SANTE MARIE – CHIESA DI SAN NICOLA


STRUTTURE E MONUMENTI DI SANTE MARIE


 

POSIZIONE DELLA CHIESA DI SAN NICOLA DI SANTE MARIE

 

 

 


STORIA DELLA CHIESA DI SAN NICOLA DI SANTE MARIE

 

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X Secolo

 

Nell’anno 1000 sembra che vi sia stata un incursione saracena nella contea dei Marsi, nella zona della Val di Varri. La notizia andrebbe meglio confermata da fonti più certe. Tuttavia seguendo questo filone sembrerebbe che i Saraceni abbiano distrutto il primo paese nella zona dell’attuale Sante Marie.

 

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XI Secolo

 

Dopo la fuga dei Saraceni, probabilmente fatti fuggire da Rinaldo I Berardi conte dei Marsi, che stando alle fonti è stato il più forte tra i conti Marsi nei duecento anni di indipendenza della contea.

Fatto è che dopo la distruzione del primo borgo viene ricostruito un nuovo paese, su un altura di 1000 m posta nelle vicinanze del precedente sito.

Qui il paese sarebbe stato ricostruito con una prima cinta muraria esterna, all’interno della quale sarebbe sorto il nuovo borgo. Con la costruzione del nuovo borgo vengono costruite anche nuove chiese all’interno e nelle immediate vicinanze.

Nel 1057 avviene una grave frattura all’interno della famiglia comitale, allorquando Pandolfo Berardi si autoproclama primo vescovo di Carsoli con la chiesa di Santa Maria in Cellis come cattedrale.

Ebbene nella definizione del nuovo vescovado vengono redatti i confini citandoli in bolla vescovile da parte di Pandolfo Berardi. In questa bolla si fa menzione anche di Sante Marie come parte integrante del territorio, nominandola come “Altura Sancte Mariae”. Il paese viene situato nella zona dove sorge la chiesa campestre di San Quirico.

La frattura in seno alla famiglia comitale viene poi risolta da Berardo IV con l’aiuto dei fratelli, riportando all’ordine il cugino Pandolfo e lo zio, sconfiggendoli insieme ai loro alleati Normanni. Ciò consente alla contea dei Marsi ancora molti anni d’indipendenza.

 

– Ipotesi sulla nascita della chiesa di San Nicola nel secolo XI

Nel caso della chiesa di San Nicola azzardiamo l’ipotesi che essa sia nata verso la fine dell’XI secolo o al massimo all’inizio del XII e questo pur non essendo convalidato dalle fonti storiche non è da escludere.

Sante Marie alla fine dell’XI secolo è un centro ragguardevole nell’ambito della contea dei Marsi. Certo è ancora in formazione però ha già una sua struttura con diverse chiese.

Le chiese definite nel secolo successivo a Sante Marie sono ben nove e poichè la chiesa di San Nicola è sempre stata considerata di un certa rilevanza è possibile che questa sia fra le prime ad essere costruite

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XII Secolo

 

Nel 1143 i conti marsi non riuscendo più a contrastare la forza normanna si sottomettono a loro, ottenendone in cambio la conferma di un loro ruolo politico nella Marsica ora non più indipendente.

Così avviene, i Normanni dopo la conquista della contea dei Marsi dividono questa in tre contee più piccole per meglio controllare il territorio. Le contee sono la contea di Carsoli, la contea d’Albe e la contea di Celano. Tutte e tre le contee sono affidate a membri della famiglia Berardi.

Sante Marie ricade nel territorio della contea di Carsoli. Tra il 1143 e il 1180 si fa strada nella contea carseolana la famiglia De Pontibus, che trasferitasi nella Marsica presso Scurcola, nel giro di qualche decennio diventa la famiglia guida della contea di Carsoli. Anzi a partire più o meno dal 1180-90 la sede della contea diventa Tagliacozzo a scapito della vecchia Carsoli.

I De Pontibus creano così una signoria territoriale altomedievale completamente disconnessa dalle altre due contee marsicane di Albe e Celano, che continuano ad avere una storia comune sotto i discendenti dei Berardi.

Sante Marie nel corso del XII secolo, si espande e cresce raggiungendo i 500 abitanti che per l’epoca erano assai se messi a confronto con altri paesi.

La principale fonte di questo periodo su Sante Marie va ricercata nel catalogo dei Baroni censiti nel 1187 dal re normanno di Sicilia Guglielmo Altavilla.

In base a questo censimento risulta che Sante Marie ha 500 abitanti e quindi deve due soldati a cavallo al signore di Tagliacozzo Rinaldo De Pontibus, nel cui territorio ricade anche Sante Marie.

Oltre a ciò sappiamo anche che il borgo contiene ben nove chiese che devono un certa tassa alla diocesi dei Marsi a cui appartengono. Tra le chiese citate figura anche la chiesa di San Nicola  che veniamo a conoscenza esistere in questa fase e che con ogni probabilità esiste già da molto tempo.

La chiesa di San Nicola deve alla diocesi dei Marsi ben 9 coppe di grano e nell’ambito delle chiese del borgo è la seconda per quantitativo di grano donato. Ciò ci indica una certa grandezza e importanza sulle altre, per cui è possibile che la struttura risalga al periodo fine XI, inizio XII secolo.

Le altre chiese presenti nel borgo sono la chiesa di Santa Maria, che deve alla diocesi dei Marsi due coppe di grano, la chiesa di San Quirico, la più grande, che deve alla diocesi ben 22 coppe di grano, la chiesa di San Vero due, la chiesa di San Marcello due, la chiesa di San Giovanni da Casa Vetrana 2 coppe, la chiesa di S. Andrea da Canneto 7 coppe, la chiesa di San Giusta 3 coppe, mentre la chiesa di San Silvestro risulta esente.

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XIII Secolo

 

All’inizio del XIII secolo troviamo Sante Marie ancora soggetta ai De Pontibus, che vivono il loro momento di massimo potere nella contea di Tagliacozzo.

I De Pontibus fino al 1250 rimangono saldamente al potere in tutti i centri della contea tagliacozzana, che continua ad avere in Tagliacozzo il centro principale.

Nel frattempo gli Orsini, importante famiglia romana si è imparentata con i De Ponte, ambendo a sostituirli nel potere della contea.

In effetti già a partire dal 1250 circa i De Ponte cominciano seppure lentamente a declinare con Andrea I figlio e successere di Bartolomeo De Pontibus morto nel 1240 circa.

Tra il 1250 e il 1268 la Marsica vive come tutto il sud Italia la crisi degli Svevi, che vengono infine sostituiti da Carlo I d’Angiò a capo del regno siciliano, grazie alle due vittorie di Benevento nel 1266 e dei Piani Palentini nel 1268.

Ebbene con la morte di Manfredi nel 1266, Carlo d’Angiò diventa re di Sicilia e le maggiori famiglie nobili del regno fanno atto di sottomissione. Ma poco tempo dopo a causa della forte tassazione di Carlo, esse decidono di appoggiare il tentativo di Corradino, ultimo degli Svevi, nel riprendersi il regno.

In questa circostanza i De Ponte con Andrea De Ponte, si schierano con Carlo I d’Angiò. Quando un po’ di tempo dopo Carlo sconfigge Corradino presso Tagliacozzo nei Piani Palentini, le famiglie nobili che avevano appoggiato Corradino vengono punite, mentre le altre come i De Ponte vengono ricompensate alleggerendole di tassazioni e altri onori.

In questo quadro anche Sante Marie vede alleggerirsi il suo carico fiscale.

Intanto la chiesa di Santa Maria come le altre chiese del borgo, continuano ad andare avanti nella loro vita religiosa e civile come punto di riferimento per la loro comunità.

Alla fine del XIII secolo, Andrea II De Ponte cede agli Orsini la sua parte di Tagliacozzo abdicando in questo modo al potere comitale nella contea. Da ora in avanti i De Ponte saranno una semplice famiglia nobiliare, che si estinguerà qualche secolo dopo, mentre gli Orsini a partire dal 1294 saranno gli unici titolari della contea di Tagliacozzo, di cui Sante Marie è parte integrante

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XIV Secolo

 

Nel nuovo secolo XIV Sante Marie continua a far parte della contea di Tagliacozzo soggetta agli Orsini. Questi continuano a consolidare il loro potere locale prendendosi via via tutti i paesi facenti parte dell’area tagliacozzana. In pratica si comprano le parti dei vari paesi locali soggette ad altre famiglie nobiliari. Ciò consente loro di divenire in modo assoluto padroni del territorio.

Sante Marie continua a rappresentare anche in questo secolo un importante centro locale con le sue numerose chiese presenti.

Nel 1349 un tremendo terremoto nel centro Italia colpisce duramente la Marsica, e con grande probabilità anche Sante Marie ne risente duramente vedendo danneggiare il suo patrimonio architettonico.

In questo quadro è immaginabile che anche le chiese siano state danneggiate dal sisma, tanto che per alcune di loro si renderà necessaria una probabile e completa ricostruzione, come è anche possibile che qualcuna venga abbandonata.

Certo questo non è il caso della chiesa di San Nicola vista l’importanza che aveva nel paese. La chiesa viene spesso citata nelle fonti, da ciò ne deriviamo che se anche fosse stata danneggiata sarebbe sicuramente stata riparata più avanti.

Nel secondo Trecento la regina Giovanna d’Angiò  non grava di tasse il paese di Sante Marie. Nel 1372 anche Papa Gregorio XI decide di esentare dalle tasse numerosi centri della contea di Tagliacozzo come Castelvecchio, Scanzano, Colle, Luppa, Celle (Carsoli), e Alto Santa Maria (Sante Marie). Alla luce di queste notizie possiamo immaginare che il permesso di non pagare le tasse da parte papale e dalla famiglia reale possa dipendere dalle gravi conseguenze al livello locale del sisma del 1349.

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XV Secolo

 

Nel corso del XV secolo gli Orsini litigano ferocemente con i Colonna, per mantenere la loro autorità sulla contea di Tagliacozzo. I Colonna altra importantissima famiglia romana mira ai territori abruzzesi per allargare i suoi feudi. Gli Orsini giunti già da tempo in queste terre non vogliono cederle alla famiglia rivale. Da qui si hanno numerosi conflitti che vengono spesso subiti dai piccoli borghi.

Nel 1441 il nuovo re di Napoli Alfonso I riunisce le contee di Albe e Tagliacozzo sotto gli Orsini, che si vedono confermati i loro precedenti territori con l’aggiunta di Albe.

Da questo momento e per lungo tempo gli Orsini iniziano ad abbellire i loro centri con tante strutture.

Nel 1456 un nuovo grande terremoto si verifica in Irpinia e da qui fa sentire i suoi effetti nel resto del centro Italia, come nella Marsica, dove sono numerosi i morti e i danni nei vari borghi.

Su Sante Marie non abbiamo notizie dirette riguardo ai danni avuti per questo sisma, ma sappiamo con certezza che l’intera Piana del Cavaliere è stata colpita duramente dal terremoto, per cui per assonanza è possibile che anche Sante Marie, che si trova confinante con i comuni della Piana del Cavaliere, sia stata in parte colpita dal sisma.

Dopo il sisma gli Orsini e i supertisti ricostruiscono Sante Marie e tutti i suoi edifici pubblici come la chiesa di San Nicola che sicuramente rimane danneggiata dal sisma.

Probabilmente dopo un certo periodo la ricostruzione del paese e della chiesa può dirsi completata.

E’ probabile come può essere successo con il sisma del 1349 che qualcuna delle nove chiese del periodo precedente, venga abbandonata. Sicuramente sappiamo che alla fine del secolo XV abbiamo in Sante Marie tre chiese parrocchiali, ovvero la chiesa di Santa Maria, la chiesa di San Silvestro e la chiesa di San Nicola.

Nel 1480 circa gli Orsini nonostante le continue lotte con i Colonna e alcune complicazioni di successione sono ancora al potere nelle contee di Tagliacozzo e Albe e contemporaneamente procedono ad avviare una grossa fase edilizia in tutto il territorio delle contee, con la costruzione o il restauro di diversi palazzi e strutture pubbliche.

Siamo quindi nel 1497 e da qualche anno si assistre alla fase discendente della dinastia Trastamara di Napoli, soggetta alla forte competizione fra Francia e Spagna per questa parte d’Italia.

In questo quadro s’inseriscono le perduranti lotte tra Orsini e Colonna, che con continui cambi di casacca a favore dell’una o dell’altra parte, cercano di avere la meglio fra loro. La posta in gioco è il controllo della Marsica, giudicata da entrambe le famiglie di fondamentale importanza strategica.

Ebbene nel 1497 abbiamo la sconfitta degli Orsini e la definitiva ascesa dei Colonna con Fabrizio Colonna che diventa prima conte d’Albe e Tagliacozzo e quindi duca di Tagliacozzo nel 1504, con l’accorpamento della contea d’Albe nel territorio di Tagliacozzo.

In questo periodo a parte le notizie estrapolate del terremoto del 1456, non abbiamo situazioni particolari. Per cui riteniamo che la chiesa  di San Nicola viva questo periodo in modo abbastanza tranquillo.

 

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XVI Secolo

 

All’inizio del secolo XVI Sante Marie continua a rivestire un ruolo importante nel panorama del ducato di Tagliacozzo, per la sua posizione di confine fra Abruzzo napoletano e Lazio papalino.

I Colonna che controllano in modo uniforme i territori di confine fra Lazio e Abruzzo spadroneggiano riuscendo in questa fase a risollevare l’economia locale attraverso lo sviluppo delle vie transumanti e quindi della pastorizia.

La chiesa di San Nicola e le altre due parrocchie di Santa Maria e di San Silvestro continuano a rivestire un punto di riferimento civile per la piccola comunità in questo angolo d’Abruzzo.

Sante Marie nel 1528 subisce indirettamente la nuova guerra fra gli Orsini e i Colonna. Gli Orsini, rientrati nelle grazie del Papa, vengono nominati nella persona di Napoleone Orsini comandanti dell’esercito papale e vengono incaricati di saccheggiare le terre dei Colonna, giudicati colpevoli dal Papa di aver lasciato entrare i Lanzichinecchi a Roma.

Orsini felice dell’impresa affidatagli si lancia contro i Colonna, spingendosi fin nel cuore della Marsica. Napoleone Orsini si vendica dei Colonna, per averli defenestrati da Albe e Tagliacozzo, attaccandoli e sconfiggendoli preso Maglliano dei Marsi.

Qui a Magliano gli Orsini fanno strage dell’esercito colonnese uccidendo anche il loro comandante Scipione Colonna. Dopo Magliano le forze orsine vanno verso la piana del Cavaliere.

Qui devastano il territorio, ma soprattutto attaccano ferocemente Oricola. Il paese è messo a ferro e fuoco dai Colonna, che lo attaccano con ferocia  impressionante arrivando a compiere una strage tra la popolazione civile dove vengono uccise senza distinzione, vecchie e bambini.

Dopo  questo passaggio troviamo il territorio di Carsoli caduto in mano agli Orsini, mentre il resto del territorio a cominciare da Sante Marie rimasto in mano dei Colonna.

Sante Marie nel frattempo nonostante questa situazione di conflitto continua ad andare relativamente bene sul piano sociale e a crescere d’importanza.

Nel 1571 abbiamo la visita pastorale del Vescovo dei Marsi Giambattista Milanese a Sante Marie e alla chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Nel 1579 diventa nuovo vescovo dei Marsi mons. Matteo Colli. Colli è un personaggio deciso e capace che durante il suo vescovato riesce a rilanciare e riformare l’antica diocesi dei Marsi.

L’Operato di Colli si muove sia sul piano centrale della diocesi con il trasferimento della struttura diocesana da San Benedetto dei Marsi a Pescina, sia al livello più locale delle singole chiese presenti nel territorio diocesano.

A Sante Marie nel 1580 Colli, tramite una sua bolla vescovile, riunisce tutti i titoli e beni di tutte e tre le parrocchie allora presenti nel borgo (chiesa di S. Maria, chiesa di S. Nicola, chiesa di San Marcello), e quelli delle chiese circostanti, nella chiesa di Santa Maria che diventa da ora l’unica chiesa parrocchiale di Sante Marie.

Così facendo le altre due chiese parrocchiali di San Nicola e San Marcello diventano secondarie rispetto alla chiesa di Santa Maria a cui vengono a dipendere. Ciò porta ine

 

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XVII Secolo

 

Il secolo XVII è un secolo di crisi sociale ed economica per la Marsica, dove interi paesi soffrono la fame. Sante Marie come altri paesi della zona soffre della condizione economica generale e in ambito le cose non vanno bane.

In questa cornice di grave crisi abbiamo che la chiesa di Santa Maria, pur non disponendo di fonti storiche, continua a svolgere un ruolo importante nel paese di riferimento civile o meglio richiesta di aiuto da parte delle persone in difficoltà, magari solo un consiglio. La figura del prete in questi paesi di montagna, sempre isolati, sono figure di fondamentale importanza sociale, la cui parola è quasi legge, e ciò considerando anche la grande ignoranza della popolazione

Le altre due chiese di San Nicola e di San Silvestro sono probabilmente in stato di abbandono seppure considerate nelle funzioni religiose.

Nel 1656-57 abbiamo poi la catastrofe, ovvero la Peste. La grave crisi sociale ed economica della Marsica e del sud Italia, in questa fase colonia spagnola, si aggrava con l’arrivo della Peste che procura moltissime vittime.

Nella sola Marsica abbiamo quasi 4.000 vittime in appena un anno. Ci sono morti anche a Sante Marie che vengono ricoverati in una Ospedale paesano che fino a quel momento è solo una casa di accoglienza per viandanti, ma che poi diventa un vero e proprio lazzaretto per coloro che si ammalano.

In questa fase abbiamo di riflesso una notevole crescita d’importanza della chiese locali, dove la gente si rivolge di continuo per chiedere grazie, ma soprattutto per cercare di salvare la propria anima liberandola attraverso la cessione dei propri beni terreni alla chiesa locale, in vista dell’imminente morte e del successivo viaggio nell’aldilà.

Quindi queste persone sapendosi prossime alla fine cedono i loro beni alla chiesa locale. In questo caso essendo la chiesa di Santa Maria, la chiesa principale, è lecito immaginarsi che molti beni siano stati donati a questa.

Nonostante questa situazione di forte crisi a metà Seicento, la cittadina di Sante Marie continua a crescere demograficamente raggiungendo le 600 unità.

Alla fine del secolo vediamo il paese essere retto dai primi Massari, eletti liberamente dalla popolazione riunita in assemblee cittadine.

I Massari hanno la funzione di gestire il buon andamento della vita cittadina, di verificare il rispetto degli obblighi fiscali, di redimere liti e controversie, ecc.

Riguardo la chiesa di San Nicola, sappiamo che alla fine del secolo, nel 1690, continua ad esistere. Ciò ci viene detto dalla visita nel 1690 di F.B. Corradini in terra di SS. Mariarum, che ci tramanda che nel paese è ancora presente la chiesa di San Nicola e fuori da questo l’antica chiesa di San Quirico. Oltre a ciò abbiamo la conferma della presenza di un Ospedale, meglio una casa di accoglienza.

 

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XVIII Secolo

 

A inizio 700 si verificano alcuni importanti terremoti che scuotono la Marsica, poichè questi hanno epicentro in Abruzzo.

Tuttavia pare, dall’interpretazione del contesto che le chiese di Santa Maria e di San Nicola non abbiano subito particolari danni.

Tuttavia durante il suddetto secolo la chiesa di Santa Maria delle Grazie è sottoposta a un  intervento di restauro. L’intervento consiste nell’abbellimento della chiesa attraverso l’inserimento di decorazioni barocche sulle pareti laterali e frontale.

Da fonte pervenutaci si sa che la chiesa è dedicata alla sola Santa Maria. Mentre nel 1800 risulta dedicata alla Madonna delle Grazie.

Riguardo la chiesa di San Nicola non abbiamo notizie di restauro, questo confermerebbe la nostra ipotesi di semicompleto abbandono della suddetta chiesa.

Quindi prendendo per vera questa ipotesi abbiamo attiva la sola chiesa di Santa Maria.

A fine secolo, nel 1798, abbiamo la prima invasione francese del regno di Napoli, che però a causa della forte opposizione popolare si conclude dopo poco tempo nel 1800, permettendo così al re di ritornare a Napoli.

 

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XIX Secolo

 

Nel 1806 i Francesi rioccupano il regno napoletano, costringendo alla fuga l’anziano re Ferdinando IV.

I Francesi rimangono a Napoli fino al 1815 e in questo arco di tempo compiono numerose riforme che apportano cambiamenti profondi nella vita delle persone del regno napoletano. Tra le prime riforme abbiamo l’abolizione del feudalesimo nel 1806 che per la Marsica significa la fine del ducato di Tagliacozzo retto dai Colonna e della contea di Celano.

La fine del governo dei Colonna trasforma il quadro politico locale, con l’istituzione dei comuni che vengono a inglobare i piccoli centri fino al 1806 indipendenti.

Sante Marie diventa comune indipendente nel 1809 e prosegue sul piano economico nell’agricoltura e nell’allevamento, che rimangono i perni della struttura economica e sociale locale.

Durante il periodo francese avviene il restauro della chiesa di San Nicola, come ordinato dal Vescovo dei Marsi Camillo Giovanni Rossi. Pare che questo restauro interessi l’intero complesso della chiesa di San Nicola.

Sul piano politico abbiamo nel 1815 il ritorno dei Borbone nel 1815 in seguito alla caduta del regime napoleonico.

Per Sante Marie le cose non mutano e il paese rimane un centro agricolo che però viene crescendo sul piano demografico.

Durante quesrto secondo periodo borbonico gli abitanti di Sante Marie rimangono inerti davanti i cambiamenti politici di questi anni. La popolazione per lo più analfabeta combatte ogni giorno per vivere tramite allevamento e agricoltura.

Questi sono anche gli anni in cui il lago del Fucino torna a far paura con nuove e grandi inondazioni e a questo proposito il governo di Ferdinando ancora sul trono nonostante l’età avanzata, cerca una soluzione definitiva.

Più avanti negli anni 1840 si fa avanti il banchiere Torlonia, che avvertendo l’enorme guadagno che ne deriverebbe dal prosciugamento del lago, decide di prendersi la responsabilità solitaria dell’intera opera.

Così nel 1854 iniziano i lavori di prosciugamento del Lago Fucino. Questi vanno avanti per molti anni e non si fermano mai, nonostante i successivi grandi cambiamenti politici.

Sul piano religioso la chiesa di Santa Maria delle Grazie continua ad essere la chiesa di riferimento del paese e in posizione defilata rimane in piedi l’antica chiesa di San Nicola.

Nel 1860 abbiamo poi la rivoluzione garibaldina nel regno napoletano, che porta alla fine del regime borbonico e alla spinta del sud verso l’unione con le regioni del nord per la formazione dell’Italia.

Nel 1861 abbiamo così la nascita del nuovo regno d’Italia sotto lo scettro dei Savoia. Con la nascita del  nuovo stato nazionale abbiamo una forte recrudescenza del fenomeno del banditismo, che arriva a pesare e condizionare la vita degli abitanti dei borghi come a Sante Marie.

In questa fase iniziale nel 1861 la popolazione civile ignorante e dipendente sul piano delle idee dai preti, sostiene in modo diretto e indiretto il banditismo, poichè si dice questo abbia avviato una collaborazione con Francesco II per rovesciare lo stato di cose esistenti e restaurare il vecchio regime borbonico.

Quindi abbiamo che la chiesa di Santa Maria delle Grazie come altre strutture religiose condotte dal corpo clericale, si trasforma in una cassa di risonanza a favore del vecchio re Francesco II. I prelati sono così presi di mira per la loro opera d convincimento nel sostegno delle popolazioni a favore dei Borbone.

Il governo nazionale dei Savoia manda i soldati nel sud Italia per sconfiggere il banditismo che infesta le regioni centrali e meridionali.

Sante Marie nel frattempo vede aumentare la propria popolazione a 2563 unità.

I militari in tutti i paesi della Marsica occupano per vari anni diversi posti per meglio intervenire se succede  qualcosa. A Sante Marie comunque sono presenti anche dei validi patrioti che sostengono la causa nazionale e per questo osteggiano questa opposizione dal basso.

Nel 1870 infine grazie ad una forte operazione militare durata anni, il banditismo viene sconfitto.

In questa fase storica di fine 800 non abbiamo alcuna notizia sulla chiesa di San Nicola, che continua ad essere in posizione defilata rispetto alla chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Nel 1876 il lago Fucino viene completamente prosciugato, questo cambiamento figura come il più importante avvenuto nella Marsica dai tempi degli antichi Marsi, poichè cambia nel profondo lo stile di vita degli abitanti marsicani, trasformandoli da pescatori in agricoltori. Questo cambiamento strutturale influenza in modo pesante anche i paesi non rivieraschi come Sante Marie, seppure indirettamente.

Anche grazie all’enorme importanza di quest’opera nella Marsica si ha una maggiore velocizzazione dei tempi nella costruzione delle linee ferroviarie e ciò anche per abbattere i tempi di rivendita dei prodotti ricavati dai terreni del Fucino.

La ferrovia infatti viene costruita nel 1888 e viene festeggiata grandemente perchè toglie il paese da un eterno isolamento. Basti pensare che anche la strada principale verso Sante Marie risulta ancora dissestata alla fine del secolo XIX.

Purtroppo in generale l’economia della Marsica non va bene e questo porta all’emigrazione di molte persone nella zona compresa Sante Marie. L’emigrazione ha come terminali gli USA, il Canada, l’Australia e il Sud America.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie continua ad offrire sostegno e conforto alla popolazione in difficoltà che è costretta ad emigrare per migliorare la propria condizione economica.

 

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XX Secolo

 

Nel 1904 abbiamo il terremoto di Magliano dei Marsi con magnitudo di 5,7 Mw. Il sisma pur essendo forte a Sante Marie e nel resto del territorio, non produce nessun ferito e anche i danni materiali risultano contenuti in tutta la Marsica. I danni maggiori riguardano soprattutto edifici antichi come qualche chiesa.

Al momento non sappiamo se il terremoto del 1904 abbia prodotto danni alla chiesa di San Nicola, sicuramente se si osserva una struttura non sempre frequentata e quindi mantenuta, è lecito supporre che qualche danno vi sia stato.

Successivamente tre anni dopo questo sisma, abbiamo un nuovo terremoto di carattere minore come forza, ma con epicentro l’area di Sante Marie.

Il sisma avviene il 22-2-1910 con una potenza di 4,8 Mw. Anche di questo le notizie sono molto scarse riguardo a danni a cose e persone. Sicuramente ad una chiesa antica come la chiesa di San Nicola non ha fatto bene.

Purtroppo la fase sismica nella Marsica non è finita, anzi il peggio deve arrivare…. e arriva il 13-1-1915 con l’enorme e grave terremoto di Gioia dei Marsi, che con una potenza di 7 Mw spiana l’intera Marsica e interi paesi con un numero di vittime impressionante: 30.000.

Sante Marie come altri paesi della Marsica riporta gravi danni e con esso tutte le frazioni del comune. La chiesa di Santa Maria delle Grazie ne esce danneggiata, ma non distrutta e questo si rivela importante per la sopravvivenza della struttura. Sante Marie infatti pur riportando gravi danni, non viene distrutta, ma solo danneggiata. Ciò comporta la sopravvivenza del borgo medievale e di ciò che significa per i suoi cittadini.

La chiesa di San Nicola invece viene semidistrutta dal sisma e questo ne comporta una ricostruzione quasi completa.

La chiesa alla luce di quanto avvenuto dovrebbe essere riparata subito, ma siamo alla vigilia dell’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale, e questo ritarda ogni ricostruzione e riparazione in tutti i paesi della Marsica.

Nel corso degli anni successivi i prigionieri di guerra mandati dal fronte nel campo di concentramento di Avezzano, danno una grossa mano alla popolazione colpita dal sisma. Soprattutto considerando che la maggior parte degli uomini validi o era morta nel sisma o erano andati al fronte. Si calcola che sono circa 2.000 i giovani marsicani morti sul fronte. Una vera carneficina.

Ma gli anni passano e la guerra finisce. Inizia così una lenta ricostruzione dei borghi distrutti e di riparazione di quelli danneggiati come Sante Marie.

Vengono poi gli anni del Fascismo sotto i quali i paesi vengono in parte ricostruiti.

La chiesa di San Nicola viene ricostruita, durante il ventennio fascista, diminuendola di superficie rispetto alla struttura precedente. Ciò che ne viene fuori è una chiesa molto diversa rispetto a prima ed è la stessa struttura che vediamo ancora oggi.

Nel 1940 poi l’Italia entra nella seconda guerra mondiale nella speranza di vivere da grande potenza. In realtà in tre anni di guerra l’Italia perde su tutti i fronti di battaglia. Ciò porta al crollo del Fascismo nel 1943 e all’invasione alleata dell’Italia nel luglio 1943.

Poco dopo in settembre anche la monarchia crolla fuggendo in Puglia. Ciò porta allo sbando del paese e alla successiva invasione tedesca che da Nord invade il paese fino al Basso Lazio, creando la famosa linea Gustav che dal Tirreno arriva fino all’Adriatico. Si crea perciò l’Italia degli Alleati e l’Italia nella morsa tedesca.

L’Abruzzo che ricade per intero nella morsa tedesca subisce le peggiori atrocità sia da parte tedesca, che poi anche alleata. La Marsica poi trovandosi quasi al confine con la linea Gustav vive sulla sua pelle la peggiore morsa dei Tedeschi che tendono ad essere crudeli con la popolazione civile.

 partire dal gennaio 1944 gli Alleati per indebolire i tedeschi iniziano a bombardare la Marsica tutta, da Carsoli a Balsorano. Avezzano e Massa d’Albe sono i paesi più colpiti. A Massa d’Albe vi è il comando tedesco del Centro Italia e l’antico castello di Alba Fucens ritorna per qualche tempo nel ruolo di fortezza.

Anche Sante Marie come altri paesi subisce i bombardamenti alleati, tra i quali si ricorda quello del 20 gennaio 1944. Quel giorno le fortezze volanti alleate scaricano sul paese marsicano una serie di bombe che colpiscono il paese al cuore.

L’azione è rapida e dura meno di 10 minuti, un arco di tempo in cui le bombe distruggono il palazzo di Serafino Rossi alla Casata, sventrano un piano del caseggiato all’angolo tra via delle Tre Cannelle e via Roma e radono al suolo un intero agglomerato di case a Palatera, esattamente a via Como, ribattezzato lo Spallato per ricordare la distruzione delle bombe. Molte bombe tuttavia non esplodono subito e danno il tempo alla popolazione di evacuare la zona di via Castello dove sono cadute. Queste bombe esplodono poi in serata procurando ingenti danni nell’attuale Largo 20 gennaio. Le vittime del bombardamento del 20 gennaio 1944 sono alla fine 28.

Ancora diversi mesi di atroce occupazione nazista costringono la popolazione ad una dura vita di stenti e di privazioni. La chiesa di Santa Maria delle Grazie offre momenti di conforto a chi cerca in essa un luogo di preghiera e di speranza.

Ai primi di giugno del 1944 gli Alleati irrompono nella linea Gustav e liberano nel giro di alcuni giorni tutta la popolazione marsicana.

Nel giro di alcuni mesi anche il resto dell’Italia viene liberata dal nemico tedesco.

Inizia così un nuovo capitolo di storia caratterizzato dalla ricostruzione materiale e civile del paese di Sante Marie e dell’Italia intera.

In Italia viene definitivamente archiviata la monarchia con il referendum del 1946 e successivamente nel nuovo regime repubblicano si ricostruisce il paese.

Nella Marsica tutti i paesi si ricostruiscono nel giro di alcuni anni sia all’interno che all’esterno, nelle vie di comunicazione a cominciare dalla Ferrovia resa di nuovo praticabile già a partire dal 1947.

Intanto riprendono le battaglie contadine contro Torlonia per la questione delle terre fucensi. In giro di un paio d’anni anche questo problema giunge a soluzione con l’espropriazione delle terre a Torlonia e la divisione di queste fra i contadini del Fucino.

A prima vista sembrerebbe che le cose vadano per il meglio con una popolazione in rapida crescita in tutta la Marsica, nella sola Sante Marie si contano 3228 persone residenti.

Tuttavia la situazione è profondamente diversa a causa di una condizione economica gravemente compromessa e bisognosa di grandi cure. Ciò porta ad una nuova seconda grande emigrazione verso l’estero.

Tra il 1950 e il 1980 il paese di Sante Marie si spopola scendendo da 3228 unità a 1780 nel 1981.

E’ vero che la Marsica a cominciare dalla grande divisione delle terre fucensi si ristruttura profondamente implementando fortissimo la sua vocazione agricola e pastorale. Ciò consente nel giro di vent’anni una certa crescita economica. A ciò si aggiunge la costruzione di nuove vie di comunicazione come le autostrade A24 e A25 che inaugurate nel 1970 permettono ai paesi marsicani una più veloce comunicazione con il resto del centro Italia, consentendo a questi una rivitalizzazione sul piano prima economico e poi anche demografico.

Nell’arco del secondo dopo guerra tra il 1945 e il 1980 la chiesa di Santa Maria delle Grazie torna a una vita religiosa più tranquilla, consentendo con ciò una maggiore e più attenta vicinanza della chiesa ai bisogni della cittadinanza.

A metà degli anni ’80 abbiamo il boom economico della Marsica avviatosi già da diversi anni grazie al miglioramento costante del tessuto industriale della zona.

In seguito a ciò tutti i centri marsicani iniziano una fase di ristrutturazione urbanistica e di rilancio culturale teso al lancio del territorio in chiave turistica.

Ciò riguarda anche Sante Marie, che forse partita con un po’ di ritardo a causa di una perdurante decrescita demografica, ha avviato dagli anni 90′ un lento ma costante rilancio di se stessa attraverso ristrutturazioni e rilancio culturale.

In questo quadro troviamo infine la chiesa di San Nicola che a partire da dopo la guerra ha vissuto una fase di riscoperta e frequentazione maggiore diventando al pari della chiesa madre un grosso punto di riferimento civile. Non dobbiamo dimenticare poi che sia la chiesa di Santa Maria delle Grazie, che la chiesa di San Nicola sono molto antiche e coeve come età, in quanto entrambe risalgono alla fine dell’XI secolo, inizio XII secolo.

In ciò il comune e la comunità locale si sono adoperate per rilanciare in chiave culturale anche questo importante bene storico del paese, non solo per gli ovvi motivi religiosi, ma soprattutto anche in chiave turistica, vista la sua lunga storia.

 

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XXI Secolo

 

Il rilancio di Sante Marie sia in chiave urbanistica che sociale è andato aventi in modo più intenso  nel primo decennio del nuovo secolo.

Frutto di questo lavoro sono stati la nascita di un museo del Brigantaggio nel 2008 e diversi monumenti a ricordo di momenti intensi vissuti dalla comunità, come la costruzione nel 2009 del monumento a ricordo del bombardamento del 20 gennaio 1944.

Nello stesso periodo il comune di Sante Marie ha proseguito il suo lavoro del miglioramento urbanistico del paese anche attraverso il restauro dei suoi beni storici come la chiesa di Santa Maria delle Grazie e poi anche della chiesa di San Nicola.

Il restauro della chiesa di Santa Maria delle Grazie viene iniziato nel 2007 e proseguito fino al 2016 interessando l’intera chiesa nel suo complesso.

La chiesa di San Nicola è invece oggetto di un restauro completo a partire dal 2011. L’intervento di restauro della chiesa va avanti fino al 2012 e interessa la facciata principale, le pareti interne, e il manto di copertura.

Dopo il restauro nel 2017 alla presenza del vescovo dei Marsi Santoro, è avvenuta la cerimonia di riconsegna della chiesa alla comunità di Sante Marie.

 

La chiesa di San Nicola. (Immagine da GoogleMap)

 

La chiesa ad oggi è pienamente funzionante e figura come una struttura moderna con un enorme storia alle spalle.

 

 

 


STRUTTURA DELLA CHIESA DI SAN NICOLA DI SANTE MARIE

 

 

 – PIANTA

Immagine della chiesa di San Nicola vista dall’alto. (Immagine da GoogleMap

 

La pianta della chiesa si presenta rettangolare a tre navate con sagrestia a sinistre dell’altare.

 

 

 

 – STRUTTURA INTERNA

L’interno della chiesa si presenta a tre navate, anche se entrando nella struttura ci si trova davanti ad un’unica grande sala compatta rettangolare. L’altare maggiore è fatto in marmo ed è rialzato di un gradino rispetto al piano di calpestio. 

Il soffitto della chiesa appare piano, che copre le tre navate alla stessa quota, da qui l’effetto di un unica grande sala. Il tetto è a falda inclinata, rivestita in coppi. I pavimenti ono in graniglia di cemento.

 

 

 

 – FACCIATA

Facciata della chiesa di San Nicola. (Immagine da GoogleMap)

 

La facciata principale della chiesa di San Nicola si presenta a saliente, con parete stuccata e con attacco a terra a contrasto.

Il portale della chiesa appare con stipiti modanati in pietra e sovrastante questo vi è un un timpano con un dipinto di San Nicola.

L’ingresso alla chiesa è composto da una scalinata angolare fatta in travertino.

 

Facciata principale e facciata laterale sinistra della chiesa. (Immagine da GoogleMap)

 

Le altre facciate della chiesa appaiono in pietra squadrata chiara.

 

 

 

 – CAMPANILE

Il campanile della chiesa è posto sul lato destro della struttura ed è a vela in cemento armato.

 

 


BIBLIOGRAFIA

 


CHIESE DELLA MARSICA


SANTE MARIE


STRUTTURE E MONUMENTI DI SANTE MARIE