CONCA DEL FUCINO – GEOGRAFIA DELLA CONCA DEL FUCINO


CONCA DEL FUCINO


 

 

La Conca del Fucino è un altopiano della Marsica, subregione d’Abruzzo, che fa parte della provincia dell’Aquila. Questo altopiano è compreso fra i 650 e i 680 m s.l.m. ed è il cuore del territorio marsicano sia sul piano economico che demografico.

 

L’area della Piana del Fucino è in generale una struttura morfologicamente depressa, allungata in direzione NNW-SSE. Nell’Italia centrale il Fucino rappresenta la zona più esterna tra le grandi depressioni tettoniche dell’Appennino centrale.

 

Il Fucino come area ricade nei Fogli 368 E e 368 O della carta Topografica Regionale in scala 1:25.000. La Piana del Fucino rappresenta l’area emersa della bonifica del lago avvenuta tra il 1854 e il 1876 da parte del banchiere Torlonia.

 

I rilievi montuosi che circondano il Fucino oscillano come quote tra i 900 m della sella tra i Monti Salviano e Cimarani ed i 2.487 m del Monte Velino ed i 2.349 m del Monte Sirente. Le dorsali montuose che circondano il Fucino sono formate da serie carbonatiche di piattaforma di età meso-cenozoica orientate in direzione NW-SE (Giraudi 1988, 1995).

 

Il bacino idrografico del Fucino si estende per 900 km2, risultando delimitato a nord dalla dorsale dei massicci carbonatici del Monte Velino (2.487 m) e del Monte Sirente (2.349 m), ad ovest dalla dorsale montuosa del Monte Salviano, ad est dai rilievi della Marsica orientale e dalla Valle del Giovenco. A sud invece troviamo la Vallelonga.

 

Invece la zona più depressa della conca coincide con il fondo del lago storico. L’ex Lago Fucino ha rappresentato per lungo tempo la testimonianza più viva di una lunga evoluzione geologica.

 

La conca del Fucino è infatti una conca intermontana, che si è generata, tra la fine del Pliocene fino al tardo Quaternario, grazie a forti movimenti orogenetici di faglie dirette ad alto angolo con direzione NW-SE ed E-W. Il fenomeno orogenico di carattere estensionale è ancora oggi attivo, e testimonianza di ciò è il grande terremoto avvenuto nel 1915, scaturito da un movimento estensionale della faglia di Gioia dei Marsi.

 

La depressione del Fucino grazie a questi movimenti estensionali è riuscita ad allargarsi molto, tanto da poter ospitare il terzo lago d’Italia per estensione.

 

Questo bacino lacustre, oltre all’orogenesi dell’area, a causa delle sue condizioni fisiche è sempre stato caratterizzato da una forte oscillazione del suo livello. Questa situazione di variabilità dipende dalle condizioni atmosferiche, da fasi di freddo intenso (glaciazioni), fasi di forte calura o fasi intermedie.

 

L’area del Fucino è stata sempre condizionata dalle oscillazioni volumetriche del lago, capace d’ingrandirsi o diminuire molto velocemente.

 

Chiaramente, queste fasi sono andate avanti in modo ciclico e sono state oggetto di studi scientifici importanti: in particolare, sono state in una certa misura catalogate dal professor Giraudi.

 

Il professor Giraudi, infatti, nei suoi studi sul Fucino è riuscito a misurare in modo preciso le oscillazioni manifestatesi nel corso della lunga storia di questo bacino lacustre.

 

Dai dati rilevati degli ultimi 30.000 anni si è osservato che il bacino fucense ha avuto, secondo Giraudi, variazioni importanti di aumento di livello fra 33.000 e 20.000 anni fa, raggiungendo in questa fase il massimo livello mai raggiunto dal lago (siamo nella fase glaciale würmiana).

 

Successivamente, si è avuta una fase di abbassamento andata avanti fino a 7.500-6.500 anni fa. A ciò è seguito un rialzo fino a 5.000 anni fa, quindi un nuovo abbassamento fino a 2.800 anni fa. Ancora, si è poi avuto un rialzo fino a 2.300 anni fa e un nuovo abbassamento fino a 1.800 anni fa.

 

L’abbassamento iniziato 1.800 anni fa è andato avanti, seppure in modo discontinuo, fino alla metà del XVIII secolo.

 

In ultimo è seguito un rialzo, il più importante di tutti gli incrementi avuti precedentemente, coincidente con un cambiamento del clima, divenuto più freddo e piovoso. Questa fase climatica è passata alla storia come la “piccola era glaciale”.

 

Rielaborazione personale della possibile situazione del Lago Fucino nel 1816

 

Questa fase raggiunge il punto di massima importanza nel 1815-16, dove ha seguito di una coincidenza di fenomeni naturali, tra cui importanti eruzioni, il clima diventa particolarmente freddo e in ambito locale abbiamo l’innalzamento storico del Lago Fucino, che nel 1816 raggiunge in poco tempo i 672 m s.l.m. con relative inondazioni in tutti i paesi rivieraschi.

 

Successivamente segue una fase di abbassamento del livello lacustre, anche a seguito di alcuni lavori di ripulitura degli argini, che consentono al lago di tornare a livelli accettabili. Questa fase dura fino al 1835, dopo di che a seguito di un nuovo rialzo del lago, la popolazione chiede con insistenza al governo borbonico di provvedere in modo definitivo al grave problema.

 

Dipinto di Salvatore Fergola del 1837 del Lago Fucino, visto dal Monte Salviano.

(Immagine da https://www.identitainsorgenti.com/galleries/i-dettagli-di-napoli-fergola-pittore-del-re/)

 

In risposta a ciò il governo borbonico favorisce la ripresa degli studi tecnico-scientifici per risolvere la questione. Questa trova soluzione tra il 1845 e il 1850 con il varo di un grande progetto di prosciugamento del Lago Fucino.

 

Il progetto, dopo un periodo di attenta ricerca tra i possibili finanziatori, trova nel banchiere Alessandro Torlonia, il suo cavaliere bianco. Torlonia, dall’alto della sua grande disponibilità economica, diventa il solo finanziatore e gestore dell’intera opera idraulica.

 

Il progetto a questo punto si realizza tra il 1855 e il 1878. Nel 1878 il Lago Fucino viene totalmente prosciugato, facendo emergere fertili terre da coltivare.

 

Immagine in un dipinto d’epoca del lago del Fucino in via di prosciugamento (1865 circa)

(Immagine da https://www.terremarsicane.it/sulla-impresa-di-disseccare-il-lago-fucino-5/)

 

Queste terre vedono in seguito grandi lotte fra la popolazione locale e la famiglia Torlonia, proprietaria delle terre del Fucino. Alla fine la vittoria arride alla popolazione, che diventa detentrice della florida terra fucense.

 

Con la scomparsa del lago, la Conca del Fucino subisce un cambiamento profondo, prima fisico, quindi climatico dell’area e delle zone circostanti il lago.

 

Attualmente le acque che entrano nella piana fucense sono drenate da un sistema di numerosi canali di scolo, costruiti durante la bonifica di Torlonia nel XIX secolo, che seguono il percorso della galleria principale di drenaggio presente sotto il Monte Salviano e che alla fine si scaricano nel fiume Liri, seguendo il percorso del bacino idrografico del Liri – Garigliano.

 

Da un punto di vista economico, l’area del Fucino, nonostante la lunga parentesi tra il 1915 e il 1945, causata dal grave terremoto di Avezzano e dalla dura fase della Seconda guerra mondiale, ha conosciuto una costante fase di ascesa economica e sociale via via più intensa, decollata infine tra il 1970 e il 1990.

 

Oggi la Piana del Fucino, organizzata secondo numerosi canali artificiali, oltre ad essere un fondamentale snodo agricolo (produzione di ortaggi come la patata del Fucino e la carota del Fucino), ospita il centro internazionale di telecomunicazioni di Telespazio e con il tempo ha visto sorgere il piccolo paese di Borgo Ottomila.

 

Sul piano demografico, attorno alla conca fucense sorgono numerosi centri abitati, con un lungo e importante passato storico alle spalle, che si sono sviluppati in funzione del Lago Fucino e che dopo la sua bonifica hanno conseguentemente riadattato la loro economia e oggi, nonostante fasi economiche discontinue, hanno visto una costante crescita economica.

 

I paesi dell’area fucense comprendono Avezzano, il comune più importante della Marsica, con le frazioni di Paterno, San Pelino, Borgo Via Nuova e Borgo Incile.

 

Quindi vi sono gli altri centri di Luco dei Marsi, Trasacco, Ortucchio, Lecce dei Marsi, Gioia dei Marsi con la sua frazione di Venere dei Marsi, San Benedetto dei Marsi, Pescina, Collarmele, Cerchio, Aielli e Celano.

 

 


CONCA DEL FUCINO