CELANO – CHIESA MADONNA DEL CARMINE


STRUTTURE E MONUMENTI DI CELANO


 

 

 

POSIZIONE DELLA CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE

 

 

 


STORIA DELLA CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE

 

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XVI secolo

 

– Celano sotto i Piccolomini

Nel XVI secolo la contea di Celano è dominata dai Piccolomini che governano il feudo in modo razionale, mantenendo la grande contea in una posizione di assoluto prestigio e ricchezza. Ciò però finisce verso il 1570 allorquando ascende al potere Costanza Piccolomini.

La nuova contessa è animata da grande amore verso il feudo abruzzese, ma la gestione si rivela complicata ed è costretta a vendere una parte del proprio patrimonio per far fronte alle spese. A ciò si aggiunge un pessimo matrimonio che lei contrae con il cugino Alessandro, per consentire alla propria famiglia di mantenere il controllo su Celano.

Il matrimonio fra Alessandro e Costanza è un vero fallimento sia per la mancanza di figli che soprattutto per il comportamento dissoluto del marito che spende i suoi soldi nel gioco e nelle prostitute.

 

 

– La nascita della chiesa e del convento della Madonna del Carmine

Nel 1559 diventa conte di Celano Inigo Piccolomini, il quale fra le varie attività di cui si occupa, procede alla costruzione della chiesa e del convento della Madonna del Carmine.

Per Inigo far costruire la chiesa e il convento per i Carmelitani è una vera impresa a causa della forte opposizione dei frati conventuali che dal vicino convento di San Francesco si oppongono strenuamente alla venuta dei Carmelitani a Celano.

Dopo diversi bracci di ferro fra il conte e i Francescani, è il primo ad avere la meglio grazie alla dispensa papale di Papa Gregorio XIII.

Successivamente Inigo Piccolomini procede alla costruzione della chiesa e del convento, ma la morte prematura avvenuta nel 1566 impedisce al conte di vedere terminata l’opera.

A Inigo succede la figlia Costanza che tra le varie cose si occupa anche del completamento della costruzione della chiesa e del convento della Madonna del Carmine

Nel 1573 sono finalmente completati i lavori della nuova struttura religiosa, edificata e strutturata secondo lo stile dell’epoca. I Carmelitani entrano da subito nella nuova struttura religiosa, che iniziano a vivere secondo le regole del loro ordine.

 

 

– Dai Piccolomini ai Peretti

Nel frattempo Costanza Piccolomini per motivi ereditari sposa il cugino Alessandro Piccolomini. Il matrimonio si rivela un totale fallimento sia la forte differenza caratteriale fra i due, sia per la mancanza di figli.

Dopo un po’ di tempo il conte di Celano Alessandro Piccolomini inizia a contrarre debiti per il gioco e per mantenere la sua vita lussuosa e dissoluta.

Passati ancora alcuni anni il rapporto fra i coniugi termina a causa del cattivo carattere del conte e dei suoi vizi per il gioco e la vita dissoluta che conduce. In ultimo Alessandro  si unisce a una banda di briganti che spadroneggia per la Marsica. Alla fine Alessandro viene catturato e giustiziato.

Invece la moglie Costanza Piccolomini, dopo la fine del matrimonio con il marito, deve far fronte ai debiti contratti da Alessandro, ritrovandosi alla fine a dover vendere anche la contea di Celano.

Costanza vende a malincuore Celano a Camilla Peretti nel 1591 uscendo così di scena. Celano ora si ritrova con una nuova famiglia comitale, ma soprattutto in grave dissesto economico.

 

 

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XVII secolo

 

– La Marsica nella prima metà del XVII secolo

Nel XVII secolo tutto il sud Italia è soggetto alla Spagna e in questo periodo la Marsica vive come tutto il meridione il suo momento peggiore dal punto di vista sociale ed economico.

La gente vive in povertà assoluta e nonostante una gestione corretta di alcune famiglie nobili nei confronti dei loro feudi, la maggior parte di questi restano poveri.

La grave fiscalità spagnola produce un forte impoverimento dell’Italia meridionale compresa la Marsica, dove la popolazione vive in condizioni indigenti ed è spesso preda di bande criminali senza scrupoli.

 

 

– La Rivolta di Masaniello nella Marsica e a Celano

Le condizioni economiche disastrose portano la popolazione e parte della nobiltà a rivoltarsi contro il governo spagnolo nel 1647.

In Abruzzo è l’Aquila il cuore della protesta, poichè gli aquilani chiedono di riavere gli antichi privilegi commerciali, mentre gli Spagnoli sono
contrari.

Nella Marsica invece è Celano il maggiore centro politico della protesta. A guidarla è il barone Quinzi dell’Aquila che stabilisce la propria residenza proprio nel castello di Celano portato via al conte Peretti.

Qui viene occupato il castello dagli uomini del Barone Quinzi dell’Aquila, che spodesta il conte Peretti e si pone a capo della rivolta nella Marsica stabilendo nel castello celanese la propria residenza. Nella zona della Marsica i rivoltosi cercano di resistere al meglio alle forze spagnole e per qualche tempo sembrano riuscirci.

Tuttavia alla fine la rivolta generale contro gli Spagnoli fallisce per la forte e ferma reazione dell’esercito, che soffoca la rivolta in tutto il meridione italiano compresa la Marsica.

Nella Marsica ci sono diversi scontri fra esercito spagnolo e rivoltosi, ma alla fine questi ultimi sono sconfitti e ricondotti all’obbedienza. Celano viene espugnata dagli Spagnoli e restituita ai Peretti.

 

 

– Celano dai Peretti ai Savelli

Nel 1655 a Celano si estinguono i Peretti che sono sostituiti dai Savelli con il nuovo conte  Berardino Savelli.

 

 

– La Peste del 1656 e la chiesa di San Giovanni Battista

Dopo la fine della rivolta di Masaniello in tutto il sud Italia e nella Marsica si è ormai persa la speranza per un futuro migliore e questo ha innescato una depressione collettiva che presto ha ceduto il posto alla disperazione con la venuta della Peste nel 1656.

Nel 1656 una grave forma di Peste colpisce tutto il sud Italia provocando migliaia di morti. Nella sola Marsica si contano circa 4000 vittime. Moltissimi sono  i paesi marsicani colpiti duramente dalla Peste. In molti paesi si arriva addirittura ad un numero di decessi pari a metà delle popolazioni locali, fino a punte dell’80%.

A Celano i morti sono numerosi, come sono numerose le persone che frequentano le chiese per chiedere grazie per se stessi e i propri cari. Riguardo a ciò sono molte le persone che varcano la soglia del convento e della chiesa dei Carmelitani, per chiedere loro aiuto e allo stesso tempo prepararli al meglio al trapasso a causa della virulenza della Peste.

I monaci della chiesa della Madonna del Carmine si adoperano come possono per riuscire ad aiutare la popolazione stremata, ma il compito si rivela assai arduo.

Le Peste dura un anno e nell’estate del 1657 se ne va lasciandosi dietro una grande scia di morti.

 

 

– Dopo la Peste 1657-95

Dopo la Peste del 1656 Celano è una contea povera, dove nonostante le entrate dell’industria armentizia non si riesce a far fronte alle spese sempre elevate.

I Savelli che gestiscono la contea di Celano per tutta la seconda metà del secolo, non riescono a raddrizzare la situazione che alla fine del XVII secolo si rivela ancora molto disastrosa.

 

 

– La chiesa della Madonna del Carmine nel ‘600

Dalle fonti consultate non è risultato alcun intervento di ristrutturazione della chiesa, ma siamo abbastanza sicuri nel dire che la chiesa e il convento nel corso del secolo XVII hanno sicuramente subito interventi migliorativi specie nella seconda metà del secolo. Non fosse altro che la struttura era ancora giovane all’inizio del secolo e doveva essere completata in molte parti.

La chiesa che osserviamo oggi non è quella del XVII secolo, poiché è stata quasi completamente rifatta nel ‘700, ma a noi sembra impossibile che la struttura non abbia subito interventi migliorativi nell’arco di tutto un secolo.

 

 

– Terremoto di Bolsena del 1695

Nel 1695 un forte terremoto pari a 5,7 gradi sulla scala Richter si verifica presso il Lago di Bolsena. Il terremoto si rivela distruttivo nella località laziale, poichè si verifica un maremoto con onde alte 3 m nel lago.

 

 

– Effetti del terremoto di Bolsena a Celano e alla chiesa della Madonna del Carmine

Il terremoto si risente con violenza anche nella Marsica, specialmente a Celano dove si registrano numerosi crolli fra i palazzi della città.  In questa circostanza ci sono diverse chiese interessate dal sisma tra cui anche la chiesa della Madonna del Carmine. Nello specifico però non sappiamo al momento che tipo di danni vi siano stati, sicuramente però non sono stati leggeri.

 

 

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XVIII secolo

 

– Terremoti del 1703 e del 1706 e le conseguenze nella Marsica

All’inizio del XVIII secolo l’Abruzzo viene scosso da due violenti terremoti. Il primo è quello dell’Aquila del 1703 e il secondo è quello della Majella nel 1706. Entrambi i sismi si rivelano violenti e distruttivi, ma è quello della Majella a produrre i danni peggiori a Celano, seppure anche quello dell’Aquila fa la sua parte squotendo in modo importante sia Celano che diversi paesi della zona marsicana.

Nel caso di Celano è il sisma della Majella del 1706 quello più distruttivo, riuscendo a far crollare o danneggiare fortemente molti edifici del paese, già lesionati dal sisma del 1695. Certo al momento sappiamo poco sui reali danni del sisma del 1706 a Celano, ma sappiamo che il paese è stato colpito fortemente producendo molti crolli, tali da indurre i celanesi a costruire delle baracche, dove dormire e vivere per diverso tempo.

 

 

– Conseguenze dei terremoti sulla chiesa di San Giovanni Battista

Come nel caso del terremoto di Bolsena del 1695 anche ora in occasione di questi due nuovi sismi, non abbiamo notizie dirette di danni a  questa chiesa. Ma la logica vuole che essendo il paese stato colpito profondamente da tutte e tre le scosse, con relative scosse di assestamento, anche la chiesa e il convento della Madonna del Carmine potrebbero essere stati interessati da questi sismi con possibili crolli.

Per il momento possiamo solo immaginare che se la chiesa è stata colpita dal terremoto sia stata riparata solo successivamente e ciò a causa della non facile situazione presente a Celano in questo primo periodo del XVIII secolo, che comunque viene migliorando.

 

 

– Celano nel primo ‘700

Estratto di Celano nel XVIII secolo. (Immagine dal Vaticano)

 

Dopo i sismi d’inizio secolo abbiamo l’inizio di un periodo di ripresa economica e ciò grazie a migliorate condizioni climatiche, che consentono migliori raccolti.

Nel 1712 i Savelli si esauriscono e dopo un periodo d’incertezza politica sono gli Sforza-Cabrera ad appropriarsi del grande feudo abruzzese. Sotto di essi Celano riprende vigore economico e si rilancia anche al livello edilizio con le riparazioni degli edifici danneggiati dai terremoti.

In questo questo quadro dobbiamo segnalare anche la rinascita del regno di Napoli sotto la nuova dinastia dei Borbone che contribuisce alla ripresa economica di metà secolo.

Il XVIII secolo si rivela così un periodo di crescita che se anche non riesce a modificare l’assetto sociale nella contea celanese, dove comunque paiono registrarsi migliori condizioni economiche.

 

 

– Restauro del 1761

La chiesa della Madonna del Carmine viene completamente restaurata per meglio dire rifatta di pianta e ciò in seguito ai gravi danni subiti dai vari terremoti.

La chiesa viene ricostruita secondo il gusto Rococò dell’epoca, con un impianto a croce latina ad un’unica navata. La facciata viene ricostruita presentandosi come una verticale facciata delimitata da due lesene, cornice superiore con culmine timpanato. Il portale appare architravato con nicchie laterali decorati con statue di santi carmelitani ( San Simone Stok e S. Alberto).

L’interno della chiesa si presenta a croce latina con unica navata con quattro cappelle laterali e sei altari, il tutto riccamente addobbato con nello stile Rococò. Gli architetti che hanno eseguito il rifacimento della chiesa sono Giacomo Simonetti e Cristoforo Donati di Costanzo della Diocesi di Como, abitanti a Sora.

Riguardo al convento sappiamo poco però immaginiamo che oltre alla riparazione dei danni del terremoto, siano stati fatti lavori di rinforzo alla struttura.

 

 

– Celano e i terremoti settecenteschi

Il XVIII secolo si rivela per la Marsica un periodo di svariati terremoti di medie proporzioni che interessano il territorio tra il 1712 e il 1778.

Approssimativamente si può parlare di piccole scosse di terremoto avvenute nell’area marsicana di grado 3-4 Mw. Di tutte queste scosse sismiche le più forti sembrano essere state due la prima avvenuta nell’area tra Cerchio e Celano nel 1742 con una gradazione di 4,5 Mw e la seconda nel 1778 concentrata nell’area avezzanese con una gradazione di 4.9 Mw.

Nell’ambito di queste scosse Celano è sicuramente tra i paesi che più ha risentito di questo lungo periodo sismico, e la popolazione ne è stata fortemente turbata sul piano emotivo. Si dice che il terremoto del 1778 a Celano sia stato in qualche modo mitigato dall’intervento dei tre Santi Martiri, invocati dalla popolazione stremata.

 

 

La rivoluzione napoleonica

A fine ‘700 esplode in Francia la rivoluzione francese che nel giro di alcuni anni si allarga a macchia d’olio a tutta Europa, toccando anche l’Italia. Nel 1797-98 Napoleone Bonaparte arriva al potere in Francia e sotto la sua guida il paese francese si allarga ai paesi vicini compresa l’Italia.

Nel 1798 i Francesi invadono il regno di Napoli detronizzando i Borbone. In questa occasione gli Abruzzesi insorgono contro i Francesi e insieme al resto del popolo meridionale contribuiscono a far cadere il nuovo governo. I Francesi infatti non riuscendo a governare il territorio napoletano in subbuglio sono costretti a ritirarsi dopo solo un anno e mezzo di dominio. Ne segue nel 1800 il ritorno dei Borbone con il vecchio re Ferdinando.

 

 

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XIX secolo

 

– Il ritorno dei Francesi

Nel 1806 i Francesi ritornano a Napoli detronizzando nuovamente il re borbonico, che si rifugia in Sicilia sotto la protezione degli inglesi.

A Napoli i Francesi rimangono per i successivi dieci anni realizzando numerose riforme che rivoluzionano vita e costumi della popolazione. Tra queste ricordiamo l’abolizione dei diritti feudali nel 1806 e l’abolizione degli ordini religiosi nel 1809.

Al livello locale la riforma dell’abolizione dei diritti feudali comporta la fine del governo degli Sforza Cabrera come conti di Celano.

 

 

– La chiusura del convento della Madonna del Carmine.

Con la riforma del 1809 che sancisce la fine degli ordini religiosi abbiamo in automatico la fine dei monasteri e l’incameramento dei loro beni allo Stato.

Tra molti i monasteri che sono costretti a chiudere figura anche il convento carmelitano di Celano della Madonna del Carmine. I Carmelitani nel 1809 sono costretti ad andare via dal monastero che hanno abitato per più di 200 anni.

I locali del monastero a questo punto vengono acquisiti dal comune di Celano che li adatta a sede della locale Gendarmeria e come carcere.

 

 

– Il ritorno dei Borbone

Nel 1815 Napoleone è definitivamente sconfitto dalla grande coalizione antifrancese. A seguito di ciò tutti i governi napoleonici presenti in Europa cadono uno dietro l’altro compreso quello a Napoli.

Poco dopo il congresso di Vienna restaura i Borbone sul trono napoletano con l’anziano re Ferdinando che acquisisce la nuova denominazione di re delle Due Sicilie.

Il governo borbonico dura fino al 1860 e in questo periodo abbiamo numerosi conflitti piccoli e grandi contro il regime borbonico prima per un miglioramento della democrazia e poi per l’unificazione al resto dell’Italia.

Qui in Abruzzo e nella Marsica a causa della grande ignoranza della popolazione e del grande potere dei preti locali il sentimento nazionale fatica molto ad emergere e la stragrande percentuale del popolo continua a rimanere fedele ai Borbone.

 

 

– Celano sotto i Borbone

Nel periodo borbonico dell’Ottocento Celano è un medio centro della Marsica che si affaccia sul grande lago Fucino, ma è in questa fase un po’ fermo sul piano sociale ed economico, nonostante che comunque rimanga più avanzato di altri paesi della Marsica.

 

 

– La chiesa della Madonna del Carmine nel periodo borbonico

Dopo la fine del monastero carmelitano, la chiesa della Madonna del Carmine viene data in gestione ai preti secolari, che la mantengono aperta per le funzioni religiose e la curano in generale.

Sul piano decorativo e restaurativo a parte piccoli aggiustamenti non si segnalano interventi particolari. Tuttavia tra gli interventi di questo periodo bisogna ricordare l’inserimento nella chiesa nel 1839 dello stupendo e pregiato organo posto sopra l’entrata della chiesa. L’organo è opera dell’artista Emilio Mampieri.

Detto ciò la chiesa della Madonna del Carmine rimane pur senza il convento un valido punto di riferimento religioso e civile per la popolazione celanese.

 

 

L’inizio del nuovo regno d’Italia

Nel 1861 dopo un decennio di preparazione e guerre nasce ufficialmente il nuovo regno d’Italia sotto lo scettro dei Savoia. Il nuovo regno comprende anche il territorio del regno delle Due Sicilie, che dopo la detronizzazione dei Borbone è stato annesso al nuovo stato.

In Abruzzo si rafforza l’avversione al nuovo stato dei Savoia, ciò produce una recrudescenza del fenomeno del Brigantaggio che anche se solo per poco tempo vede anche il sostegno congiunto della popolazione locale e di parte del Clero.

Il nuovo governo nazionale reagisce duramente alle sommosse popolari contro l’Italia unita, spedendo nel meridione la guardia nazionale.

Dopo un periodo di lotta furiosa La polizia riesce ad avere la meglio sul fenomeno del Brigantaggio sconfiggendolo del tutto nel 1870. Alla fine la popolazione abruzzese accetta il nuovo corso politico, sperando in qualche forte cambiamento.

 

 

– Il prosciugamento del Lago Fucino

Nel 1876 dopo più di vent’anni di lavori, Torlonia prosciuga il Lago Fucino, divenendo possidente di tutte le terre emerse. Poco dopo viene nominato Principe del Fucino da re Vittorio Emanuele II. Da ora la rivoluzione impressa da Torlonia porta i vecchi pescatori a trasformarsi in agricoltori e ad iniziare una dura battaglia con Torlonia per le terre fucensi.

 

 

– La chiesa della Madonna del Carmine nel secondo ottocento

Al momento non vi sono notizie particolari sulla chiesa in questo periodo e ciò fa pensare ad una situazione tranquilla sul piano religioso.

Sicuramente la chiesa, anche in virtù della sede nel centro del paese, offre alla popolazione l’essere un punto di riferimento importante. D’altra parte sia la comunità di Celano, che i Marsi in generale sono sempre stati una popolazione estremamente credente e ciò è visibile dall’alta frequenza verso la vita religiosa.

L’importanza di questa chiesa come di altre in questo periodo si evince anche dalla situazione di fine Ottocento, dove molte persone in partenza per l’estero si recano spesso nelle proprie parrocchie per chiedere consiglio riguardo a questa scelta importante e ciò riguarda soprattutto i giovani.

Siamo nel periodo dell’inizio della prima grande emigrazione e la Marsica è terra di emigranti, quindi pensare che questi prima di partire chiedano consigli ai propri parroci o si rechino in chiesa a pregare prima di partire, fa si che le chiese siano considerate molto importanti e la chiesa della Madonna del Carmine lo è.

 

 

–  Celano e l’emigrazione marsicana di fine Ottocento

Celano in una litografia del 1877. (Immagine da Wikipedia)

 

A fine Ottocento nella Marsica non si vive bene, le colture intensive presenti nella nuova piana del Fucino non hanno ancora dato effetti benefici sull’economia locale e nonostante i grossi sforzi economici dei Torlonia, ancora non vi è un grande ritorno economico soprattutto verso quei paesi maggiormente esposti con la popolazione con il lavoro nei campi.

Celano è in posizione secondaria nell’economia fucense, pur rimanendo un paese molto importante della zona. Tuttavia molti giovani non trovano sbocchi economici e decidono di trasferirsi all’estero, soprattutto verso gli USA, il Canada e l’America del sud.

Tra gli anni 1890 e 1900 sono molti i giovani marsicani e celanesi che partono in cerca di fortuna. Un numero maggiore di persone, che dalla Marsica si trasferiscono all’estero, vi è all’inizio del secolo XX dove un numero notevole di Marsi raggiunge gli USA, il Canada ecc. Tra questo gruppo vi un grosso numero di celanesi, che dal paese parte per l’estero con direzione soprattuto il Canada, il Sud America e in piccola parte l’Australia.

 

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XX secolo

 

– Celano all’inizio del XX secolo

Celano nei primi anni del XX secolo.

 

All’inizio del XX secolo Celano, seppure in posizione defilata rispetto ai centri economici più importanti come Tagliacozzo ed Avezzano, si conferma come uno dei paesi più dinamici della Marsica. Certo l’economia non è prospera, ma da comunque segni di miglioramento e la popolazione viene costantemente aumentando passando dalle 7370 unità del 1881, ai 8430 residenti del 1901, che divengono 9055 nel 1911.

Purtroppo nonostante qualche dato in miglioramento l’economia è ancora insufficiente per sostenere le famiglie e molte di queste, specialmente fra i giovani, decidono di partire per l’estero in cerca di fortuna. Tra il 1900 e il 1910 sono molti i celanesi che partono soprattutto verso gli USA e il Canada.

 

 

– Restauro del 1906

Nel 1906 la chiesa della Madonna del Carmine viene interessata da un nuovo restauro, che per quel che si è potuto sapere, visto le poche fonti a disposizione, non dovrebbe essere stato molto profondo, ma piuttosto surperficiale.

 

 

– Terremoto del 1915

Nel 1915 un tremendo terremoto si verifica a Gioia dei Marsi. Il sisma distrugge buona parte dei paesi della Marsica. Avezzano è rasa al suolo con il 90% della popolazione morta nel sisma, altri paesi come Celano riportano danni ingenti, ma con molti meno morti. A Celano si contano appena 250 morti.

Da questo sisma il paese di Celano risulta gravemente colpito, la maggior parte degli edifici storici risulta crollata con il castello, che è in gran parte crollato e molte chiese risultano seriamente danneggiate.

 

 

– Effetti del sisma del 1915 sulla chiesa della Madonna del Carmine

Dalle fonti avute la chiesa e l’ex convento della Madonna del Carmine risultano gravemente danneggiati.

 

– Il post sisma e la 1 guerra mondiale

Il post sisma vede la partecipazione di moltissime persone che da ogni parte d’Italia si prodigano nei giorni e settimane successive al sisma per aiutare la popolazione marsicana colpita dal disastro. Successivamente però con lo scoppio della prima guerra mondiale sia le truppe venute nella Marsica che molta gente è costretta ad andarsene, lasciando sola la popolazione locale.

La guerra dura anni dal 1915 al 1918 e porta con se un carico di lutti e tensione enorme. Molti giovani Marsi sopravvissuti al catastrofico terremoto partono per il fronte e molti di questi non torneranno indietro in quanto morti al fronte.

 

 

– La prima ricostruzione 1918-30

Dopo la prima guerra mondiale i reduci tornano alle loro case e si ricompongono le famiglie sopravvissute ai tanti orrori. La vita è dura e piena di sofferenza nell’anima, ma piano piano si cerca di ricostruire le case e le proprie famiglie. Celano che nel sisma ha riportato tanti danni viene piano piano ricostruita seppure molto lentamente.

Negli anni 20′ molti edifici pubblici vengono eretti e via via anche le chiese vengono riparate, come per esempio capita alla chiesa della Madonne del Carmine

 

– Restauro degli anni 20′

Il restauro della chiesa e del convento della Madonna del Carmine partono nei primi anni 20′ e si concludono nel 1932. Questo restauro lungo quasi quindici anni vede la ricostruzione quasi completa della struttura religiosa, secondo il vecchio modello stilistico.

 

 

– La 2 guerra mondiale

Nel 1939 inizia la seconda guerra mondiale e nel 1940 l’Italia entra in guerra fianco della Germania. In questa situazione vengono sospesi i lavori di completamento della cattedrale marsa.

Dopo 3 anni di guerra l’Italia perde su tutti i fronti di guerra. Nel luglio del 43 gli Alleati invadono l’Italia a partire dalla Sicilia e questo determina il  crollo del fascismo e più avanti del regime monarchico con la fuga del re.

Contemporaneamente La Germania invade l’Italia da nord fino al basso Lazio (settembre 43) dove viene instaurata la Linea Gustav fra l’Italia antifascista e l’Italia tedesca.


Nei successivi mesi, tra ottobre 43 e giugno 44, Tedeschi e Alleati combattono intorno a questa linea. La gente abruzzese subisce in pieno sia lo stato di polizia tedesco, che i bombardamenti alleati. Il periodo è durissimo per tutti.

 

 

– Celano città aperta

La gente per salvarsi dai bombardamenti fugge per un certo periodo sulle montagne.

In questo triste quadro Celano è dichiarata città aperta, ovvero luogo di ristoro e cura sia per nazifascisti, che antifascisti. Ciò permette alla cittadina marsicana di essere risparmiata dai bombardamenti e dalle privazioni più acute.

 

 

– La chiesa della Madonna del Carmine nel 1943-44

La chiesa della Madonna del Carmine nei tristi giorni dell’occupazione nazista torna ad essere come molte altre chiese punti di riferimento di una popolazione impaurita e spaesata di fronte a tanto orrore. Molta gente entra in questa come in altre chiese per pregare e cercare un po’ di pace di fronte a questa guerra assurda.

 

 

– Liberazione della Marsica

Gli Alleati finalmente dopo mesi di duri combattimenti penetrano nella linea Gustav e liberano il centro Italia nell’arco di pochi settimane.

LaMarsica è liberata tra il 7 e il 12 giugno 1944, poco dopo la liberazione di Roma avvenuta il 4 giugno.

L’anno dopo nel 1945 dopo molti duri combattimenti gli Antifascisti liberano anche il nord Italia.

Si ricomincia!!!

 

 

– L’Italia diventa repubblica e la Marsica si rimette in moto

Nel 1946 l’Italia diventa repubblica e nella Marsica si procede alla ricostruzione materiale dei borghi danneggiati dal conflitto e dal terremoto. Ritorna la politica locale con i suoi problemi ecc.

Celano si rimette in moto avviando insieme ad altri centri la lotta delle terre contro Torlonia, per rendere la terra ai contadini.

 

 

– La chiesa della Madonna del Carmine dopo la guerra

Dopo la guerra la chiesa della Madonna del Carmine come le altre chiese d’Italia sono libere di agire in modo più libero per restituire tranquillità e normalità alla propria comunità provata da cinque duri anni di guerra.

La chiesa della Madonna del Carmine non ha subito per fortuna danni dal conflitto e riprende la normale vita precedente le guerre e il terremoto del 1915. In qualche modo si cerca un riequilibrio con un passato più sereno per riprendere forza con un futuro denso di problemi, ma con la vivida speranza per il futuro.

Riguardo al convento c’è da dire che questo ora viene iniziato ad essere usato come abitazione privata e per uso commerciale.

 

 

– La riforma agraria e la fine della gestione Torlonia

3 maggio 1950: Funerali a Celano degli uomini morti nell’eccidio di qualche giorno prima. (Immagine da Wikipedia)

 

Dopo anni di protesta e scontri di sangue con i Torlonia, come avvenuto con l’eccidio di Celano, si giunge dapprima nel 1950 all’esproprio delle terre al principe Torlonia e poi nel 1951 alla riforma agraria che ribadisce l’esproprio ai Torlonia e attribuisce le terre del Fucino ai contadini locali.

Celano inizia da qui un percorso che la vedrà diventare anche un borgo industriale, oltre che rimanere un grosso centro agricolo.

 

 

Celano e la nuova  emigrazione tra il 1950 e il 1980

Celano agli inizi degli anni 1960.

 

Celano come altri borghi marsicani, vede nascere nuovi quartieri che rispondono a un aumento della popolazione locale. Tuttavia la grave situazione economica porta nel giro di pochi anni all’inizio di una nuova emigrazione di massa. Moltissimi giovani vanno via dai paesi in cerca di fortuna e ciò provoca uno spopolamento dei borghi compresa Celano, che vede diminuire i propri residenti tra il 1955 e il 1980.

Nonostante ciò si assiste anche al rilancio dei borghi,  che vengono restaurati dai danni del sisma del 1915 e della guerra del 1945 e insieme a ciò si ha la nascita di nuove aziende. Ma cosa più importate risulta la costruzione delle nuove autostrade A24 e A25 avvenuta tra il 1960 e il 1970, che preparano al grande sviluppo della Marsica nel decennio 1980-90.

A Celano, il nuovo fermento edilizio presente nella Marsica, porta allo sviluppo del borgo, che cerca di stare al passo con i tempi, investendo su se stesso e quindi sulla sua edilizia. Le chiese (come la chiesa della Madonna del Carmine) e i palazzi pubblici sono in parte restaurati e in parte costruiti di nuovi.

In giro di poco tempo occupazione e crescita economica iniziano a diventare importanti, favorendo la fine dello spopolamento del borgo e l’inizio di una nuova fase espansiva.

 

 

– Restauro del 1970

La chiesa della Madonna del Carmine viene nuovamente restaurata con la ritinteggiatura delle pareti e delle volte e il restauro del vecchio pavimento in marmo levigato.

Riguardo al convento si consolida l’uso di questo come abitazione privata e per uso commerciale.

 

 

– Il boom economico marsicano

Sul piano economico la fase di decollo industriale nella Marsica parte all’inizio degli anni ’80 e prosegue nei successivi anni ’90. Ciò permette di ridisegnare i borghi sul piano sociale e culturale.

Ciò avviene anche a Celano, dove nel volgere di pochi anni il paese scopre un livello di benessere mai avuto prima. Questo porta il paese a rilanciarsi anche sul piano turistico, per meglio consolidare questa fase espansiva. Questo rilancio di Celano riguarda soprattutto l’aspetto culturale, che porta il paese a confrontarsi con la sua storia recente, avviando così una nuova fase di recupero culturale.

Questo recupero in molti paesi viene affrontato lanciando nuove iniziative culturali e recuperando i propri beni storici come le chiese.

 

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XXI secolo

 

 

–  Celano a inizio anni 2000

Celano nel 2008. (Immagine da GoogleMap)

 

La congiuntura economica favorevole a Celano prosegue anche negli anni 2000 fino al 2008, allorquando una grande crisi internazionale colpisce pesantemente anche i paesi della Marsica. Celano però nonostante ciò prosegue nel consolidamento di nuovi avvenimenti turistici, volti ad attrarre visitatori da ogni dove. Il paese di Celano cerca di andare meglio specializzandosi sempre più nel suo lancio turistico, anche agganciandosi allo sviluppo del turismo di montagna presente ad Ovindoli.

 

 

– La chiesa Madonna del Carmine nei primi anni 2000

Chiesa Madonna del Carmine di Celano nel 2008. (Immagine da Googlemap)

 

La chiesa Madonna del Carmine oltre ad essere un luogo di culto è ormai un prezioso bene storico di Celano, specie per le sua caratteristiche interne di chiesa tardobarocca, che la rendono una delle strutture religiose più belle della Marsica. Ebbene nei primi anni 2000 con le tante iniziative culturali viene maggiormente considerata sul lato turistico.

 

 

– Terremoto del 2009

Il 6 aprile 2009 un forte terremoto si verifica all’Aquila distruggendo la città e diversi centri limitrofi. Nella Marsica il terremoto si è sentito fortemente, ma qui tranne che in alcuni paesi, i danni sono stati contenuti.

Celano è uno dei paesi meno colpiti dal sisma, qui solo si sono avuti solo alcune case lesionate un parziale crollo in qualche chiesa.

 

 

– Effetti del sisma sulla chiesa della Madonna del Carmine

Chiesa Madonna del Carmine nel 2011. (Immagine da Googlemap)

 

La chiesa della Madonna del Carmine riporta diversi danni dal sisma e questo porta alla sua chiusura nel giro di poco tempo.

 

 

– Restauro del 2011-15

Immagine della chiesa della Madonna del Carmine (2018) – (Immagine personale)

 

Nel 2011 iniziano i lavori di restauro della chiesa della Madonna del Carmine. I lavori interessano sia la parte esterna che interna.

I lavori della parte esterna riguardano il consolidamento della facciata principale, del campanile a vela, dell’arco di volta e di una capriata in legno.

All’interno invece è stato rifatto l’intero pavimento, tinteggiate le pareti interne e rifatto l’impianto elettrico e d’illuminazione.

I lavori terminano nella prima metà del 2015 e nel luglio successivo con una solenne cerimonia la chiesa della Madonna del Carmine riapre i battenti e viene restituita ai celanesi.

 

 

 


STRUTTURA DELLA CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE 

Chiesa Madonna del Carmine. (Immagine personale)

 

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UBICAZIONE

La chiesa della Madonna del Carmine del XVI secolo si localizza in Piazza IV novembre di Celano

 

 

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PIANTA

La pianta della chiesa si presenta a croce latina a navata unica, coperta con volta a botte incannicciata e affrescata che termina con abside rettangolare. Il transetto è coperto con volta a botte e cupola centrale.

 

 

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STRUTTURA INTERNA

 

L’interno si presenta a navata unica a croce latina il tutto secondo lo stile Rococò.

La chiesa vede la presenza di quattro cappelle laterali e sei altari distinti dallo stemma nobiliare e dal monogramma dei Piccolomini che hanno fatto costruire la struttura religiosa.

La chiesa è realizzata in pietrame su cui poggia il tetto a capriate lignee. In pratica abbiamo un tetto fatto a due falde nella navata e poligonale nella cupola, ricoperto di tegole di laterizio. Al di sopra dell’entrata troviamo lo splendido organo del 1839, costruito dall’artista Emilio Manpieri.

Certo queste poche righe non sono sufficienti per descrivere la bellezza di questa chiesa che pur ristrutturata più volte, ha saputo mantenere intatto il fascino della ricostruzione settecentesca avvenuta nel 1761.

 

 

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FACCIATA

 

Facciata della chiesa della Madonna del Carmine. (Immagine personale)

 

La facciata della chiesa è in stile Rococò e si presenta contornatada due lesene con cornice superiore con culmine timpanato.

Nella parte alta troviamo un finestrone barocco sovrastato da una cornice aggettante a “cappellpo di gendarme”

Nella parte sotto abbiamo il portale principale architravato con ai lati nicchie laterali voltate con catino a conchiglia e decorate da due statue di santi calermitani (San Simone Stok e Sant’Alberto).

Nella parte superiore si nota infine la presenza di un  finestrone barocco sovrastato da una cornice aggettante.

 

 

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CAMPANILE

Il campanile si presenta piccolo e a vela ubicato sul lato sinistro del transetto.

 

 


 


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