SANTE MARIE – URBANISTICA MODERNA


SANTE MARIE

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URBANISTICA DI SANTE MARIE


 

1504-1915


L’espansione di Sante Marie sul piano urbanistico già in atto nel XII secolo, prosegue lento nei secoli successivi e sembra in modo più sostenuto a partire dal XVI secolo. Lo sviluppo urbanistico di Sante Marie si muove in due direzioni dalla parte est verso la campagna circostante del fondovalle assai fertile e a ovest verso le Valli di Luppa e di Varri. Con il tempo l’edilizia si afferma anche in direzione nord  lungo il crinale più o meno ripido.

Questa crescita urbana si sviluppa comunque spontaneamente nel corso dei secoli nelle direttrici indicate sopra e ciò porta sempre più il paese a configurare come lo conosciamo oggi.

Tra  XVII e inizio XIX secolo emergono poi in ambito locale alcune famiglie, che affermano il loro status anche attraverso la costruzione di propri palazzi all’interno dei borghi. A questo proposito vi è da da dire che a partire dal Rinascimento, diciamo dall’inizio del XVI secolo, grazie a una maggiore strutturazione e sicurezza dei feudi medievali e quindi con il venir meno di pericoli esterni, le famiglie nobili, che emergono nel corso del tempo non costruiscono più grandi castelli posti in cima ai paesi, ma vengono erigendo i propri palazzi all’interno dei vecchi borghi.

 Nel caso di Sante Marie abbiamo i Colelli, una famiglia di pubblici amministratori emersa nel corso del XVIII secolo, attraverso la gestione tendenzialmente arbitraria di appalti e beni pubblici.

Questi costruiscono nel XVIII secolo un loro palazzo, che viene eretto lungo corso Garibaldi, strutturandosi in corrispondenza della seconda cinta muraria del paese venuta su probabilmente nel XII secolo. L’edificio dei Colelli emerge visivamente nell’abitato grazie alla sua mole, che denota in ciò anche la raggiunta ricchezza della famiglia stessa.

Successivamente la restaurazione borbonica presente dal 1815 al 1860 riesce solo in parte a ripristinare il vecchio ordine al livello politico, a causa delle nuove idee portate dai Francesi, che pur decaduti politicamente sono riusciti ad apportare una ventata di novità molto rilevanti. Questo stato di cose si vede anche al livello edilizio dove le vecchie famiglie nobiliari pur decadute politicamente dei loro privilegi feudali riescono ancora a mantenere un forte potere locale grazie a proprietà rilevanti, allo stesso tempo le nuove famiglie emerse nel corso del XVIII secolo trovano nella nuova società la possibilità di affermarsi definitivamente, sostituendo via via le vecchie famiglie nobili.

Con l’unità italiana del 1861 vengono poi ad affermarsi ordinamenti di carattere liberale e borghese, che permettono nella Marsica un ulteriore consolidamento delle nuove famiglie borghesi emerse nel XVIII secolo, che consolidano i propri patrimoni attraverso il condizionamento delle aste pubbliche dei vecchi beni ecclesiastici, messi all’asta dallo Stato liberale italiano. Ciò è possibile in quanto l’amministrazione della cosa pubblica al livello locale rimane in mano a un piccolo gruppo di famiglie di notabili, di commercio emerse nel secolo precedente e della vecchia nobiltà ancora proprietaria di molte terre. Da ciò ne segue che i contadini e i piccoli commercianti siano esclusi dal nuovo corso politico e ciò anche in virtù della scarsa scolarizzazione, che non permette un confronto alla pari.

Sul piano economico Sante Marie continua a vivere con il frutto del proprio territorio posto a coltura, che gli da la sufficienza di tutti i cereali. Gli abitanti di Sante Marie lavorano in ogni ambito facendo i tini, botti, bigonci e altre cose simili, che poi rivendono facendo buoni affari. Una parte degli abitanti pratica ancora l’industria degli animali, e un altra parte emigra nelle campagne romane per lavorare nell’industria della legna.

Sante Marie sul piano strutturale subisce un importante innovazione data dalla costruzione della ferrovia Roma – Pescara nel luglio 1888. In questa data viene inaugurata la stazione di Sante Marie che consente al paese di uscire dal suo endemico isolamento. L’opera figura come una delle opere previste dai governi post-unitari per rammodernare il paese. Tra Colli di Monte Bove e Sante Marie viene scavata la galleria di monte Bove, lunga quasi 6 chilometri. Dopo le operazioni di scavo la quantità di terra e roccia viene usata per costruire il terrapieno su cui passa la ferrovia tra Sante Marie e Poggetello, frazione di Tagliacozzo.

Il paese a questo punto seppure molto lentamente inizia la sua fase di ammodernamento, seppure in modo discontinuo a causa di alcuni terremoti avvenuti a inizio XX secolo. Tuttavia questa evoluzione positiva tende a fermarsi con il terremoto del 1915, quando tutto cambia o inizia a cambiare. Il sisma seppure non incide in modo traumatico su Sante Marie, determina comunque un nuovo inizio urbanistico, che però riuscirà ad incanalarsi in un percorso positivo.

 

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) Marco Bianchini – Edilizia storica della Marsica occidentale – Editrice Dedalo di Roma


SANTE MARIE

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URBANISTICA DI SANTE MARIE

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URBANISTICA IN EPOCA MODERNA – PAESI E FRAZIONI