CARSOLI – CHIESA DI SANTA VITTORIA


STRUTTURE E MONUMENTI DI CARSOLI


 

POSIZIONE DELLA CHIESA DI SANTA VITTORIA DI CARSOLI

 

 

 


STORIA DELLA CHIESA DI SANTA VITTORIA DI CARSOLI

 

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XIV Secolo

 

Fondazione della chiesa di Santa Vittoria

La chiesa di Santa Vittoria di Carsoli viene fondata da Carlo II, re di Napoli all’inizio del XIV secolo.

La chiesa, secondo il progetto del sovrano napoletano, ha le dimensioni di una basilica e si presenta con un impianto a croce greca, le cui proporzioni verranno ulteriormente ampliate nel corso dei secoli.

La gestione della chiesa sembrerebbe essere soggetta al vescovo dei Marsi.

 

Gli Orsini e Carsoli

Gli Orsini potente famiglia romana, venuta a conquistare la contea di Tagliacozzo mostra di avere grandi possedimenti in continuità tra il Lazio e l’Abruzzo.

In questo quadro gli Orsini mostrano scarso interesse verso Carsoli, che perde d’importanza.

 

 

Terremoto del 1349

Il terremoto che si verifica nel 1349 nel Centro Italia è di intensità molto forte e copre una vasta area, causando danni rilevanti in molti centri abitati compresa Roma.

Nella Marsica il sisma si risente fortemente, producendo molti
crolli e feriti. Tutti i centri sono più o meno interessati dal sisma, compresa Carsoli.

A Carsoli il terremoto ha sicuramente prodotto danni
importanti e anche non avendo elementi in proposito, dal contesto locale emerge chiara una situazione di grossa difficoltà nella zona.

 

La chiesa di Santa Vittoria e il terremoto del 1349

Poiché il sisma a Carsoli si è sentito bene producendo danni è probabile che la chiesa di Santa Vittoria abbia subito qualche danno, anche importante. Ma non avendo informazioni più approfondite, dobbiamo terminare qui con le congetture.

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XV Secolo

La contea di Tagliacozzo nella prima metà del XV secolo

Gli Orsini da tempo mirano ad allargare la loro influenza nella Marsica, tramite la presa sulla contea d’Albe. Ciò viene ottenuta nel 1404 con la concessione della regina madre Margherita a Giacomo Orsini.

Tuttavia a causa di cambi di fronte gli Orsini perdono il controllo di Albe nel 1419 a favore dei Colonna, loro acerrimi nemici. La regina Giovanna II concede la contea d’Albe ai Colonna, come gesto di buona volontà verso il papa Martino V.

La contea d’Albe dopo diversi anni passa sotto il controllo dei Caldora insieme alla contea di Tagliacozzo.

Infine nel 1441 gli Orsini si vedono riassegnate entrambe le contee dal nuovo re di Napoli Alfonso I.

 

La chiesa di Santa Vittoria nel secolo XV

La chiesa di Santa Vittoria cresciuta d’importanza insieme al paese è ormai da molto tempo la chiesa principale del borgo della nuova Carsoli ed è per tutti un punto di riferimento sociale.

 

Terremoto del 1456

Quello del 5 dicembre 1456 è l’altro grande sisma del Medioevo che, partito dall’Irpinia, sconvolge tutto il Centro Italia, in special modo l’Abruzzo.

Nella sola Piana del Cavaliere il sisma rade al suolo Oricola e Pereto e produce danni consistenti a Celle-Carsoli. Tra Pereto e Oricola si contano molte vittime.

 

I danni del sisma sulla chiesa di Santa Vittoria

Non sappiamo al momento quanti danni siano occorsi alla chiesa di Santa Vittoria, ma la possibilità, che questi ci siano stati e siano stati ingenti è molto alta. Ciò è vero anche considerando che il successivo restauro è stato di tipo strutturale.

Probabilmente la chiesa è stata inagibile per qualche tempo. Il fatto che i lavori alla chiesa siano stati strutturali e siano avvenuti a distanza di tanti anni potrebbe essere un indizio di tanti danni e molto consistenti.

 

Il restauro di Carsoli

Dopo il sisma è probabile che ci sia voluto del tempo prima di procedere a una  ricostruzione. Ma sicuramente questa è iniziata nel corso del XV secolo più o meno supponiamo intorno agli anni 1465-70 ed è quasi sicuramente proseguita fino all’inizio del XVI secolo, vista la consistenza dei danni.

 

I Colonna vincono

Nel 1497, dopo estenuanti lotte durate un secolo per il controllo della Marsica, gli Orsini cedono il passo ai Colonna.

Ai Colonna viene riconosciuto il possesso della contea di Tagliacozzo (che include anche la contea d’Albe) e della Baronia di Carsoli, attraverso vari diplomi emessi tra il 1497 e il 1504, prima dal re di Napoli Federico e poi dal re di Spagna, divenuto nel frattempo re di Napoli, Ferdinando il Cattolico.

In questi diplomi si elevano i Colonna a duchi di Tagliacozzo e baroni di Carsoli, indicando quindi che Carsoli diventa sede di baronia, a partire dal periodo 1497-1504.

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XVI Secolo

Il governo dei Colonna

Con la conferma definitiva dei Colonna a duchi di Tagliacozzo, riconosciuti nel diploma del 1504, si apre una nuova fase politica  completamente diversa dalla precedente.

I Colonna, in qualità di nuovi signori del luogo, riescono a farsi benvolere dalla gente ristrutturando diversi edifici nelle città e favorendo l’economia locale attraverso una diminuzione delle tasse.

 

– Restauro del XVI secolo

Come abbiamo già accennato è probabile che il restauro di Carsoli sia proseguito fino all’inizio del XVI secolo.

Ebbene la profonda ristrutturazione della chiesa di Santa Vittoria, porta a pensare in questo senso.

Il restauro che avviene nel XVI secolo è infatti più una ricostruzione che una ristrutturazione e probabilmente è reso necessario anche a causa dei possibili danni provocati dal terremoto del 1456.

All’inizio del XVI secolo il comune di Carsoli s’impegna con il duca Colonna ad ampliare la chiesa, e ciò viene realizzato poco tempo dopo. D’altra parte, se vi erano danni per il precedente sisma, era importante che il restauro avvenisse quanto prima.

Secondo le fonti storiche, la chiesa fino all’inizio del XVI secolo si presenta con un impianto a croce greca, quindi appare più larga che lunga.

Di qui il nuovo progetto, che prevede un impianto a croce latina.

Per realizzarlo viene sfruttato anche un piccolo terreno attiguo alla chiesa, donato a questa da un notaio locale proprio in occasione della ricostruzione della struttura religiosa.

Abbiamo così la ricostruzione della chiesa con il passaggio strutturale da un impianto a croce greca a un impianto a croce latina. In pratica, la chiesa viene allungata di quasi due terzi rispetto all’assetto precedente in direzione della piazza.

Alla fine di tali lavori abbiamo una chiesa tra le più grandi della Diocesi dei Marsi.

Dopo la ricostruzione, la chiesa viene arricchita con nuove opere d’arte: le prime a comparire sono i dipinti su tela di Santa Vittoria, tutti riconducibili al XVI secolo.

 

Il ritorno degli Orsini, la battaglia di Magliano e la conquista della Piana di Carsoli (1528)

Nel 1528 gli Orsini, precedentemente riammessi alla corte pontificia, si prendono la loro rivincita sui Colonna, che nel 1497 avevano strappato loro la Marsica.

Nel 1527 i Colonna avevano dato il loro appoggio indiretto all’imperatore Carlo V nel saccheggio e distruzione di Roma ad opera dei suoi Lanzichenecchi.

Roma è messa a ferro e fuoco da questi e moltissimi Romani muoiono tra atroci sofferenze. Lo stesso papa si salva per miracolo, riuscendo a rinchiudersi appena in tempo tra le mura di Castel Sant’Angelo.

L’anno successivo il Papa, ripresosi in parte da quella devastazione, punisce i Colonna, che vengono spogliati dei loro averi nello Stato pontificio e colpiti dalla sua vendetta.

A tal fine il Papa riammette alla sua corte gli Orsini, storici rivali dei Colonna, e ordina loro di punirli in suo nome.

Sotto il comando dell’abate Napoleone Orsini, gli Orsini invadono e saccheggiano le terre abruzzesi dei Colonna.

L’esercito orsino giunge a Magliano dove si accampa. Poco dopo Napoleone Orsini inizia a guerreggiare con le truppe dei Colonna comandate da Scipione Colonna e composte da 1.200 uomini.

Alla fine della battaglia di Magliano, gli Orsini sconfiggono pesantemente le truppe colonnesi uccidendo 400 uomini, tra cui il comandante Scipione Colonna, e catturando gli altri 800.

Successivamente si muovono verso la Piana del Cavaliere, dove saccheggiano i centri della zona, specialmente Oricola.

La cittadina marsicana viene completamente distrutta e la popolazione barbaramente trucidata.

Dei 5.000 abitanti presenti si salvano solo 300, che si erano rifugiati poco prima dell’arrivo dell’esercito orsino nel castello di Carsoli, mai espugnato. Gli altri, compresi donne, bambini e uomini anziani, vengono tutti uccisi.

A questo punto gli Orsini lasciano il ducato di Tagliacozzo nelle mani dei Colonna, mentre assumono il pieno controllo della Piana del Cavaliere, ossia della baronia di Carsoli.

 

L’oblio dei Colonna nel Lazio 1528-59

I Colonna sia a Roma che nella Marsica subiscono un lungo periodo di oblio, nonostante cumulino molti onori e ricchezze alle dipendenze del re di Spagna.

Al contrario gli Orsini tornano prepotentemente sulla scena politica romana, mantenendo il controllo della baronia di Carsoli fino al 1557.

 

I Colonna si riprendono la baronia di Carsoli e tutti i loro vecchi territori 1557-59

Nel 1557 il Papato, dopo l’ennesima, violenta guerra con la Casa d’Asburgo (la cosiddetta guerra del Sale), stipula la pace di Palestrina, con la quale hanno termine molte questioni locali precedentemente irrisolte con la Spagna.

Tra queste questioni vi è quella dei possedimenti dei Colonna. Questi ultimi, nonostante l’accresciuto potere nella zona napoletana, non riescono a rientrare in possesso dei loro averi nel Lazio.

Il papa Paolo IV, fiero oppositore dei Colonna, si rifiuta di perdonare loro l’appoggio dato alla Spagna durante il sacco di Roma e cerca di ostacolarli in tutti i modi, anche favorendo gli Orsini.

I Colonna non ottengono quindi nulla con la pace di Palestrina: praticamente il Papato non restituisce loro nessuna delle loro antiche terre.

A questo punto i Colonna iniziano per proprio conto la guerra contro il Papato, rioccupando via via tutti i loro ex territori. Gli Orsini si schierano subito a fianco del Papa.

Per essere sicuri di vincere la guerra contro gli Orsini, i Colonna assumono alcuni combattenti esperti, come il conte Giovanni Battista De Leoni.

Giovanni Battista de Leoni è un valido capitano di ventura con una grossa esperienza militare, appartenente a una famiglia della media nobiltà marsicana, proprietaria dei feudi di Luppa e Val di Varri nella Marsica occidentale.

Negli anni 1557-59 i Colonna rioccupano quindi uno ad uno tutti i loro vecchi possedimenti sia in Abruzzo che nel Lazio. Al loro fianco vi sono i capitani di ventura che hanno assunto, come Giovanni Battista De Leoni.

Allo stesso tempo Giovanni Battista si affianca come assistente un certo Lelio Festa, un capitano di ventura spagnolo. Questo Festa si rivela un militare di tutto rispetto, capace e disciplinato e tenuto in gran considerazione da Giovanni Battista.

Nella Marsica i Colonna concentrano le loro truppe nella Piana del Cavaliere, occupata dal 1528 dagli odiati Orsini.

Nella Piana del Cavaliere i Colonna, sotto il comando del duca d’Alba, attaccano e invadono la rocca di Oricola e gli altri paesi limitrofi. Le truppe dei Colonna, attraverso feroci stragi e distruzioni dei paesi, riconquistano la zona di Carsoli, riannettendola ai loro domini abruzzesi.

Nel 1559, infine, dopo due anni di combattimenti il nuovo papa Paolo IV concede il suo perdono ai Colonna, a cui vengono restituiti tutti i beni a Roma e in Abruzzo.

I Colonna rientrano così in possesso anche del feudo della baronia di Carsoli.

 

Giovanni Battista De Leoni

Fra questi figura Giovanni Battista De Leoni, che si è dimostrato di valido sostegno nella lotta contro gli Orsini.

Come detto prima, i De Leoni sono una famiglia della media nobiltà, che però durante il XVI secolo vengono accumulando molti nuovi feudi, andando così a gestire un ampio territorio.

 

Aggiunte artistiche alla chiesa di Santa
Vittoria 1595-1600

La chiesa, ricostruita più grande in forma basilicale nel corso del XVI secolo, viene arricchita di nuove opere d’arte.

Della fine del XVI secolo sono i due altari tardo-rinascimentali (quello di destra è databile al 1595). Mentre del 1600 è la tela della Madonna del Rosario.

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XVII Secolo

 

La situazione politica della Marsica nel XVII secolo

Il XVII secolo si rivela assai duro e funesto per tutta la Marsica. Una serie di raccolti andati a male e la pressante oppressione fiscale degli Spagnoli (che controllano il Regno di Napoli e quindi anche l’Abruzzo), trascinano nella povertà assoluta moltissime famiglie. Questa situazione arriva a creare sentimenti di odio nei confronti degli Spagnoli, in quanto ritenuti incapaci di governare.

– La rivolta del 1647- 48

Nel 1647 dopo anni di scontento e animosità scoppia nel sud Italia una grande rivolta popolare contro il governo spagnolo.

La rivolta dilaga in breve in tutto il meridione raggiungendo anche l’Abruzzo dove trova terreno fertile. Nella Marsica la rivolta esplode in una sollevazione generale generando gravi episodi di scontri in diversi paesi marsicani.

A Celano viene addirittura occupato il castello che diventa la sede dei rivoltosi.

Tuttavia gli Spagnoli intervengono duramente e dopo un anno di scontri riescono ad avere la meglio sui rivoltosi.

A rivolta finita l’entusiasmo popolare scema e con esso ogni possibilità di cambiamento. A peggiorare la situazione arriva la peste del 1656.

 

La peste del 1656

I sentimenti di animosità cedono il posto alla disperazione e alla morte per il sopraggiungere della Peste.

La peste si presenta nel 1656 in modo misterioso e dilaga in brevissimo tempo in tutto il meridione, mietendo centinaia di migliaia di vittime.

Nella sola Marsica muoiono alcune migliaia di persone tra il 1656 e il 1657, interi paesi si svuotano.

In questo quadro di grande disagio e sofferenza, le chiese vengono prese d’assalto dalla gente, che cerca conforto nella preghiera, soprattutto durante la fase più acuta della peste.

Ci vorranno decenni perché la Marsica si riprenda sul piano demografico.

La Peste a Carsoli

A Carsoli la peste fa strage della popolazione. Dai 1.600 abitanti del 1655 si passa in pochi mesi a soli 300 abitanti.

 

La chiesa di Santa Vittoria nel XVII secolo

Nel corso del XVII secolo la chiesa di Santa Vittoria ha continuato a svolgere il suo ruolo di chiesa principale di Carsoli e della Piana del Cavaliere. Come tutti i luoghi religiosi presenti sul territorio, la chiesa di Santa Vittoria è stata molto frequentata durante la peste del 1656, da quanti, disperati, cercavano sostegno e conforto in quel momento così drammatico, nel timore di un trapasso imminente a causa della pestilenza in corso.

 

– Il restauro del 1676

Nel 1676 un nuovo restauro interessa la chiesa di Santa Vittoria, concentrandosi esclusivamente sulla facciata.

In pratica la vecchia facciata viene abbattuta e sostituita con
una nuova in un miscuglio di calce e mattoni, purtroppo senza alcun gusto artistico.

Qui citiamo anche due opere d’arte realizzate durante questo secolo e collocate nella chiesa. Si tratta di due tele, una riguardante la decollazione di San Giovanni Battista e l’altra raffigurante il martirio di San Sebastiano.

La rivolta dei carseolani contro Giovanni Festa.

Molti anni dopo la peste, nel 1686, a Carsoli abbiamo una forte rivolta popolare contro Giovanni Festa, signorotto locale. Facciamo un passo indietro di un anno e conosciamo meglio costui.

Giovanni Festa è discendente dei Festa – Da Leoni, vive a Carsoli ed è un personaggio crudele, che si accanisce in vario modo sulla popolazione locale e arriva anche a macchiarsi di omicidio.

Anni prima ha sposato Maria Nitoglia, una giovane appartenente ad una famiglia importante di Oricola.

Nel 1685 muore il padre della donna e lei eredita una cospicua somma di beni, che però a causa della presenza del fratello non può riscuotere.

Festa è uno scavezzacollo, che si diverte a infastidire le persone.

Ora mira all’eredità del suocero, per cui organizza l’omicidio del cognato, Benedetto Curzio Nitoglia, che viene ucciso in un’imboscata. Il suo omicidio rimane senza colpevoli, il che consente a Festa e alla moglie di prendersi tutta l’eredità del padre di lei.

L’omicidio del Nitoglia avviene a Carsoli, che si trova in una posizione particolare: giuridicamente fa parte del Regno di Napoli, dove la polizia è in completo dissesto, ma confina con il vicino Stato Pontificio.

Lo zio Giovanni Gregorio Da Leoni, cardinale residente a Roma, viene informato dell’omicidio perpetrato dal nipote, ma non può far nulla, in quanto fuori giurisdizione, per cui comanda di tenere sotto controllo il nipote. Questo interesse è legato anche alla possibilità che, morto il nipote, egli possa ereditare i feudi dell’area carseolana.

Arriviamo quindi alla rivolta popolare del 1686 contro Festa. I Carseolani, stanchi di Festa e del suo agire sempre dispotico e malvagio, si rivoltano contro lui, andando a stanarlo nel castello del paese.

Ma l’uomo, asserragliato dentro la sua residenza nel castello, è ben difeso dalle sue guardie e la rivolta viene respinta.

Le mire di Festa e il nuovo tentativo degli Orsini in Abruzzo

Giovanni Festa, sentendosi ben protetto e forte della sua notevole ricchezza, punta ora a prendersi anche Oricola.

Tra il 1687 e 1689, egli stringe un’alleanza segreta con gli Orsini, sempre desiderosi di penetrare in Abruzzo, e inizia poi a organizzare il suo piano contro il paese abruzzese.

I Colonna, avendo appreso da qualche tempo delle azioni di Festa, lo tengono sotto controllo.

Quando però vengono a conoscenza dell’alleanza fra lui e gli
Orsini, qualsiasi tentennamento scompare. I Colonna infatti sono da tempo in buoni rapporti con il cardinale Giovanni Gregorio De Leoni, soprattutto per contrastare l’ingerenza degli Orsini in Abruzzo, e saputo dell’alleanza di questi ultimi con Festa intervengono.

Nel 1690 le bande orsine penetrano in Abruzzo, attraversando indenni Carsoli, quindi si muovono verso Tagliacozzo. Giunte presso la chiesetta della Madonna di San Vincenzo le forze orsine cadono nell’imboscata, organizzata dal cardinale De Leoni insieme ai soldati mandati dai Colonna. De Leoni con i suoi soldati trucida le truppe degli Orsini.

Dopo di ciò si dirige a Carsoli dove, con sua grande meraviglia, il nipote gli organizza una trionfale entrata nel paese. Lo zio però non si fa abbindolare dal nipote e, dopo la festa, lo uccide dichiarandolo connivente con gli Orsini.

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XVIII – XIX Secolo

 

I terremoti d’inizio XVIII secolo

Nel XVIII secolo avvengono nel Centro Italia importanti terremoti, come quello dell’Aquila del 1703 e quello della Majella del 1706.

Questi sismi arrivano a scuotere profondamente anche la Marsica, determinando in molti casi crolli o danni in edifici antichi come le chiese o i vecchi abitati.

Anche a Carsoli questi sismi sono stati avvertiti distintamente, ma dalle notizie in nostro possesso non sembra abbiano creato gravi problemi ai monumenti locali o al centro abitato.

 

Restauro settecentesco

Anche se a quanto pare la chiesa di Santa Vittoria non ha riportato danni dai sismi, nel Settecento viene comunque sottoposta a restauro nella parte della torre campanaria.

Fino a metà del secolo, infatti, la torre era ancora piuttosto bassa, poi con il nuovo restauro viene alzata di oltre un terzo rispetto alla precedente struttura, adeguandola così alla grandezza della chiesa nel suo complesso, decisamente notevole nell’ambito del territorio marsicano.

 

1 occupazione francese

Nel 1798 i Francesi giungono a Napoli e invadono l’intero territorio. Tuttavia trovano una forte opposizione popolare che non permette loro una serena operosità di lavoro.

Anzi l’animosità degli abitanti del meridione italiano
aumenta con il tempo, costringendo alla fine i Francesi a lasciare per ora Napoli nel 1800.

 

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XIX Secolo

 

2 occupazione francese

Nel 1806 dopo alcuni anni i Francesi ritornano nel regno napoletano invadendolo nuovamente e cacciandone i Borbone

La nuova occupazione dura fino al 1815 e ciò consente loro di fare delle riforme che aprono a un nuovo capitolo di storia.

Viene innanzitutto abolita la feudalità nel 1806. Questo nella Marsica si traduce nella fine del ducato di Tagliacozzo e nella fine del governo dei Colonna.

Con il secondo periodo di occupazione francese del Regno di Napoli, avvengono importanti riforme, tra cui l’abolizione nel 1806 del feudalesimo.

Sul piano amministrativo i Francesi creano il distretto di Avezzano a cui Carsoli viene a ricadere.

Nell’ambito di Carsoli invece abbiamo l’accorpamento dei paesi di Oricola, Pereto e Rocca di Botte intorno a Carsoli.

Insieme a ciò vengono avviate riforme sul piano economico, che consentono in breve una certa ripresa economica, che però termina con la fine del governo francese.

 

Il periodo borbonico

Nel 1815 il governo francese napoletano decade dopo la fine di Napoleone in Francia. Ciò porta al ritorno del vecchio re Ferdinando nella nuova dicitura di re delle Due Sicilie.

Durante il periodo borbonico l’economia continua a non andare bene, non consentendo uno sviluppo del territorio carseolano.

Contemporaneamente però si giunge a soluzione nel problema delle escrescenze del Lago Fucino, dapprima in modo provvisorio con semplici ripuliture di argini e poi negli anni 1850 si ha l’impresa del banchiere Torlonia che si prende carico di prosciugare il lago Fucino in cambio della proprietà delle terre che emergeranno in seguito. Così nel 1854 sono avviati i lunghi lavori di prosciugamento del lago.

 

Caduta dei Borbone e nascita del regno d’Italia

I Borbone vengono detronizzati nel 1860 in seguito alla rivoluzione garibaldina. Successivamente Garibaldi spinge il meridione italiano a unirsi al Nord nella formazione della nazione italiana.

L’anno dopo nel 1861 viene proclamato il nuovo regno d’Italia sotto lo scettro dei Savoia.

 

La chiesa di Santa Vittoria nel XIX secolo

La chiesa di Santa Vittoria nell’arco del XIX secolo continua ad essere un fondamentale punto di riferimento sociale e religioso della comunità di Carsoli, sulla quale esercita un’influenza profonda.

Nel 1871, la chiesa si conferma come la chiesa parrocchiale del paese di Carsoli retta da un arciprete e da quattro canonici, poi ridottisi a tre, perché in seguito un canonicato viene unito all’arcipretura.

 

La lotta al brigantaggio

Il nuovo stato italiano per niente solido ha bisogno di strutturarsi e consolidarsi in tutte le direzioni, compreso al livello interno nella lotta al brigantaggio.

Ne seguono anni dolorosi di guerra civile fra le truppe del nuovo esercito nazionale e le bande di briganti presenti in tutto l’Appennino meridionale e centrale.

In questo senso Carsoli e il suo territorio si pongono al centro di questa lotta poiché nel 1861 per un breve arco di tempo alcune bande di briganti si accordano con il re Francesco II per creare rivolte nel centro Italia che servono da base per una rivolta più ampia.

Ebbene le rivolte dovevano partire dall’Abruzzo o meglio dalla Marsica punto di collegamento fra il Lazio papale e l’ex regno. Carsoli doveva quindi fungere da ponte per questo piano.

Ma il piano fallisce sia per la forte presenza di polizia sia per l’abbandono da parte delle bande di briganti, che tornano in breve a compiere razzie nei paesi, privandosi in ciò anche dell’appoggio popolare

Nell’arco di dieci anni, l’esercito sconfigge i briganti e nel 1870 questi risultano completamente sgominati.

 

Carsoli alla fine del secolo

In questa fase Carsoli vede la nascita della ferrovia che la mette in collegamento con Roma e altri centri dell’Abruzzo.

Per la cittadina abruzzese questo significa un grande salto di qualità che porta sul lungo percorso maggiore progresso.

Sul piano sociale la situazione economica stangnante spinge molti a emigrare all’estero in cerca di fortuna. E’ l’inizio della 1
grande emigrazione.

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XX Secolo

 

Carsoli ad inizio ‘900

Carsoli all’inzio del ‘900

(Immagine da video YOUTUBE “CARSOLI ANTICA – ALBUM STORICO” – https://www.youtube.com/watch?v=aPXvOA7RFmI)

 

Qui possiamo osservare Carsoli all’inizio del secolo XX prima del terremoto del 1915.

 

La chiesa di Santa Vittoria diventa monumento nazionale

La chiesa di Santa Vittoria a inizio ‘900

(Immagini da video YOUTUBE “CARSOLI ANTICA – ALBUM STORICO” – https://www.youtube.com/watch?v=aPXvOA7RFmI

 

Lo Stato italiano, in considerazione dell’importante storia che questa chiesa porta con sé, la dichiara monumento nazionale nel 1902.

 

Terremoto del 1915

Nel 1915 abbiamo il terribile terremoto di Gioia dei Marsi che porta morte e distruzione in tutta la Marsica, radendo al suolo interi paesi e causando la morte di 30.000 persone.

A Carsoli si registrano diversi danni e alcuni feriti, ma la
cittadina fortunatamente non soffre il grave disagio, che sta patendo il resto della Marsica, specialmente le zone del Fucino e della Valle Roveto. In qualche modo sono molte le strutture della cittadina che hanno retto al terremoto.

Il sisma per fortuna provoca solo danni superficiali alla chiesa di Santa Vittoria.

 

Carsoli durante il Fascismo

Negli anni del Fascismo viene avviato in ambito locale un restauro delle strutture danneggiate dal precedente sisma, che però viene bruscamente interrotto qualche anno dopo per il sopraggiungere della seconda guerra mondiale.

La 2 guerra mondiale

Nel 1940, l’Italia entra in guerra come alleata della Germania, ma dopo tre anni perde su tutti i fronti, producendo l’invasione alleata nel Sud della penisola nel luglio 1943 e il crollo del regime fascista nello stesso mese, a cui segue il crollo della monarchia in settembre.

 

I duri mesi del 1943-44

Subito dopo i Tedeschi invadono la penisola da nord attestandosi fino al basso Lazio e creando la Linea Gustav, che separa l’Italia del sud nel frattempo liberata dagli Alleati.

Tra l’ottobre 1943 e il giugno 1944 i due eserciti si affrontano sugli Appennini con enormi costi di vite umane.

Nel frattempo, c’è la popolazione che subisce da una parte gli attacchi aerei alleati e dall’altra le angherie del regime poliziesco tedesco.

Carsoli come altri paesi marsicani viene distrutta dai bombardamenti alleati e saccheggiata dai Tedeschi.

– La liberazione

Nei primi giorni del 1944 i soldati alleati sfondano la linea Gustav e penetrano in tutto il centro Italia.

Roma è liberata il 4 giugno 1944, mentre la Marsica tra il 10 e il 12 giugno

Ad aprile del 1945 l’Italia è completamente liberata e si avvia verso un nuovo capitolo della sua storia.

 

I danni della guerra

Carsoli esce dalla guerra pesantemente danneggiata e anche la chiesa di Santa Vittoria risulta gravemente lesionata.

 

La ricostruzione

Carsoli viene ricostruita fin da subito nelle parti distrutte dai bombardamenti. La ricostruzione partita nel 1945 si trascina qualche anno, all’incirca fino ai primi anni 50’.

 

Restauro del Secondo dopo guerra

Dopo la guerra la chiesa di Santa Vittoria viene restaurata in modo quasi uguale a prima del conflitto. Ciò si rende possibile grazie anche alle immagini fotografiche precedenti, che fungono da guida per l’intervento.

 

Carsoli alla fine del XX secolo

La chiesa di Santa Vittoria negli ani ’70 del secolo scorso.

(Immagine da video YOUTUBE “CARSOLI ANTICA – ALBUM STORICO” – https://www.youtube.com/watch?v=aPXvOA7RFmI)

 

Negli anni ’70, dopo 20 anni di ricostruzione Carsoli vede la nascita della importantissima infrastruttura dell’autostrada A24, che le consente un collegamento molto veloce con il resto dell’Abruzzo, ma soprattutto con Roma.

Il nuovo collegamento fa da volano a un lento ma costante miglioramento della situazione economica, che negli anni ’80 sfocia per Carsoli in vero e proprio boom industriale insieme a tutta la Marsica.

Questo si accompagna a un lungo processo di recupero della memoria storica locale, che si esplica attraverso nuove iniziative culturali e sociali.

 

La chiesa di Santa Vittoria alla fine del XX secolo

La chiesa di Santa Vittoria mostra una grande sensibilità nell’accompagnare lo sviluppo della zona carseolana favorendo nuove iniziative sociali e ponendosi anche come protagonista dei nuovi movimenti culturali.

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XXI Secolo

La chiesa di Santa Vittoria a inizio XXI secolo

Anche in questo nuovo secolo la chiesa di Santa Vittoria, oltre a rimanere un fondamentale presidio religioso per la comunità locale, ha continuato in modo efficace a porsi come centro di recupero della sua storia e della sua cultura, appoggiando le numerose iniziative nate in questo ambito.

La chiesa di Santa Vittoria oggi. (Immagine personale)

 

 


 

STRUTTURA DELLA CHIESA DI SANTA VITTORIA DI CARSOLI

 

Ubicazione

La chiesa di Santa Vittoria si trova al centro del paese di Carsoli e riveste il ruolo di chiesa parrocchiale

 

 

Pianta

La chiesa di Santa Vittoria ha un impianto a croce latina.

 

 

Struttura interna

La chiesa si presenta con tre navate, suddivise da due file di possenti colonne, con un abside semicircolare nella parte in fondo.

 

Navata centrale

La navata centrale risulta coperta in quattro campate con capriate lignee a vista e con volta a crociera.

 

Navata centrale della chiesa di Santa Vittoria. (Immagine personale)

 

Nella parte in fondo della navata centrale troviamo la zona presbiteriale, che risulta rialzata di un gradino rispetto al piano di calpestio e che contiene l’altare maggiore, che si caratterizza per avere nella parte dietro in alto un importante croce lignea, alla base della quale troviamo l’organo. Il pulpito è opera del maestro Gervasi di Collo.

 

Altare maggiore (Immagine personale)

 

 

Navata destra

Navata laterale destra. (Immagine personale)

 

La navata destra ha una copertura in semicapriate e ospita ben quattro cappelle, lo stesso numero della navata sinistra. Come la navata sinistra termina con un altare sullo sfondo. Sullo sfondo a destra tra le cappelle osservate sembra essercene una dedicata a San Papa Pio X.

 

Cappella di San Pio X?. (Immagine personale)

 

Navata sinistra

Navata laterale sinistra. (Immagine personale)

 

La navata sinistra ha una copertura con semicapriate e presenta quattro cappelle terminando con una di queste.

 

Cappella terminale della navata sinistra. (Immagine personale)

 

Sul piano strutturale la chiesa è fatta in muratura portante di pietrame con rivestimento di mattoni a faccia vista. Il tetto risulta a falde nelle navate e poligonale nell’abisde con manto di copertura in coppi. Il pavimento è in piastrelle di cotto e marmo bianco.

 

 

Facciata

Facciata della chiesa di Santa Vittoria di Carsoli. (Immagine personale)

 

La facciata della chiesa si presenta, in stile medievale, con un profilo a capanna divisa in due livelli da cornici orizzontali. L’intera facciata è rivestita da mattoni a faccia a vista

Ogni livello è caratterizzato da sei lesene con gli angoli in pietra squadrata di colore bianco.

Nel livello più alto al centro tra le sei lesene troviamo una finestra quadrata, da cui penetra luce all’interno.

Nel livello più basso vi sono i tra portoni d’ingresso, uno per ogni navata.

Il portone d’ingresso principale posto in asse con la finestra sovrastante e incorniciato da pietra timpanato.

 

Portale principale. (Immagine personale)

 

Anche gli altri portoni laterali risultano in pietra timpanato, con fregi di animali inseriti nelle cornici.

 

Portale d’ingresso della navata sinistra. (Immagine personale)

Portale d’ingresso navata destra. (Immagine personale)

 

Torre campanaria

Immagine del campanile di Santa Vittoria (Immagine personale)

 

La torre campanaria è a pianta quadrata rivestita in mattoni. Questa è posta sul fronte sinistro staccata della chiesa da un vano. La cella campanaria  risulta con trifore e orologio nelle facce. La copertura è a cuspide piramidale. Caratteristica è la presenza di finestre con cornici timpanate nella facce al di sotto della cella campanaria.

 

 

 

 

 


BIBLIOGRAFIA

1) https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-4-aquila/citta-1463-carsoli/1142-chiesa-di-santa-vittoria

2) http://www.carsoli.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=32&phpMyAdmin=253a5892176f40771ad1b46998e39ee1

3) Rivista Lumen

 


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