SANTE MARIE – URBANISTICA CONTEMPORANEA


SANTE MARIE

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URBANISTICA DI SANTE MARIE


 

1915 – ATTUALE


Agli inizi del XX secolo abbiamo due importanti terremoti che colpiscono la zona di Sante Marie ovvero il terremoto di Magliano del 1904 di grado 5.7 Mw e poi nel 1910 il sisma di Santa Anatolia di 4.7 Mw. Entrambi i terremoti provocano diversi danni nell’area di Sante Marie, specie il sisma del 1904.

Ma il sisma più importante avvenuto è sicuramente quello di Gioia dei Marsi del 1915. Questo è un sisma di grado 7 Mw ed è stato tra i più forti sismi avvenuti in Italia negli ultimi 1000 anni e il più forte mai registrato nell’area marsicana dal tardo periodo romano. Il suddetto terremoto provoca la morte di 30.000 persone dislocate in tutta la Marsica e poi la distruzione completa o semicompleta dei borghi del Fucino, Avezzano in testa, della Valle del Giovenco, della Valle Roveto, della Vallelonga e della catena del Velino Sirente a cominciare dal borgo medievale di Alba Fucens, completamente distrutto dal sisma.

Invece nella zona della Marsica occidentale il sisma del 1915 colpisce con una intensità minore rispetto alla Marsica centrale e orientale, e insieme alla geologia della zona, che ha attutito gli effetti del sisma, si ha la sopravvivenza di diversi centri storici, che seppure molto danneggiati riescono a persistere. Tra questi casi fortunati abbiamo anche Sante Marie, che pur riportando importanti danni vede il suo centro storico salvo.

Successivamente avviene la ricostruzione che però parte tardi e lentamente, all’inizio a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, che rende difficoltoso trovare manodopera e poi a causa della geografia della zona, che essendo montuosa impone a diversi centri di trasferirsi in luoghi vicini più facilmente collegabili.

Ebbene ciò che osserviamo è che a causa del terremoto nella Marsica si ha la prima vera grande trasformazione dei centri abitati, fino a questo momento rimasti sostanzialmente intatti dai tempi del Medioevo. Sotto il Fascismo i paesi maggiormente colpiti e in gran parte distrutti della Marsica centrale e orientale vengono ricostruiti completamente, riuscendo a recuperare tardivamente e solo una modesta parte dei propri centri storici, come nel caso di Avezzano. Comunque pur nella grande devastazione esistono delle eccezioni come ad esempio il santuario della Madonna di Pietraquaria, rimasto intatto dal terremoto.

Invece gli altri comuni della Marsica occidentale riescono a recuperare già a partire dai primi anni del terremoto i propri centri storici. Purtroppo però a distanza di Vent’anni dalla prima guerra mondiale, esplode nel 1939 la seconda guerra mondiale.

Nella seconda guerra mondiale l’Italia entra nel 1940 e questo significa l’inizio di nuovi disastri e lutti. Tra il 1940 e il 1943 l’Italia combatte su vari fronti, ma perde da ogni parte e ciò provoca alla fine il crollo del regime fascista. A questo punto però inizia il dramma vero per la popolazione italiana, che vede il proprio paese invaso dai barbari Tedeschi. Questi invadono l’Italia fino alla zona di Frosinone nell’ottobre del 1943, e vi rimangono fino al giugno 1944. Nel frattempo il resto dell’Italia viene liberata dagli Alleati, che man mano risalgono la Penisola fino a Frosinone.

Nell’odierna provincia di Frosinone passa la linea Gustav che divide l’Italia in due a sud gli Alleati e a nord i Tedeschi. I tedeschi nel periodo occupante, compiono razzie e crimini contro la popolazione civile rendendosi protagonisti di diversi episodi brutali.

La Marsica vive con enorme disagio e sofferenza l’occupazione nazista, soprattutto in virtù dell’importanza strategica che riveste. La regione si trova infatti al centro tra i mari Adriatico e Tirreno, qui ci sono grandi difese naturali dati dai grandi monti e vallate, per questo e altre ragioni i Tedeschi la scelgono come propria base logistica.

Gli Alleati da parte loro vogliono contrastare in ogni modo il nemico e decidono di attaccarlo dal cielo. Così a partire dal dicembre 1943, ma soprattutto dal gennaio 1944, abbiamo massicci bombardamenti in tutta la Marsica.

Questi bombardamenti distruggono nuovamente il tessuto urbanistico appena ricostruito di molti borghi della Marsica. Tra i bombardamenti avvenuti ne abbiamo pure alcuni nella zona di Sante Marie. Tra questi ricordiamo il grande bombardamento alleato avvenuto su Sante Marie il 20-1-1944.

Il 20 gennaio 1944, alle ore 10, 12 caccia bombardieri americani attaccano il piccolo paese di Sante Marie, che in questo periodo per via degli sfollati da Avezzano, conta più di 2000 abitanti. I 12 aerei che passano sul paese non vengono percepiti male dalla popolazione, in quanto già altre volte questi hanno sorvolato il paese per dirigersi in zone vicine più importanti. Ma questa volta l’obbiettivo è proprio il piccolo paese di Sante Marie.

Quando gli abitanti si rendono conto che l’obbiettivo è Sante Marie, riescono appena a provare a mettersi in salvo, ma invano. I caccia-bombardieri agiscono rapidamente sganciando diverse bombe sul paese. Risultato 28 morti e un paese gravemente danneggiato. Sono distrutti il palazzo di Serafino Rossi, viene distrutto un piano del caseggiato posto all’angolo tra via delle Tre Cannelle e via Roma, e soprattutto viene raso al suolo un intero agglomerato di case a Palatera, esattamente a via Como, ribattezzato lo Spallato, per ricordare la distruzione delle bombe. Inoltre molte bombe non esplodono subito e danno così il tempo di evacuare la zona di via Castello dove sono cadute. Le bombe esplodono solo la sera procurando ingenti danni nell’attuale Largo 20 gennaio.

Nel giugno 1944 finalmente dopo mesi terribili gli Alleati e gli antifascisti sfondano la linea Gustav e liberano prima Roma il 4 giugno e poi la Marsica tra il 4 e il 12 giugno. La Marsica finalmente libera dalla morsa tedesca inizia una nuova fase di storia. Nel frattempo nell’arco di pochi mesi precisamente nell’aprile 1945 anche il resto d’Italia viene liberata dai barbari nazisti tedeschi e in agosto finisce ufficialmente la seconda guerra mondiale.

Il mondo nel bene e nel male inizia una nuova pagina di storia archiviando nell’arco di 45 anni ben due guerre mondiali. Nella Marsica inizia la ricostruzione materiale, e nello stesso tempo gli uomini partiti per i vari fronti di guerra tornano alle proprie case e le famiglie si ricompongono.

Sante Marie duramente provata dai bombardamenti alleati e dall’occupazione tedesca inizia a riprendersi al livello materiale iniziando la ricostruzione delle strutture distrutte. All’inizio le ricostruzioni effettuate usano ancora le tecniche tradizionali e il materiale locale.

La cesura in ciò arriva nel decennio 1950-59, allorquando inizia la seconda grande emigrazione nella storia dell’Abruzzo moderno. Questa nuova ondata migratoria ha come terminale sia i paesi europei che le Americhe, ma anche le grandi città del Nord Italia e Roma sono meta di molti abruzzesi.

Le conseguenze di questa migrazione si riflettono da subito sul territorio locale, che viene abbandonato a se. Infatti i terreni agricoli coltivati intensamente fino a poco tempo prima, vengono abbandonati. Si ha così la fine di molti vigneti, e campi coltivati e disassati. Allo stesso tempo anche l’artigianato locale subisce una netta riduzione, con relativa chiusura di molti piccoli e medi laboratori, che oltre a non avere più sufficiente manovalanza, non riescono a tenere testa ai prodotti industriali in forte ascesa.

Chiudono così molti mulini, fornaci di laterizi, piccole attività di calcare e carbonaie, e molti contadini ed ex artigiani si ritrovano a lavorare presso cantieri presenti a Roma. Si parte la mattina con il treno, si arriva a Roma si lavora fino a tardi e poi si ritorna la sera a casa. Certo un lavoro duro, ma sicuramente molto più pagato e meno duro del lavoro nei campi.

Nel quinquennio 1958-63 si ha il Boom economico in Italia, ma nei paesi della Marsica questo benessere non compare ancora. Anzi tra il 1961 e il 1971 si raggiunge il picco della seconda ondata migratoria, e si calcola che in questo periodo sono 160.000 le persone che emigrano dall’Abruzzo verso altre destinazioni.

Il benessere economico nella Marsica inizia a vedersi solo dalla metà degli anni 70′ allorquando le nuove vie di comunicazione delle autostrade A24 e A25 consentono alla Marsica di uscire dall’endemico isolamento nel quale si trova a causa della sua geografia fisica.

A ciò si aggiunge che nella Marsica soprattutto fucense e carseolana si vengono affermando nuove e importanti attività economiche che consentono a queste zone di affrancarsi dalla povertà.

Ciò si riflette un po’ in tutti i paesi della Marsica, compresa Sante Marie. Questo maggiore benessere risulta ancor più evidente nell’edilizia dove in paesi come Sante Marie, nascono nuovi quartieri e questo nuovo sviluppo seppure ancora in fase iniziale risulta evidente già a partire dalla fine degli anni 50′. Di questo periodo è la costruzione della nuova chiesa del Sacro Cuore di Gesù, che viene a porsi come nuovo luogo di culto nell’area nuova del paese.

E’ con gli anni 80′ però che si ha il grande boom economico nella Marsica, che sepppure in ritardo rispetto ad altre aree del paese, consente comunque all’area marsicana di correre al livello economico e raggiungere standard di vita elevati quasi al livello di quelli del nord Italia.

Questo risulta evidente dall’edilizia, dove molte vecchie case vengono ristrutturate e dotate di bagni, cucine moderne e di tutto il confort necessario. Vengono usati nuovi materiali edili come il cemento armato, i foratini, i blocchetti di cemento come ovunque in Italia. Gli interni delle nuove case risultano completamente diversi rispetto alle case d’inizio secolo della povera gente che ora si ricostruisce case degne di una media borghesia. Le stesse casette asismiche ancora abitate vengono radicalmente cambiate o addirittura abbattute per sostituirle con nuove costruzioni.

In molte case abbiamo il rifacimento anche delle facciate, che ora si rivestono di intonaci sintetici, sono eliminate le mostre lapidee delle finestre e dei portali che sono sostituite con infissi in legno e con quelli in alluminio anodizzato. Allo stesso tempo sempre nelle facciate delle nuove abitazioni si ha la realizzazione dei balconi, non più intesi come semplici affacci, ma come stanze all’aperto delle abitazioni. Purtroppo ci sono anche rovesci della medaglia con la costruzione di alcuni mostri di edifici nati in luoghi dove non dovrebbero esserci e questo viene fatto in funzione del nascente turismo di massa.

Tuttavia la Marsica riesce a contenere bene la sete di edilizia, che in molte aree d’Italia devasta grandi e piccoli centri abitati e addirittura riesce a incardinare nella giusta direzione il nuovo corso edilizio edificando in aree dove gravi rischi per l’ambiente sono evitati.

Successivamente a Sante Marie come in altri borghi pur in una condizione di grave spopolamento, molti vecchi centri abitati sono ristrutturati in funzione di un nuovo genere di turismo che nella Marsica viene prendendo piede.

In pratica il ricambio generazionale di giovani maggiormente istruiti e più consapevoli del valore dei propri paesi, mantengono intatti i centri storici, recuperando anche strutture precedentemente devastate dal terremoto del 1915 come chiese o antichi castelli, che vengono ristrutturati e consentono ai borghi che li ospitano di accrescere il proprio valore.

Ebbene nella Marsica tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo il recupero dei vecchi borghi e della tradizione contadina, ora viene visto non più come simbolo di povertà, ma come ricchezza della genuinità dei territori, che consente un nuovo e più solido sviluppo.

In tutto ciò Sante Marie sta seppure lentamente recuperando la propria cultura rilanciandola in chiave turistica. In questo quadro abbiamo la strutturazione del museo del Brigantaggio allestito anni fa presso Palazzo Colelli.

Frutto di questo cambio di mentalità sono anche la maggiore attenzione all’ambiente, che si esprime con la nascita di nuovi turismi come il cicloturismo, l’equitazione, ecc, condotte all’interno di riserve naturali sempre più numerose e meglio curate in questa parte d’Abruzzo.

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) Marco Bianchini – Edilizia storica della Marsica occidentale – Editrice Dedalo di Roma

2) WIKIPEDIA

 


SANTE MARIE

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URBANISTICA DI SANTE MARIE

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URBANISTICA IN EPOCA CONTEMPORANEA – PAESI E FRAZIONI