CIVITA D’ANTINO – PORTA FLORA


STRUTTURE E MONUMENTI DI CIVITA D’ANTINO


 

 

STORIA DI PORTA FLORA DI CIVITA D’ANTINO

 

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XI secolo

 

In epoca medievale il paese di Civita d’Antino si era profondamente ristrutturato per opera dei conti dei Mari nell’XI secolo, dopo che la sua grande storia italico-romana si era offuscata con la caduta dell’Impero Romano.

Il paese in epoca alto medievale mantiene intatto il suo fascino e importanza antica innanzitutto per la sua posizione elevata e centrale a guardia della Valle Roveto e poi per  le sue strutture difensive, ovvero le sue mura, che a quel tempo erano nonostante il tempo, ancora perfettamente conservate e funzionanti, e ancora oggi presenti per alcuni tratti. I conti dei Marsi sulla spinta di ciò costruiscono la torre civica a scopo difensivo e a guardia della Valle Roveto.

 

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XII – XIII secolo

 

Nel secolo successivo la contea dei Marsi viene meno poichè inglobata nel regno normanno. Civita d’Antino grazie alla sua posizione geografica e alla sue mura riesce a perdurare nel tempo e a costituire un sempre sicuro rifugio dagli attacchi esterni, da qualunque parte provengano.

Chiaramente nel corso dei secoli Civita d’Antino è stata più volte ristrutturata a cominciare dalle sue mura, veri bastioni difensivi. La cittadina medievale aveva diverse via d’accesso, che nel corso del tempo sono state smantellate. L’unica che è riuscita a salvarsi è stata Porta Flora, che incastonata nelle mura difensive ha sempre mantenuto il suo ruolo di accesso al paese.

Nel corso dei secoli XII e poi XIII Civita d’Antino era dipendente dalla contea d’Albe. In questi secoli Civita d’Antino ha seguito le sorti della famiglia Berardi, a cui era soggetta la contea d’Albe, e con questa si è trovata invischiata in numerose lotte di potere per la contea stessa. Certo essendo il paese  in posizione più defilata, questo è riuscito più volte a salvarsi dalla guerra vera e propria.

In questo lungo periodo i Berardi hanno lottato tenacemente per riprendersi l’antica indipendenza, ma l’avversario è stato più forte e nulla hanno potuto contro esso, così alla fine si sono adeguati.

Adeguarsi è significato tra le altre cose, la cessione della contea d’Albe al Regio Demanio nel 1268. Da allora Civita d’Antino è sempre stata in mano agli Angiò che seppure tra alterne vicende l’hanno gestita fino alla fine del XIV secolo.

In questo quadro il paese è stato più volte attaccato da eserciti, che passando per la Valle Roveto in varie occasioni, depredavano i paesi che incontravano. Ma Civita d’Antino ha resistito grazie alle sue mura e la sua posizione su altura, e questo le ha permesso di perdurare nel tempo. Porta Flora rimane anche in questa fase una sicura porta di accesso insieme alle altre entrate presenti.

 

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XIV – XVI secolo

 

Come abbiamo accennato sopra, Civita d’Antino rimane soggetta ai D’Angiò per tutto il XIV secolo e alla fine di questo entra nell’orbita degli Orsini con tutta la contea d’Albe. 

infine Gli Orsini attraverso una intraprendente politica di alleanze, riescono a farsi assegnare come ricompensa per i loro servizi, la contea d’Albe (1404), in cui è compresa anche Civita d’Antino. Essi si dimostrano validi amministratori, ma le continue guerre a cui devono partecipare non sempre consente una valida gestione dei territori della Valle Roveto.

Nel XV  secolo la guerra e lotte di potere hanno portato a un generale rimescolamento del potere locale. Nel 1463 dopo una complessa crisi interna la contea di Celano cessa di essere gestita dalla famiglia Berardi, a cui era rimasta legata fino a questo momento e passa ai Piccolomini.

I Piccolomini insieme alla contea d’Albe, dominano vari territori nella Valle Roveto, riuniti nella baronia di Balsorano, fra cui Civita d’Antino.

Successivamente sempre per contrasti di potere e grande confusione imperante nella zona,  Ruggero Acclozamora, figlio della contessa di Celano Jacovella Berardi, riesce per qualche tempo a dominare la baronia di Balsorano. Ma presto egli decade, ritornando il tutto per breve tempo in mano ai Piccolomini. Poco dopo sono gli Orsini a riprendersi il territorio di Balsorano. 

Questi mantengono la proprietà di Balsorano per alcuni anni, fino a quando i Colonna, che da tempo premono per soppiantare gli Orsini in Abruzzo, riescono nel loro intento.

Fabrizio Colonna con una notevole abilità e fortuna si prende le contee di Tagliacozzo e Albe, insieme alla Valle Roveto a cui sono associati alcuni territori di Balsorano, come Civita d’Antino. La baronia di Balsorano torna invece proprietà dei Piccolomini di Celano.

Nel 1504 Fabrizio Colonna diviene definitivamente duca di Tagliacozzo e barone della Valle Roveto ( in cui è compresa Civita d’Antino) e da questo momento i Colonna saranno stabilmente i signori di Civita d’Antino.

In questo quadro di continui colpi di scena, il paese di Civita d’Antino nel XV secolo mantiene intatte le sue mura, che gli permettono in diversi episodi di difendersi efficacemente dagli attacchi esterni. I punti di accesso alla città continuano ad essere sempre attivi. Quindi anche Porta Flora continua a svolgere il suo ruolo.

Nel XVI secolo la stabilità della signoria dei Colonna fa venire meno il pericolo di attacchi esterni e il paese tende ad allargarsi. La presenza delle mura comincia a passare in secondo piano e nel corso del tempo esse verranno in parte meno.

Per ora però per tutto il XVI secolo le mura continuano ad essere presenti su tutti i lati e lo stesso può dirsi per le porte di accesso. Purtroppo in questa parte d’Abruzzo la miseria e la povertà sono imperanti e non consentono un valido sviluppo.

Questo è vero anche per lo sviluppo urbanistico che risulta piuttosto carente. La povera gente rozza e ignorante è costretta a vivere di sussistenza e poi le numerose  epidemie che si verificano nel tempo tendono a decimare la popolazione e a non permettere un suo sviluppo.

 

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XVII – XVIII secolo

 

Nel secolo XVII la povertà e l’esosità delle tasse spagnole raggiungono il culmine di questa triste situazione. Paesi come Civita d’Antino si rivelano sempre più poveri e carenti di strutture come quelle viarie. La popolazione ogni volta che vuole entrare in contatto con altre genti vicine, si trova costretta a farsi ore di cammino per discendere il paese in altura e commerciare con gli altri.

Il commercio della zona è piuttosto carente, perchè la gente è povera e per sostentarsi un minimo vendono uova, galline e pochi altri prodotti nel vicino Stato pontificio. Questo determina un continuo andare avanti e indietro, dato anche dai molti pastori che svolgono azione di transumanza di greggi, che poi si fermano nel vicino Stato Pontificio per tutto l’inverno.

Tutto questo serve per dire che la triste situazione economica impedisce un valido sviluppo urbanistico. Le case sono fatte con materiali poveri del posto ecc.

Porta Flora rimane una via di accesso al paese sempre aperta di giorno e di notte e ciò in virtù anche della mncanza di pericoli esterni.

Nel 1647 la grande rivolta del sud Italia contro il malgoverno asburgico non porta a nulla e la successiva pestilenza del 1656-57 decima il paese. A causa di questa pestilenza Civita d’Antino faticherà a riprendersi.

I terremoti d’inizio settecento presenti in Abruzzo e altri eventi naturali non aiutano questa situazione, ma comunque la gente seppur ignorante, è molto laboriosa e decisa a farcela.

Nel contesto che abbiamo descritto dobbiamo aggiungere la  famiglia Ferrante, proprietari terrieri che trasferiscono in Civita d’Antino nel corso del XVII secolo e che crescono al livello sociale-economico nel secolo successivo.

Ebbene grazie a questi il paese inizia una seppure timida ripresa sul piano culturale, con varie iniziative portate avanti dai Ferrante, anche sul piano urbanistico, come con la costruzione di Palazzo Ferrante e della chiesetta della Santissima Concezione.

 

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XIX – XX secolo

 

Nel 1808 il nuovo governo francese produce alcune importanti riforme, tra cui l’abolizione del servaggio feudale. Questo porta ad un rapido e radicale cambiamento politico con la fine del governo dei Colonna in ambito locale e la nascita di un grande comune autonomo di Civita d’Antino.

Con il tempo il comune di Civita d’Antino perde una parte dei suoi paesi e si riduce. Tuttavia l’innesco di una nuova situazione politica pur in un quadro di grande arretratezza economica e culturale, trova la strada dello sviluppo, e ciò sempre per merito dei Ferrante, vera guida politico-locale.

Nel 1861 nasce il nuovo regno d’Italia e Civita d’Antino come tutta la Marsica entra a far parte del nuovo stato, seppure con molte incertezze soprattutto di natura politica. Ma grazie ad una vigorosa politica di assestamento il nuovo stato s’impone in ambito locale, anche sconfiggendo la piaga del brigntaggio.

Civita d’Antino tra alterne vicende cresce di popolazione e a fine secolo viene inaugurata la nuova ferrovia Avezzano-Sora, che consente l’uscita da un grande isolamento geografico.

A fine secolo le dure condizioni economiche spingono molta gente ad emigrare all’estero e in questo stesso periodo dall’estero giungono a Civita d’Antino molti pittori danesi, che qui fondano una vera e propria scuola di pittura internazionale.

Questo produce in breve una certa crescita culturale che contornata da una simpatia reciproca fra popolazione e questi pittori, vediamo il paese di Civita d’Antino acquisire una certa fama internazionale.

Ciò lo si deve al fatto che numerosi ritratti composti da questi pittori, riprendono la gente del posto e soprattutto il luogo, ovvero Civita d’Antino. In questa fase numerose parti del paese vengono raffigurate da questi pittori, tra cui Porta Flora che diventa un vero e proprio spettacolo a cielo aperto.

 

Dipinti dei pittori danesi del XIX secolo che ritraggono scene intorno a Porta Flora. (Immagini da Internet)

 

Il fecondo rapporto fra i pittori danesi e il paese di Civita d’Antino porta diversi frutti come l’assegnazione della cittadinanza onoraria a Kristian Zartmann nel 1902 da parte del comune. Ma ancor più porta una grande notorietà in occasione.

La notorietà di Civita d’Antino inizia nel 1895, allorquando  molti dipinti prodotti nel paese marsicano, vengono esposti per la prima volta a Venezia in occasione della Biennale e da questo momento in poi il paese pur rimanendo in una condizione economica arretrata, viene conosciuto all’estero per le sue bellezze e tradizioni.

Ciò per la prima volta mostra in grande una Marsica sconosciuta. Porta Flora riprodotta in molti dipinti diventa così famosa da divenire essa stessa un punto di riferimento locale ancor più di prima.

La scuola danese di Zartmann in qualche modo diventa una scuola impressionista italiana con sede in Civita d’Antino. Fatto è comunque che nel 1915 il rapporto finisce a causa del terremoto di Gioia dei Marsi.

Il terremoto di Gioia dei Marsi colpisce violentemente Civita d’Antino, che viene gravemente danneggiata. Porta Flora per fortuna non riporta molti danni e questo consente al luogo di sopravvivere.

Nel corso degli anni 1920 e 1930 il paese viene in parte ricostruito, riprendendosi  dal terribile sisma, ma l’avvento della successiva seconda guerra mondiale produce nuova miseria e paura. Il paese si trova vicinissmo alla linea Gustav e soffre per tutto il periodo di occupazione nazista fino al giugno 1944.

A questo punto il paese è liberato dai tedeschi e inizia a rinascere. La ricostruzione di Civita d’Antino va avanti diversi anni, ma alla fine il paese viene completamente ricostruito.

Civita d’Antino però nello stesso periodo subisce una forte emigrazione a causa delle pessime condizioni economiche.

Questa emigrazione  iniziata negli anni 1950 si conclude più o meno negli anni 1980. Il paese vive poi una modesta ripresa, iniziando a ristrutturarsi a livello urbanistico, per rilanciarsi sul piano economico-turistico.

Porta Flora con la sua forza attrattiva di bene storico e artistico da un notevole contributo al turismo del piccolo borgo.

 

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XXI secolo

Con il nuovo secolo Civita d’Antino prosegue nel recupero delle tradizioni e del suo tessuto urbano, migliorando in qualità e attrazione turistica. Porta Flora rimane un fulcro di questo importante rilancio artistico.

 

Porta Flora. (Immagine personale)

Porta Flora,  Palazzo Cerroni e la tradizionale scalinata. (Immagine personale)

 

 


STRUTTURA DI PORTA FLORA DI CIVITA D’ANTINO

Porta Flora. (Immagine personale)

 

Porta Flora è l’unica porta medievale del paese di Civita d’Antino sopravvissuta nel tempo. Questa porta è famosa per essere stata ritratta più volte nelle scene dei dipinti dei pittori danesi tra fine XIX e inizio XX secolo.

Porta Flora si colloca in una posizione laterale del paese e tramite questa si accede alla scalinata di via Scandinavia, che conduce verso la fontana del Lavatoio.

 

Porta Flora vista dall’interno. (Immagine personale)

 

Porta Flora precedentemente inserita nel sistema di mura medievali è ora inserita all’interno di Palazzo Cerroni e da qui si gode un fantastico panorama verso la Valle Roveto.

 

 


LE PORTE DELLA MARSICA


CIVITA D’ANTINO