OPI – CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA 2

 

 

 


STRUTTURE E MONUMENTI DI OPI


 

POSIZIONE DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA DI OPI

 

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STORIA DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA DI OPI

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XII Secolo

 

– La nascita della chiesa di S. Maria Assunta

A metà del XII secolo nasce la chiesa di Santa Maria Assunta, che diventa da subito la chiesa madre del paese di Opi. La struttura religiosa è stata edificata in cima al borgo, che domina con la sua mole l’intero borgo. 

 

 

– Opi a metà XII secolo 

Dopo il 1143, Opi è un paese facente parte della contea di Valva, soggetta alla famiglia Di Sangro che ha in Pescasseroli il suo centro principale.

In altre parole sembrerebbe che Opi dipenda da Pescasseroli sotto il profilo amministrativo. 

 

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta a fine XII secolo

La bolla di papa Clemente III del 1188 conferma la presenza della chiesa di Santa Maria Assunta di Opi.

Nella stessa bolla sono annoverate anche le chiese di San Rocco, Santa Maria delle Grazie e la chiesa di S’Elia, costruita nella zona di “Casali di Opi”.

L’ultima chiesa nominata ovvero la chiesa di S’Elia si ha notizia di essa ancora nel 1324 ma poi se perdono le tracce e quindi probabilmente è stata abbandonata o distrutta da qualche sisma.

 

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XIII Secolo

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta nel XIII secolo

Nel XIII secolo, la chiesa di Santa Maria Assunta continua ad essere il principale punto di riferimento religioso e sociale di Opi. Qui la popolazione si raccoglie in preghiera, ma dopo le funzioni religiose la popolazione di confronta sui problemi vari del paese.

 

 

– Gli Angiò sostituiscono gli Svevi

Nel corso della seconda parte del secolo gli Svevi vengono sconfitti ripetutamente dagli Angiò in due successive battaglie, ovvero la battaglia di Benevento nel 1266 e quella di Tagliacozzo nel 1268.

Alla fine dell’ultima battaglia Carlo si consolida come nuovo sovrano di Napoli e in questa veste si vendica di alcune famiglie nobili che non lo hanno appoggiato e di alcuni territori a lui fortemente ostili.

 

 

– Le riforme di Carlo I

Nel 1273 Carlo I d’Angiò, nuovo re di Sicilia, vara alcune riforme amministrative tra le quali la divisione dell’Abruzzo in due regioni fiscali: la provincia dell’Abruzzo Ulteriore e la provincia dell’Abruzzo Citeriore.

Opi appartiene all’Abruzzo Citeriore con capoluogo Chieti. A Chieti vi sarà quindi la sede di riscossione delle imposte del regno siciliano anche per la zona di Opi.

 

 

– Dai Di Sangro ai D’Aquino

Poco tempo dopo i Di Sangro si estinguono nel loro ramo principale. A questi succedono i D’Aquino, giovane famiglia in ascesa.

 

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XIV secolo

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta nel primo XIV secolo

Nel secolo XIV non abbiamo attualmente notizie dirette della chiesa, ma è logico supporre che essa continui a svolgere serenamente la sua funzione religiosa nella comunità di Opi.

 

 

– Terremoto del 1349

Nel 1349 un tremendo terremoto colpisce il Centro Italia, dove in numerosi centri si verificano crolli e decessi. Riguardo  ad Opi, le fonti storiche non forniscono notizie precise sugli eventuali danni del sisma su Opi e la chiesa di Santa Maria Assunta.

È probabile però, vista la forza del terremoto, che questo si sia risentito anche nell’Alta Valle del Sangro causando molti danni materiali.

 

 

– Restauro della chiesa di S. Maria Assunta

Pur non disponendo di notizie dirette, ma vista l’importanza della calamità sismica siamo portati a credere che il paese e la chiesa siano stati se non ricostruiti, quanto meno restaurati.

 

 

– I D’Aquino alla guida della baronia di Pescasseroli

Sul piano politico locale, nel secondo Trecento i D’Aquino continuano ad essere la famiglia guida della baronia di Pescasseroli. Sembrerebbe che questo periodo sia una fase tranquilla per il territorio di Pescasseroli e Opi dopo le diverse traversie subite a metà secolo.

 

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XV secolo

 

– I D’Aquino di Pescasseroli 

All’inizio del ‘400 troviamo ancora i D’Aquino quale famiglia guida di Pescasseroli e Opi. Questi continuano a gestire con tenacia il territorio dell’alta Val di Sangro e questo pur esendo un territorio di montagna va abbastanza bene.

 

 

– Terremoto dell’Irpinia del 1456

Nel 1456 un nuovo tremendo terremoto si abbatte sul Centro Italia, con epicentro in Irpinia. Il forte sisma scuote tutta la Marsica, producendo danni in tutto il territorio, specialmente nella Piana del Cavaliere.

A Opi la scossa è avvertita distintamente, producendo danni enormi all’intero patrimonio edilizio della città. La chiesa di Santa Maria Assunta viene distrutta.

Successivamente, la chiesa viene restaurata insieme all’intero paese nella seconda metà del Quattrocento. 

 

 

– Ricostruzione della chiesa di Santa Maria Assunta

La chiesa di Santa Maria Assunta viene ricostruita dopo il tremendo terremoto irpino. La ricostruzione molto probabilmente avviene secondo lo stile del tempo apportando migliorie più moderne alla struttura.

 

 

– Dai D’Aquino ai D’Avols

Nel 1460 muore Francesco III D’Aquino e la baronia di Pescasseroli, di cui fa parte anche Opi, viene ereditata dalla sorella Antonella. Antonella D’Aquino è sposata dal 1452 con Inico d’Avalos, un importante nobile spagnolo venuto in Italia insieme ai fratelli al seguito di Alfonso V d’Aragona, divenuto poi re di Napoli.

La consistente eredità di cui dispone Antonella viene interamente trasmessa al marito e ai figli. A questo punto Inico d’Avalos diventa nuovo barone di Pescasseroli insieme a tutti gli altri titoli di cui dispone.

I d’Avalos, con Inico e Antonella, pattuiscono con gli abitanti di Pescasseroli le prime leggi dei Capitoli e delle Franchigie.

 

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XVI secolo

 

– Opi e la chiesa di S. Maria assunta nel XVI secolo

Durante la prima metà del XVI secolo sotto i governi di Fernando Francesco I e poi del cugino Alfonso III, Pescasseroli conosce una certa stabilità, che vede un maggiore sviluppo della transumanza e contemporaneamente una certa crescita demografica.

I due d’Avalos, specie Fernando Francesco, non s’interessano direttamente della baronia di Pescasseroli, visto lo scarso valore economico, ma delegano nella gestione dei loro rappresentanti. Quindi è merito anche di costoro se Pescasseroli conosce un piccolo miglioramento.

 

 

– Francesco Ferdinando D’Avols

Nel 1546 diventa nuovo barone di Pescasseroli Francesco Ferdinando, e con lui comincia una lunga fase di decadenza. Probabilmente a causa dei debiti contratti per le enormi spese di rappresentanza, i d’Avalos affittano ad altri nobili l’usufrutto della baronia di Pescasseroli. Ne nascono così le gestioni di Mattia Branca (1562-92) e di Fabio D’Afflitto (1592-95).

 

 

– Terremoto di Pescasseroli del 1579

Nel  1579 un nuovo terremoto scuote Pescasseroli e sembra che il paese sia l’epicentro del sisma. Pur citato in varie fonti, il terremoto non viene ben descritto, tuttavia da quanto rilevato sembrerebbe che sia di magnitudo 4,5 Mw.

Quindi non si tratta di un terremoto violento, ma comunque di forza sufficiente a provocare molti danni nella zona epicentrale, che sembra essere proprio Pescasseroli, o comunque l’Alta Val di Sangro.

Dalle fonti sappiamo che il sisma produce danni consistenti all’abitato del paese e ai suoi monumenti. 

Riguardo ad Opi il terremoto non viene citato in nessuna fonte consultata, ma essendo il fenomeno su scala locale ed essendo Opi a pochissima distanza da Pescasseroli, è logico presumere che anche qui si sia sentito distintamente producendo danni.

È probabile però che qui gli effetti, per qualche ragione geologica, siano stati scarsi o comunque non gravi come a Pescasseroli, il che spiegherebbe perché nelle fonti riguardanti Opi il sisma non viene citato. Ma questa ricostruzione rimane per ora solo al livello di supposizioni, che andrebbero verificate sulla base di ulteriori riscontri.

Non sappiamo quindi se il terremoto di Pescasseroli abbia prodotto danni alla chiesa di Santa Maria Assunta, ma se ciò è avvenuto i danni sono stati certamente riparati in fretta.  

 

 

– Le chiese di Opi nel 1583

Come detto prima non conosciamo al momento gli effetti del sisma su Opi e la chiesa di Santa Maria Assunta. Sicuramente ha inciso anche qui seppur come meno effetto.

Da un documento del 1731 sappiamo invece che a Opi sussistono nel 1583 ben cinque chiese. La prima è la chiesa madre di Santa Maria Assunta, la chiesa di San Rocco, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, la chiesa di S. Elia e la chiesa di San Nicola probabilmente costruita fra il XV e XVI secolo. Quest’ultima chiesa sarebbe posizionata nelle vicinanze del Mulino di Opi, quindi fuori del centro abitato.

Ciò che si evince quindi da questo documento è che se queste chiese sono presenti a Opi dopo il terremoto di Pescasseroli del 1579, non resta che ammettere che il sisma qui si è sentito bene, ma ha avuto effetti molto meno disastrosi che a Pescasseroli.

 

 

– Il ritorno dei Di Sangro

Alla fine del secolo troviamo gli abitanti di Pescasseroli scontenti della pessima gestione di Mattia Branca, rivogliono i d’Avalos e, poiché questi hanno problemi economici, si autotassano raggiungendo la cifra di 4.500 ducati.

Vanno quindi dai d’Avalos e offrono loro i 4.500 ducati raccolti in cambio del loro ritorno al governo di Pescasseroli.

Nel 1595 Alfonso IV ritorna alla guida di Pescasseroli, ma nel 1596 muore e il governo passa alla figlia Isabella, che incarica la madre come tutrice dei beni.

Lavinia d’Avalos, vedova di Alfonso IV, vende poi la baronia di Pescasseroli a Giovan Giacomo Di Sangro, con il quale si ha il ritorno dopo tre secoli della famiglia fondatrice del feudo. Giovan Giacomo appartiene a un ramo collaterale dei Di Sangro, sopravvissuto all’estinzione degli altri rami familiari.

 

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XVII Secolo

 

– Gli ultimi Di Sangro 

Giovan Giacomo Di Sangro governa Pescasseroli fino alla morte avvenuta nel 1607. A lui succede per soli due anni il fratello Ottavio, che muore nel 1609. A questo punto erede di tutto è la sorella dei due, Andreana. 

 

 

– Opi e Pescasseroli sotto Andreana Di Sangro

Andreana Di Sangro, ultima della sua stirpe, governa la baronia di Pescasseroli per vent’anni e lo fa cercando di curare il territorio nel miglior modo possibile, ma la grave crisi economica generale non consente una felice gestione.

In questo periodo abbiamo condizioni climatiche non buone e ciò causa cattivi raccolti, che spesso vanno perduti. A ciò si somma l’alta tassazione imposta dagli Spagnoli in tutto il meridione italiano spingendo molte famiglie contadine alla povertà assoluta.

Non sono anni facili per l’Alta Val di Sangro, d’altronde neppure il resto del Sud Italia si trova in condizioni migliori, per cui ci si arrangia alla meglio.

Ebbene questo arrangiarsi alla meglio porta all’avvio dapprima lento poi più veloce di una nuova fase di sviluppo economico incentrata sull’industria armentizia o meglio sulla produzione e commercio della lana di pecora.

Sono infatti molte le famiglie dell’Alto Sangro che in piccolo e in grande allevano pecore, usufruendo dei meravigliosi pascoli presenti in queste zone della Marsica, nonchè di una tassazione agevolata che consente questa produzione.

Ciò porta queste famiglie ad ottenere dei buoni introiti e a trasformarsi nella nuova classe dirigente locale, i cui membri dopo poche generazioni saliranno alla ribalta come grandi imprenditori, proprietari terrieri e infine nobili.

Opi da parte sua è un feudo molto piccolo, non in grado di competere con i più prosperosi paesi di Scanno o Pescasseroli, ma comunque in grado di assicurarsi un futuro dignitoso.

Purtroppo però per poter vedere i pieni frutti di questa attività economica bisognerà attendere a lungo a causa della complessità della grave crisi economica e poi del passaggio della Peste.

 

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta ad inizio ‘600

La chiesa madre di Opi ad inizio ‘600 rimane il fulcro della vita civile e religiosa del paese. Qui avvengono i principali battesimi, funerali e matrimoni e intorno alla chiesa si confronta la popolazione circa i problemi del paese.

E’ vero che a Opi esistono altre strutture religiose, ma molte di queste sono posizionate al di fuori del paese e quindi questa struttura è l’unica deputata alle principali funzioni religiose.

Dal documento del 1731 sappiamo che il 15 agosto è la festa religiosa di Santa Maria Assunta e quindi in un certo senso la principale festa religiosa del paese.

In questo tempo oltre alla crisi economica ben presente anche in questa zona della Marsica, la vita civile di Opi, come gli altri paesi della zona, è dettata dai ritmi della vita religiosa, quindi feste ed usanze varie sono sempre a carattere religioso. 

In questo contesto i sacerdoti di Opi, che si occupano delle chiese del paese e dei suoi dintorni, rappresentano un’autentica istituzione in quanto qualsiasi cosa avvenga, avviene intorno a loro.

 

 

– La fine della baronia di Pescasseroli

Andreana Di Sangro muore nel 1630 senza eredi. A questo punto la baronia di Pescasseroli si smembra e ogni paese diventa un feudo baronale a sé stante poiché, non essendoci eredi diretti dell’intero possedimento, questo passa allo Stato spagnolo.

Lo Stato, a sua volta, comincia a rivendere al primo offerente ogni paese precedentemente inserito nella baronia di Pescasseroli, aumentando la frammentazione del territorio.

Si aprono così una serie di passaggi di proprietà diversi da paese a paese. I proprietari di Pescasseroli non sono gli stessi di Opi e così via per tutti i paesi dell’ex baronia.

 

 

– L’arrivo dei D’Orazio a Opi

Nel caso di Opi, il paese, dopo un brevissimo regime demaniale e alcuni passaggi di proprietà di corta durata, giunge nelle mani di Francesco Antonio D’Orazio che compra il feudo di Opi. Opi rimane a questa famiglia per via femminile fino al 1723.

 

 

– Opi e le sue chiese nel primo ‘600 

Opi pur essendo sempre stato un piccolo villaggio di montagna era comunque abbastanza organizzato con delle proprie chiese e delle proprie strutture.

Iniziamo dalle chiese. Da un documento del 1731 e un altro del 1188 sappiamo che ad Opi sono sempre esistite fino al terremoto del 1915 ben tre chiese storiche. Facendo comunque riferimento allo stesso documento sappiamo che nel 1583 sono presenti in Opi ben cinque chiese che però nei successivi secoli sono diminuite a tre. Per cui a inizio ‘600 le chiese sul suolo di Opi sono cinque.

La prima è la chiesa di Santa Maria Assunta, la chiesa madre, la seconda è la chiesa di San Rocco posizionata appena fuori del paese, la terza chiesa di Santa Maria delle Grazie distante 200 passi dal paese, e le chiese di S. Elia e S. Nicola anche queste posizionate fuori del paese.

Sul piano ecclesiastico sempre dagli stessi documenti si evince che nel ‘600 e ‘700 ad Opi vi erano tra i 6 e gli 8 sacerdoti, a volte in lite fra loro.

Dal documento del 1731 veniamo a conoscenza di fatti che hanno riguardato il primo ‘700 e di conseguenza abitudini e situazioni che si avviano nel ‘600, quindi in occasione dell’inizio di Opi come feudo indipendente.

Difatti Opi, divenuta più o meno dal 1630 feudo per conto suo, viene ad avere un proprio catasto (di cui al momento non conosciamo la data d’istituzione) e quindi proprie regole.

Per esempio sul piano religioso-civile, se si è inteso bene, pare che ad Opi gli ufficiali del Catasto (chiamati Prefetti) erano tenuti a rendicontare al Sacerdote, curatore dei titoli, tutti gl’introiti del paese.

Dallo stesso documento si viene a sapere che in Opi esistono nel XVII e XVIII secolo due confraternite, la prima è la Confraternita del Rosario e l’altra la Confraternita del Suffragio.

Mentre sul piano strutturale sappiamo che Opi possiede una piccola struttura ricettiva definita Ospedale. 

 

 

– L’economia di Opi nel ‘600

Come accennato prima nel primo ‘600 la situazione economica generale è assai precaria a causa dell’alta tassazione spagnola e di una serie di raccolti andati a male.

Riguardo alla nascita dell’industria armentizia è ancora in una fase iniziale e quindi non ancora maturaa per vederne un effettivo sviluppo.

 

 

– Terremoto di Sora

Nel 1654 si verifica un violento sisma si verifica a Sora, riducendo tutta la zona a un cumulo di macerie.

Il sisma, molto forte (6,3 Mw), fa sentire fa sentire i suoi effetti anche nella Marsica, specialmente a Pescasseroli e Opi.

Sappiamo infatti che ad Opi i danni sono consistenti e molti edifici sono crollati. Tra questi figura la chiesa di Santa Maria Assunta, e anche le altre chiese della zona opiana.

 

 

– La ricostruzione della chiesa di Santa Maria Assunta

Dopo la catastrofe del terremoto, nonostante la fase economica gravemente compromessa si procede alla ricostruzione del paese, compresi i suoi simboli a cominciare dalla chiesa madre di Santa Maria Assunta.

I lavori durano due anni dal 1654 al 1656, e vedono la ricostruzione della chiesa in puro stile barocco, ovvero nello stile vigente dell’epoca.

L’unica parte rimasta in piedi dell’antica chiesa romanica è il campanile che ne simboleggia la lunga storia iniziata nel XII secolo.

 

 

– La Peste

I lavori della chiesa di Santa Maria Assunta si concludono nel 1656, lo stesso anno in cui si diffonde la terribile peste che miete centinaia di migliaia vittime in tutto il Meridione italiano.

I morti di Peste nella sola Marsica si aggirano intorno alle 4.000 unità. Interi paesi si svuotano o subiscono un crollo della popolazione. A Opi si contano numerosi morti come in tutti i centri della Marsica.

La popolazione che sopravvive alla pestilenza, sia ad Opi che nel resto della Marsica, esce da questa esperiena gravemente depressa e impaurita. Ci vorranno diversi decenni prima che questo senso di morte si attenui e la popolazione torni a crescere al livello domografico.

 

 

– I D’Orazio

Sul piano politico i D’Orazio continuano a governare Opi. Dopo la morte di Francesco Antonio D’Orazio nel 1665, è la sorella Maria insieme al marito Leonardo Notamurzio a ereditare il feudo.

Anni dopo Maria D’Orazio muore senza eredi ed è l’altra sorella Apollonia D’Orazio ad avere la baronia di Opi. Ella, con il marito Donato Angelo De Angelis, governerà Opi fino all’inizio del Settecento.

 

 

– Il brigantaggio a Opi

Sul piano sociale la ripresadi Opi dopo il terremoto e la peste è frenata dai ripetuti assalti dei briganti che infestano la zona.

Il fenomeno del brigantaggio diventa talmente tanto grave che nel 1672 il governo spagnolo invia l’esercito per risolvere il problema. Tuttavia il fenomeno perdura tra alterne vicende ancora molto a lungo.

 

 

– La crescita dell’industria armentizia e la ripresa economica

Nonostante il freno sociale dato dal brigantaggio si fa strada la ripresa economica impersonata dalla crescita dell’industria armentizia.

Per Opi lo sviluppo dell’industria armentizia significa la rinascita, in quanto seppure lentamente a causa delle numerose problematiche del territorio, essa cresce e prospera.

Sono diverse le persone che in piccolo e in grande riescono a sfamarsi grazie all’allevamento delle pecore. La lana che da questi deriva consente ai suoi proprietari di arricchirsi e quindi al paese di prosperare.

Ancora per tutti gli anni 1660 e 1670 l’industria armentizia non riesce a svilupparsi a pieno, però con il tempo e l’attenuarsi del brigantaggio consentono a questa di crescere.

D’altronde il territorio di Opi è perfetto per questa attività grazie ai numerosi e splendidi pascoli qui presenti. Un numero sempre crescente di piccoli proprietari sfruttano bene quest’attività consentendo al territorio di Opi e Pescasseroli di divenire alla fine del XVII secolo una delle zone più dinamiche d’Abruzzo sul piano economico.

 

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XVIII Secolo

 

 

– I terremoti d’inizio secolo

All’inizio del XVIII secolo una serie di violente scosse sismiche si verificano in Abruzzo, producendo molti danni nella Marsica e ancora una volta nella zona dell’Alta Val di Sangro. 

Le scosse sismiche di cui parliamo sono il terremoto dell’Aquila del 1703 e della Majella del 1706. Entrambe le scosse sismiche sono ben superiori al 6 Mw e nell’epicentro dove avvengono producono danni importanti.

Nel primo caso si ha la distruzione dell’Aquila non nuova a questa situazione, e nel secondo si ha la distruzione di Sulmona il centro più vicino all’epicentro della scossa del 1706.

Come detto il sisma si riperquote in tutta la regione e centro Italia in generale. La Marsica tutta è la prima zona a risentire di queste scosse con gravi danni ai centri abitati. Sicuramente non parliamo di distruzioni importanti come avviene all’Aquila e Sulmona però i danni sono consistenti seppure diversi da zona a zona. Non dimentichiamo che la Marsica è una zona d’Abruzzo assai variegata all’interno, con pianure, colline e alte montagne che danno risposte sismiche diverse.

 

 

– Effetti dei terremoti del 1703 e 1706 su Opi

I terremoti del 1703 e del 1706 sono stati assai violenti, ma qui a Opi e Pescasseroli pare sia stato il sisma del 1703 a provocare i danni maggiori con diverse vittime.

Essendo avvenuto ciò anche il patrimonio immobiliare ne ha risentito e quindi le sue chiese hanno avuto dei danni. 

 

 

– Restauro della chiesa di Santa Maria Assunta

Pur non avendo dati di riferimento siamo portati a credere che la chiesa di Santa Maria Assunta se ha avuto danni dai sismi del 1703 e 1706, è stata riparata abbastanza velocemente così come accaduto dopo il terribile terremoto del 1654. 

Di conseguenza questa ha ripreso preso il suo ruolo di chiesa madre del paese sia in campo religioso che sociale.

 

 

– La confusione del popolo di Opi

Dal documento del 1731 emerge che nel 1707-08 i preti presenti in Opi erano 8, ovvero tre confessori e cinque chierici: Don Giacomo Leone arciprete di anni 69, don Giuseppe Rubini di anni 78, don Nicola Rossi rettore in Teologia di anni 59, don Donato Serrone coadiuvatore di anni 52, don Paolo D’Ercole vicario lateranense di anni 57, don Anselmo Ursitti coadiuvatore di anni 34, don Donato Conte di anni 32 e don Gaetano D’Arangelo di anni 36.

Ciò che accade per la presenza di questa moltitudine di religiosi in un paese piccolo come Opi è la generazione di confusione nel suo popolo.

La confusione è nel fatto che la maggior parte della popolazione non sa da chi debba ricevere i sacramenti, essendo necessitati a bussare di volta in volta alla porta di un prete o dell’altro e ciò perchè manca chiarezza nei compiti dei vari preti. Non solo ma questa confusione di ruoli genera spesso liti fra i preti stessi. Per cui come ci viene dal documento del 1731, viene inoltrato da parte del popolo un duro reclamo datato 28 febbraio 1708 al vescovo dei Marsi Corradini affinchè provveda a risolvere l’annosa questione.

Corradini risponde alla missiva affidando l’incarico ad un solo arciprete con il titolo di economo. In questo modo il vescovo spera che ciò risolva la situazione tra i preti e la popolazione e che la persona scelta sia all’altezza del compito rendendo più uniforme il servizio a Dio.

Purtroppo quanto fatto dal vescovo non basta a calmare gli animi, tuttavia l’iniziativa smuove la situazione che porta l’arciprete ha dichiarare al vescovo la somma che servirebbe a lui per il suo sostentamento.

Poco dopo si giunge a un accordo fra arciprete e curia, che prevede una somma spettante alla curia sulla base delle entrate generali che l’arciprete raccoglie e consegna a questa mentre egli si riserva una somma per lui per il suo sostentamento. Da ciò che si è inteso l’arciprete trattiene per se tomoli trentasei circa.

 

 

I De Angelis

Sul piano politico, nel 1723 muore Apollonia D’Orazio e nella conduzione della baronia di Opi le succede il figlio Gennaro De Angelis, tramite il quale la famiglia De Angelis avrà la gestione del paese fino all’abolizione del feudalesimo. 

 

 

I Borbone nuovi re di Napoli

Il Meridione italiano nel 1714 in seguito agli accordi per la successione al trono di Spagna passa dal controllo spagnolo a quello austriaco.

Il sud Italia rimane territorio austriaco fino al 1734, quando nuovi accordi fra le potenze europee sulla struttura statuale italiana, consentono la rinascita del Regno di Napoli sotto la nuova dinastia dei Borbone.

Il nuovo re Carlo di Borbone figlio del re di Spagna prende possesso nel 1734 del trono napoletano inaugurando la nuova dinastia dei Borbone-Napoli.

 

 

1 occupazione francese

Alla fine del secolo i Francesi invadono il regno, cacciano i Borbone e occupano il territorio nel 1798.

Tuttavia la forte resistenza della popolazione locale impedisce loro di rimanere a lungo. I Francesi vanno via nel 1800 e ritornano i Borbone.

 

 

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XIX Secolo

 

– Il ritorno dei Francesi e le nuove riforme

Pochi anni più tardi, nel 1806, i Francesi tornano a Napoli cacciando nuovamente i Borbone e rimanendovi fino al 1815. In questa fase vengono varate importanti riforme, tra le quali l’abolizione del feudalesimo nel 1806.

Con questa riforma abbiamo la fine dei feudi come la baronia di Opi, con la famiglia De Angelis quale feudataria.

 

 

– Effetti della fine del feudalesimo sulla chiesa di Santa Maria Assunta

Una delle conseguenze della fine del feudalesimo è il passaggio della proprietà delle chiese dal potere feudale alla corona.

Ad Opi la chiesa di Santa Maria Assunta passa così dal controllo dei De Angelis in qualità di feudatari di Opi ai re di Napoli.

 

 

– Il ritorno dei Borbone

Napoleone dopo anni di guerre da parte delle potenze europee viene definitivamente sconfitto nel 1815.

Si ha così la caduta di tutti i governi europei filonapoleonici, compreso il governo napoletano di Murat. Ferdinando di Borbone fa così ritorno a Napoli nella nuova dicitura di re delle Due Sicilie.

La nuova fase borbonica dura questa volta molto più a lungo fino al 1860 e in questo periodo alcune riforme napoleoniche vengono comunque mantenute e rafforzate.

In primo luogo viene confermata l’abolizione dei diritti feudali e sono migliorate le riforme amministrative che sanciscono un nuovo equilibrio.

 

 

– Opi nel nuovo assetto borbonico

Opi nel nuovo assetto amministrativo perde il suo status di comune autonomo nel periodo tra il 1812 e il 1816 diventando frazione di Pescasseroli.

Sul piano sociale si una recrudescenda del fenomeno del brigantaggio che viene a colpire Opi in modo forte.

Entrambe queste situazioni sono alla base della successive vicende politiche del paese di Opi, che vedono da una parte il ritorno alla propria indipendenza amministrativa e dall’altra, dopo lunghi anni di lotte al ridimensionamento e infine alla scomparsa del brigantaggio.

 

 

– Il brigantaggio a Opi: il bandito Gasbarrone

Il problema del Brigantaggio a Opi è molto sentito nel corso dell’Ottocento, in quanto crea gravi difficoltà e sofferenze al popolo, che è costretto con questi malviventi.

A questo proposito citiamo un episodio del 1821 relativo al bandito Antonio Gasbarrone. Questo personaggio è un brigante che svolge la sua azione nel territorio di Opi, specie in alcuni momenti dell’anno, allorquando gli armentieri abruzzesi, dopo essere stati alla fiera di Foggia per vendere la lana ricavata dalle loro pecore, ritornano carichi di denaro.

In questi momenti Gasbarrone sconfina dal territorio di Sora e raggiunge quello di Opi attraverso Forca d’Acero. Qui attacca i poveri armentieri sulle montagne abruzzesi, rubando loro il denaro guadagnato.

Egli per raggiungere il suo scopo non si ferma davanti a nulla, arrivando persino ad uccidere. Gasbarrone viene infatti incriminato per omicidio a scopo di rapina nei confronti di due di questi armentieri abruzzesi.

 

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta nel primo Ottocento

La chiesa di Santa Maria Assunta nel prima metà dell’Ottocento, nonostante le alterne vicende, rimane chiesa madre del paese , continuando ad essere un punto di riferimento importante e di grande influenza tra la popolazione. Il parroco in questi paesini di montagna è sempre considerato un’autorità. Quindi qualsiasi cosa egli dica è motivo di grande considerazione.

 

 

– Opi di nuovo comune

Opi recupera la propria indipendenza amministrativa nel 1854, dopo circa 40 anni didipendenza da Pescasseroli. 

 

 

– Il nuovo regno d’Italia

Nel 1860 i Borbone sono detronizzati dalla rivoluzione garibaldina, che porta poi il Meridione a unirsi al Nord nel nuovo Regno d’Italia, che viene proclamato nel 1861 sotto lo scettro dei Savoia.

 

 

– I Briganti nel 1860-70

La fine del regno delle Due Sicilie e l’inizio del regno d’Italia non era stato dappertutto accettato, ma anzi resistevano delle zone di opposizione come l’Abruzzo.

Qui con una popolazione prevalentemente ignorante è la curia a dettare i processi decisionali e questa era favorevole ai Borbone.

Per cui all’inizio appoggiano i tentativi borbonici per un loro ritorno. Da ciò si ha la sobillazione della popolazione da parte del clero locale a ribellarsi ai Savoia.

Inizialmente il popolo accetta ciò e addirittura sostiene i briganti in accordo con i Borbone. Il governo centrale reagisce e manda la polizia che fin dal 1861 reagisce duramente contro i briganti, e allo stesso tempo cerca l’appoggio del popolo.

Dopo alcuni mesi di questa politica, l’accordo fra Francesco II e i briganti salta ed essi a causa dei loro comportamenti contro il popolo perdono l’appoggio popolare dichiarando l’inizio della loro fine.

 

 

– I Briganti ad Opi

Come tutti i paesi di montagna anche Opi è soggetta ai Briganti, che approfittano delle montagne adiacenti ricche di boschi per nascondersi e organizzarsi sul territorio. Come detto all’inizio uno strano accordo riesce ad unire per qualche tempo briganti – popolo – clero.

Il clero locale è l’elemento di congiunzione fra il re Francesco II e il popolo abruzzese.

 

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta durante la lotta al brigantaggio

Nella zona di Opi dopo la formazione del regno d’Italia si ha una forte recrudescenza del fenomeno dei briganti, a causa dell’accordo fra il re borbonico e alcune grandi bande. Il clero locale appoggia l’accordo sobillando il popolo e ciò è quello che abbiamo anche a Opi. Non dimentichiamo che il papa ospita il re borbonico, quindi lo sostiene completamente.

Nel caso specifico citiamo un episodio significativo. Appena unita l’Italia nel 1861 l’arciprete di Opi, Leopoldo Cimini, sacerdote presso la chiesa madre di Santa Maria Assunta, sostiene pienamente i Borbone contro i Savoia e l’unità italiana. A questo scopo egli istiga la folla a ribellarsi verso la polizia, che rappresenta il nuovo Stato.

La folla di Opi soggiogata dal prete, assale la Guardia Nazionale al grido di “Viva Francesco II e a morte Garibaldi”. La Guardia Nazionale reagisce duramente e nello scontro viene ferito l’ufficiale Carlo Ricci. Nell’intervento della Guardia Nazionale il parroco don Leopoldo Cimini viene arrestato. Verrà rilasciato più avanti.

 

 

– I briganti tornano briganti

In breve tempo l’accordo fra Francesco II e i briganti salta per la loro indole.

Le bande criminali dei briganti voltano le spalle al sovrano napoletano e tornano a fare razzie presso le popolazioni locali, inimicandosi completamente questi.

 

 

– La banda di Domenico Fuoco a Opi

A testimonianza della crudeltà dei Briganti citiamo un episodio avvenuto nel 1865, allorquando la banda di Domenico Fuoco cattura nel bosco di Valle Fredda un certo Francesco De Luca, che si trova a far legna.

Minacciato, viene condotto da una brigantessa di nome Annunziata, presso la chiesa di Santa Maria  Assunta. Arrivati qui la brigantessa ordina a Francesco De Luca di andare dall’arciprete della chiesa di Santa Maria Assunta di Opi per ottenerne viveri per la banda.

L’uomo si reca dall’arciprete Leopoldo Cimini, ma il ricatto non funziona e la banda viene scoperta. La brigantessa è arrestata e gli altri della banda costretti a fuggire.

 

 

– La fine del Brigantaggio

Lo Stato italiano dopo una dura lotta sconfigge i briganti, dichiarandoli annientati nel 1870. Negli anni successivi, Opi vede un lento declino prima economico e poi sociale.

Infatti, a causa delle mutate condizioni economiche, molti abitanti del piccolo paese decidono alla fine del secolo di emigrare all’estero, iniziando così un processo di spopolamento del paese, che raggiunge picchi preoccupanti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

 

 

– La società di Opi cambia: l’emigrazione

A Opi negli anni 1880-1890 si ha il declino di alcune vecchie dinastie di notabili di Opi, che hanno guidato il paese nei secoli precedenti e l’emergere di nuove famiglie, insieme al consolidarsi di altre come i Rossi, che guidano il paese a livello politico tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.

 

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta a fine secolo

La chiesa di Santa Maria Assunta nel volgere della fine secolo si hanno nuovi restauri della struttura, dapprima riguardante campanile nel 1898, e nel 1899 per il tetto che in seguito ad un grosso incendio è andato distrutto.

 

 

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XX Secolo

 

– Opi nel 1900

All’inizio del secolo da Opi partono molti giovani per l’estero, soprattutto negli Stati Uniti. Prova ne è il censimento del 1901, dove si nota che la popolazione di Opi è scesa dalle 905 unità del 1881 alle 839 del 1901.

 

 

– Terremoto del 31 luglio 1901

Il terremoto del 1901 si verifica come zona epicentrale sui monti dell Meta. Il sisma, con una potenza di 5,2 Mw, è molto forte arrivando a danneggiare molti borghi come Pescosolido, Sora, Alvito e Villetta Barrea. 

 

 

– Effetti del sisma su Opi

Opi viene colpita duramente da questo terremoto, che produce molti danni al centro storico. La stessa chiesa di Santa Maria Assunta è colpita dal sisma tanto da rendersi necessario un altro intervento di restauro.

 

 

– Restauro della chiesa di Santa Maria Assunta

Dopo questo nuovo terremoto partono gli interventi per la messa in sicurezza delle strutture danneggiate, tra cui anche la chiesa di S. Maria Assunta, che risulterebbe danneggiata dal sisma.

 

 

– Opi dopo il sisma

Opi dopo il sisma del 1901 cerca di riprendersi con vari interventi sia di carattere edilizio che non. Ciò favorisce una ripresa del paese che vede aumentare di molto la sua popolazione tra il 1901 e il 1911.

In effetti dai dati si evince una forte crescita della popolazione che permette ad Opi di raggiungere il suo picco storico di 1.084 abitanti nel 1911.

Opi dopo il terremoto del 1901 viene restaurato ed è in questa fase che vengono costruite opere che sollevano il paese da una situazione di grave carenza strutturale, come l’acquedotto edificato nel 1903. Questa struttura consente al paese un miglioramento delle proprie condizioni igenico-sanitarie.

 

 

– Terremoto di Gioia dei Marsi

Nel 1915 si verifica un gravissimo terremoto nella Marsica con epicentro nel comune di Gioia dei Marsi. Il sisma, con una potenza di 7 Mw, sconvolge tutta la Marsica, producendo la morte di circa 30.000 persone e la distruzione di interi paesi.

Tra i territori colpiti dal sisma figura anche l’Alta Val di Sangro, quindi i comuni di Pescasseroli e Opi.

 

 

– Effetti del terremoto ad Opi e Pescasseroli

I due comuni dell’Alta Val di Sangro risultano tra i meno danneggiati della Marsica. Pur avendo riportato molti danni e diversi morti sono comunque in piedi. Opi tra i due è il più colpito, l’intero centro storico risulta danneggiato, a Pescasseroli l’antica chiesa di San Pietro e Paolo è lesionata seriamente, e molte altre hanno subito anche diversi crolli. Ma complessivamente i due comuni sono salvi.

 

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta

Come tutti i beni storici di Opi anche la chiesa di Santa Maria Assunta è seriamente danneggiata, ma la struttura è in piedi.

L’accesso alla chiesa, come al resto del paese, viene momentaneamente interdetto, in attesa di lavori di restauro.

 

 

– Le casette asismiche

Opi come tutti i paesi della Marsica vede spuntare prima delle baracche e poi delle casette asismiche, capaci di ospitare tutte le famiglie che hanno perso le proprie case.

I Lavori avvengono velocemente, con la costruzione di casette asismiche in una zona a ridosso del vecchio paese.

 

 

– 1 guerra mondiale

A causa del sopraggiungere della prima guerra mondiale, in cui l’Italia vi entra solo un anno dopo, tutte le truppe presenti nella Marsica dopo il sisma vengono fatte partire per il fronte, abbandonando così la povera gente rimasta ferita e povera con le macerie del terremoto ancora fumanti.

Saranno successivamente i prigionieri di guerra mandati nel campo di concentramento di Avezzano a dare man forte alla popolazione nella prima fase di ricostruzione.

 

 

– Opi negli anni ’20 e ‘30

 

Il paese di Opi negli anni ’20

 

Opi nel 1933

 

Opi negli anni ’20 e ‘30 vede pian piano partire la ricostruzione e riparazione del proprio borgo che pur danneggiato non ha subito la distruzione completa come avvenuto in altri paesi.

 

 

– Restauro della chiesa di Santa Maria Assunta

Tra gli anni ’20 e ’30 la chiesa di Santa Maria Assunta è riparata dai danni del terremoto del 1915.

 

 

– La seconda guerra mondiale

Nel 1940 l’Italia entra in guerra al fianco della Germania, ma dopo tre anni viene perdendo su tutti i fronti. Ciò porta prima al crollo del Fascismo e poi all’invasione tedesca del settembre 1943. Si forma la Linea Gustav che taglia l’Italia in due. Tedeschi e Alleati combattono intorno a questa linea tra l’ottobre del ’43 e il giugno del ’44. 

La popolazione abruzzese subisce in pieno sia il regime di polizia degli occupanti tedeschi che i bombardamenti alleati. Il periodo è durissimo per tutti.

L’Alta Val di Sangro subisce molti contraccolpi dei combattimenti che avvengono lungo la Linea Gustav. Il paese, come molti altri della Marsica, vive momenti durissimi soprattutto con i bombardamenti alleati.

Tuttavia, alla fine gli Alleati e gli antifascisti guadagnano posizioni e irrompono attraverso la Linea Gustav liberando il Centro Italia. Gli Alleati liberano la Marsica alla metà del giugno 1944. Nell’aprile 1945 l’Italia è completamente liberata dai nazifascisti. Si ricomincia.

 

 

– La ricostruzione

Alla fine della guerra Opi si ritrova con molti danni, cui però il comune provvede  a riparare con celerità. Oltre a questo vengono realizzate alcune opere pubbliche importanti come la costruzione del ponte di Como, molto utile per gli allevatori del paese, la pavimentazione di parte delle strade interne di Opi con selci bianchi, oppure la costruzione della strada montana di accesso alla Valle Fondillo. Oltre alle opere pubbliche vengono ricostruite le case dando ad Opi un aspetto più sereno, meno legato agli orrori della guerra.

 

 

– Restauro della chiesa di Santa Maria Assunta 

Tra le opere restaurate figura anche la chiesa di Santa Maria Assunta, a cui viene infine aggiunto nel 1949 un orologio nella torre campanaria.

 

 

– La seconda emigrazione

In seguito ad una profonda crisi economica seguita alla guerra il lavoro manca, così in molti paesi della Marsica si riattiva il vecchio fenomeno dell’emigrazione, inizialmente di nuovo verso USA, Canada e Australia e poi verso i paesi del Nord Europa (Francia, Germ Ovest, Belgio e Svizzera).

Infine a partire dagli anni ’60 con l’esplosione del boom economico in Italia, diciamo centro-nord Italia, l’emigrazione si sposta verso le grandi città del nord e verso Roma dove anche qui si ha un deciso miglioramento economico.

E’ così che succede anche ad Opi dove molte persone emigrano, portando ad uno spopolamento del paese che parte dagli anni ’50 e prosegue fino all’inizio degli anni ’80.

Con questa seconda emigrazione il paese si spopola passando dai 806 abitanti del 1951 ai 518 del 1981.  

 

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta dal 1950 al 1980.

Dopo la guerra e le riparazioni che ne sono seguite la chiesa di Santa Maria Assunta torna al suo ruolo di chiesa principale del paese in un contesto più tranquillo, ma non meno problematico a causa della forte crisi economica e quindi sociale.

In ciò la parrocchia opera come può per tenere unita la comunità che si viene spopolando e porla in un ottica positiva per affrontare in modo proficuo i problemi che man mano si presentano.

 

 

 

– Terremoto del 1984

Nel 1984 due forti scosse di terremoto si verificano nella zona della Val Comino e del Parco Nazionale d’Abruzzo. La prima avviene il 7 maggio con una magnitudo di 5,9 Mw e la seconda l’11 maggio con magnitudo 5,5 Mw.

Le scosse scuotono profondamente il territorio di Pescasseroli e di tutti comuni limitrofi. Le scosse si sentono fortemente anche nel resto della Marsica determinando molti danni.

Diciamo che queste producono i danni maggiori nella Marsica (Alta Val di Sangro), provincia di Frosinone e Molise.

 

 

– I danni delle scosse a Opi 

Come Pescasseroli anche Opi risente delle scosse con l’intero centro storico danneggiato. In ciò le chiese del paese sono lesionate a cominciare dalla chiesa di Santa Maria Assunta.

 

 

– Restauro del paese e della chiesa di Santa Maria Assunta.

Il restauro del paese di Opi parte dopo un po’ di tempo e allo stesso moto anche la chiesa di Santa Maria Assunta viene sottoposta a un nuovo restauro che dura per un po’, al termine del quale riapre i battenti, tornando pienamente attiva

 

 

– Opi negli anni ‘90

Alla fine del secolo XX il paese pur rimanendo un minuscolo borgo, si pone maggiormente in linea con gli altri paesi della Marsica in una chiave di rilancio turistico attraverso varie iniziative.

Si ha in pratica una maggiore attenzione alle manifestazioni culturali e se ne inaugurano altre per attirare visitatori.

 

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XXI Secolo

 

– Opi all’inizio del XXI secolo

Opi in versione invernale. (Immagine da Wikipedia)

 

Opi all’inizio del nuovo secolo prosegue seppure in modo più lento rispetto ad altri borghi, il suo cammino di rilancio culturale, sfruttando le potenzialità della sua  posizione che lo pone come un fantastico borgo fatato su di una collina.

 

 

– La chiesa di Santa Maria Assunta

 

La chiesa di Santa Maria Assunta. (Immagine personale)

 

La chiesa di Santa Maria Assunta ha subito un nuovo restauro dopo il sisma del 2009 dell’Aquila. Il sisma era riuscito a danneggiarla superficialmente, ma dopo un breve restauro ha riaperto i battenti e oggi la chiesa di Santa Maria Assunta si pone in evidenza non solo come chiesa madre del paese di Opi, ma anche come importante bene storico da ammirare e proteggere.

 

 

 


 

 

STRUTTURA DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSSUNTA DI OPI

 

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Pianta

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La pianta della chiesa di Santa Maria Assunta è rettangolare ad andamento longitudinale.

 

 

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– Struttura interna

 

Interno della chiesa di Santa Maria Assunta.(Immagine personale)

 

L’interno della chiesa è strutturato ad un’unica navata, coperta con volta a botte lunettata.

L’interno finisce con un’abside rettangolare, che contiene a sua volta l’area presbiteriale con l’altare principale. Questo si eleva di due gradini rispetto al piano di calpestio e si presenta in stile barocco, con dietro il quadro di Santa Maria Assunta.

L’area presbiteriale risulta ben illuminata dalla presenza di due grosse finestre, la cui luce riempie tutta la sala. I due gradini che compongono la piccola scalinata che introduce all’altare sono di marmo. Nelle pareti laterali della navata abbiamo quattro altari, due per parte.

In generale l’interno della chiesa si presenta completamente in stile barocco, con le pareti bianche e gli stucchi dorati. Tuttavia la struttura appare piuttosto sobria e questo rappresenta la povertà delle comunità rurali che l’hanno edificata, il che a mio dire la rende assai più gradevole da visitare.

Sul piano strutturale la chiesa è costruita in muratura portante in pietrame sulla quale poggia il tetto ligneo. Il tetto a sua volta è a due falde rivestito in coppi. I pavimenti sono in piastrelle in cotto disposte a spina di pesce e lastre in marmo.

 

 

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Facciata

 

La facciata laterale è anche la facciata principale, quella cioè dove è presente il portone d’ingresso centrale. La facciata è intonacata e a coronamento orizzontale, con il tetto a capanna e l’ingresso principale posto sul lato sinistro.

Facciata laterale della chiesa di Santa Maria Assunta (immagine personale).

L’ingresso principale è dato da un piccolo portale del ‘600 dove abbiamo una cornice in pietra, con sopra una lunetta affrescata. Sulla destra del portone vi è una lastra commemorativa posta in seguito alla ricostruzione del 1656, dopo che un sisma aveva fatto crollare il vecchio edificio di culto.

 

Portale d’ingresso della chiesa di Santa Maria Assunta (immagine personale).

Sovrastante il portale e in asse con questo, troviamo un piccolo rosone circolare con una cornice in pietra.

 

Rosone della facciata laterale della chiesa di Santa Maria Assunta (immagine personale).

In generale la struttura della chiesa è fatta in muratura portante in pietrame su cui poggia il tetto ligneo.

 

 

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Campanile

 

La torre campanaria che vediamo oggi è l’unica parte originale della struttura della chiesa del XII secolo.

La torre campanaria della chiesa di Santa Maria Assunta (immagine personale).

La torre campanaria si pone sul lato destro della zona presbiteriale e si presenta alta e massiccia a base quadrata. La torre è realizzata in pietra a faccia a vista con monofore nelle facce. Ad arricchire la torre vi è nella cella campanaria un orologio.

 

Orologio della torre campanaria (immagine personale).

Questo orologio è stato installato nella torre nel 1949 e da allora è divenuto uno dei simboli del paese, scandendo il tempo del borgo. Il tetto della torre campanaria è a copertura piramidale.

 

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) http://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-4-aquila/citta-4808-opi/2729-chiesa-di-santa-maria-assunta/descrizione#tab

2) Wikipedia

3) http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=97684

4) http://www.opi.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=listpages&subid=1

 

 


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