PESCASSEROLI – CHIESA S.S. PIETRO E PAOLO

 


STRUTTURE E MONUMENTI DI PESCASSEROLI


 

STORIA DELLA CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO DI PESCASSEROLI

 

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IX secolo 

 

 

– La nascita della chiesa di San Pietro e Paolo

La storia della chiesa di San Pietro e Paolo è molto antica, poichè la sua costruzione è compresa nel periodo 850-900.

La chiesa viene edificata su una preesistente cella monastica Paolina e infatti abbiamo che il primo nome della chiesa è chiesa di San Paolo. Solo in un secondo momento viene aggiunto il nome di San Pietro.

La struttura di culto è dipendente dal complesso abbaziale di Barregio, che a sua volta dipende dal Monastero di Montecassino.

 

 

– La chiesa di San Pietro e Paolo nel IX secolo

Nel IX secolo sono molti i centri monastici che vengono nascendo nella Marsica; tuttavia molti di questi attorno ai quali alla lunga si formano piccoli villaggi, sono spesso vittime di saccheggi da parte di genti straniere come i Saraceni, che in questo periodo spesso infestano l’Italia.

Con questi saccheggi Pescasseroli come molti centri sono soggetti a essere ricostruiti più di una volta. Non dimentichiamo che spesso i centri, che conosciamo oggi sono il risultato dell’aggregazione di più villaggi.

Fatto è comunque che per tutto il IX secolo i Saraceni infestano l’Abruzzo e la Marsica in più di un occasione distruggendo tutto quello che incontrano.

La chiesa di San Paolo viene ricostruita probabilmente più volte a causa di questi saccheggi, ma essa comunque sopravvive.

 

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X secolo

 

– L’ascesa di Berardo il Francioso come conte dei Marsi

Con l’inizio del X secolo i Saraceni sono sconfitti e non fanno più ritorno in Italia. A questo punto sono gli Ungari che tentano l’impresa spingendosi fin  in Abruzzo saccheggiandolo in molte zone

Nel 926 Berardo Berardi, discendente di Carlo Magno e giovane capitano di Ventura, scende in Italia al fianco di Ugo d’Arles che viene nominato nuovo re d’Italia dai duchi italiani.

Ugo nomina Berardo nuovo conte dei Marsi e questi si da fare per riorganizzare il territorio rendendolo sicuro per gli abitanti che vi vivono e inaccessibile agli stranieri. Egli fa costruire piccole fortificazioni a vista in luoghi impervi, ma comunicanti fra loro e favorisce l’inserimento di genti in essi. Allo stesso tempo organizza un nuovo esercito con persone del posto per far fronte da soli agli stranieri. La prima occasione di lotta si presenta nel 937 allorquando gli Ungari tornano in Italia per fare razzia.

 

 

– Distruzione del monastero di San Paolo di Pescasseroli da parte ungara

Gli Ungari giunti nella Marsica nel 937 provocano gravi disastri in diversi paesi, tra cui anche a Pescasseroli, dove distruggono la piccola Abbazia di Barreggio dipendente da Montecassino.

 

 

– La fine degli Ungari

Poco dopo Berardo I attestandosi a Forca Caruso con il suo esercito di marsi aspetta il passaggio ungaro, che avviene poco dopo. Qui i due eserciti si combattono ferocemente e ad avere la meglio è l’esercito marso, che addestrato bene da Berardo, fa strage del nemico che mai più si ripresenta in queste terre

 

– L’indipendenza marsa

La popolazione marsicana diventa eternamente grata a Berardo per averla salvata e allo stesso tempo averne riscattato l’onore. Nasce così la dinastia Berardi e la Gran Contea dei Marsi. La contea marsa prima dipendente dal ducato di Spoleto, si stacca da questo e viene a formare uno staterello indipendente.

 

 

– Pescasseroli viene a far parte della nuova contea di Valva

Pescasseroli inizialmente fa parte della contea dei Marsi, che all’inizio è molto vasta, ma poi nel 950-60 i figli di Berardo I si dividono il vasto possedimento.

A Oderisio, uno dei figli di Berardo I, tocca la contea di Valva, nel cui territorio ricade anche Pescasseroli. Probabilmente a Oderisio bisogna far risalire la prima costruzione del castello di Pescasseroli e l’impostazione del piccolo villaggio come centro fortificato.

Inizialmente la contea di Valva come anche le altre contee ritoccate agli altri fratelli fanno riferimento a Berardo II conte dei Marsi e fanno ancora parte della grande contea marsa.

Probabilmente già con il figlio di Berardo II, Rainaldo I la contea marsa si riduce di territorio comprendendo ancora un territorio vasto ma non come quello paterno. Ciò significa che le altre contee da nominali divengno in qualche modo effettive sotto i fratelli di Berardo II ed i loro discendenti.

Fatto è che Pescasseroli comprende la punta estrema della contea di Valva ed è il territorio che maggiormente confina con la contea dei Marsi soggetta a Rainaldo I.

 

 

– La chiesa di San Paolo e l’abbazia di Barreggio nel X secolo

In questo quadro genealogico da cui si articola l’indipendenza del territorio di Pescasseroli dalla contea marsa, dove troviamo la chiesa di San Paolo dipendente dall’abbazia di Barregio.

Ebbene questa abbazia sembrerebbe ancora dipendere dall’Abbazia di Montecassino, il cui potere però è messo in discussione dalla Diocesi dei Marsi che rivendica questo territorio e dall’Abbazia di Farfa che lo rivendica per se.

Ne nasce così una diatriba che va avanti molto tempo, e che sembra concludersi con l’acquisizione della Diocesi dei Marsi dell’abbazia di San Paolo e quindi della chiesa di San Paolo

 

 

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XI – XII secolo

 

– Restauro dell’XI secolo

La chiesa di San Paolo ha sicuramente subito danni nel corso dei secoli già passati. La vecchia struttura probabilmente mal ridotta viene demolita. Poco dopo viene edificata una nuova chiesa nello stesso luogo.

 

 

– La chiesa di San Paolo nell’XI secolo

La chiesa di San Paolo indipendentemente a chi sia sottomessa, è ormai una struttura pienamente funzionante e nell’ambito di Pescasseroli opera sia in campo religioso che sociale.

 

 

– La contea marsa nell’XI secolo

Sul piano storico i Normanni si fanno avanti per occupare la contea dei Marsi. La contea dei Marsi alla fine dell’ XI secolo si divide in ambito religioso, che segue i gravi dissidi all’interno della famiglia Berardi. Il conte dei Marsi Berardo IV interviene con forza e riesce ancora per qualche tempo a mantenere indipendente la contea marsa e allo stesso tempo riesce a riportare la nascente Diocesi di Carsoli, sotto il controllo della Diocesi dei Marsi.

 

 

– La famiglia dei Di Sangro

Da Oderisio Berardi primo conte di Valva discendono i Di Sangro e altre importanti famiglie abruzzesi. Queste famiglie si sono succedute nella gestione del feudo di Pescasseroli, che con il tempo è diventato un feudo indipendente dagli altri nell’ambito dell’Abruzzo del regno napoletano.

 

 

– La chiesa di San Paolo all’inizio del XII secolo

Pescasseroli all’inizio del XII secolo è ormai un feudo pienamente strutturato con un proprio castello e fa parte della contea di Valva retta dai Di Sangro.

All’interno della cittadina troviamo la chiesa di San Paolo, che funge da chiesa parrocchiale. Pescasseroli e la chiesa di San Paolo sono citate nella bolla papale di Papa Pasquale II del 1115.

 

– I Normanni in Abruzzo

Nel 1143 la contea dei Marsi si arrende ai Normanni che inglobano questa nel loro regno e il resto dell’Abruzzo.

 

 

– La chiesa di San Paolo nella seconda metà del XII secolo

In questa fase si hanno ancora diatribe tra il vescovo dei Marsi, e le abbazie di Farfa e Montecassino circa la proprietà della chiesa e del monastero da cui dipende.

Alla fine tra il 1159 e il 1179 sotto il pontificato di Alessandro III, la questione sembra risolversi definitavamente in favore del vescovo dei Marsi, che diventa responsabile per questa zona d’Abruzzo.

 

 

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XIII – XIV secolo

 

– Il feudo di Pescasseroli nella prima metà del XIII secolo

In questa fase troviamo Pescasseroli ancora soggetta ai Di Sangro, che parteggiano per il papa.

 

 

– La chiesa di San Paolo nella prima parte del XIII secolo

Questo secolo nella storia di questa chiesa sembra essere abbastanza tranquillo, ma emerge anche la crescente centralità di questa nell’ambito di Pescasseroli.

 

 

– Pescasseroli nella seconda metà del XIII secolo

A caratterizzare questo periodo vi è l’estinzione dei Di Sangro nel 1283 e l’ascesa dei D’Aquino. I D’Aquino sono una famiglia che dominerà in modo anche brutale l’alta valle di Sangro fino a ridosso del XV secolo.

Con l’ascesa dei D’Aquino vediamo che la contea di Pescasseroli ormai indipendente dagli altri feudi abruzzesi comprende Pescasseroli, Scanno, Castrovalva, Opi, Collangelo, Iovana e Civitella. A ciò bisogna aggiungere la quarta parte di Castel di Sangro.

 

 

– La chiesa di San Paolo nella seconda parte del XIII secolo

La chiesa di San Paolo nello stesso periodo della dipartita dei Di Sangro e l’ascesa dei D’Aquino, è ormai il centro della vita del paese, almeno in base ad alcuni documenti studiati da alcuni autori raccolti presso l’Archivio del Vaticano. Intorno alla chiesa si svolge la vita sociale della comunità del paese marsicano. Una nuova bolla papale del 1189 cita l’esistenza della chiesa di San Paolo di Pescasseroli.

 

 

– Pescasseroli dipendente da Chieti al livello di tasse

Nel 1273 Carlo I D’Angiò vincitore indiscusso della lotta contro gli Svevi e  nuovo re di Sicilia vara alcune riforme amministrative come la divisione dell’Abruzzo in due regioni fiscali: la provincia dell’Abruzzo Ulteriore e la provincia dell’Abruzzo Citeriore.

Ebbene Pescasseroli appartiene all’Abruzzo Citeriore con capoluogo Chieti. A Chieti vi sarà la sede di riscossione delle imposte del regno siciliano.

 

 

– Pescasseroli all’inizio del XIV secolo

Pescasseroli all’inizio del secolo è ancora soggetta a Cristoforo I d’Aquino. Il figlio di questi nel 1301 Cristoforo d’Aquino raduna 1000 uomini armati e mette a ferro e fuoco il paese di Opi distruggendo il locale castello e la chiesa di S. Maria, per riaffermare la propria autorità sulla zona. La stessa cosa viene fatta da Margherita Di Sangro – D’Aquino, moglie di Cristoforo I e quindi contessa di Pescasseroli.

Questa raduna un piccolo esercito e poi invade e saccheggia il paese di Villalago, dove brucia anche la chiesa di San Pietro. Finito qui invade e saccheggia anche il paese di Anversa.

Anni dopo nel 1307 muore Cristoforo I e diventano conte di Pescasseroli i figli Cristoforo II e Adinolfo II. Questi si spartiscono il feudo e Pescasseroli va a Cristoforo II. A sua volta Cristoforo muore nel 1315 e la figlia Margherita eredita il feudo. Questa a causa di debiti vende il feudo allo zio Adinolfo II che riunisce di nuovo l’intero feudo.

 

 

– La chiesa di San Paolo nella prima metà del XIV secolo

Nei primi decenni di questo secolo la chiesa di Pescasseroli vive anni tranquilli, dove la vita si svolge secondo le usanze del tempo e non si registrano eventi particolari.

 

– Pescasseroli nel 1340

Attorno all’anno 1340 troviamo signore di Pescasseroli Adinolfo III, già presente sulla scena politica locale dal 1321. E’ lui che governerà i tumultuosi anni del decennio seguente.

 

 

– La Peste del 1347-48

Attorno al 1347-48 una terribile pestilenza colpisce l’Italia meridionale producendo nell’arco di poco tempo un numero di morti elevatissimo. Interi paesi scompaiono. Nella Marsica anche si registrano molti morti, ogni paese compreso Pescasseroli riporta un alto numero di vittime.

 

 

– Il terremoto del 1349

Un importante terremoto si verifica nel centro Italia il 9 settembre 1349. Il sisma è così forte da produrre danni consistenti in molti centri del centro Italia. Nella Marsica il terremoto è sentito distintamente e produce un po’ ovunque molti danni.

In questo quadro Pescasseroli esce un po’ malconcia dal terremoto, ma ben in piedi, forse con qualche morto.

In questo quadro la chiesa di San Paolo, il castello e gli altri beni del paese superano seppure con qualche acciacco in più, la prova del terremoto

Ad Alvito un centro vicino Pescasseroli muore nel suo palazzo il conte Adinolfo III in compagnia della moglie e di 12 persone di Pescasseroli,  che in quel momento stavano discutendo proprio delle vicende del paese.

 

– La successione ad Adinolfo III

La morte di Adinolfo III scatena le mira dei parenti che sapendo quanto grande fosse il territorio controllato da Adinolfo si mettono in fila per succedergli.
I d’Aquino oltre al contado di Pescasseroli controllano altri territori presenti nella Val Comino, nella Valle Roveto e in Terra di Lavoro. Alla fine della disputa durata circa 20 anni sarà Berardo, zio di Adinolfo a succedergli nel 1369 e dopo alcuni anni il figlio di questi Tommaso.

 

 

– Restauro della chiesa di San Paolo

Il primo grande restauro della chiesa di San Paolo è riferibile a dopo il 1349, più o meno agli anni 1350 – 1380, allorquando la chiesa è completamente ricostruita, contemporaneamente a quanto accade all’intero paese.

La chiesa rifatta dopo il 1349 è soggetta allo stile gotico vigente all’epoca. Inoltre essendo la chiesa principale del paese viene ricostruita in forme più grandi rispetto alle altre chiese presenti.

 

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XV – XVI secolo

 

– Pescasseroli nella prima metà del XV secolo

Durante i primi 50 anni del XV secolo troviamo ancora i D’Aquino a reggere le sorti del contado di Pescasseroli.

Sotto di loro e maggiormente sotto Francesco III d’Aquino (1438-1460) il paese di Pescasseroli nel primo 400 ormai ripresosi dal devastante terremoto del 1349, cresce sia demograficamente che economicamente.

Dal censimento del 1447 sappiamo che Pescasseroli, pur rimanendo un piccolo villaggio sale a 255 abitanti.

La crescita della popolazione è merito della crescita economica, imputabile allo sviluppo della transumanza, che in questa fase acquista una grossa vitalità. Nel 1450 il conte Francesco III d’Aquino riceve da re Alfonso di Napoli, per il passaggio del bestiame transumante sulle sue terre, venticinque ducati per i passi di Pescasseroli, Opi e Castel di Sangro.

 

 

– La chiesa di San Paolo nel primo 400 

Durante questa fase di ripresa la chiesa di San Paolo rimane la chiesa principale di Pescasseroli e funge anche da punto di riferimento cittadino per la vita del paese, accompagnando questo in questa fase di crescita.

 

 

– Terremoto del 1456

Il 5 dicembre 1456 un tremendo terremoto nel Sannio scuote tutto il centro Italia, manifestandosi con una forza rilevante.

Anche la Marsica è molto scossa dal sisma e da questo derivano molti crolli presenti in molti centri della zona, tra cui anche a Pescasseroli. Qui il sisma si sente distintamente producendo diversi morti e molti danni, tanto da indurre gli abitanti superstiti a trovare rifugio nelle campagne circostanti. 

Pur non sapendo la quantità esatta dei danni arrecati alla chiesa di San Paolo, sappiamo che i danni sono comunque consistenti.

 

 

– Restauro della chiesa di San Paolo nella seconda metà del XV secolo

In seguito ai danni subiti seppure non distruttivi come nel precedente sisma del 1349, la chiesa di San Paolo è soggetta a un nuovo restauro, che non ne modifica la struttura.

 

 

– Restauro di Pescasseroli

I danni che Pescasseroli ha in seguito a questo nuovo sisma sono assai consistenti e spingono il barone Francesco III D’Aquino a concedere agli abitanti dei paesi colpiti dal sisma, compreso Pescasseroli, una riduzione di venti ducati per quattro anni sulla colletta di S. Maria.

Il paese di Pescasseroli viene ricostruito nel corso degli anni successivi al sisma.

 

 

– I D’Aquino cedono il posto ai D’Avols

Nel 1460 muore Francesco III D’Aquino e la baronia di Pescasseroli viene ereditata dalla sorella Antonella. Antonella D’Aquino è sposata dal 1452 con Inico D’Avalos, un importante nobile spagnolo venuto in Italia insieme ai fratelli. 

La consistente eredità di cui dispone Antonella viene interamente trasmessa al marito e ai figli. A questo punto Inico D’Avalos diventa nuovo barone di Pescasseroli insieme a tutti gli altri titoli di cui dispone.

I D’Avalos con Inico e Antonella pattuiscono con gli abitanti di Pescasseroli le prime leggi dei Capitoli e delle Franchigie

 

 

– La chiesa di San Paolo nella prima metà del XVI secolo

A Pescasseroli le persone residenti nella prima metà del XVI secolo, vengono aumentando. Dal censimento del 1540 sappiamo che le famiglie residenti in Pescasseroli sono 200. Ciò spinge le autorità religiose competenti ad aumentare il clero della chiesa di San Paolo per adempiere meglio ai doveri spirituali dell’aumentata comunità di Pescasseroli.

 

– I D’Avalos: Fernando Francesco I (1495-1525), Alfonso III (1525-46), Francesco Ferdinando I (1546-71)

Durante la prima metà del XVI secolo sotto i governi di Fernando Francesco e poi del cugino Alfonso III, Pescasseroli conosce una certa stabilità che vede un maggiore sviluppo della transumanza e contemporaneamente una certa crescita demografica.

Certo i due D’Avalos, specie Fernando Francesco, non s’interessano direttamente della baronia di Pescasseroli, visto anche lo scarso valore economico, se messo a confronto con gli altri possedimenti che aveva sia in Abruzzo che in altre regioni, ma sono i loro rappresentanti che la gestiscono al loro posto.

E quindi sembrerebbe merito anche di questi se Pescasseroli conosce un piccolo miglioramento. 

Nel 1546 diventa nuovo barone di Pescasseroli Francesco Ferdinando e con lui comincia una lunga fase di decadenza. Probabilmente a causa dei debiti contratti per le enormi spese di rappresentaza i D’Avalos affittano ad altri nobili l’usofrutto della baronia di Pescasseroli.

Ne nascono così le gestioni di Mattia Branca 1562-92 e di Fabio D’Afflitto 1592-95.

 

 

– Terremoto del 1579

Nel 1579 un nuovo terremoto scuote Pescasseroli e sembra che il suddetto paese sia l’epicentro del sisma. Il terremoto suddetto pur citato in varie fonti, non viene ben descritto, tuttavia da quanto rilevato sembrerebbe che il sisma sia di magnitudo 4,5 Mw.

Quindi non un terremoto forte, ma comunque di forza sufficiente a provocare molti danni nella zona epicentrale che sembra essere proprio Pescasseroli, comunque l’Alta Val di Sangro.

Dalle fonti sappiamo che il sisma produce danni consistenti all’abitato del paese e ai suoi monumenti.

La chiesa di San Paolo riporta come danni la parziale distruzione della facciata e la totale distruzione dell’abside

 

– Restauro della chiesa di San Paolo 1579-80

La chiesa di San Paolo vede il suo restauro cominciare fin dal 1579 e protrarsi per qualche tempo. La chiesa pur riportando danni gravi rimane in piedi come struttura e ciò facilita il successivo lavoro.

A restaurare la chiesa vengono chiamati gli abili ed esperti muratori di Magliano dei Marsi.

I lavori interessano soprattutto il rifacimento dell’abside e della facciata. La facciata rifatta vede l’inserimento di una finestra quadrangolare, fatta in stile tardo rinascimentale, posta in asse e al di sopra della portale principale

A lavori ultimati tuttavia gli abitanti di Pescasseroli rimangono delusi del lavoro e protestano presso il vescovo. Ne nasce così una diatriba fra i muratori di Magliano e la gente di Pescasseroli. Alla fine a vincere sono i muratori.

Durante l’inaugurazione successiva la chiesa di San Paolo assume il nuovo nome di chiesa dei Santi Pietro e Paolo

 

 

– Restauro di Pescasseroli

Sotto la gestione di Mattia Branca avviene il terremoto del 1579 di Pescasseroli e il successivo restauro.

 

– I D’Avalos cedono il posto al ritorno dei Di Sangro

Gli abitanti di Pescasseroli vista la gestione di Mattia Branca, rivogliono i D’Avalos e poichè questi hanno problemi economici si autotassano raggiungendo la cifra di 4500 ducati. Gli abitanti di Pescasseroli vanno dai D’Avalos e offrono loro i 4500 ducati raccolti in cambio del loro ritorno al governo di Pescasseroli.

Alfonso nel 1595 ritorna responsabile di Pescasseroli, ma nel 1596 muore e il governo passa alla figlia Isabella, che incarica la madre come tutrice dei beni.

Lavinia D’Avalos vedova di Alfonso IV, vende la Baronia di Pescasseroli a Giovan Giacomo Di Sangro, con il quale si ha il ritorno dopo tre secoli della famiglia fondatrice del feudo. Giovan Giacomo appartiene a un ramo collaterale dei Di Sangro, sopravvissuti all’estinzione degli altri rami familiari.

 

 

 

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XVII – XVIII secolo

 

– Pescasseroli sotto i Di Sangro

Giovan Giacomo Di Sangro governa Pescasseroli fino alla morte avvenuta nel 1607, a lui succede per soli due anni il fratello Ottavio che muore nel 1609. A questo punto erede di tutto è la sorella dei due Andreana

Andreana Di Sangro ultima della sua stirpe governa la baronia di Pescasseroli per vent’anni. In questo periodo abbiamo condizioni climatiche non felici per i raccolti che soffrono, contemporaneamente l’alta tassazione spagnola spinge molte famiglie contadine alla povertà assoluta.

Non sono anni facili per l’alta Val di Sangro. D’altronde neppure il resto del sud Italia va meglio.

Andreana muore nel 1630 senza eredi. A questo punto per Pescasseroli si aprono una serie di passaggi di proprietà che non condizionano in bene l’economia.

 

 

– La rivolta di Masaniello

Nel povero Abruzzo di metà seicento la rivolta di Masaniello iniziata in altre parti del sud fa ben presa. Qui la rivolta trova come epicentro proprio la Marsica, dove il dispotico governo spagnolo massacra con gravose tasse il povero popolo. La rivolta inizia nel 1647 e si conclude nel 1648 a favore delle forze spagnole, che intervenute per sedare le rivolte alla fine hanno ragione dei rivoltosi.

 

 

– Il terremoto del 1654

Un violento terremoto con epicentro a Sora di 6,3 Mw colpisce  il Lazio meridionale e produce molti danni nella Marsica.

Nella Marsica il terremoto produce molti danni, ma non in numero rilevante. D’altra parte la zona è in questa fase molto povera e ai limiti della sussistenza, per cui le case sono fatte con materiali poveri e basta poco per buttarle giù.

A Pescasseroli il terremoto si sente in modo forte, producendo danni all’abitato e anche alla chiesa di San Pietro e Paolo.

 

– La Peste del 1656

Una gravosa forma di Peste giunge improvvisamente nel Sud Italia, mietendo centinaia di vittime. Nella sola Marsica sono alcune migliaia le persone decedute tra il 1656 e 1657. Interi paesi spariscono o si riducono al lumicino. Ci vorranno anni per un ritorno alla normalità. La zona di Pescasseroli vede morire molte persone

 

 

– Restauro del secondo seicento e del primo settecento

Dopo il terremoto del 1654 e passati un po’ di anni dalla tremenda peste del 1656 si ha l’ennesimo restauro della chiesa di San Pietro e Paolo di Pescasseroli. Vengono ora riparate le parti danneggiate dal terremoto, ma soprattutto la chiesa viene arricchita nelle sue vesti interne con il gusto barocco.

Il restauro partito verso la fine del XVII secolo prosegue in parte anche nel 700′ con il nuovo gusto Rococò.

In questa lunga fase vengono aggiunti nuovi rivestimenti d’intonaci e stucchi dorati, nuovi altari laterali fatti in marmo e lavorati secondo lo stile barocco (testimoni della fase fase barocca oggi rimangono gli altari laterali di San Giuseppe e della Madonna Incoronata), il nuovo altare maggiore e il coro di noce intagliato.

 

 

– Terremoti del XVIII secolo

All’inizio del XVIII secolo abbiamo due sismi in Abruzzo che producono molti danni nella Marsica. I due sismi sono quello dell’Aquila del 1703 e della Majella del 1706. Il terremoto dell’Aquila soprattutto produce molti danni nella Marsica dove abbiamo diversi molti danni in diversi centri abitati. A Pescasseroli il sisma si sente molto bene e qui produce diversi danni anche gravi in alcune strutture.

 

– L’arrivo dei Massa

Sul piano sociale il seicento si chiude con un grave bilancio di lutti dovuti ai terremoti, alla peste, ma soprattutto alla povertà che spinge diversa gente a emigrare in altre regioni italiane.

Pescasseroli in questo quadro non fa eccezione e molta gente si trova costretta o a vivere di stenti o ad andarsene. Certamente il continuo balletto di cambi di proprietà che si registrano in questi anni tra fine seicento e inizio settecento non aiuta.

Il XVIII secolo da questo punto di vista vede la fine della lunga stagione di cambi di proprietà con l’arrivo della famiglia Massa.

I Massa sono una famiglia benestante di Sorrento che nel 1705 si compra Pescasseroli. Agostino Massa compra per 15.760 ducati la baronia di Pescasseroli dal Regio Demanio.

I Massa saranno l’ultima famiglia feudale di Pescasseroli prima dell’abolizione della feudalità.

 

 

– L’ascesa di una nuova borghesia

Nel corso del XVIII secolo l’economia migliora e grazie alla transumanza e alla vendita della lana viene crescendo una nuova borghesia agraria all’interno dell’alta Val di Sangro.

Queste famiglie vengono pian piano prendendo coscienza di questa loro forza economica e saranno protagoniste nel successivo secolo

 

 

– La chiesa di San Pietro e Paolo nel XVIII secolo

Durante questo secolo la chiesa è arricchita con nuovi elementi barocchi e tardo barocchi, che rendono la struttura interna molto vistosa e ricca.

 

 

– I Francesi

I Francesi arrivano ad occupare a fine settecento anche il regno di Napoli, nonostante la forte opposizione popolare incontrata nel 1798. Tuttavia in questa fase ripiegano presto e vanno via nel 1800

 

 

 

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XIX secolo

 

– Il ritorno dei Francesi

I Francesi ritornano nel 1806 e senza incontrare opposizione. Vi rimangono fino al 1815 e durante questo periodo vengono fatte numerose riforme tra cui la fine della Feudalità. In ambito locale significa la fine della baronia di Pescasseroli e quindi del governo dei Massa. In seguito si hanno rivolgimenti amministrativi che pongono Pescasseroli come il principale centro dell’Alta Val di Sangro.

 

 

– Il ritorno dei Borbone e l’ascesa dei Sipari

Nel 1815 i Borbone tornano sul trono napoletano dopo il ritiro dei francesi. Ferdinando di Borbone ritorna a Napoli con la nuova dicitura di re delle Due Sicilie. Questi rimangono sul trono fino al 1860, allorquando la rivoluzione garibaldina li detronizza.

Tra il 1815 e il 1860 emergono nuove famiglie, che arricchitesi negli ultimi decenni con i commerci ora vengono prendendo il posto delle vecchie famiglie nobili decadute.

Tra questi abbiamo i Sipari che emergono quasi dal nulla e nell’arco di due generazioni attraverso il commercio della lana del loro vastissimo gregge, divengono un importante punte di riferimento economico e politico.

Pietrantonio Sipari grande imprenditore di Pescasseroli, diventa anche il capo della Carboneria in Pescasseroli, Foggia e Castel di Sangro nel 1820-21.

 

 

– La chiesa di San Pietro e Paolo nel XIX secolo

In questa fase non abbiamo notizie particolari sulla chiesa, che non sembra avere neanche particolari ristrutturazioni, se non di carattere minore.

 

 

– Il nuovo regno d’Italia e l’ascesa dei Sipari.

La rivoluzione garibaldina nel sud Italia porta al crollo dei Borbone e spinge il meridione ad unirsi al regno di Sardegna per formare il regno d’Italia. Il nuovo regno d’Italia nasce nel 1861 sotto lo scettro  dei Savoia.

Il nuovo regno d’Italia passa i successivi dieci anni a consolidarsi sul piano estero annettendo Veneto e Lazio e su quello interno con la guerra fra l’esercito nazionale e i briganti degli Appennini. Lo Stato italiano sconfigge i briganti nel 1870 dopo nove intensi anni.

Sul piano locale questi sono gli anni del prosciugamentod del Lago Fucino da parte di Torlonia e allo stesso tempo dell’ascesa di una nuova classe dirigente abruzzese che si fa largo sul piano politico. A questa ultima categoria appartengono i Sipari, già potente famiglia nell’Abruzzo dei Borbone ora lanciata sul piano nazionale. I Sipari provengono da Pescasseroli e qui hanno il loro potere economico concentrato sull’allevamento delle pecore e nella vendita della lana.

Mano a mano  i Sipari, soprattutto con Erminio Sipari, vengono definendo la loro politica di sviluppo della Marsica in chiave ecologista, facendosi largo nella politica romana. Erminio Sipari è più volte parlamentare nazionale e presente in modo molto spinto sul territorio marsicano con la propria politica di sviluppo sostenibile.

In questo quadro di progresso Pescasseroli sotto la stella dei Sipari, viene crescendo d’importanza sganciandosi dalla vecchia storia di borgo di montagna e proiettandosi verso lo sviluppo del territorio marsicano, in corso dopo la fine dei lavori di prosciugamento del Fucino nel 1876.

 

 

 

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XX secolo

 

– Pescasseroli a inizio 900′

All’inizio del 900′ Pescasseroli, grazie anche all’opera di Erminio Sipari, viene crescendo e ciò si rende evidente in vari modi come l’apertura del collegamento ferroviario Avezzano – Pescasseroli nel 1910, o con la crescita demografica dove Pescasseroli passa dai 3000 abitanti del 1881 ai 3352 del 1911.

 

– Terremoto del 1915

Nel 1915 abbiamo il tremendo terremoto di Gioia dei Marsi, che porta morte e distruzione in tutta la Marsica. Le vittime sono 30.000 e al livello edilizio interi paesi vengono spianati. Pescasseroli riporta morti e feriti e un impianto edilizio gravemente danneggiato.

La chiesa si San Pietro e Paolo riporta ingenti danni, ma la struttura rimane in piedi e questo consente un suo recupero.

 

 

– Pescasseroli 1918-25

I Sipari con Erminio Sipari si pongono ancora una volta come faro guida per la ricostruzione di Pescasseroli e di tutta la Marsica. Da questo punto di vista l’opera di Sipari come deputato nazionale è encomiabile. Egli si adopera strenuamente per abbattere tutte le problematiche burocratiche e consentire una rapida ricostruzione. Allo stesso tempo si adopera per la salvaguardia del patrimonio ambientale dell’area intorno a Pescasseroli.

La sua battaglia ambientalista è encomiabile e perseverante. Egli si adopera in modo fermo per l’istituzione di una riserva naturale nella zona di Pescasseroli per tutelare l’importante habit di una fauna a grave rischio estinzione.

La sua battaglia porta a risultati eccezionali con l’istituzione ufficiosa il 9 settembre 1922 del Parco Nazionale d’Abruzzo con sede proprio a Pescasseroli.

L’ufficialità arriva con il Regio Decreto dell’11 giugno 1923. Sipari diventa il primo presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, carica che manterrà fino al 1933.

Nel frattempo Pescasseroli viene in parte ricostruita e il Fascismo prende piede in Abruzzo.

 

 

– Il restauro della chiesa

Con il terremoto del 1915 la chiesa di San Pietro e Paolo diventa inagibile per molti anni, fino al 1937.

Nel 1937 a distanza di 22 anni vengono eseguiti i lavori di restauro della chiesa per i danni subiti del sisma del 1915. Con questo restauro si riporta alla luce all’interno della chiesa, di larghe parti costruite in epoca passata dello stile architettonico quattrocentesco.

 

 

– La 2 Guerra Mondiale

Con il proseguire degli anni 30′ la situazione europea diventa sempre più incadescente fino a quando nel 1939 con l’invasione tedesca della Polonia, porta l’intera europa verso una nuova guerra fratricida che diventa quasi subito una nuova guerra mondiale.

L’Italia entra in questa scellerata guerra l’anno dopo, nel 1940, nella speranza che pochi morti la facessero diventare una grande potenza vincitrice, che partecipasse alla spartizione del mondo in poco tempo. Le cose non sono andate così.

L’Italia fra il 1940 e il 1943 perde su tutti i fronti di guerra e nel luglio 1943 è invasa dagli alleati. Il fascismo cade in luglio e poco dopo lo stesso Stato monarchico abdica a se stesso con la fuga del re e di tutti i ministri.

In ottobre i tedeschi invadono l’Italia fino al basso Lazio instaurando la Linea Gustav quale confine fra la loro occupazione e quella Alleata che veniva risalendo dalla Sicilia, liberando il paese dalla morsa nazista.

I Tedeschi stabiliscono il loro centro di comando a Massa D’Albe. Da qui guidano la difesa sulla linea Gustav e nel territorio della Marsica instaurano un regime di polizia molto duro.

La popolazione marsicana è spaventata da questa situazione dovendo subire prima l’occupazione tedesca e poi dai primi mesi del 1944 anche i bombardamenti alleati, che servivano per indebolire i tedeschi.

La battaglia intorno all’Abbazia di Montecassino dei primi mesi del 1944 comporta un coinvolgimento della Marsica sud della Valle Roveto anche in situazioni di guerra aperta, vista la sua posizione.

A Magliano il popolo prega costantemente e il parroco don Augusto fa quel che può per alleviare i bisogni della sua gente. In questo triste ma vissuto arco di tempo sembra non finire mai e sono molti i fatti piccoli o grandi che sembrano dover da un momento all’altro scatenare i tedeschi contro la popolazione inerme.

I mesi per fortuna passano e alla fine nel giugno 1944 i tedeschi sono sconfitti e gli Alleati vengono penetrando nella Marsica e in Abruzzo liberandoli. I Tedeschi sconfitti si ritirano a nord.

 

 

– La chiesa di San Pietro e Paolo

La chiesa di San Pietro e Paolo esce dalla guerra indenne; questo permette alla struttura di riprendere il suo cammino religioso e di riferimento sociale, accampagnando il paese verso una nuova rinascita

 

 

– Pescasseroli nel secondo 900′

Il paese di Pescasseroli inizia una fase di ricostituzione materiale dopo un guerra lunga e complicata e di ricostruzione sociale, cercando un modo per svilupparsi, garantendo un benessere sociale a chi abita il paese.

Purtroppo questo benessere sociale in un paese di montagna isolato come questo non è facile e sono molte le persone che decidono di tentare la loro fortuna altrove.

Nel 1951 le persone residenti a Pescasseroli sono 2773, nell’arco dei vent’anni successivi i residenti scendono 2441, per scendere ancora nel 1981 a 2208.

A partire dagli anni 60′ tuttavia il paese sfruttando la sua posizione geografica e di sede amministrativa del Parco Nazionale d’Abruzzo inizia a ripensare se stesso in chiave turistica.

Nascono i primi impianti di risalita sul comprensorio di Monte Vitelle e a ruota i primi alberghi, diciamo che la situazione è un po’ simile allo sviluppo di Ovindoli. All’inizio si lavora soprattutto nel periodo estivo. Quindi affinchè il turismo potesse allargarsi anche al turismo sportivo invernale c’è bisogno di aiuto. A Pescasseroli si pensa si affidarsi al nord dove l’esperienze in questo senso sono tante.

Grazie a queste nuove esperienze, dato dal contributo di figure mitiche come Michelangelo Bosin, Helmut Mose, e altri e al gran lavoro locale, si creano le premesse per la creazione nel 1966 della Scuola Italiana Sci Pescasseroli

Gli inizi non sono facili, poichè bisogna ripensare al paese in tanti modi per offrire al visitatore quelle comodità indispensabili per fargli passare una vacanza tranquilla.

Ma il luogo e la caparbietà della gente trasformano il paese e nell’arco di una manciata d’anni il turismo arriva e ripaga la gente del posto dei sacrifici fatti. Il turismo nella zona cresce e con esso gli affari

Arriviamo così all’inizio degli anni 80′ e Pescasseroli inizia a benefeciare in modo rilevante del flusso turistico, che arriva grazie alla presenza delle autostrade A24 e A25.

 

 

– Restauro del 1970

La chiesa di San Pietro e Paolo nel corso del 1970 è sottoposta a un nuovo restauro. Questi lavori si concentrano nel rifacimento del tetto con la sostituzione del manto in legno con una struttura metallica.

 

– Terremoto del 1984

Nel 1984 si verificano due forti scosse con epicentro nella zona di Frosinone a distanza di quattro giorni l’una dall’altra, ovvero il 7 maggio e poi l’11 maggio.

La scosse sono forti e si sentono distintamente. Queste producono danni soprattutto nella Provincia di Frosinone e nella Marsica dove il sisma è sentito fortemente.

La zona di Pescasseroli, di Opi e di tutto il Parco Nazionale d’Abruzzo è investito in pieno da queste scosse oltre che dalle altre derivate dalle scosse di assestamento.

Nonostante i danni siano tanti sono comunque contenuti, se posti a confronti con terremoti più importanti.

 

 

– Boom economico marsicano

Negli anni 80′ complice una serie di situazione la Marsica vive il proprio boom economico dopo secoli di arretratezza economica e perdurante emigrazione.

Il boom consente a molte famiglie di risollevarsi e affrontare in modo sicuro il futuro. Piano piano dal boom economico si passa al consolidamento storico, ovvero alla ripresa della propria memoria storica attraverso la riscoperta delle proprie tradizioni, anche attraverso il lancio di nuove iniziative sociali, che contribuiscono a migliorare l’appeal turistico della zona.

 

– La chiesa di San Pietro e Paolo

Con il miglioramento delle condizioni economiche la chiesa di San Pietro e Paolo contribuisce a questo rilancio, partecipando in modo attivo alle iniziative sociali presenti nel paese. Così facendo consolida la tradizione locale e contribuisce a rendere il paese più vivo.

Allo stesso tempo la chiesa di San Pietro e Paolo per le sue caratteristiche storiche, diventa essa stessa luogo di visita turistica contribuendo in modo significativo ad arricchire il paese.

 

 

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XXI secolo

 

– Pescasseroli nel XXI secolo

A Pescasseroli sulla scia di quanto già fatto alla fine del 900′, si moltiplicano le iniziative culturali che danno lustro al paese e contribuiscono a renderlo più interessante agli occhi dei visitatori.

 

– Terremoto del 2009

Nel 2009 un brutto sisma colpisce l’Aquila producendo la distruzione della città.

Nella Marsica il sisma si sente distintamente, ma produce salvo alcune eccezioni, pochissimi danni. La maggior parte dei danni si concentra sulle chiese. 

A Pescasseroli il sisma non da particolari problemi.

 

 

– Restauro del 2011-12

L’ultimo intervento di restauro alla chiesa avviene nel 2011-12. In questo lasso di tempo ci si concentra nei lavori di pulizia della facciata principale e nel rimaneggiamento del manto di tegole in laterizio.

 

 


 

 

STRUTTURA DELLA CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO DI PESCASSEROLI

 

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Pianta

La struttura di San Pietro e Paolo è fatta con un impianto planimetrico a tre navate, scandite da pilastri in pietra.

 

 

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Struttura interna

Interno della chiesa di San Pietro e Paolo. (Immagine da  wikipedia)

 

L’interno della chiesa di San Pietro e Paolo si presenta suddiviso in tre navate.

– La navata centrale risulta composta da grandi campate limitate da archi a sesto acuto e si divide dalle zone laterali tramite pilastri a cui si addossano snelle colonnine di carattere cistercense.

– Le due navate laterali si presentano con volte a crociera, poco illuminate da finestre monofore in stile gotico con vetri istoriati.

Il transetto invece è coperto da una cupola e preceduto da due grandi statue dei Santi titolari Pietro e Paolo della fine del 1700. Nell’abside è poi presente un grande crocifisso contornato da un coro in legno intagliato di epoca barocca.

Il pavimento risulta composto da piastrelle in cotto con strisce in pietra. La piccola scalinata verso la zona presbiteriale che fa da raccordo fra questa zona e il resto della chiesa sono in marmo.

In ultimo troviamo il tetto che si presenta con una struttura metallica, aggiunta recentemente che da più sicurezza al resto del tetto che si presenta a falde nelle navate e poligonale nella cupola e nell’abside che è rivestito in coppi. 

 

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La Facciata

Facciata della chiesa di San Pietro e Paolo di Pescasseroli -(Immagine personale)

 

La parte esterna della chiesa si presenta con una facciata liscia, con andamento orizzontale divisibile in due parti tramite cornice mediana.

Nella parte sotto troviamo il portale a strombo archiovoltato a sesto acuto. Il portale si presenta in cima ad una piccola scalinata, che risalta molto bene l’ingresso attraverso uno stile piramidale i gradini di raccordo della zona presbiteriale sono in marmo.

 

Portale della chiesa di San Pietro e Paolo. (Immagine personale)

 

Nella parte alta della facciata abbiamo una finestra con imbotto e sovrastante timpano spezzato con a fianco un grande orologio inserito recentemente.

Da un punto di vista d’insieme la facciata mantiene un carattere sobrio e semplice.

 

Finestra con imbotto della facciata della chiesa di San Pietro e Paolo. (Immagine personale)

 

 

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Il Campanile 

Campanile della chiesa. (Immagine personale)

 

Il campanile della chiesa di San Pietro e Paolo è in stile romanico ed è posto nella parte sinistra della chiesa. Questo si presenta a basa quadrata realizzato in pietra a faccia a vista. La cella campanaria si presenta con monofore nelle facce e copertura piramidale.

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-4-aquila/citta-5142-pescasseroli/3635-chiesa-dei-santi-pietro-e-paolo

2) Wikipedia

3) http://www.pescasseroli.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=39&phpMyAdmin=3U0h8N%2C-nolgRQQ6VZPF5QPKDIa

4) http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/i-terremoti-nel-medioevo/

 


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