ORTONA DEI MARSI – CHIESA DI SANT’ONOFRIO


STRUTTURA E MONUMENTI DI ORTONA DEI MARSI


 

POSIZIONE DELLA CHIESA DI SANT’ONOFRIO DI ORTONA DEI MARSI

 

 

 


STORIA DELLA CHIESA DI SANT’ONOFRIO DI ORTONA DEI MARSI

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XI Secolo

 

La chiesa di S. Onofrio è la più antica di Ortona dei Marsi. Questa chiesa è infatti datata all’XI secolo ed è stata per lungo tempo la chiesa più importante del paese. La struttura è  sempre stata dentro le mura cittadine.

I Berardi costruiscono nell’XI secolo una torre di vedetta per il controllo dei traffici nella Valle del Giovenco. Successivamente intorno alla torre si forma un piccolo villaggio, primo nucleo di Ortona. All’interno di questo primo agglomerato di case viene eretta la piccola chiesa di S. Onofrio.

 

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XII Secolo

 

Nel 1143 la contea dei Marsi viene assorbita nel regno normanno. Successivamente Ortona viene inserita nella nuova contea di Celano. Ortona seguirà le sorti della contea di Celano fino al 1268, allorquando verrà distaccata per formare un feudo indipendente.

In questa fase la chiesa di S. Onofrio continua ad essere la chiesa madre del piccolissimo borgo di Ortona.

 

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XIII – XIV Secolo

 

Durante tutto il XIII secolo Ortona rimane sotto i conti di Celano seguendo le sorti della contea fino al 1268. Quindi vediamo Ortona passare dai conti di Celano nel 1223 ad altri nobili vicini agli Svevi. Ciò fino al 1254 allorquando i Berardi tornano padroni di Celano.

Qualche anno dopo Carlo d’Angiò, chiamato dal papa, sfida gli Svevi e si prende il regno di Sicilia.  L’ultimo scontro fra Carlo e gli Svevi è del 1268 quando Corradino, figlio di Corrado IV imperatore e re di Sicilia, sfida in campo aperto il francese. La battaglia avviene presso i Campi Palentini nell’agosto 1268. Corradino è battuto e Carlo si conferma nuovo sovrano di Sicilia. I Berardi che hanno appoggiato Corradino sono puniti con la confisca dei loro feudi.

Ortona viene distaccata dalla contea celanese per formare un feudo a se, che viene affidato alla famiglia Cantelmo.

A partire dal 1268 il nuovo feudo di Ortona vede il minuscolo borgo fondersi con altri tre borghi vicini, ingrandendo in tal modo il paese. Poco tempo dopo la costituzione del nuovo borgo viene avviata la ricostruzione della chiesa di San Giovanni Battista nel 1290.

La chiesa di San Giovanni Battista era già presente con una minuscola chiesetta, ma la sua posizione molto probabilmente spinge a ricostruirvi una chiesa più grande.

Nel 1342 dopo lunghi lavori, la chiesa è completata e ciò determina il passaggio di consegne di chiesa madre dalla chiesa di S. Onofrio alla nuova chiesa di San Giovanni Battista. La chiesa di S. Onofrio a questo punto diventa una semplice struttura religiosa nel borgo vecchio di Ortona.

Nello stesso periodo, nel 1314, vediamo il passaggio di Ortona dai Cantelmo ai Piagnone.

La chiesa di Sant’Onofrio viene in seguito scossa con tutto il paese dal terremoto del 1349. In questa circostanza è molto probabile che la chiesa non abbia riportato grandi danni, poichè si fonda direttamente su roccia viva, esattamente come tutto il centro storico di Ortona. E’ pur vero che la scossa è stata ragguardevole, si parla del 6,5 Mw, quindi poichè l’epicentro sarebbe relativamente vicino non è da escludere alcuni danni sia al centro abitato che alla chiesa. Tuttavia ricordiamo che su Ortona non si hanno notizie particolari, quindi ciò potrebbe significare, che pur sentendosi distintamente la scossa, la presenza della roccia compatta, abbia impedito di fare danni particolari.

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XV-XVI Secolo

 

All’inizio del XV secolo Ortona dei Marsi è un borgo di medie dimensioni rispetto ad altri centri vicini, tuttavia la sua posizione solitaria rende complicate le comunicazioni con altri borghi vicini. A ciò si aggiunge che per tutto il secolo XV il brigantaggio nella zona è molto attivo e ciò rende pericoloso spostarsi lungo le principali vie di comunicazione nella zona intorno a Ortona.

Sul piano politico Ortona dei Marsi è soggetta fino al 1454 alla famiglia Piagnone, che si occupa come può di questo feudo.

La chiesetta di Sant’Onofrio pur essendo stata superata per importanza dalla vicina chiesa di San Giovanni Battista, continua ad essere un ottimo punto di riferimento sociale. Ciò è possibile, perchè questa chiesa è presente all’interno delle mura cittadine e quindi la popolazione locale continua a frequentare in modo assiduo la suddetta chiesa.

Nel 1456 un tremendo terremoto si verifica in Irpinia e produce danni molto importanti anche in molte zone del centro Italia e della Marsica. Nella Marsica sappiamo che ci sono molti gravi danni nella zona della Piana del Cavaliere, non abbiamo finora notizie dirette sui danni relativi alla valle del Giovenco. Sicuramente però la scossa si è sentita distintamente e nonostante la geologia del paese, il sisma può aver arrecato danni agli edifici, come la chiesa di Sant’Onofrio.

Sul piano politico Ortona dei Marsi è ritornata sotto il controllo dei Cantelmo nel 1454 e vi rimane fino alla fine del XVI secolo. Questi tra la seconda metà del XV secolo e l’inizio del XVI tendono a ristrutturare buona parte degli edifici pubblici del paese, specialmente il castello.

Molto probabilmente la chiesa di S. Onofrio è stata ristrutturata tra 400 e 500, come è avvenuto ad edifici del paese.

Arriviamo quindi al XVI secolo e vediamo che la Marsica si è stabilizzata e unita nell’ambito dei due grandi feudi della contea di Celano soggetta ai Piccolomini e il ducato di Tagliacozzo, soggetto ai Colonna. Ebbene confinanti con questi grandi feudi sopravvivono feudi più piccoli, come il feudo di Ortona dei Marsi, che più o meno corrisponde all’area dell’attuale comune.

Ancora per tutto il XVI secolo abbiamo una forte presenza del brigantaggio nelle montagne intorno ad Ortona. Ciò purtroppo isola il paese, perchè scoraggia i contatti con altri paesi vicini o lontani. I briganti infatti scendono spesso anche nel paese, producendo molti problemi di gestione della zona.

Le difficoltà di gestione della zona di Ortona sono testimoniate anche dalla lettera di fine XVI secolo di mons. Colli, vescovo dei Marsi, che denuncia la presenza di bande violente, di cui molte composte da briganti, che impediscono il transito nelle aree di montagna.

In questo quadro la chiesa di Sant’Onofrio continua ad essere un importante riferimento religioso e sociale, seppure in posizione secondaria rispetto alla chiesa di Giovanni Battista.

Sul piano politico nel 1579 i Cantelmo cedono la proprietà del feudo di Ortona ad Fabio degli Afflitti di Anfedena.

 

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XVII – XVIII Secolo

 

Nel 1602 Fabio degli Afflitti vende il feudo di Ortona dei Marsi alla famiglia Fibbioni.

Nel corso del Seicento la Marsica, come il resto del meridione italiano, vive uno dei periodi più poveri della sua storia, a causa di alcuni raccolti andati male, dell’endemica presenza del brigantaggio, dell’isolamento geografico e delle gravose tasse spagnole.

In questo quadro Ortona dei Marsi, per la posizione isolata, vede evidenziate tutte le criticità appena elencate. Ciò porta la popolazione nella fame più nera e a situazioni di disagio sociale veramente tristi.

La grave povertà e pericolosità del paese in questo periodo è causa dell’abbandono della chiesa di Sant’Onofrio, che non viene restaurata con il risultato di avere un forte diroccamento della struttura.

Lo scoppio della grave pestilenza nel 1656 altera ancor più questa situazione di abbandono. La peste nel paese produce molti morti, nella sola Marsica si contano quasi 4000 vittime. Se poi allarghiamo il raggio d’azione al resto del meridione le vittime sono centinaia di migliaia. La peste nel suo anno di perduranza produce un gravissimo danno demografico nella Marsica, alcuni paesi praticamente scompaiono rivelando percentuali di morti tra l’80 e il 90% della popolazione.

Ad Ortona a differenza del resto della Marsica, il morbo della Peste non attecchisce, grazie alla continua ventilazione che qui è presente. Grazie a ciò Ortona si affranca da questa tragedia, che vive purtroppo indirettamente con grande partecipazione d’animo, soprattutto pensando ai tanti morti di questo male. A causa di tutti questi lutti in molti paesi ci vorranno tanti anni prima di riprendersi al livello demografico.

A fine secolo nel 1695 avviene un brutto terremoto nel centro Italia, che colpisce in modo importante anche la Marsica, producendo diversi crolli. Ma in questo caso non abbiamo certezza che il paese sia stato in qualche modo coinvolto, per cui è possibile che non vi siano stati particolari danni.

La stagione dei terremoti iniziata nel 1695, prosegue con altri due sismi con epicentro in Abruzzo, ovvero il terremoto dell’Aquila del 1703 e della Majella del 1706.

Ebbene questi due sismi soprattutto il primo è probabilmente causa di diversi danni alle strutture del paese, quindi è possibile che vi siano stati diversi danni alla struttura della chiesa di S. Onofrio.

Sul piano politico Ortona dei Marsi passa dal controllo dei Fibbioni ai Paolini nel 1666 e poi dopo circa quindici anni alla famiglia Massimo di Roma.

Sotto questi ultimi Ortona viene parzialmente restaurata, specie dopo i terremoti abruzzesi.

La chiesa di S. Onofrio anche con il concorso della gente viene riparata e rimodernata secondo i canoni del rococò abruzzese.

Sul piano sociale la chiesa di S. Onofrio ridiventa centrale nelle dinamiche religiose del paese, dopo l’abbandono nel XVII secolo. Ciò però sempre in posizione subordinata alla collegiata di San Giovanni Battista, che rimane la chiesa principale.

A fine secolo XVIII abbiamo la prima occupazione francese del regno di Napoli nel 1798. Ma in questo caso la forte opposizione popolare spinge a una ferma resistenza sia quando i Francesi giungono in Abruzzo, che durante tutta la loro occupazione  e questo porta alla fine i suoi frutti con l’abbandono dei Francesi del meridione italiano. In questo caso a convincere la popolazione a resistere, sono i preti di paese che convinti che i Francesi siano miscredenti, incitano il popolo a rivoltarsi. In paesi come Ortona dove l’ignoranza è al 100% i preti sono visti come figure chiave delle dinamiche del paese. Per cui ciò che viene da loro detto a una grande rilevanza sociale.

 

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XIX – XX Secolo

 

Tuttavia dopo alcuni anni di assenza i Francesi tornano nel 1806, cacciando nuovamente i Borbone e rimanendo nel regno napoletano per circa dieci anni.

In questo periodo grandi riforme vengono fatte come l’abolizione della feudalità nel 1806, che segna la fine del feudo di Ortona dei Marsi e del governo della famiglia Massimo, come avviene in altri casi più grandi come nel ducato di Tagliacozzo con i Colonna.

Dopo di ciò Ortona rimane comune a se e seguendo un nuovo criterio di elezione prosegue nel suo percorso di vita.

Sul piano religioso le chiese di Ortona non conoscono periodi di inattività come invece accade ai monasteri che vengono chiusi a causa dell’abolizione degli ordini religiosi.

Nel 1815 i Francesi vanno via e ritornano i Borbone nella persona del vecchio re Ferdinando secondo la nuova dicitura di re delle Due Sicilie.

Il governo borbonico rimane in carica fino al 1860 e durante questo periodo si ha una recrudescenza del brigantaggio in tutta l’area della valle del Giovenco.

Per il resto la vita comune nel paese prosegue tranquilla nelle sue dinamiche, secondo lo scandire del tempo degli eventi religiosi.

In ciò partecipa anche la chiesa di S. Onofrio che svolge un’azione secondaria nel paese, ma importante sul piano sociale.

Nel 1860 la rivoluzione garibaldina detronizza i Borbone e spinge il meridione italiano a unirsi al resto delle regione del nord della penisola.

Nel 1861 poi viene decretata la nascita del nuovo regno d’Italia sotto lo scettro dei Savoia.

Dopo l’unificazione italiana la popolazione di Ortona è spinta a rivoltarsi al nuovo stato dai parroci locali, che forti ancora di una grande influenza popolare, spingono tutti a rivoltarsi per procedere a un ritorno del vecchio governo borbonico.

Lo Stato italiano manda la guardia nazionale nelle regioni appenniniche e nel giro di circa dieci anni riesce ad avere la meglio sulla resistenza popolare, ma soprattutto delle brigantaggio vero fenomeno criminale.

Successivamente le cose al livello economico non procedono bene e ciò è causa di grande preoccupazione nella popolazione, che decide di lasciare l’Italia per cercare fortuna altrove. E’ l’inizio della 1 grande emigrazione italiana.

A Ortona il fenomeno emigratorio è sentito, con molta gente che lascia le proprie vecchie case per andare via. In questo quadro la chiesa locale procede con grande accortezza aiutando i poveri, sostenendoli spiritualmente e in alcuni casi anche in altri modi.

La chiesa di Sant’Onofrio rimane per tutto il periodo di fine secolo un valido punto di riferimento sociale e religioso.

Nel 1915 poi abbiamo il tremendo terremoto di Gioia dei Marsi, che semina morte e distruzione in tutta la Marsica, arrivando ad uccidere 30.000 persone.

A Ortona il terremoto colpisce anche qui producendo molti danni e feriti, ma il paese complice la geologia su cui è eretto (tutto il centro storico di Ortona sorge direttamente sulla roccia e ciò ha ammortizzato l’effetto del sisma sul paese), riporta danni facilmente riparabili, e tutto il centro storico praticamente si salva dalla catastrofe.

La chiesa di Sant’Onofrio subisce il crollo del tetto e la distruzione dell’altare, ma la struttura esterna rimane intatta. Il prete della chiesa riesce miracolosamente a salvarsi dal crollo dell’edificio religioso.

Successivamente arriva la 1 guerra mondiale con tutto il suo carico di lutti e disperazione. Poi a partire dal 1918 il paese viene piano piano riparato.

Nel corso degli anni 20′ sotto il Fascismo si procede a riparare le strutture del paese tra cui le due chiese.

La chiesa di Sant’Onofrio viene restaurata a partire dall’inizio degli anni 30′, ciò soprattutto per merito del suo parroco, che rimasto illeso durante il crollo del tetto nel 1915 mentre celebrava la messa, vuole salvare il fabbricato a lui tanto caro.

I lavori di restauro si concludono nel 1940 e la chiesa può di nuovo riaprire al pubblico. Superata poi anche la prova della 2 guerra mondiale, la chiesa di S. Onofrio torna con più serenità a svolgere il suo ruolo sociale e religioso all’interno della comunità di Ortona dei Marsi.

Dopo la guerra per tutti gli anni 40′ e inizio 50′ si procede alla ricostruzione del paese, successivamente riprende nel paese di Ortona il fenomeno migratorio, che spinge molti giovani ad abbandonare il paese e trasferirsi nelle grandi città di Roma e del centro nord. E’ il secondo grande fenomeno migratorio, che dura nella sua forma più forte fino ai primi anni 80′ e poi prosegue in modo meno pronunciato nei decenni successivi. In questo modo vediamo che si passa dai 2670 abitanti del 1951 ai 1290 del 1981.

Durante questo periodo tra il 1951 e il 1981 la chiesa di Sant’Onofrio continua nella sua azione religiosa di sostegno e conforto per le persone che rimangono ad Ortona dei Marsi. La stessa azione viene svolta anche durante i decenni successivi.

 

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XXI Secolo

 

Ad oggi la chiesa viene aperta in occasione di feste di paese e per celebrazioni private. Questa chiesa oggi è parte integrante del centro storico e si pone bene nel percorso verso il castello. Essa è sicuramente una stazione di sosta nella visita del borgo antico.

 

 


STRUTTURA DELLA CHIESA DI SANT’ONOFRIO DI ORTONA DEI MARSI

 

 – Pianta

Struttura esterna della chiesa di Sant’Onofrio. (Immagine personale)

 

La pianta della chiesa è di forma rettangolare a navata unica.

 

 

Struttura interna

 

Interno della chiesa di S. Onofrio. (Immagine personale)

 

La parte interna della struttura, a navata unica, è ben curata con le pareti bianche e diversi stucchi posti su queste. Sullo sfondo abbiamo l’altare maggiore, rialzato di due gradini rispetto al piano di calpestio, e decorato secondo lo stile tardo barocco. Sui lati dell’altare troviamo a destra la statua della Madonna e sulla sinistra quella di Gesù. Alla sinistra di Gesù è posta la statua di S.Onofrio.

 

 

 – Facciata

Facciata della chiesa di Sant’Onofrio. (Immagine personale)

 

La facciata appare con uno stile semplice e ordinario. Questa è caratterizzata da un forma a capanna del tetto, da un portale in pietra introdotto da una piccola scalinata di cinque scalini.

Sovrastante e in asse con il portale troviamo una finestra rettangolare incorniciata in pietra.

 

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) http://www.comune.ortona.aq.it

2) http://digilander.libero.it/ortonavisitare/visitare-ortona-sonofrio.htm

 

 


CHIESE DELLA MARSICA


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