a risolvere lo spinoso problema del santuario della Madonna dell’Oriente trovando nell’ordine dei frati Carmelitani la nuova guida del santuario. I frati Carmelitani contatti dal vescovo si sono resi disponibili a prendersi la responsabilità del convento e della chiesa della Madonna dell’Oriente.

I frati Carmelitani s’insediano nel complesso religioso Madonna dell’Oriente il successivo 1 novembre. Con il loro insediamento l’intera comunità di Tagliacozzo tira un sospiro di sollievo e contenta della soluzione, accompagna con azione e fede la decisione del vescovo dei Marsi.

 

– il 275 anniversario dell’incoronazione della Madonna dell’Oriente

Nel 2018 si sono tenute in forma solenne le celebrazioni per i 275 anni dell’incoronazione della Madonna dell’Oriente.

 

 


STRUTTURA DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’ORIENTE

 

Il santuario Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

 

Il santuario della Madonna dell’Oriente si colloca a circa 3 km dalla cittadina di Tagliacozzo ed è posto su un colle che domina la vallata del fiume Imele. Il santuario oggi è anche parrocchia di Santa Maria d’Oriente. La struttura si divide in due corpi di fabbrica trasversali tra loro ovvero la chiesa e il convento.

 

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1) LA CHIESA

 

 

Pianta

La chiesa che si presenta con asse nordovest – sudest, che corrisponde ad una pianta irregolare composta da tre navate.

 

chiesa della Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

 

 

 

Struttura interna

Interno della chiesa Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

 

1) La chiesa si presenta come detto con pianta irregolare suddivisa in tre navate.

 

– Navata sinistra

Navata sinistra della chiesa Madonna dell’Oriente. (ImmaginLe personale)

 

la navata di sinistra appare più stretta in profondità verso l’abside e più larga all’ingresso.

 

 

– Navata destra

Navata sinistra della chiesa Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

La navata destra e la navata centrale sono di dimensioni regolari.

 

– L’abside, l’altare principale e l’icona della Madonna dell’Oriente

Abside e altare maggiore della chiesa Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

 

L’abside ha forma poligonale e vede la presenza di due coretti laterali propiscenti la navata centrale. Il presbiterio e l’abside risultano affrescati con scene della vita di Maria e con le scene del viaggio compiuto dall’icona per giungere da Bisanzio a Tagliacozzo.

L’altare principale, che osserviamo in figura, è stato realizzato nel 1978 con decorazioni in mosaico e musive di Cesare Vitali e del pittore Antonio D’Acchille.

 

– L’icona della Madonna dell’Oriente

 

Icona della Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

 

Infine dietro l’altare troviamo l’icona della Madonna dell’Oriente. L’icona presenta l’immagine che segue un preciso schema iconografico dell’Hodigitria.

Lo schema vede Maria conduttrice e basilissa, cioè Imperatrice, donna regale, che umilmente indica con la mano la Via della Salvezza: il suo Bimbo.

 

Icona della Madonna dell’Oriente di Tagliacozzo

(Immagine da https://ilfaro24.it/la-madonna-delloriente-torna-a-tagliacozzo-dopo-25-anni)

 

L’aspetto è maestoso: le vesti e la postura richiamano una Regina Orientale.

Altri elementi di richiamo orientale sono i disegni geometrici. Lo schema dell’icona è tipicamente bizantino. Maria è circondata dal Manto azzurro (colore dell’umanità), mentre la tunica è di color porpora (colore della regalità e della divinità anticamente riservato agli imperatori). Tra le mani di Maria figura il globo (simbolo iconografico dell’Eterno) più un oggetto non ancora chiaramente identificato, sembrerebbe un pomo con inciso un monte piramidale da cui s’innalza la Croce.

Gesù tiene in una mano il rotolo (segno di potere e magistero) e nell’altra due dita benedicenti, che indicano la sua duplice natura umana e divina.

Da aggiungere che a differenza che a differenza delle altre icone in cui Gesù è sul braccio sinistro della Madre, in questa si trova sul braccio destro. Paragonando quest’immagine con altre viene fuori il senso dell’umile regalità delineata con pochi tratti, sono i visi delle contadine del tempo.

 

– Gli altari laterali

Su ogni navata sono presenti due altari, dei quali gli ultimi due sono preceduti da un arco trionfale.

 

 

– La cupola

La cupola della chiesa. (Immagine personale)

Volgendo lo sguardo in alto si osserva la cupola della chiesa ornata dagli affreschi del maestro Raffaello Solmonte fatti nel 1946. Oltre alla cupola il maestro Solmonte ha affrescato anche le pareti con scene di San Francesco.

 

– Cantoria

Cantoria. (Immagine personale)

Uscendo dalla chiesa si può ammirare la cantoria e un vano per il coro superiore. Il coro ligneo è opera dei fratelli Baiocco

 

 

– Struttura – Copertura – Pavimenti

Sul piano strutturale la chiesa è fatta in muratura portante con pietrame. La copertura del tetto della chiesa è fatta in legno a due falde sulla navata centrale, mentre è a falda unica su le parti laterali. La cupola e l’abside presentano una copertura poligonale. Il manto di copertura è composto da tegole in laterizio. I pavimenti sono composti in lastre di marmo.

 

 

Campanile

Campanile della chiesa Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

 

L’imponente campanile del santuario si presenta a base quadrata ed è ubicato sul lato sinistro della navata laterale. La cella campanaria si presenta con monofore nelle faccie. La copertura è piramidale.

 

 

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2) IL CONVENTO

Il convento della Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

 

Il convento del santuario si presenta in pianta rettangolare, con una struttura a tre piani ed è composto da tante piccole stanze e una grande cucina.

 

– Il museo

Il convento della Madonna dell’Oriente. (Immagine personale)

 

Una parte del convento ospita il Museo Orientale; qui si possono ammirare numerosi ex voto dal XVII al XX secolo, reperti archeologici provenienti dall’Egitto e dal Medio Oriente,  numerosi libri sacri scritti in diverse lingue, icone bizantine e monete di ogni epoca provenienti da varie nazioni.

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-4-aquila/citta-7132-tagliacozzo/2211-santuario-della-madonna-delloriente

2) https://ilfaro24.it/la-madonna-delloriente-torna-a-tagliacozzo-dopo-25-anni

3) http://guidasantuari.altervista.org/blog/madonna-delloriente/

4) Opuscolo di Patrizia Biagini sul “SANTUARIO DI MARIA SANTISSIMA DELL’ORIENTE E LA SUA ICONA”

 

 


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