MAGLIANO DEI MARSI – CHIESA DI SANTA LUCIA


STRUTTURE E MONUMENTI DI MAGLIANO DEI MARSI


 

 

 

 

POSIZIONE DELLA CHIESA DI SANTA LUCIA DI MAGLIANO DEI MARSI

 


 

STORIA DELLA CHIESA DI SANTA LUCIA DI MAGLIANO DEI MARSI

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XIII secolo

 

– Presumibile nascita del borgo di Magliano di Carce

La nascita di Magliano come paese è ancora non del tutto chiara, gli storici hanno opinioni discordanti. Tra le ipotesi avanzate s’indicherebbe la nascita del borgo di Magliano, come uno dei villaggi costruiti dagli abitanti di Alba Fucens, dispersi dopo la distruzione del grande borgo nel 1268 per opera di re Carlo I per punire gli albensi che avevano dato aiuto a Corradino nel confronto con lui.

Secondo noi questa è l’ipotesi più attendibile sull’origine di Magliano, per cui il periodo di nascita del borgo è attestabile alla fine del XIII secolo. All’inizio è probabile che il borgo fosse composto solo da poche casupole, magari nemmeno troppo vicine tra esse. Per cui solo all’inizio del XIV secolo si sarebbe avuta la definitiva stabilizzazione del borgo di Magliano.

Inizialmente le persone che abitavano il primitivo borgo facevano riferimento al vicino paese di Carce, oggi del tutto scomparso, e alla sua chiesa di San Martino.

 

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XIV secolo

 

– Magliano si consolida come borgo 

All’inizio del XIV secolo il piccolissimo borgo, che viene poi confermato esistere nella seconda metà del secolo, dipende al livello religioso dalla vicina chiesa di San Martino che fa parte del paese di Carce, oggi scomparso, a cui fa riferimento anche al livello ammnistrativo. Da qui il nome della frazione indicata come Magliano di Carce.

Il borgo sicuramente all’inizio del secolo è sprovvisto di qualsiasi struttura pubblica nonchè di piano regolatore e solo dopo  l’arrivo di nuova gente questo si è stabilizzato strutturandosi meglio. Con l’arrivo di nuova gente Magliano si allarga concentrandosi dove oggi ha sede la chiesa di Santa Lucia.

 

 

– Nascita della chiesa di Santa Lucia.

Come Magliano anche la chiesa di Santa Lucia è avvolta nel mistero sulla sua data di origine e ciò è dovuto anche all’enorme distruzione arrecatagli dal terremoto del 1915 che la distrusse quasi interamente e che non consente oggi una sua datazione precisa.

Noi oggi formuliamo un ipotesi sull’origine della chiesa che ci sembra la più valida e su questa ipotesi andremo poi avanti. Ovvero la chiesa di Santa Lucia sarebbe stata eretta all’inizio del XIV secolo a causa del consolidamento del borgo di Magliano e della necessità di dotarlo di una struttura religiosa sua. Chiaramente vista la piccolezza del paesello questa chiesa farà riferimento alla chiesa di San Martino di Carce. Vista anche la necessità urgente di una chiesa nel borgo è probabile che questa sia nata senza un vero piano regolatore o meglio il paese non dispone ancora di questo. Sicuramente la sede dove oggi sorge la struttura è la stessa dove erano presenti le precedenti. 

 

 

– Terremoto del 1349

Nel 1349 un forte terremoto si verifica nel centro Italia scuotendo fortemente anche la Marsica e creando seri danni molti borghi della zona. Tra questi sicuramente figura anche il piccolo villaggio di Magliano di Carce. Ora la scossa è stata forte superiore a 6 Mw ed è probabilmente la stessa che ha mezzo distrutto Roma, quindi figuriamoci i danni provocati in un paese di poche anime.

 

 

– Magliano di Carce alla fine del XIV secolo

Il borgo di Magliano di Carce comunque nonostante la grave scossa sopravvive e si rafforza come comunità. Quindi sicuramente le case, la chiesa e tutte le eventuali strutture sono o ricostruite o riparate.

Sul piano amministrativo il borgo continua a far parte del paese di Carce e la chiesa di Santa Lucia è ancora del tutto secondaria rispetto alla chiesa del paese principale. Questa almeno dovrebbe essere sinteticamente la situazione che immaginiamo.

Sul piano più politico amministrativo Magliano di Carce è parte della contea albense che è in questo periodo proprietà demaniale o reale, ovvero tende ad appartenere a membri della famiglia reale dei D’Angiò. Però al livello più pratico Magliano risente della vicinanza della contea di Tagliacozzo assai più ricca e strutturata di quella albense. La contea di Tagliacozzo è dominata dagli Orsini che a loro volta vorrebbero estendere il loro dominio anche sulla contea d’Albe, ma per il momento si accontentano di estendere su questa una forte influenza economica. Quindi anche il paese di Magliano ne risulta influenzato.

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XV secolo

 

 

– Magliano di Carce nel XV secolo

Nel corso del XV secolo Magliano, come tutta la Marsica occidentale, è teatro delle continue ed estenuanti lotte fra Orsini e Colonna per il controllo del territorio. Queste lotte pur comportando una confusione politica influenzano poco il decorso economico che tende ad avere una certa crescita.

Da inizio 400′ la Marsica tende ad avere un periodo di relativa crescita economica che si ripercuote anche sul settore edilizio un po’ in tutti i borghi del territorio. Per Magliano significa una crescita del paese e quindi del numero di persone presenti in esso o nel suo territorio. 

Dopo circa 40 anni di guerre e colpi di scena la situazione sul piano politico locale sembra stabilizzarsi. Nel 1441 si ha il riconoscimento da parte nuovo re di Napoli Alfonso I agli Orsini del possesso delle contee d’Albe e Tagliacozzo.

Nel corso della seconda metà del secolo la crescita del paese porta Magliano ad acquistare una sua definitiva consacrazione come comune autonomo. Questa autonomia viene ad emergere in un rarissimo documento del 1 agosto 1484, allorquando si cita il giuramento dei baroni del regno al re Ferdinando di Napoli. Ebbene nel documento si cita anche la presenza degli amministratori dell’Universitas di Magliano.

Successivamente nel 1495 Ferdinando d’Aragona concede temporaneamente le terre degli Orsini ai Colonna. Nella parte riguardante anche Magliano si citano anche i borghi di Marano e Rosciolo.

Dopo un ennesimo scontro le terre di Tagliacozzo tornano agli Orsini e dal 1497 ripassano ai Colonna, che ne mantengono la proprietà in modo stabile fino al 1806 secondo.

 

 

– La chiesa di Santa Lucia nel XV secolo

Con la crescita di Magliano anche la chiesa di Santa Lucia si struttura meglio sul piano ecclesiastico, acquisendo sempre più credito come chiesa principale del borgo.

Probabilmente la chiesa di Santa Lucia viene danneggiata dal terremoto del Sannio del 1456 e forse anche dal terremoto dell’Aquila del 1461. La struttura viene però restaurata nella seconda metà del secolo acquisendo sotto il profilo esterno, la struttura che possiamo ammirare nelle  vecchie foto d’inizio 900.

 

 

– I terremoti del 1456 e del 1461

La Marsica come il resto dei territori del centro Italia è scossa dai forti sismi del Sannio del 1456 e dell’Aquila del 1461. Questi incidono in modo rilevante in diversi borghi del territorio producendo molti danni e morti. A Magliano seppure non abbiamo dati certi è quasi sicuro che il paese sia stato investito in pieno dalle scosse con relativi crolli di case. Probabilmente anche le chiese del borgo subiscono danni, che sono però riparati nel corso del secolo.

 

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XVI secolo

 

– I Colonna duchi di Tagliacozzo

I Colonna, usciti vincitori dal confronto secolare con la famglia Orsini, divengono duchi di Tagliacozzo e vicerè spagnoli grazie al diploma di Ferdinando di Spagna. Dal 1504 infatti la Spagna acquisisce il regno di Napoli assorbendolo come colonia e abbassandolo a vicereame. I Colonna divenendo duchi di Tagliacozzo hanno inglobato anche il territorio della vecchia contea d’Albe, che scompare completamente. Da ciò si ricava che Magliano è ora parte del ducato di Tagliacozzo.

 

 

– Magliano all’inizio del XVI secolo

All’inizio del XVI secolo Magliano è ormai  un consolidato borgo di campagna con una sua fisionomia amministrativa e religiosa. Al livello edilizio il paese è piccolo ma in crescita, ma risulta ancora  mancante di una precisa struttura urbanistica, quindi di un piano regolatore.

 

 

– Il Sacco di Roma 

Nel 1527 i Colonna si ritrovano invisi al Papa che li contrasta sul piano politico. Lo scontro di potere fra i Colonna che possiedono mezza Roma e papa Medici arriva al culmine con il saccheggio di Roma. Da tempo infatti il papato è schierato contro l’impero di Carlo V e questo per riportare il papa a più miti consigli decide il saccheggio di Roma. I Colonna che sono alleati di Carlo V decidono di assecondare il piano dell’imperatore e favoriscono l’ingresso dei Lanzichinecchi di Carlo all’interno dell’Urbe.

Questi entrati a Roma mettono a ferro e fuoco la città rubando e distruggendo tutto, uccidendo uomini e bambini, stuprando tutte le donne che trovano comprese le monache. La città è in preda alla razzia per settimane. Il papa rifugiatosi a Castel S’Angelo si salva a stento. Quando infine i Lanzichinecchi lasciano Roma, questa è un cumolo di macerie con migliaia di morti per le strade. Gli stessi Colonna che hanno favorito questo provano vergogna.

 

 

– La vendetta del Papa

Clemente VII reagisce duramente a quanto fattogli. Prima scende a patti con Carlo V e poi si vendica dei Colonna. Dapprima reintegra gli Orsini in tutti i loro possedimenti che hanno nello stato pontificio e infine nomina Napoleone Orsini comandante delle truppe papali, ricevendo l’ordine di devastare i possedimenti dei Colonna nel Lazio. L’Orsini non se lo lascia ripetere e nel giro di pochi giorni tutti i possedimenti colonnesi sono messi a ferro e fuoco. Poco dopo si spinge in Abruzzo in territorio spagnolo.

 

 

– L’ultima battaglia fra gli Orsini e i Colonna: Battaglia di Magliano

Nel 1528 Napoleone Orsini penetra in Abruzzo, dapprima mette a ferro e fuoco la Piana di Carsoli arrivando a distruggere il paese di Oricola e a trucidare i suoi abitanti. Qui ad Oricola sopravvivono solo 300 persone che avevano trovato rifugio nel castello assediato, ma non preso. Con il sacco di Oricola gli Orsini si riprendono il territorio carseolano acquisendolo tra i loro territori.

Successivamente una volta lasciata Carsoli Napoleone Orsini si spinge nei Piani Palentini per scontrarsi con l’esercito dei Colonna. Lo scontro contro le truppe capeggiate da Pompeo Colonna avviene presso l’area di Magliano. Qui Lo scontro fra le truppe orsine e colonnesi è durissimo durando diverse ore e arrivando a coinvolgere anche il piccolo paese di Magliano che viene semidistrutto.

Alla fine del duro scontro è l’Orsini ad avere la meglio. Le truppe colonnesi sono massacrate e lo stesso comandante Pompeo Colonna risulta ucciso in battaglia.

Tuttavi nonostante questo l’Orsini pur vendicando l’affronto fatto al padre tanti anni prima non riesce a riprendere il controllo del ducato tagliacozzano, che rimane in mano ai Colonna, accontendandosi della sola conquista della Piana del Cavaliere.

 

 

– La ristrutturazione di Magliano

Dopo la distruzione avuta dal paese con la guerra fra Orsini e Colonna, la famiglia Colonna decide di ristrutturare il paese dotandolo finalmente di una struttura urbanistica e di mura e bastioni difensivi.  Praticamente è da questo momento che Magliano assume la configurazione urbanistica ancora oggi presente. La ristrutturazione del paese dura diversi anni, ma alla fine Magliano ottieneuna nuova configurazione urbanistica, che le consente di crescere d’importanza, non come Tagliacozzo o Avezzano, ma comunque figurando tra i paesi maggiormente in ascesa nel territorio marsicano.

 

 

– La chiesa di Santa Lucia nel primo Cinquecento.

La crescita di Magliano spinge di riflesso anche la crescita della chiesa di Santa Lucia. ciò si manifesta con un aumento costante delle funzioni religiose celebrate nella chiesa, portando questa a divenire sempre più centrale nelle dinamiche religiose del paese. Il primo documento ufficiale che attesta l’esistenza della chiesa di Santa Lucia è del 1536. In questo documento si fa espressamente menzione della chiesa di Santa Lucia nell’ambito di un compromesso fra le famiglie Capone e Gatti riguardante l’utilizzo di una cappella sita in la Ecclesia de Santa Lucia di Magliano medesimo.

 

 

– Magliano nella seconda metà del XVI secolo

Magliano nella seconda metà del secolo appare un paese ben strutturato e relativamente ricco dedito all’agricoltura, pastorizia, all’artigianato che nel paese acquisisce sempre più rilevanza e che porta ad una certa crescita dei commerci.

La crescita del paese alla fine del XVI secolo si evince anche dalla nascita nel 1588 del primo Monte di pietà della Marsica, voluto e gestito dalla Confraternita del Santissimo e della Misericordia. L’istituto di credito convalidato con decreto del Concilio Lateranense ha lo scopo di proteggere i bisognosi dall’usura.

La confraternita grazie al buon andamento dell’attività arriva a costruire e gestire una piccola struttura di riposo per viandanti e pellegrini, situata presso la chiesa di San Antonio Abate fuori le mura.

 

 

– La chiesa di Santa Lucia alla fine del XVI secolo

La migliore strutturazione di Magliano si riperquote anche sulla chiesa di Santa Lucia, la cui attività religiosa è andata aumentando nel corso degli anni, permettendole di essere infine riconosciuta come chiesa parrocchiale nel 1571. Ovvero diventa il luogo dove vengono redatti e conservati in appositi registri tutti gli atti della vita parrocchiale.

Infine nel 1597 la chiesa di Santa Lucia viene elevata a chiesa colleggiata dal vescovo Bartolomeo Peretti. In altre parole la gestione della chiesa è condivisa tra l’abate, 6 canonici, più altri tre sacerdoti e un accolito.

 

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XVII secolo

 

– La chiesa di Santa Lucia ad inizio XVII secolo

Nel corso dei secolo la chiesa è più volte rimaneggiata aggiungendovi nuovi particolari che ne arricchiscono e cambiano la struttura. 

 

 

– Magliano nel primo ‘600

La prima metà del XVII secolo, ma in generale l’intero secolo, viene spesso ricordato per l’Italia come un secolo di povertà assoluta, specie nel sud Italia. Questa purtroppo è la situazione presente anche nella  Marsica in questo periodo. La forte tassazione spagnola, alcuni raccolti andati a male e altre situazioni di carattere più locale portano ad una grave situazione economica, che colpisce tutto il territorio marsicano, sia il ducato di Tagliacozzo, che la contea di Celano, che altri feudi minori.

In questo triste quadro, non fa eccezione alcun paese compresa Magliano, dove le manifestazioni d’insofferenza si manifestano all’improvviso, accendendo gli animi delle persone che subito entrano in lotta, non risparmiando ne luoghi ne persone.

 

 

– Il soqquadro della chiesa di Santa Lucia e il saccheggio di Magliano (1646)

A Magliano avviene nel 1646 un episodio, che precede di un anno la rivolta di Masaniello contro il governo spagnolo ed è emblematico dell’insofferenza del popolo verso una situazione di enorme gravità. Praticamente in tutto il sud Italia serpeggia un forte sentimento di rivolta contro gli Spagnoli che vede l’Abruzzo denso di animi fiammeggianti pronti ad esplodere.

Nel 1646 il Preside dell’Aquila Zagariga viene a sapere che la banda di Marco Antonio Sebastiano è presente a Magliano e forse anche per timore di qualche grave atto viene spedito nel paese marsicano Giulio Pezzola, con il compito di arrestare i malviventi.

Pezzola sa che queste persone sono molto pericolose, per cui chiede aiuto al Contestabile Girolamo Colonna. Questi non risponde a Pezzola, che si ritrova a dover fronteggiare da solo con i suoi uomini i briganti. A questo punto egli procede ordinando l’assalto alla casa dove i malviventi hanno trovato rifugio. La casa viene incendiata da Pezzola e i suoi uomini e i malviventi fuggono dallo stabile rifugiandosi presso la chiesa di Santa Lucia.

Alcuni uomini di Pezzola perdono la vita nello scontro con i briganti e ciò fa infuriare sia Pezzola che che i suoi uomini, che per nulla intimoriti per il fatto che i malviventi siano dentro la chiesa di Santa Lucia, penetrano in questa.

Dentro la chiesa gli uomini di Pezzola  senza guardare il luogo mettono tutto a soqquadro, arrivando ad uccidere 12 uomini della banda tra cui il loro capo Sebastiano e facendone prigionieri 6, che vengono poi decapitati. Non contenti di quanto fatto gli uomini di Pezzola saccheggiano il paese di Magliano, riuscendo a fare un bottino di tremila scudi.

 

 

– Rivolta di Masaniello 1647-48

Nel 1647 avviene la rivolta di Masaniello nel sud Italia e nella Marsica la rivolta trova facile terreno di scontro. Qui infatti molti uomini stufi dell’eterna povertà si aggiungono alla lotta contro le tasse spagnole e quindi contro il malgoverno spagnolo.

La rivolta iniziata nel 1647 dura fino al 1648 e vede la Marsica come uno dei maggiori teatri di rivolta di tutto l’Abruzzo. Nella Marsica Celano diventa il maggiore teatro di scontro, dove che qui si forma il centro decisionale che conduce la rivolta nel territorio marsicano.

Gli Spagnoli dopo una prima fase di crisi, si riorganizzano e reagiscono duramente riuscendo nel volgere di un anno a riprendere il controllo del territorio marsicano e di tutti i principali teatri di rivolta. Nel 1648 la rivolta può dirsi conclusa e la situazione tornata alla povertà precedente.

Il secolo XVII sicuramente passa alla storia come uno dei periodi più cupi della storia marsicana. 

 

 

– Terremoto del 1654 della Val Comino (Frosinone)

Alla grave povertà si aggiungono anche alcune calamità che producono grande turbamento nella popolazione marsicana. Ciò è quanto avviene nel 1654, a causa di un forte terremoto verificatosi nella Val Comino, nell’attuale provincia di Frosinone, e manifestatosi con una magnitudo di 6,3 Mw, che si ripercuote anche nella Marsica.

Nella Marsica avvengono numerosi danni per questo sisma, tra cui anche a Magliano. A Magliano il sisma provoca danni al borgo e alla chiesa di Santa Lucia già scossa dal saccheggio di alcuni anni prima.

 

 

– La peste del 1656

La seconda calamità che colpisce la Marsica è l’arrivo di una tremenda pestilenza nel 1656. La Peste compare improvvisamente nel sud Italia e tende ad allargarsi velocemente raggiungendo tutto il territorio. Questa epidemia porta la popolazione a passare dallo sconforto alla disperazione.

Il virus colpisce duramente il territorio marsicano producendo più di 4000 vittime, interi paesi sono spazzati via con la quasi totalità delle persone che muoiono nel giro di poco tempo. La popolazione disperata riempie le chiese per pregare sia per la propria salvezza che per la propria morte e per essere sicuri di poter accedere al paradiso, cedono le proprie proprietà alla Chiesa.

Poi nel 1657 come improvvisamente è arrivato, improvvisamente se ne va lasciando dietro di se una scia di morte e disperazione. Ci vorranno decenni per i paesi della Marsica per riprendersi da questa tragedia. In Italia questa peste semina morte ovunque, arrivando a falcidiare qualche centinaia di migliaia di persone.

 

 

– Magliano e la Peste del 1656

A Magliano la peste colpisce con durezza portando alla morte di molte persone. Molti paesi presenti nelle vicinanze di Magliano sono annientati dalla Peste. In alcuni di questi sopravvivono solo pochissime decine di persone su qualche centinaio presente prima della Peste.

La Peste che se ne va nel 1657, lascia un paese distrutto con una economia a pezzi e una forte crisi demografica. Ci vorranno anni per riprendersi.

 

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XVIII secolo

 

– Terremoti del 1703 e del 1706

Agli inizi del XVIII secolo si verificano in Abruzzo due fortissimi  sismi. Il primo è quello dell’Aquila del 1703 e il secondo è quello della Majella del 1706.

Entrambi i terremoti si manifestano con una potenza superiore a 6 Mw, lasciando dietro di se città distrutte e molti morti. Nella Marsica abbiamo numerosi borghi colpiti dai sismi in modo forte.

A Magliano i due terremoti, specialmente quello dell’Aquila, incidono fortemente sul tessuto edilizio del borgo. Questi sismi si ripercuotono anche sulla chiesa di Santa Lucia dove creano lesioni che indeboliscono la struttura.

 

 

– Restauro del borgo 

Il borgo di Magliano viene restaurato nel corso degli anni successivi al sisma 

 

 

– I cambiamenti politici

Nel 1714 il sud Italia passa dopo gli accordi seguiti alla guerra di Successione Spagnola all’Austria che infine si ritira nel 1734, per lasciare il posto alla restaurazione di uno stato indipendente sotto la nuova dinastia dei Borbone nella persona di Carlo di Borbone, figlio del re di Spagna. Nel quadro locale la famiglia Colonna continua a dominare il ducato di Tagliacozzo e seppure non riesce sempre gestirne i gravi problemi, la popolazione rimane sempre attaccata benevolmente alla famiglia feudale.

 

 

– Magliano nella prima metà del ‘700

Magliano dopo aver vissuto un secolo di povertà e privazioni vede nel primo ‘700 crescere nuovamente la sua economia, con i commerci e l’artigianato che riprendono vita e anche i raccolti sembrano andare meglio. Ciò assicura discrete entrate al comune.

 

 

– Restauro della chiesa di Santa Lucia di metà Settecento

Nella seconda metà del settecento approssimativamente tra il 1750 e il 1760, abbiamo un importante nuovo restauro della chiesa di Santa Lucia.

I lavori comportano il consolidamento e la riparazione della struttura dai danni dei sismi d’inizio ‘700, ma allo stesso tempo si ha un suo primo ampliamento, il tutto secondo il gusto tardo barocco allora vigente. Con questo intervento la chiesa viene alzata e per ottenere ciò si chiudono le finestrelle delle navate laterali e si elevano i muri della navata centrale da cui si aprono ampie finestre.

Scompare il tetto che viene sostituito con una copertura a volta di botte. Nelle navatelle vengono inserite pesanti altari dal gusto tardo barocco.  Secondo tale stile viene anche demolito il recinto presbiteriale ormai superato, e al suo posto sono collocati i preziosi plutei sulla grande facciata, con alcuni grifi e stemmi tolti da altri altari.

La facciata invece viene innalzata per adeguarla alla nuova altezza della chiesa. La parte aperta della finestra quasi a contatto con il rosone viene decorata applicandovi alcuni elementi di un altare rinascimentale.

Al restauro della chiesa partecipano in vari modi anche gli abitanti di Magliano. Questi partecipano all’istituzione di un altare dedicato ai Santi Protettori Giovanni e Paolo nel 1751 e nel 1763 viene acquistato anche con il contributo popolare il nuovo organo della chiesa.

 

 

– Magliano a fine ‘700

A fine secolo Magliano dei Marsi continua ad essere un paese operoso in diverse attività da quella agricola, a quella artigianale, a quella pastorale. La cittadina grazie a questa sua operosità va meglio rispetto ad altri paesi, ma a fine secolo il clima cambia divenendo più freddo e piovoso e questo porta cattivi raccolti con conseguente difficoltà economiche.

 

 

– La prima occupazione francese

A fine secolo i Francesi comandati da Napoleone invadono il regno di Napoli scacciando i reali borbonici che si rifugiano in Sicilia, protetti dagli inglesi.

L’occupazione francese di Napoli è fortemente ostacolata dalla popolazione che manifesta questo sentimento di contrarietà con continue rivolte. Anche nella Marsica vi sono forti manifestazioni contro gli occupanti francesi in favore del ritorno dei Borbone.

A causa di questa forte opposizione interna e il fatto che i Francesi non sappiano gestirla è la causa del loro ritiro dopo appena un anno e mezzo di permanenza. Così nel 1800 a seguito del ritiro francese si ha il ritorno dei Borbone con il vecchio re Ferdinando IV.

 

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XIX secolo

 

– Il ritorno dei Borbone

Il ritorno dei Borbone a Napoli nel 1800 è visto benevolmente dalla popolazione che si aspetta una politica diversa da parte loro, diciamo più vicini ai loro bisogni. Ma Ferdinando disillude il popolo che diventa freddo con lui.

 

 

– Il ritorno dei Francesi

In questo clima di disillusione fanno il loro ritorno i Francesi che rioccupano il regno di Napoli, ponendovi sul trono Giuseppe Bonaparte, fratello dell’imperatore francese. I Francesi rimangono al potere a Napoli per dieci anni prima con Giuseppe Bonaparte e poi con Murat cognato di Napoleone.

In questi dieci anni essi compiono profonde riforme sociali e politiche che rivoluzionano la vita del popolo del sud Italia. Tra le prime e significative riforme vi è l’abolizione della feudalità nel 1806.

Questo nella Marsica significa la fine del ducato di Tagliacozzo retto dai Colonna e della contea di Celano retto dagli Sforza Cabrera. A fianco a questa riforma si vengono strutturando diverse riforme amministrative che vengono man mano disegnando una nuova realtà locale fatto dai comuni più importanti. Ovvero i comuni più piccoli che non raggiungevano determinati quantitativi di persone sono uniti ai paesi più vicini ed importanti.

Magliano figura come paese importante e quindi mantiene la sua indipendenza amministrativa.

 

 

– Ritorno dei Borbone

Nel 1815 Napoleone perde a Waterloo contro le forze della coalizione antifrancese. Con la sua caduta vengono meno uno dopo l’altro tutti i governi filo napoleonici, compreso quello di Murat a Napoli. Il congresso di Vienna decide per la riorganizzazione post napoleonica dell’Europa, ebbene a Napoli tornano i Borbone nella persona del vecchio re Ferdinando con la nuova dicitura di re delle Due Sicilie. 

Il periodo borbonico dura fino al 1860 e in questo periodo perdura una grave situazione economica che vede il territorio di Magliano defilato rispetto capita nella Marsica intorno alle vicende del Lago Fucino. Tuttavia continuiamo a notare che Magliano è un paese di commercio e artigianato attivo in diversi settori, come la coltivazione e produzione di zafferano, anici e mandorle, oppure la produzione di lana e mattoni. Questo consente al paese di andare avanti magari senza eccellere, ma comunque in tempi difficili.

Per avere una visione del paese nel periodo borbonico facciamo riferimento a quanto raccontato nelle sue memorie di viaggio da parte di Edward Lear.

 

 

– Racconto di Edward Lear di Magliano dei Marsi nel 1843

 

Raffigurazione del 1843 di Magliano dei Marsi fatta da Edward Lear

 

La descrizione di Magliano dei Marsi da parte di Edward Lear nel suo viaggio nella Marsica nel 1843 dice:

Al mattino presto di buon’ora siamo arrivati a Magliano, un paesino pulito e fiorente di millecinquecento abitanti, situato su di un’altura isolata sotto il maestoso Monte Velino e dal quale si gode una veduta ampia sui Campi Palentini.

A Magliano le strade sono pulite, le case in buon ordine e stato; la piazza poi, un lato della quale è formata da palazzo Masciarelli, è un esemplare perfetto di tranquillità proprietà feudale. Credo che non si trovino prove autentiche sull’esistenza di Magliano prima del 1350, anche se alcuni sostengono che essa si trovi sul sito di una città antica, Mallianum; probabilmente ha avuto origine, come Massa, Cappelle e altri  paesi vicini, dalle popolazioni disperse di Alba: le sue mura e fortificazioni si devono al cardinale Colonna, durante le guerre della sua famiglia contro gli Orsini. I qui abita Don Tita Masciarelli, uno dei più ricchi uomini della zona, che ha possedimenti terrieri nella Marsica: le fertili tenute di Paterno sulle rive del lago Fucino, le terre attorno a Magliano e la valle presso Sant’Anatolia.

Sono rimasto tre giorni a Magliano, ho disegnato la piazza, la veduta dei Campi Palentini verso le montagne del Liri, un panorama bello e memorabile per la battaglia combattuta presso Alba tra Carlo I d’Angiò e Corradino“. 

 

 

– Restauro della chiesa di Santa Lucia nel 1820

Pochi anni dopo il ritorno dei Borbone fra il 1820 e il 1824 viene condotto un piccolo restauro della chiesa di Santa Lucia, che si conclude in poco tempo e che consiste nella chiusura interna del rosone e l’addossamento dell’organo.

 

 

– Magliano nel contesto della prima guerra d’inpendenza

Sul piano politico nel 1848 si ha la prima guerra d’indipendenza italiana che inizia nel sud Italia con la rivolta siciliana e la successiva concessione della costituzione da parte di Ferdinando II.

Nel 1848 A Magliano si celebra la costituzione borbonica con una grande processione religiosa in onore di San Antonio

Nel 1849 Ferdinando II revoca la costituzione tra molti malumori e in modo popolari. A Magliano nel 1850 provocatoriamente viene fatta lo stesso la processione in onore a San Antonio. Ma le autorità locali pur non intervenendo contro la processione cercano d’incutere timore alla popolazione.

Nel 1851 poi le autorità ecclesiastiche per placare i bollori patriottici di Magliano manda i padri Liguorini a predicare missione di  pace e a ridare slancio ai lavori della chiesa di S. Lucia. L’iniziativa delle autorità ecclesiastiche sembrano funzionare e mentre ripartono i lavori alla chiesa di Santa Lucia, per un po’ di tempo non si hanno altre manifestazioni di carattere politico.

 

 

– Restauro della chiesa di Santa Lucia nel 1850-72

Il restauro più importante della chiesa di Santa Lucia inizia nel 1850 e si conclude nel 1872 durante la prima fase del  nuovo regno d’Italia. La cresciuta popolazione di Magliano spinge a un nuovo intervento di ampliamento della chiesa di Santa Lucia e ciò è alla base di questo nuovo intervento

L’intervento di restauro procede però a rilento e solo l’intervento della popolazione in un secondo momento, diciamo dopo l’unità italiana, permette al restauro di giungere alla fine sotto la conduzione dell’architetto Baldi.

I lavori come accennato, hanno riguardato l’ampiamento della chiesa tramite il suo prolungamento, la costruzione della sagrestia, e la costruzione delle basi del futuro campanile. Per prolungare la struttura sono stati rimosse alcune costruzioni precedenti di cui è possibile ancora trovare traccia.

Terminati infine i lavori nel 1872 la chiesa viene riaperta al culto.

 

 

– La fine dei Borbone 

Sul piano politico facciamo un passo indietro e vediamo che nel 1860 abbiamo l’invasione di Garibaldi con i suoi mille uomini nel regno borbonico. In pochi mesi Garibaldi grazie alla sua esperienza di comandante e di fine uomo politico riesce a conquistarsi le simpatie popolari dei Siciliani e a battere anche con il loro contributo, l’esercito borbonico. Successivamente invade la parte continentale del regno che viene conquistando pezzo per pezzo. L’esercito di Garibaldi s’ingrandisce sempre più con nuove aggiunte sia dalla piccola nobiltà che da uomini comuni.

Il governo borbonico stordito dallo spettacolare e incredibile successo di Garibaldi cerca di bloccarlo nel proseguo della sua risalita. Ma nulla da fare egli stravince dappertutto e alla fine travolge i Borbone che fuggono nel Lazio sotto la protezione papale.

 

 

– Il mancato saccheggio del colonello La Grange 20-21 ott 1860

In Abruzzo vi è una forte componente popolare e reazionaria che rimane favorevole a Francesco II di Borbone, nonostante la caduta della monarchia e l’affermarsi di Garibaldi come nuovo capo politico

Questo sentimento si viene a manifestare allorquando il popolo cerca di organizzare una difesa allo strapotere di Garibaldi, ma ciò si rivela complicato dal fatto che diversi paesi nel settembre 1860 si sono dichiarati favorevoli a Vittorio Emanuele di Savoia.

Il colonello La Grange, un vecchio comandante borbonico cerca di affrontare in piccole azioni la resistenza garibaldina. Ma viene bloccato a Civitella Roveto e deve ripiegare indietro. Allora decide di punire con un’azione esemplare il paese di Magliano, che si era dato facilmente ai Savoia.

La  Grange passando per l’altopiano delle Rocche penetra con i suoi uomini nel Fucino e da qui si dirige verso Magliano. A Magliano l’iniziale resistenza delle autorità a La Grange si scioglie in poche ore e queste fuggono dal paese lasciato in balia degli eventi. La gente si raccoglie in preghiera affinchè Dio intervenga per placare il comandante borbonico.

La Grange entra in Magliano nella notte del 21 ottobre 1860, ma qui trova solo la gente intenta nel fare una processione, egli impietositosi per quelle persone e ricordando un sogno fatto dal figlio la sera precedente sulla sua voglia di saccheggio desiste dal distruggere il paese e si limita a rubare nelle case dei più facoltosi, per rientrare delle spese di questo viaggio. Egli poco dopo lascia Magliano. La gente grida al miracolo.

 

 

– Il nuovo regno d’Italia

Nel 1861 infine dopo tante battaglie politiche e fisiche si realizza il sogno dell’unità d’Italia, che avviene il 17 marzo con la proclamazione a Torino di Vittorio Emanuele II a primo re d’Italia

 

 

L’affermazione del nuovo regno d’Italia sul brigantaggio

Dopo la nascita del regno d’Italia, da subito il nuovo governo aveva come preoccupazione iniziale l’affermazione del nuovo stato in quelle parti d’Italia ancora sotto il gioco borbonico, ma soprattutto sotto i briganti. Da diversi decenni il fenomeno del Brigantaggio nelle regioni del sud Italia è andato aumentando portando ciò a divenire un serio problema per il precedente governo borbonico, ma ora con il nuovo stato il problema è ancora più serio, perchè mina alla base la credibilità del nuovo Stato. Quindi sconfiggere il fenomeno diventa un atto dimostrativo per il nuovo stato agli occhi del popolo riottoso ad accettare la nuova situazione.

In Abruzzo questo problema è ancora più sentito in quanto questo si pone a contatto con lo stato pontificio, risultando facilmente influenzabile dalla sua visione conservatrice. A Roma è presente Francesco II che coadiuvato da Papa Pio IX decide di fare un tentativo per abbattere il regime dei Savoia e tornare al potere a Napoli. Francesco II tramite suoi emissari si allea con alcune grandi bande di Briganti per formare un esercito che possa competere con quello dei Savoia. Inizialmente la paradossale alleanza si forma, anche perchè sostenuta dal popolo abruzzese, che influenzato dal clero locale, riconosce questo tentativo e ciò nonostante che il popolo odi i Briganti in quanto si sono comportati molto male in passato.

Tuttavia i briganti dopo un’ iniziale avvio con azioni di disturbo contro la polizia nazionale si stufa presto, abbandonando l’alleanza e tornando alla vita dissoluta precedente, che comprende anche gli attacchi alla popolazione civile. Questo spinge il popolo ad abbandonare i briganti e lo stesso re borbonico, accettando il nuovo stato a patto che elimini i briganti.

Il comportamento fermo ma onesto della polizia savoiarda vince le ultime resistenze popolari e con un’azione mirata vengono via via sconfitte tutte le bande criminali. Tuttavia prima che questo avvenga realmente passano degli anni, ma la cosa si compie e la vittoria dello Stato italiano sui briganti giunge nel 1870.

 

 

– La vacanza nella diocesi dei Marsi 1863-72

In un clima politico effervescente avviene una pericolosa vacanza politica nella guida della diocesi dei Marsi che perdura per nove anni dal 1863 al 1872.

 

 

– Nomina del nuovo vescovo Di Giacomo 

Nel 1872 viene finalmente nominato vescovo dei Marsi il religioso Di Giacomo che pone fine alla vacanza. Egli si adopera in modo forte per restituire forza alla sua diocesi gravemente minacciata dall’indifferenza popolare. 

 

 

– La fine dei lavori di prosciugamento del Lago

Sul piano economico nonostante la nascita del nuovo regno d’Italia, non si fermano i lavori di prosciugamento avviati dal banchiere Alessandro Torlonia nel 1854, ma anzi tendono ad accelerare. Infine questi giungono al termine nel 1876 portando alla nascita di un enorme territorio produttivo sul piano agricolo.

Questa impresa di Torlonia rappresenta la più grande opera idraulica realizzata nel mondo fino a questo momento. Ma soprattutto costituisce per la zona un’autentica rivoluzione sociale ed economica. Sociale perchè spinge gli antichi pescatori a trasformarsi in agricoltori ed economica perchè spinge la Marsica verso un processo di forte industrializzazione.

I lavori del Fucino già di per se stavano costituendo una rivoluzione in quanto la manodopera assunta per l’opera non è stata solo locale, ma anche proveniente da altre regioni, che alla fine del periodo sono rimasti con le proprie famiglie. Quindi ciò ha consentito anche un rinnovamento sociale e demografico, specie in alcuni paesi come Luco e Avezzano.

Sul piano ambientale infine  la rivoluzione del prosciugamento del lago è  totale anche sul piano fisico a causa di un cambiamento climatico che s’innesta fin da quando il lago scompare. Il cambiamento climatico spinge alla scomparsa di alcune piante come gli uliveti che erano presenti intorno a questo e quindi si viene ad avere un nuovo equilibrio ambientale che solo con il tempo si capirà in che direzione sta andando.

 

 

– Restauro del 1880 

Alla chiesa di Santa Lucia viene aggiunto un possente campanile che porta la firma di Tommaso Brogi.

 

 

– Restauro del 1887

Pochi anni dopo un nuovo restauro interessa la chiesa con il rifacimento del tetto e la sostituzione del pavimento in cotto con pietre conce.

 

 

– Magliano, la crisi agraria del 1880 e la prima grande emigrazione di massa

Nel 1880 circa una grave crisi agraria colpisce le campagne. Infatti a causa di un forte abbassamento dei prezzi dei cereali dovuto alla concorrenza americana, viene a cadere la produttività. Ciò produce una forte ricaduta nell’occupazione che tracolla.

Nei comuni di Magliano, Scurcola e per il territorio dei Piani Palentini il fenomeno diventa ancora più di estrema gravità. 

Ciò avviene perchè in ambito locale la costruzione della strada per Roma e della ferrovia Roma-Pescara vengono a costituire degli sbarramenti al normale deflusso delle acque, che ora si trovano ad allagare e a ristagnare su grandi estensioni di terreni, rendendo questi improduttivi. Ciò comporta la netta salita della disoccupazione locale.

Con l’improduttività dei terreni anche i contratti stipulati in precedenza fra i contadini e alcuni proprietari terrieri, sono resi iniqui.

La conseguenza finale di tutto ciò è l’inizio dell’emigrazione marsicana con l’abbandono delle proprie terre e case da parte di molti giovani del posto che s’imbarcano nel giro di dieci anni verso i paesi stranieri a cominciare dagli USA e dal Canada.

 

 

– Magliano dei Marsi a fine secolo

Magliano dei Marsi, a causa della crisi agraria presente nel 1880 e la mancanza di lavoro sufficiente per sfamare tutti, vede partire molti suoi concittadini per l’estero specie USA e Canada. La fuga da Magliano inizia nel 1890 e cresce con il tempo. Contemporaneamente vi è da registrare l’avvio a Magliano nel 1880 di una nuova attività economica dedita alla lavorazione del corallo rosso. Qui a Magliano infatti nel 1880 circa la ditta “Santoponte e Senesecostruisce un nuovo stabilimento per la lavorazione del corallo rosso, che viene a costituire una primizia per tutta la città

 

 

– Restauro del 1896

L’ultimo restauro in ordine temporale del XIX secolo è del 1896 e riguarda per lo più aggiustamenti nella decorazione interna alla chiesa. La chiesa è poi riaperta nel 1897.

 

 

– La chiesa di Santa Lucia a fine secolo 

La chiesa di Santa Lucia tra fine ‘800 e inizio ‘900. (Immagine da internet)

 

La chiesa di Santa Lucia nonostante i tanti restauri che intervengono nella sua struttura, continua ad essere gestita come collegiata in un clima di rinnovata spiritualità e tranquillità anche grazie al lavoro costante del nuovo vescovo. La chiesa di Santa Lucia rimane il fulcro della vita del paese, qui oltre alle celebrazioni religiose, ruota l’intera vita civile e quindi è in un certo senso il centro del paese.

 

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XX secolo

 

 

– Magliano all’inizio del secolo

 

Magliano dei Marsi in una foto d’epoca del 1902. (Immagine da internet)

 

Magliano dei Marsi all’inizio del XX secolo si presenta come un paese ancora agricolo, che inizia a farsi strada grazie ad una certa classe economico-artigianale che viene crescendo nel tempo. L’artigianato in particolare tende a dare segnali di sviluppo importanti arrivando ad occupare molte persone. Per esempio la fabbrica della ditta “Santoponte e Senesedi Torre del Greco, presente a Magliano cresce nel tempo arrivando ad impiegare fino a 60 donne.  

 

 

– Terremoto del 1904

Ad interrompere momentaneamente il discreto andamento economico interviene un forte terremoto con epicentro a Rosciolo, una piccola frazione di Magliano. Il terremoto si manifesta con una potenza di 5,7 Mw e pur non comportando vittime, produce seri danni agli abitati di Magliano e delle sue frazioni.

Il terremoto di Magliano avviene precisamente il 24 febbraio 1904 alle 15:53 con una magnitudo di 5,7 Mw e l’epicentro del terremoto è la zona tra Magliano e Rosciolo, laddove sembra una discreta faglia che si è mossa per circa 11 secondi.

Un comitato presieduto dall’onorevole De Amicis coordina i soccorsi. La maggior parte delle case danneggiate vengono puntellate e in seguito restaurate in modo superficiale, pur in presenza di una legge specifica del 30 luglio 1904 per interessamento dell’onorevole Giovanni Cerri. In occasione del terremoto del 1904 Papa Pio X dona millelire ai terremotati.esserci

 

 

– Magliano dopo il sisma del 1904

Tende allestite presso il paese di Magliano dopo il sisma del 1904

(Immagine da http://www.blueplanetheart.it/2018/02/24-febbraio-1904-forte-sisma-mw-5-7-magliano-de-marsi-aq/)

 

Magliano dal terremoto del 1904 ne esce profondamente provato vista l’importanza del sisma, subendo danni importanti al suo importante patrimonio storico-artistico, come avviene alla chiesa di Santa Lucia che subisce.


importanti danni. Allo stesso modo anche le abitazioni subiscono importanti danni. A questo proposito lo studioso Alfonso Cavasino ha detto: “La parte dell’ingresso delle case furono quasi tutte murati per evitare che qualche imprudente vi alloggiasse, sicchè la popolazione fu costretta a riparare in aperta campagna come meglio potè, sotto tende, o sotto capanne improvvisate con porte, finestre, assi tolti di fabbricati caduti”.

Miracolosamente il terremoto non produce vittime, ma solo feriti di  cui due gravi per la frattura delle gambe. Lo studioso Cavasino proseguendo nel suo racconto sul terremoto dice: “E’ da osservare come in questo comune così come in quelli limitrofi la gravità dei danni non fu dovuta soltanto al terremoto, ma in parte dalla vetusta de fabbricati ed alla loro cattiva conservazione.

 

Magliano messo in sicurezza dopo il sisma del 1904.

( Immagine da https://www.marsica-web.it/2019/02/24/una-storia-dimenticata-la-scossa-di-terremoto-del-24-febbraio-1904-che-colpi-magliano-dei-marsi-e-la-sue-frazioni-di-rosciolo-e-di-marano/)

 

Riguardo alle frazioni di Rosciolo e Marano, Cavasino dice che entrambi i borghi hanno subito danni ingenti, sia nel patrimonio abitativo che in quello artistico. La situazione tra i due borghi poi è profonda poichè tutte e ciquecento case di Rosciolo sono state abbattute o dal sisma oppure dal Genio Militare per colpa del sisma stesso. Marano, viceversa contava 200 case di cui solo due solo sono abbattute, invece le altre non subiscono danni strutturali.

 

Magliano messo in sicurezza dopo il sisma del 1904.

( Immagine da https://www.marsica-web.it/2019/02/24/una-storia-dimenticata-la-scossa-di-terremoto-del-24-febbraio-1904-che-colpi-magliano-dei-marsi-e-la-sue-frazioni-di-rosciolo-e-di-marano/)

 

Dopo il 1904 Magliano e le sue frazioni si sono riprese velocemente gettandosi in un certo senso alle spalle il terremoto. Dopo il sisma l’intero paese è stato puntellato per evitare il crollo rovinoso degli edifici.
Nei mesi successivi le case gravemente lesionate sono abbattute e  ricostruite, mentre nei casi meno gravi sono state riparate. La stessa cosa avviene con gli edifici religiosi (chiese e conventi) che sono rimessi in funzione nel giro di poco tempo, chiaramente un tempo funzione dei danni.

 

Magliano dei Marsi nei primi anni del ‘900. (Immagine da internet)

 

Il paese poi è andato oltre continuando a vivere e cercando di tenersi al passo con i tempi, modificando e misurando se stesso con le novità presenti come l’energia elettrica, approdata a magliano nel 1909, oppure il primo supermercato entrato in funzione nella zona sempre nel 1909. Nel 1910 abbiamo l’approdo a Magliano della prima linea telefonica. Insomma il paese riprende a vivere degnamente…. ma presto arriverà una nuova catastrofe ben  maggiore di questa.

Magliano così facendo si qualifica come uno dei borghi  più dinamici della Marsica e ciò è evidente anche dalle nuove abitazioni costruite lungo la via Cicolana e lungo via Avezzano, alcune   ìdelle quali sono anche in stile liberty. La nascita della nuova zona di Magliano porta anche alla nascita di piazza della Repubblica, che viene divenendo il nuovo centro del paese. 

 

 

– La chiesa di Santa Lucia dopo il sisma del 1904

 

La chiesa messa in sicurezza dopo il sisma del 1904.

( Immagine da https://www.marsica-web.it/2019/02/24/una-storia-dimenticata-la-scossa-di-terremoto-del-24-febbraio-1904-che-colpi-magliano-dei-marsi-e-la-sue-frazioni-di-rosciolo-e-di-marano/)

 

La chiesa di Santa Lucia dal sisma del 1904  ne esce danneggiata seriamente. I danni maggiori si concentrano nel campanile che risulta crollato sotto i colpi della seconda replica sismica avvenuta il giorno seguente ovvero il 25 febbraio.

la chiesa danneggiata dal sisma viene da subito messa in sicurezza puntellandola attorno e poco tempo dopo viene ristrutturata, allo stesso modo di quanto avviene al resto del paese che reagisce in modo vigoroso all’importante terremoto. 

 

 

 

– La nuova organizzazione contadina

Diverse persone tra cui Luigi Vidimari, di ritorno dall’America costituiscono una Lega di Contadini, che confrontandosi con i signorotti locali ottengono migliori condizioni economiche nel lavoro dei campi. Ciò viene ottenuto anche sotto la minaccia di un emigrazione di massa. I proprietari terrieri intimoriti accettano alcune proposte contadine.

 

 

– Terremoto del 1915

Un nuovo e più terribile terremoto si abbatte sulla Marsica all’alba del 13 gennaio 1915.

Da Gioia dei Marsi parte una violentissima scossa che si propaga con una forza inaudita per tutto il territorio del Fucino e della Marsica intera, producendo danni enormi al patrimonio edilizio e storico, ma soprattutto causando la morte quasi istantanea di circa 30.000 persone. Tutti i paesi della Marsica specie quelli fucensi sono completamente distrutti, la sola Avezzano è rasa al suolo. 

 

 

– Il terremoto a Magliano

Magliano dei Marsi distrutta dal terremoto del 1915. (Immagine da internet)

 

Magliano è in gran parte distrutta, molte strutture del paese risultano crollate e soprattutto si registra un alto numero di decessi. Praticamente su 2700 persone presenti nel 1914 a Magliano ne muoiono 1200. 
Dall’immane tragedia si salvano le poche case di nuova costruzione su via Avezzano e quasi tutto il rione di San Domenico che pur danneggiato non vede crollare le case.

 

 

– Effetti del terremoto sulla chiesa di Santa Lucia

 

La Chiesa di Santa Lucia dopo il sisma di Gioia dei Marsi (1915) .

 (Immagine da http://www.gvmprotezionecivile.it/memoria-sismica-magliano-dei-marsi/memorie/terremoto-del-1915-gigi-proietti)

 

La chiesa di Santa Lucia viene travolta dall’onda sismica crollando su se stessa. Ma cosa più importante è che al momento del sisma nella chiesa si stava finendo di dire messa e ciò coglie tutta la popolazione impreparata. Questo porta nel giro di pochi attimi a un’immane tragedia ovvero le tante persone presenti in chiesa muoiono travolte dal crollo  delle volte della navata centrale e di quella di destra. Il parroco, da poco tempo insediatosi a Magliano, don Vincenzo Giusti si salva poichè sia la cupola che la volta del presbiterio rimangono in piedi. Della struttura della chiesa si salva intatto il campanile, che pur danneggiato rimane ancora oggi possente in piedi.

 

 

– I mesi dopo il terremoto e la guerra 1915-18

A Magliano nei giorni, settimane e mesi successivi al sisma vi è una gara di solidarietà per affrancare al meglio la popolazione superstite al tremendo terremoto. Ma siamo nel 1915 e l’Italia sta per entrare in guerra. Per cui lentamente tutti i soldati accorsi per aiutare la popolazione parte per il fronte. Oltre a questi partono molti ragazzi della Marsica che presenti nelle caserme lontane dalla zona, al momento del terremoto si erano salvati.

Questi ragazzi a causa della forte tragedia vengono dispensati dal servizio militare, ma la maggior parte di loro va lo stesso e molti troveranno nella guerra la morte non tornando più alle proprie zone.

La guerra dura 4 lunghi anni fino al novembre 1918. L’Italia uscita dal conflitto è vincente ma con l’economia a pezzi e dopo 600.000 morti, tra cui anche i tanti ragazzi scampati al sisma.

 

– La Spagnola

Nel 1918 si abbatte sulla Marsica il virus della Spagnola che miete nel mondo milioni di vittime. Il virus provoca molti morti anche nella desolata Marsica, di cui però al momento non ne conosciamo l’esatto numero, ma ci riserviamo di tornarvi sopra non appena si saprà.

 

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– Il fascismo e la ricostruzione

Con l’avvento degli anni 20′ si avvia la ricostruzione di Magliano. Alle baracche si sostituiscono le casette asismiche popolari, e piano piano le strutture del paese vengono rifatte.

Gli edifici d’interesse pubblico vengono via via ricostruiti a partire dagli edifici scolastici delle Scuole Elementari rifatti nel 1922 per finire nel 1929 con il completamento del nuovo municipio.

Il nuovo municipio senz’altro degno di nota, dispone di un’ampia sala consiliare e l’intero progetto è stato realizzato e condotto dall’ingegn. Francesco Pietrangeli.

A partire dal 1922 in Italia sale al potere Mussolini come 1 ministro e con lui il Fascismo che in Italia durerà fino al 1943. Sotto il regime di Mussolini avverrà la gran parte della ricostruzione post sisma, per cui molti edifici avranno le fattezze secondo uno schema architettonico fascista, come per esempio il Sacrario di Magliano costruito nel 1932.

 

 

– Il restauro della chiesa di Santa Lucia 1934-37

Il restauro della chiesa di Santa Lucia, che rappresenta il bene storico più prezioso del paese, segue una lunga fase preparatoria con la stesura di vari progetti. Alla fine il progetto scelto nel 1933 viene a prevedere il  rifacimento della facciata e della parte interna secondo la struttura originale.

L’inizio dei lavori di restauro partono nel 1934 e durano tre anni completandosi nel 1937. L’inizio della ricostruzione coincide con l’arrivo del nuovo parroco della chiesa di Santa Lucia, il giovane Augusto Orlandi di Scurcola Marsicana, che si dimostrerà una grande persona nel suo  servizio sacerdotale.

Come detto i lavori prendono avvio nel 1934 iniziano e prevedono modifiche nell’assetto del progetto Sabatini.

Struttura interna:

Nella struttura interna si ha la rimozione completa di tutte le sovrastrutture rinascimentali e barocche e non viene ricostruita la cupola esagonale che sovrasta l’abside. Vengono abolite le grandi finestre della navata centrale, ma vengono riaperte le finestre sesto acute delle navatelle laterali. 

Non vengono ricostruiti invece gli altari laterali, mentre vengono ricollocate le colonne costituite in cemento armato, che sono poi rivestite di  stucco, simulante la pietra dallo stuccatore. Lo stuccatore inoltre provvede alla costruzione dei capitelli, dei costoloni, delle piccole navate laterali.

Le capriate in legno della navata centrale, anche loro in cemento armato, vengono ridipinte per simulare il legno del pittore. Questi lavori risultano sorprendentemente perfetti nell’esecuzione, allo stesso modo di quanto avvenuto per la facciata.

La facciata:

La facciataviene completamente smontata nelle parti ancora in piedi, dopo che sono stati numerati uno a uno tutti i mattoni della cortina ed i fregi, quindi viene ricostruita nella forma esatta in cui appariva prima del sisma 1915.

I fregi rovinati o in parte mancanti come le colonne esterne del portale centrale, una parte dell’archinvolto decorato, parte delle pilastrate dei portali laterali ed altri particolari, vengono sostituiti con copie perfette eseguite dall’artista Paris Ricci di Avezzano.

Nei lavori della facciata troviamo oltre a  Ricci  anche gli scalpellini Domenico Tiberi e Tullio Nanni di Rosciolo. Assistente ai lavori è Vincenzo Dionisi, l’impresa costruttrice appartiene ad Antonio Jacoviti di Avezzano.

Campanile:

Il campanile viene completamente smontato, dopo che sono stati numerati i mattoni e successivamente riedificato, ma con un altezza minore della precedente. La riedificazione del campanile avviene dalle fondamenta costituite in cemento armato e muratura. Il rivestimento di questo viene fatto in pietra, applicata su tutto il resto. Sul tetto non viene ricollocata la cuspide conica.

I lavori della chiesa di Santa Lucia terminano nel 1936, ma il ritardato saldo all’impresa costruttrice porta alla consegna della chiesa solo alla fine del 1937.

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– Sacrario

Merita una nota a parte il Sacrario. Questa struttura viene inaugurata nel 1932 e ricorda con la sua presenza il gravissimo sacrificio occorso dai figli marsicani superstiti nell’adempimento del proprio dovere di soldato in guerra. La struttura sostituisce in modo più degno i tanti monumenti costruiti nella Marsica in onore di questi caduti.

 

 

– I preti della chiesa di Santa Lucia e la vita religiosa a Magliano nel primo dopoguerra 

Sul piano religioso raccontare la storia della chiesa di Santa Lucia significa anche raccontare la storia di Magliano.

Don Vincenzo Giusti parroco della chiesa di Santa Lucia diventa parroco presso la chiesa di San Giuseppe, che per qualche tempo ha ospitato le sede vescovile. Al suo posto nel 1923 arriva Don Luigi Moro

Don Luigi rimane parroco a Magliano fino alla sua morte nel 1934. In questi dieci anni egli si occupa di rilanciare la vita religiosa nel paese scosso da tante sventure. Egli si occupa in prima persona sia di rilanciare l’Azione Cattolica locale sia della catechesi dei ragazzi.

Riuscire ad essere il fulcro di un rinnovamento religioso nel periodo fascista che si avverte ormai anche nella Marsica non è cosa da poco, in quanto il prete è sempre soggetto all’occhio delle autorità civili, nonostante i Patti Lateranensi del 1929.

Nel frattempo le varie strutture religiose vengono via via ricostruite e CIò anche per interessamento diretto di don Luigi. Alla morte di Don Luigi nel 1934, diventa nuovo parroco della chiesa di Santa Lucia il giovane don Augusto Orlandi di Scurcola Marsicana.

Questo giovane parroco riesce a farsi ben volere fin da subito, riuscendo con il suo giovane entusiasmo a dare nuovo impulso all’Azione Cattolica, organizzando convegni, dibattiti, conferenze, recite che poi vengono portate al pubblico in una sala dell’asilo. Viene ridata importanza al canto liturgico, con l’introduzione del canto gregoriano e con la sostituzione di una Schola Cantorum di Pueri Cantores. Egli riesce anche a risvegliare le vocazioni religiosi dopo un lungo intervallo di 40 anni.

Don Augusto poi nonostante la sua giovane età è molta attento alla conduzione dei lavori della chiesa di Santa Lucia, affinchè questi giungano a termine e la chiesa possa tornare alla pubblica utilità. Ed è anche grazie a lui, come detto prima, che questi hanno termine e la chiesa può tornare ad aprirsi alla popolazione nel 1937.

 

 

 – 2 guerra mondiale

Con il proseguire degli anni 30′ la situazione europea diventa sempre più incadescente fino a quando nel 1939 con l’invasione tedesca della Polonia, si apre porta per l’intera Europa A una nuova guerra fratricida che diventa quasi subito una nuova guerra mondiale.

L’Italia entra in questa scellerata guerra l’anno dopo nel 1940 nella speranza che pochi morti la facessero diventare una grande potenza vincitrice, che partecipasse alla spartizione del mondo in poco tempo. Le cose non sono andate così.

L’Italia fra il 1940 e il 1943 perde su tutti i fronti di guerra e nel luglio 1943 è invasa dagli alleati. Il fascismo cade alla di luglio con la defenestrazione e arresto di Mussolini. Poco tempo dopo decade anche lo Stato monarchico  che abdica a se stesso con la fuga del re e di tutti i ministri.

In settembre i tedeschi invadono l’Italia fino al basso Lazio instaurando la Linea Gustav quale confine fra la loro occupazione e quella Alleata che veniva risalendo dalla Sicilia, liberando il paese dalla morsa nazista.

I Tedeschi stabiliscono il loro centro di comando a Massa D’Albe nella Marsica. Da qui guidano la difesa sulla linea Gustav e nel territorio della Marsica instaurano un regime di polizia molto duro.

La popolazione marsicana è spaventata da questa situazione dovendo subire prima l’occupazione tedesca e poi dai primi mesi del 1944 anche i bombardamenti alleati, che servono ad indebolire i tedeschi, ma hanno come effetto primigenio di massacrare i civili e indurli alla fuga per avere salva la pelle. Molte persone dei vari borghi della Marsica per sfuggire ai bombardamenti rioccupano i vecchi paesi distrutti dal sisma del 1915, oppure cercano rifugio sulle montagne. Insomma una tragedia senza fine.

La battaglia intorno all’Abbazia di Montecassino nei primi mesi del 1944 comporta un coinvolgimento della Marsica e della sua parte più esposta ovvero la Valle Roveto che subisce continui bombardamenti. In generale è un po’ tutto il territorio esposto. Avezzano per esempio viene bombardata più volte arrivando a distruggerne gran parte della città ricostruita dopo il sisma del 1915.

A Magliano il popolo prega costantemente e il parroco don Augusto fa quel che può per alleviare i bisogni della sua gente. In questo triste ma vissuto arco di tempo che sembra non finire mai, sono molti i fatti piccoli o grandi che sembrano dover da un momento all’altro scatenare i tedeschi contro la popolazione inerme.

I mesi per fortuna passano e alla fine nel giugno 1944 i tedeschi sono sconfitti e gli Alleati penetrano nella Marsica e in Abruzzo liberandoli. I Tedeschi sconfitti si ritirano a nord. 

A ricordo di quei giorni citiamo qui di seguito gli avvenimenti accaduti tra il 10 giugno e il 13 giugno 1944 a Magliano tra la fase di ritiro dei tedeschi e la venuta degli Alleati

Nella notte fra il 10 e l’11 giugno 1944, quando ormai è chiara la vittoria alleata, alcuni tedeschi sono incaricati di rallentare la marcia degli alleati. Questo compito viene svolto alla lettera. I tedeschi durante la notte abbattono tutte le linee elettriche e telegrafiche intorno a Magliano.

 Addirittura viene distrutto non si sa perchè un antico mulino patrimonio storico del posto dall’anno mille. Contemporaneamente i bagliori sinistri e i forti boati delle mine fatte saltare per distruggere le strutture, spaventano a morte la popolazione di Magliano, ma un gruppo di volenterosi vigila attento nei vari rioni affinchè in quella notte non fosse compiuto dai tedeschi in ritirata alcun danno alla popolazione.

La mattina dopo dell’11 GIUGNO 1944 i tedeschi non c’erano più e nel primo pomeriggio si diffonde la notizia dell’arrivo degli alleati. Una pattuglia alleata arriva in piazza accolta da una folla incredula che tutto fosse veramente finito. L’ingegner Fiorani viene eletto sindaco provvisorio di Magliano.

Il 13 giugno successivo in occasione della festa di San Antonio, padre Ermenegildo con la sua voce calda e appassionata, dall’alto del convento di San Domenico, commenta di fronte a una folla numerosa, gli avvenimenti presenti ricordando come in un filo virtuale i fatti del 20 ottobre 1860 e  quelli della sera del 10 giugno 1944, poichè nei due avvenimenti egli scorge la protezione divina.

 

 

– I bagliori della vita futura

La guerra seppure finita nella Marsica continuava nel resto d’Italia, ma nella Marsica si riprendeva il più velocemente possibile le antiche usanze.

Riesplodono tra il 1944 e il 1945 gli antichi asti tra le famiglie terriere del posto e i contadini che riunitisi di nuovo in Lega contadina procedono all’occupazione delle terre e alla loro semina.

Si generano tensioni fra le parti, ma per fortuna non avviene nulla di particolarmente cruento e l’anno dopo quando la semina produce frutti, questi vengono spartiti tra padroni e contadini in rapporto di 2 al padrone e 3 ai contadini.

Nell’aprile 1945 intanto tutta l’Italia è libera e poco dopo anche la seconda guerra mondiale finisce. La vita riprende e inizia la ricostruzione.

 

 

– La chiesa di  Santa Lucia e Magliano 1945-72

Il secondo dopoguerra a Magliano come nel resto della Marsica, significa ricostruzione dei danni provocati dalla guerra, specialmente dai bombardamenti e risoluzione del problema delle terre con i grandi e medi proprietari terrieri.

Sul piano della ricostruzione materiale a Magliano non abbiamo una situazione critica come nei vicini centri di Massa d’Albe e Avezzano, tuttavia la ricostruzione riguarda anche l’aspetto spirituale, e in questo senso la chiesa di Santa Lucia e soprattutto l’opera del parroco don Augusto sono molto importanti. 

Il parroco anche su sollecitazione del nuovo vescovo Domenico Valeri procede alla ricostruzione dell’altare della chiesa di Santa Lucia, unica opera rimasta ancora incompiuta.

Allo stesso tempo vengono rilanciate sul piano sociale e religioso molte attività che hanno lo scopo di rilanciare la vita civile della popolazione di Magliano, ancora spaventata dal ricordo dei mesi di occupazione tedesca.

Anche in questo senso è da ricordare l’iniziativa di  organizzazione di una grande Missione Popolare del 1958 organizzata da don Augusto e che in tanti hanno risposto con entusiasmo.

Sul piano politico dopo alcuni anni di tensione soprattutto tra Torlonia e i contadini si arriva grazie anche alla nuova riforma agraria, all’esproprio delle terre di Torlonia e all’assegnazione di queste ai contadini locali.

Ciò però non riesce ad arginare una crisi economica ben presente e ciò spinge molti giovani ad emigrare in altre città nel corso degli anni 50 e 60 portando ad uno spopolamento anche a Magliano.

 

 

– La chiesa di Santa Lucia e Magliano 1945-72

Il secondo dopoguerra a Magliano come nel resto della Marsica, significa ricostruzione dei danni provocati dalla guerra, specialmente dai bombardamenti  e risoluzione del problema delle terre con i grandi e medi proprietari terrieri.

Sul piano della ricostruzione materiale a Magliano non abbiamo una situazione critica come nei vicini centri di Massa d’Albe e Avezzano, tuttavia la ricostruzione riguarda anche l’aspetto spirituale, e in questo senso la chiesa di Santa Lucia e soprattutto l’opera del parroco don Augusto sono molto importanti.

Il parroco anche su sollecitazione del nuovo vescovo Domenico Valeri procede alla ricostruzione dell’altare della chiesa di Santa Lucia, unica opera rimasta ancora incompiuta.

Allo stesso tempo vengono riavviate sul piano sociale e religioso molte attività con lo scopo di rilanciare la vita civile della popolazione di Magliano, ancora spaventata dal ricordo dei mesi di occupazione tedesca.

Anche in questo senso è da ricordare l’iniziativa di organizzazione di una grande Missione Popolare del 1958 organizzata da don Augusto e che in tanti hanno risposto con entusiasmo.

 

 

– La risoluzione del problema delle terre del Fucino

Sul piano politico gli anni successivi alla guerra sono di tensione tra Torlonia e i contadini che sfociano in vari episodi di scontri, fino ad  arrivare all’eccidio di Celano nel 1950. Con questo episodio si raggiunge il culmine della protesta, che porta all’esproprio forzato delle terre fucensi a Torlonia  alla successiva ridistribuzione riconosciuta dalla successiva riforma agraria del 1951.

Ciò però non riesce ad arginare una crisi economica ben presente che arriva a spingere molti giovani ad emigrare in altri paesi o città nel corso degli anni 50 e 60 portando ad uno spopolamento anche a Magliano.

 

 

– Restauro del 1951-61

Tornando alla chiesa di Santa Lucia si assiste a un nuovo piccolo restauro che viene a completare la struttura religiosa con la ricostruzione dell’altare. Il vecchio altare recuperato dalla chiesa distrutta viene ora restaurato con alcune nuove decorazioni.

Allo stesso tempo si procede alla costruzione di un nuovo organo e ad alcuni lavori sull’altare per la creazione di una cavità circolare dove apporre poi l’organo dietro l’altare. Sul precedente altare per qualche tempo vi è stata una statua di Santa Lucia poi tolta per far posto all’organo.

I lavori si concludono nel 1961 con una solenne cerimonia fatta il  26 giugno in occasione della visita pastorale del vescovo Valeri. 

 

 

– La nascita del nucleo industriale e l’emigrazione

 

Magliano dei Marsi fine anni ’50 inizio anni ’60. (Immagine da internet)

 

A Magliano dei Marsi dopo la guerra si avvia sia il restauro del borgo antico, che la costruzione di nuove aree urbane. Il paese viene ad allargarsi nell’area pianeggiante sottostante e sempre qui si riavviano le attività agricole precedenti la guerra.

 

Magliano dei Marsi negli anni ’60. (Immagine da internet)

 

Ma passati i primi anni dal conflitto si avvia la ricostruzione del nucleo industriale del paese. Precedentemente al conflitto Magliano è sempre stato uno dei paesi più dinamici sul piano artigianale-industriale della zona. Ora si ricomincia da capo e nel giro di 10-15 anni il nucleo artigianale – industriale del paese rinasce lungo la via Tiburtina diversificandosi in molti settori dal legname, ai mobili, alla lavorazione delle pietre, ecc.

 

Piazza della Repubblica di Magliano dei Marsi negli anni ’60. (Immagine da internet)

 

Certo affinchè queste attività possano tornare a funzionare bene ci vuole tempo e lavoro, ma l’importante è ripartire. Nel frattempo le tante altre persone che non riescono a trovare lavoro nella zona si trasferiscono via, chi all’estero privilegiando le destinazioni del Nord Europa e chi  l”Italia con le grandi città del nord che vengono espandendosi economicamente e in modo accelerato. Purtroppo a causa di questo spopolamento la popolazione del paese scende vistosamente passando dalle 4058 unità del 1951 alle 3081 del 1971. 

 

La fontana di Saturno a Magliano dei Marsi negli anni ’60. (Immagine da internet)

 

Nei successivi anni ’70 grazie alla forte azione governativa vengono costruite le autostrade A24 e A25 che apportano benessere alla zona, fosse solo perchè i prodotti del posto vengono spediti via in modo più veloce e sicuro. Fatto è comunque che il nucleo industriale del paese accelera la sua corsa esplodendo come tutto il territorio nei primi anni ’80. Ciò genera un ritorno economico importante e quindi maggiore lavoro, determinando un arresto dello spopolamento in atto da decenni. Anzi lentamente alcuni ritornano e la popolazione torna a crescere.

 

 

– Gli anni conciliari e la morte di don Augusto 1961-73

A Magliano come in tutta la Marsica, terra di grande fede cattolica, si sente  l’eco del Concilio Vaticano II che viene riformando la chiesa in un periodo di grande crisi vocazionale e religiosa. 

In ultimo abbiamo la morte di don Augusto nel 1973, che in qualche modo conclude una lunga e complicata fase nella vita del paese marsicano, che si è spesso riconosciuto nella sua abile e saggia guida.

 

 

 

– Don Antonio Rosa e gli anni 70′

Dopo la morte di don Augusto e una brevissima reggenza di un altro parroco, viene nominato nel 1973 nuovo parroco di Santa Lucia don Antonio Rosa, uomo di grande esperienza che viene ad occupare il posto di una persona molto ben voluta in passato.

Don Antonio si conquista presto il favore della gente di Magliano tramite le sue iniziative religiose e culturali, applicando a suo modo i dettami del nuovo Concilio Vaticano II, concluso pochi anni prima.

I tempi non sono facili, grandi crisi sono presenti sia nella chiesa, che nella società, sconvolta e impaurita anche dai tanti attentati presenti nel corso di questi anni. L’abile guida di Don Antonio sa essere punto fermo e aggregante per l’intera comunità soprattutto nel 1978.

Per l’Italia e per Magliano il periodo del sequestro e la morte di Moro nel 1978 portano grave disagio e senso di smarrimento in tutta la comunità del paese, ed è in questa circostanza che l’abile guida di don Antonio sa essere di conforto e di speranza per il futuro.

Magliano durante questo tragico anno matura un più profondo legame con questo grande prete e quando viene comunicata la sua partenza ad altro luogo, grande tristezza scende nei cuori della popolazione. Ma si accetta la decisione e si va avanti.

 

 

 La chiesa di Santa Lucia e don Antonio Sciarra 1978-1992

Nuovo prete della chiesa di Santa Lucia è nominato Don Antonio Sciarra che si rivela da subito un prete che rispecchia in pieno i nuovi dettami del Concilio Vaticano II. Egli durante gli anni di reggenza della parrocchia favorisce la occupare anche di problemi sociali prima mai toccati a Magliano, come quelli dei tossicodipendenti e delle persone con problemi fisici.

Insomma a Magliano don Antonio con la sua opera allarga l’orizzonte culturale a dinamiche di problemi locali e internazionali mai toccate fino a quel momento.

La reggenza di don Antonio si conclude a Magliano nel 1992 lasciando di se un ottimo ricordo.condivisione della gestione di iniziative sociali non solo di vecchie associazioni cattoliche già operanti a Magliano, come l’Azione Cattolica, ma anche di altre nuove associazioni come la Caritas, il Movimento Neocatecomunicale ecc.

Allo stesso tempo vengono avviate iniziative sociali verso territori bisognosi di cure che si trovano anche distanti da Magliano. Nascono così iniziative umanitarie verso i paesi del Terzo Mondo come l’aiuto verso popolazioni colpite da disastri naturali. Ma  non solo, ci s’inizia ad

 

 

– Boom economico nella Marsica e a Magliano

Nel corso degli anni ’80 si ha il grande boom economico della  Marsica che viene ad investire anche Magliano. Magliano con il suo nucleo industriale già da tempo mostra segni di grande miglioramento.

Il boom economico permette al paese di Magliano di affrancarsi dalla dipendenza sociale ed economica di altri paesi vicini. Con il miglioramento economico il paese investe su se stesso garantendosi un grande rilancio sociale che nel corso degli ’90 non è facile. Tuttavia i maglianesi hanno voglia di contare e per questo il comune inizia una lenta ristrutturazione del borgo per cosentire una migliore fruizione dei servizi turistici e insieme a questo il recupero della memoria storica andata un po’ persa negli anni.

Questi servizi nel corso degli anni diventano sempre più strutturati esprimendosi con il recupero dei vecchi borghi e il lancio di nuove iniziative culturali tese a ridare smalto a un territorio per troppo tempo sottovalutato.

 

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XXI secolo

– Magliano dei Marsi negli anni 2000

 

Magliano dei Marsi nel 2010. (Immagine da Googlemap)

 

All’inizio del nuovo secolo il paese di Magliano è un paese ricco ed in ascesa economica, perdurando ormai da molti anni una discreta crescita economica.

 

Magliano dei Marsi nel 2010. (Immagine da Googlemap)

 

Nel corso degli anni 2000 il paese prosegue nella sua restaurazione, nel lancio di nuove iniziative turistiche così come nel mantenimento di alcune ormai tradizionali come l’infiorata del Corpus Domini, attiva nel paese dal 1985. Quest’ultima iniziativa consiste in un infiorata che viene riproposta ormai da tanti anni a Magliano in occasione del Corpus Domini che si snoda per la via principale del paese.

 

Infiorata di Magliano dei Marsi del 2007. (Immagine da http://www.coralepadrefrancesco.it/Pagine/Infiorata.htm)

 

Questo bellissimo, lungo, splendido tappeto dai colori vivaci, durante il giorno viene ammirato dagli abitanti del borgo di Magliano e dai tanti visitatori che si recano in questa località per ammirare la cittadina infiorata, trattandosi ormai di un’esperienza consolidata e conosciuta.

 

 

– Terremoto del 2009 

Nel 2009 un violento sisma si abbatte sulla città dell’Aquila distruggendola. Il sisma fa sentire i suoi effetti anche sulla Marsica non apportando però il carico di distruzione della vicina città aquilana. Qui il sisma lascia poche tracce tranne in alcune località più vicine all’Aquila come Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo e Ovindoli. Gli altri comuni registrano pochi danni concentrati perlopiù nelle chiese. Ma pare che la chiesa della Madonna di Loreto sia resistita bene al sisma.

 

 

– La chiesa di Santa Lucia  all’inizio del XXI secolo.

 

La chiesa di Santa Lucia negli anni 2010. (Immagine da Wikipedia)

 

Con il nuovo secolo la chiesa di Santa Lucia continua a porsi come faro della vita religiosa e sociale del paese marsicano. In questi primi anni del nuovo secolo prosegue lo slancio di recupero del vecchio borgo attraverso varie iniziative sociali sia di carattere ludico che serio.

Purtroppo a causa del sisma del 2009 la chiesa di Santa Lucia è costretta a fermarsi per qualche tempo per riparare i lievi danni causati dal sisma. Ma già diverso tempo dopo il restauro è concluso e la chiesa riapre al pubblico servizio. Da qui si riprende lo slancio alla vita religiosa di cui è protagonista questa chiesa da molto tempo.

La struttura religiosa nonostante i tanti sismi a cui è stata sottoposta ha saputo sempre rialzarsi e questo lo si deve al grande spirito religioso e civile del popolo maglianese, da sempre attaccato questo luogo di culto.

La chiesa di Santa Lucia è ormai un bene storico di primario livello, che qualsiasi visitatore presente a Magliano non può fare a meno di osservare. Da qui infatti s’iniziano le visite turistiche in questo borgo ricco di storia.

 

 


STRUTTURA DELLA CHIESA DI SANTA LUCIA DI MAGLIANO DEI MARSI

 

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– Pianta

L’impianto della chiesa di Santa Lucia è croce latina a tre navate divise da pilastri.

 

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– Struttura interna 

La struttura interna quindi consiste di tre navate, due laterali e una centrale che risultano divise in campate da archi trasversali impostati sui pilastri, a base circolare, della navata centrale e su semicolonne inserite nelle pareti perimetrali.

 

Interno della chiesa di Santa Lucia. (Immagine da Wikipedia)

 

Al di sopra di alcuni pilastri ritroviamo alcuni capitelli originari delle colonne. Infine vediamo come l’altare della chiesa appare marmoreo decorato da un organo a canne decorato da una semplice  croce lignea. 

 

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– Facciata

 

Immagine personale

 

Riguardo la facciata vediamo che è rettangolare, con la parte inferiore che appare in stile trecentesco con tre portali ad arco ogivale.

 

Immagine personale

 

Analizzando da sinistra verso destra le tre porte vediamone più da vicino i diversi dettagli.

1 portone: Questo appare incorniciato da due colonne per parte che ne esaltano l’importanza di portale

 

Immagine personale

 

2 portone: Questo secondo portone è il portale principale e ciò è sottolineato dalla lunetta con l’affresco della Madonna con Bambino circondata da due santi.

 

    Immagine personale

 

3 portone: In questo portale si osserva che oltre alle due coppie di colonne ai lati, appare al di sopra nella parte rientrante una croce con al di sotto un animale.

 

Immagine personale

 

Al di sopra delle porte troviamo il rosone, con sopra un finestrone rettangolare.

 

Immagine personale

 

– Il rosone: Il rosone presente è del quattrocento

 

Immagine personale

 

– Il finestrone: Il finestrone rettangolare è di epoca barocca ed è stato aggiunto nel corso di un restauro del ‘700.

 

Immagine personale

 

A completamento della facciata troviamo quattro bassorilievi posti a coppie, ai lati rispetto al finestrone.

 

1 coppia di bassorilievi

Immagine personale

 

2 coppia di bassorilievi

Immagine personale

 

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– Campanile

 

Infine come ultima struttura esterna troviano il campanile costruito da Brogi nel 1880. Esso è stato in parte distrutto dal terremoto del 1915 e successivamente recuperato in modo completo.

 

Campanile della chiesa di Santa Lucia. (Immagine personale)

 

Il restauro del ‘900 ha portato alla creazione del tetto a cuspide semi-ellissoidale che culmina a cono, in ferro battuto. Sempre lo stesso restauro ha portato al recupero del piano dove si aprono le arcate delle campane a tutto sesto. La particolarità di questo piano riguarda la forma che è diversa dal corpo massiccio che svetta da terra.

 

Immagine personale

 

 


Bibliografia

 

 

 


CHIESE DELLA MARSICA


MAGLIANO DEI MARSI


STRUTTURE E MONUMENTI DI MAGLIANO DEI MARSI