CASTELLAFIUME – CHIESA DI SAN NICOLA DI BARI


STRUTTURE E MONUMENTI DI CASTELLAFIUME


 

POSIZIONE DELLA CHIESA DI SAN NICOLA DI BARI DI CASTELLAFIUME

 

 

 

 


STORIA DELLA CHIESA DI SAN NICOLA DI BARI DI CASTELLAFIUME

 

_________________

XII Secolo

 

Castellafiume nel XII secolo

All’inizio del XII secolo Castellafiume è un paese che fa parte della contea dei Marsi retta dai Berardi.

Il paese si presenta arroccato e fortificato secondo lo stile dell’epoca con un proprio castello.

Il paese di questi tempi conta circa 300 persone, un numero molto considerevole per l’epoca. Basti pensare che i paesi più grandi, fatte salve alcune eccezioni, contano al massimo 500 persone.

 

Nascita della chiesa di San Nicola di Bari a Castellafiume

La chiesa di Castellafiume, stando alla storia del paese, sarebbe nata nella seconda metà del XII secolo per iniziativa dei Benedettini.

Secondo le fonti storiche, la chiesa di San Nicola di Bari è soggetta all’autorità del vescovo dei Marsi, a cui deve 6 coppe di grano.

 

Castellafiume nella contea di Carsoli

Nel 1143 dopo la fine della gloriosa contea dei Marsi sottomessasi ai Normanni, viene da questi divisa in tre contee più piccole. La contea di Carsoli (poi contea di Tagliacozzo), la contea d’Albe e la contea di Celano.

Ebbene Castellafiume viene a ricadere nell’ambito della contea di Carsoli.

A livello feudale Castellafiume viene soggetta a Bonaventura di Tagliacozzo e Oderisio da Verrecchie più o meno fino al 1175 circa. Poi non si sa come Castellafiume insieme alla vicina Pagliara passa di mano a Roberto Cortinella signore di Corcumello.

 

 

Catalogo dei Baroni del 1187

Dal catalogo dei baroni del Regno di Sicilia del 1187 si viene a sapere che i paesi di Castellafiume e Pagliara sono ancora tenuti da barone Roberto Cortinella, che dipende a sua volta dai Paleara, in questo caso da Gentile Paleara, signore di questi paesi dal 1182.

 

_________________

XIII – XIV Secolo

 

La chiesa di San Nicola di Bari nella prima metà del XIII secolo

Nella prima metà del XIII secolo la chiesa continua a fare riferimento al vescovo dei Marsi.

 

Castellafiume nella prima metà del XIII secolo.

In questa fase il paese pare soggetto ancora ai Paleara. Intanto i Normanni hanno ceduto il posto come re di Sicilia agli imperatori svevi.

Nel 1215, dopo circa 20 anni di grande confusione, ascende come imperatore al trono di Germania e di Sicilia Federico II, della famiglia degli Svevi.

Nel 1221-23 Federico II affronta in battaglia Tommaso Berardi, conte di Celano e Albe, che vuole ritornare indipendente dall’autorità imperiale.

Alla fine di due anni di guerra, Federico ha la meglio, ma i furori della guerra si risentono in tutta la Marsica, anche in parti non coinvolte direttamente come Castellafiume.

 

Castellafiume nella seconda metà del XIII secolo

Il paese in questa fase sul piano feudale sembrerebbe ancora soggetto ai De Palearia, ma questo avrebbe bisogno di un approfondimento.

Riguardo all’appartenenza territoriale Castellafiume continua a far parte della contea di Tagliacozzo, (precentemente si parla di contea di Carsoli, ma Tagliacozzo divenuto il centro più importante del territorio, sostituisce Carsoli come centro amministrativo già a partire dal 1190 circa).

Sul piano politico del regno siciliano abbiamo l’ascesa di Manfredi di Svevia, figlio di Federico II, prima come reggente e poi come re di Sicilia dal 1258.

Il regno di Manfredi va dal 1258 al 1266, periodo nel quale egli lotta contro il pretendente della Chiesa al Regno di Sicilia, Carlo d’Angiò.

In questa fase Manfredi attraversa due volte con il suo esercito la Valle di Nerfa passando vicino a Castellafiume, la prima volta nel 1264 e la seconda nel 1265.

Nel 1266 Carlo d’Angiò sconfigge a Benevento Manfredi e diventa nuovo re di Sicilia.

Due anni dopo Corradino di Svevia, nipote di Manfredi e legittimo erede al trono siciliano, prova a riprendersi il regno.

Dopo aver attraversato l’Italia ed essere stato accolto con grande favore dai nobili locali, nel 1268 Corradino affronta in battaglia Carlo d’Angiò presso i Piani Palentini, poco distanti da Castellafiume. Qui anche Corradino perde e Carlo d’Angiò consolida il suo potere in Sicilia.

 

La nascita della abbazia di Santa Maria della Vittoria

Negli anni successivi, Carlo costituisce nelle terre marsicane la grande badia di Santa Maria della Vittoria presso Scurcola, per festeggiare la sua vittoria su Corradino.

Questa badia, posta sotto il controllo del suo abate, ha poteri enormi, molto simili a quelli di un vescovo e di un signore feudale.

 

Castellafiume sotto l’abbazia di Santa Maria della Vittoria

Castellafiume iene fatta ricadere da Carlo I nel 1278 circa sotto il controllo religioso e civile dell’abbazia di Santa Maria della Vittoria di Scurcola.

Castellafiume rimane sotto il controllo dell’Abbazia di Scurcola fino al 1330 circa.

In qualche modo, bisogna immaginare la badia di Scurcola sullo stesso livello della badia di Montecassino quindi una sorta di feudo monacale, con tutti i poteri di un normale feudo civile soggetto a una qualche famiglia nobile.

 

La chiesa di San Nicola di Bari nella seconda metà del XIII secolo

Nel 1278, come il resto di Castellafiume, la chiesa di San Nicola viene posta sotto il controllo religioso e in parte civile dell’abate di Santa Maria della Vittoria di Scurcola.

Tale situazione continuerà a lungo, fino alla fine del XVI secolo.

 

Castellafiume nel XIV secolo

Sul piano politico, Castellafiume nel corso del XIV secolo è
dapprima soggetta alla badia di Scurcola anche sul piano civile, per poi cedere il suo possesso agli Orsini.

Gli Orsini sono una potente famiglia romana, che si è imparentata con i De Pontibus o De Ponte, conti di Tagliacozzo, che nel XII secolo hanno sostituito i Bonaventura nella guida della suddetta contea.

Ora gli Orsini fanno lo stesso con i De Ponte e, contemporaneamente, vengono rilevando da famiglie nobili secondarie i piccoli paesi confinanti non soggetti all’autorità dei De Ponte.

Nel caso di Castellafiume sappiamo le cose sono però andate diversamente.

Re Roberto di Sicilia affida loro il paese nel 1333, quindi più o meno a questo periodo termina la giurisdizione civile della badia di Scurcola sul piccolo paese.

Tuttavia gli Orsini non riescono a mettere subito le mani sul piccolo paese, a causa di una controversia con la famiglia Da Montanea.

I Da Montanea sono una famiglia di piccola nobiltà locale, che tra Trecento e Quattrocento riesce a creare un piccolo feudo in Abruzzo su cui ha piena iurisdizione.

Nel caso di Castellafiume abbiamo che i Da Montanea, possedendo già una parte di paese possono vantarne alcuni diritti sulla restante parte controllata in precedenza dalla badia di Scurcola.

In questo modo loro cercherebbero di allargare la propria influenza nella zona della valle di Nerfa e per questo entrano in conflitto con gli Orsini, che vogliono annettere a loro questo territorio.

La controversia scesa in certi momenti in conflitto aperto si trascina fino al 1391, allorquando i De Montanea costretti dagli eventi, rinunciano a ogni diritto sulla zona cedendo tutto agli Orsini, che ne divengono proprietari effettivi.

Nonostante però queste controversia nell’arco del Trecento gli Orsini riescono in qualche modo ad avere un certo controllo sul paese e sulla Valle di Nerfa.

Seguendo cronologicamente questa situazione abbiamo che nel 1318 la metà del paese viene rilevata da Giacomo Orsini. Poi però nel 1333 re Roberto I di Sicilia trasferisce a Braccio Orsini, fratello del conte Giacomo, la proprietà di Castellafiume.

Dal 1333 a questo punto inizia una controversia con i De Montanea che volevano essere investiti dell’altra parte del paese dal re poiché essi già ne possedevano una metà.

Questa controversia fra Orsini e i De Montanea va avanti per lungo tempo fino al 1391, toccando momenti pesanti con veri scontri armati fra i due casati.

Poi infine nel 1391 il lodo di arbitraggio fra le due casate si risolve a favore degli Orsini e i De Montanea sono costretti a rinunciare a ogni diritto sul paese.

In base alla sentenza i De Montanea cedono agli Orsini la loro parte di paese.  Nel 1395 re Ladislao d’Angiò assegna definitivamente Castellafiume alla contea di Tagliacozzo,soggetta agli Orsini.

A questo punto gli Orsini vengono a possedere Castellafiume, se pur con qualche fase alterna, fino al 1497.

 

Terremoto del 1349

Nel 1349 un violentissimo terremoto scuote il Centro Italia, producendo moltissimi danni e morti. A Roma questo terremoto provoca addirittura il crollo di una parete del Colosseo.

Nella Marsica sono molti i danni derivanti da questo sisma. La badia di Scurcola è gravemente danneggiata e questo spaventa i monaci presenti. Con questo evento la forza della badia comincia a declinare.

Anche a Castellafiume probabilmente gli effetti del terremoto sono stati forti, producendo molti danni anche alla chiesa di San Nicola.

 

La chiesa di San Nicola dopo il terremoto del 1349

Pur in mancanza di notizie certe, essendo questo un terremoto molto forte è probabile che la chiesa di San Nicola di Castellafiume abbia riportato danni abbastanza gravi. Da ciò ne sarebbe seguito un restauro, che avrebbe riportato la chiesa in una condizione di agibilità.

La chiesa per ora resta ancora soggetta a livello religioso alla badia di Scurcola, per tutto il secolo XIV.

 

_________________

XV – XVII Secolo

 

Castellafiume nel XV secolo

Castellafiume, venuta a essere parte integrante della contea di Tagliacozzo, ne segue le sorti e quindi i passaggi di proprietà.

Nel XV secolo esplodono dure guerre fra Orsini e Colonna per il possesso della Marsica occidentale. 

Questi conflitti locali fra le due grandi famiglie romane occupano tutto il secolo e fanno da sfondo al grande conflitto, a volte strisciante e a volte furioso, fra i d’Angiò di Francia e i Trastámara di Spagna per il controllo del Regno di Napoli fra il 1435 e il 1442, che prosegue a fasi alterne fino al 1497.

Gli Orsini, pur tra tante difficoltà e con alcune parentesi temporali, mantengono il potere su Tagliacozzo fino al 1497, e quindi Castellafiume si trova a loro soggetta.

Contemporaneamente vediamo il forte declino della badia di Scurcola, che comincia a vacillare anche sul piano religioso, dopo il nuovo terremoto del 1456.

 

Il terremoto del 1456

Nel 1456 un tremendo terremoto in Irpinia sconvolge tutto il Centro Italia, producendo immani danni, addirittura peggiori del sisma del 1349.

Nella Marsica sono molti i paesi a risentire di questo nuovo sisma, che colpisce probabilmente anche più duramente del precedente, con effetti locali devastanti.

A Castellafiume non sappiamo con precisione quali siano stati questi effetti, ma a giudicare dal contesto generale si può presumere che il sisma ha prodotto diversi danni. Pertanto, è probabile che ne sia seguito un successivo restauro del paese.

 

La chiesa di San Nicola di Castellafiume nel XV secolo

La chiesa di San Nicola, chiesa principale del piccolo borgo di Castellafiume, per tutta la prima metà del secolo è ancora soggetta all’abbazia di Santa Maria della Vittoria.

La situazione viene a cambiare con il terremoto del 1456. Questo terremoto provoca diverse conseguenze, prime fra tutte lesioni dirette alla chiesa, e poi il venir meno dei controlli dell’abbazia sulle singole chiese a essa soggette.

L’abbazia di Santa Maria della Vittoria viene infatti profondamente danneggiata dal sisma, e ciò provoca un piccolo esodo dei religiosi, che comporta il venir meno dei controlli sulle chiese locali.

Il potere dell’abbazia di Scurcola declina e questo permette ai vescovi marsi di riprendersi il controllo di quel territorio ad essi sfuggito di mano.

Riguardo al restauro post-sismico non abbiamo notizie dirette, ma che questo sia avvenuto nella seconda metà del Quattrocento è molto probabile, considerando il contesto.

 

Gli Orsini cedono il passo ai Colonna

Nel 1497, dopo cento anni di lotte continue e senza esclusioni di colpi fra Orsini e Colonna, i secondi arrivano a prevalere sui rivali e a governare le contee di Tagliacozzo e Albe.

Gli Orsini, scegliendo di allearsi con la parte sbagliata, perdono la guerra contro i Colonna per il controllo della Marsica.

Ciò avviene sullo sfondo del tramonto del Regno di Napoli dei Trastámara e l’ascesa della Spagna come nuova potenza dominante con la dinastia aragonese.

Inizialmente i Colonna vengono riconosciuti come conti di Tagliacozzo e Albe da Federico I di Napoli, che coglie l’occasione per elaverli al rango di duchi di Tagliacozzo (in questo caso Albe si ritrova completamente inglobata nella nuova struttura amministrativa, riducendosi a puro villaggio di montagna).

 

Castellafiume

Nel 1497 Castellafiume, insieme alla contea di Tagliacozzo a cui appartiene, passa nelle mani dei Colonna nel nuovo ducato di Tagliacozzo.

__________________

XVI-XVII Secolo

 

I Colonna duchi di Tagliacozzo e viceré di Napoli

I Colonna, nello scontro fra Francia e Spagna per il Regno di Napoli, si schierano con quest’ultima.

La Spagna vince contro la Francia nel 1504 e si aggiudica il Regno di Napoli.

Ferdinando V di Spagna conferma il titolo di duca di Tagliacozzo ai Colonna e li nomina viceré di Napoli.

 

Il crollo del potere dell’abbazia di Santa Maria della Vittoria

I Colonna cercano di spianarsi la strada su ogni residuo di potere locale, su cui ancora non sono riusciti a prevalere. Il caso più emblematico riguarda il potere di feudo monacale che l’abbazia di Santa Maria della Vittoria esercita su molti paesi della Marsica occidentale.

I Colonna fanno pressioni sui monaci per mandarli via dall’abbazia, in quanto fatiscente come struttura e allo stesso tempo ingombrante come potere. Il risultato è scontato.

Nel 1505 i monaci presenti nell’abbazia vanno via per sempre; questo mette fine alla struttura e al suo potere locale.

Potere locale che viene spartito tra il vescovo dei Marsi, che recupera il controllo religioso sulle chiese del territorio marsicano, e i Colonna, che acquisiscono il potere civile su questi territori, inglobandoli a tutti gli effetti nel ducato di Tagliacozzo.

 

La chiesa di San Nicola nel XVI secolo

Dopo la caduta dell’abbazia di Scurcola nel 1505, la chiesa di San Nicola passa sotto il controllo del vescovo dei Marsi e rimane a lui soggetta per tutti i secoli successivi.

Per quanto riguarda il resto del secolo XVI non abbiamo notizie dirette sulle vicende della chiesa. Ma dal contesto abbastanza tranquillo riguardante Castellafiume, possiamo ipotizzare che anche questa abbia avuto un periodo calmo.

 

Castellafiume nella prima metà del XVII secolo

Nella prima metà del XVII secolo la Marsica vive una profonda crisi sociale, dovuta ad un pessimo andamento dell’economia, che spinge molte famiglie alla miseria e alla fame.

Il piccolo paese di Castellafiume, non avendo una felice collocazione geografica in quanto rimaneva isolata dal resto dei borghi, si ritrova anche peggio degli altri sul piano economico.

La crisi economica è dovuta ai raccolti andati male e alla forte tassazione spagnola.

A rendere la situazione del tutto insostenibile arriva il terremoto del 1654 e soprattutto la peste del 1656.

 

– Terremoto del 1654

Nel 1654 si verifica un violento sisma con epicentro a Sora, riducendo tutta la zona a un cumulo di macerie. Il sisma molto forte (6,3 Mw) fa sentire i suoi effetti anche nella Marsica, dove zone come l’Alta Val di Sangro vengono in parte distrutte.

In generale, anche se il sisma si risente in tutta l’area, tuttavia, tranne qualche caso sporadico non produce danni rovinosi.

Riguardo a Castellafiume non abbiamo dati specifici. Tuttavia, sapendo della ricostruzione della chiesa di San Nicola avvenuta tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, è possibile ipotizzare che questo terremoto possa aver prodotto qualche danno alla vecchia struttura.

 

La peste del 1656

Nel 1656 una violenta forma di peste si abbatte su tutto il meridione italiano, determinando la morte di centinaia di migliaia di persone nel giro di pochissimo tempo.

Ci sono interi paesi svuotati dei loro abitanti; nella sola Marsica muoiono fra il 1656 e il 1657 circa 4.000 persone. Sicuramente ci vorranno diversi anni per riavere una crescita demografica della popolazione.

Anche a Castellafiume si sono contati diversi morti per peste, ma non abbiamo altre notizie.

 

La chiesa di San Nicola nella seconda metà del XVII secolo

La chiesa di San Nicola, come tutte le altre chiese del periodo,
viene frequentata sempre di più dalla popolazione disperata, che prima sopravviveva a stento e ora, ritrovandosi improvvisamente di fronte alla morte, cerca conforto nella preghiera.

 

____________

XVIII Secolo

 

Terremoti dell’inizio del Settecento

All’inizio del Settecento abbiamo il verificarsi di alcuni violenti sismi, tra i quali due in Abruzzo, ovvero il terremoto dell’Aquila del 1703 e il terremoto della Majella del 1706. Soprattutto il Terremoto dell’Aquila si risente molto nella Marsica, producendo molti crolli in vari centri della zona.

A Castellafiume i sismi si sentono distintamente e producono quasi sicuramente danni. È quindi presumibile che anche la chiesa di San Nicola abbia a risentirne in qualche modo.

 

La chiesa di San Nicola all’inizio del Settecento

Considerando il vasto restauro subito dalla chiesa nella seconda parte del secolo, è probabile che nei decenni precedenti la struttura, anche a causa dei terremoti, fosse in uno stato di grave degrado e avesse urgente bisogno di un rifacimento.

 

Restauro del 1761

Nel 1761 abbiamo il più grande restauro della storia della chiesa di San Nicola di Castellafiume. Praticamente la vecchia struttura viene completamente modificata e ristrutturata secondo il gusto tardo-barocco.

Ad oggi, ammirando la chiesa di San Nicola di Bari di Castellafiume, non si trova alcuna traccia della struttura precedente al restauro.

Questo ci porta a pensare che la vecchia chiesa fosse ormai completamente fatiscente, probabilmente anche per i danni causati dai vari sismi che si sono succeduti nel tempo, gli ultimi dei quali quello dell’Aquila nel 1703 e quello della Majella nel 1706.

Fatto sta che, terminati i lavori, la chiesa si presenta imponente, con un impianto basilicale a tre navate.

Essa all’interno è ricoperta di elementi architettonici e decorativi tardo-barocchi a cominciare dall’altare ligneo.

 

1 occupazione francese

Alla fine del Settecento i Francesi arrivano ad invadere il Regno di Napoli, scacciando i Borbone. Tuttavia, a causa della forte resistenza popolare, i Francesi vanno via presto già nel 1800. I Borbone ritornano sul trono.

 

___________

XIX Secolo

 

2 occupazione francese

Nel 1806 i Francesi tornano sul suolo napoletano e ricacciano i Borbone, occupando il Meridione fino al 1815.

In questo periodo vengono varate importanti riforme, come la fine della feudalità nel 1806. Questa riforma nella Marsica significa la fine del ducato di Tagliacozzo e del potere secolare dei Colonna.

A cascata, ciò porta ad altre conseguenze come il riordino amministrativo, che conduce i piccoli centri a perdere la propria indipendenza e a divenire frazioni di comuni più grandi. È ciò che accade a Castellafiume, che diventa frazione di Cappadocia.

 

Il ritorno dei Borbone

Sconfitto definitivamente Napoleone nel 1815, i Francesi si ritirano da Napoli. Al loro posto ritornano i Borbone con il vecchio re Ferdinando, che ha il nuovo titolo di re delle Due Sicilie. Essi rimangono sul trono fino al 1860, allorquando la rivoluzione garibaldina li detronizza.

 

Castellafiume nel periodo borbonico

Notizie dirette su Castellafiume in questo periodo sono assai scarse ma, come il vicino paese di Cappadocia, anch’essa vive un periodo tranquillo, scandito dalle tradizioni locali e dal lavoro nei campi e nella transumanza verso l’agro romano

 

Il nuovo Regno d’Italia

Nel 1860 i Borbone sono detronizzati dalla rivoluzione garibaldina, mentre a nord le regioni italiane si uniscono sotto i Savoia.

Anche il Meridione poi, spinto dai garibaldini, si unisce al resto delle regioni nella nuova Italia.

Nel 1861 viene quindi proclamato il nuovo Regno d’Italia sotto i Savoia.

 

Il brigantaggio

L’Italia appena costituitasi passa i dieci anni successivi a consolidarsi su vari fronti, tra cui quello interno con la guerra ai briganti. Questa guerra dura dieci anni fino a quando, nel 1870, l’esercito nazionale ha la meglio sui banditi.

In questi dieci anni il fenomeno del brigantaggio ha una forte recrudescenza nelle montagne abruzzesi, anche vicino a Castellafiume, dove essendoci zone impervie e una rigogliosa vegetazione è possibile nascondersi bene.

 

La chiesa di San Nicola nel XIX secolo

All’inizio del secolo con la fine della feudalità, il controllo delle chiese passa dai duchi di Tagliacozzo alla corona napoletana e poi dal 1861 alla corona italiana.

Durante questo secolo la chiesa di San Nicola scandisce con i suoi rintocchi il passare del tempo, segnando le giornate della popolazione di Castellafiume.

San Nicola, essendo la chiesa madre di questo piccolo centro, si pone veramente come il fulcro della vita religiosa e sociale del paese.

 

Castellafiume alla fine del secolo XIX

Il paese in sé è molto tranquillo in questo secolo, nonostante qualche agitazione.

Certamente la povertà è molto forte da queste parti e anche il
passaggio dal regime borbonico a quello italiano non favorisce, almeno per ora, alcun miglioramento.

Pertanto, alla fine del secolo si cominciano ad avere le prime partenze verso le Americhe, avviando anche qui il fenomeno dell’emigrazione.

 

___________

XX Secolo

 

Castellafiume all’inizio del Novecento

All’inizio del Novecento, il paese tocca i 1.784 abitanti, un record per esso. Ma nel corso del primo decennio del secolo molte persone emigrano nelle Americhe, determinando un crollo verticale della popolazione presente.

Nel 1911 a Castellafiume ci sono 1.506 persone, quindi 280 persone circa sono partite. Tutto ciò è conseguenza della grave mancanza di prospettive in questo paesino d’Abruzzo.

 

La chiesa di San Nicola all’inizio del Novecento

La chiesa di San Nicola di fronte alla moltitudine di persone che va via, non può fare altro che rimanere vicino a quanti sono rimasti e hanno visto partire i propri cari.

 

Il terremoto del 1915

Nel 1915 abbiamo il tremendo terremoto di Gioia dei Marsi, che devasta tutta la Marsica producendo 30.000 vittime e la distruzione completa di moltissime cittadine e piccoli borghi.

Castellafiume risente fortemente del terremoto, che anche qui semina morte e distruzione, causando 20 vittime.

 

La chiesa di San Nicola durante e dopo il terremoto

La chiesa di San Nicola viene gravemente danneggiata dal sisma. Dopo un periodo di inagibilità, per quel che si può ricostruire dalle fonti disponibili, è stata completamente ristrutturata, permettendo un suo ritorno alla normalità e allo svolgimento delle funzioni religiose.

 

Castellafiume nel 1915-39

Nel periodo post-sisma Castellafiume vede partire per il fronte della Prima guerra mondiale diversi suoi giovani. Arriviamo poi agli anni ’20 e vediamo che la popolazione del paese torna ad aumentare.

Nel 1921 essa sale a 1.583 unità, ma nel corso degli anni ’20 torna a diminuire per la continua emigrazione, arrivando a toccare nel 1931 le 1.305 unità.

 

La Seconda guerra mondiale

Nel 1940 l’Italia entra in guerra al fianco della Germania, ma dopo tre anni viene perdendo su tutti i fronti di guerra. Ciò porta prima al crollo del Fascismo e poi all’invasione tedesca del settembre 1943.

Viene formata in poco tempo la Linea Gustav, una linea divisoria che segna il confine fra l’Italia tedesca e l’Italia liberata dagli Alleati fino a questo momento. Questa linea va dal Tirreno all’Adriatico passando all’interno l’attuale provincia di Frosinone a pochi passi dalla Marsica.

Tedeschi e Alleati si ritrovano così a combattere intorno a questa linea tra l’ottobre 1943 e il giugno 1944, prima studiandosi per alcuni mesi e poi combattendo lungo tutta la linea.

La gente abruzzese subisce in pieno sia il regime di polizia degli occupanti tedeschi, che i bombardamenti alleati. Il periodo è durissimo per tutti. A tutto ciò bisogna aggiungere che l’inverno del 1943-44 si rivela uno dei più duri degli ultimi anni.

Sicuramente il momento peggiore è quello in cui si scatena lo scontro fisico fra Tedeschi e Alleati sulla Linea Gustav che avviene ai primi di gennaio del 1944

La Valle di Nerfa come tutte le zone a ridosso della linea vive un momento duro, tra i bombardamenti alleati e i rastrellamenti tedeschi che colpiscono le persone e i loro poveri averi.

Tuttavia, alla fine gli Alleati e gli Antifascisti guadagnano posizioni e irrompono attraverso la linea Gustav liberando il Centro Italia.

Gli Alleati liberano la Marsica a metà del giugno 1944. Nell’aprile 1945 l’Italia è completamente liberata dai nazifascisti.

Sembra che alla fine del conflitto Castellafiume sia riuscito a non avere grossi danni, il che ha permesso un rapido ritorno alla vita civile.

 

La chiesa di San Nicola di Bari nel secondo Novecento

La chiesa di San Nicola di Bari di Castellafiume pare non subisca danni dal conflitto.

Certo è che negli anni della guerra essa ha rappresentato, come tutte le altre chiese della Marsica, un luogo di pace e di rifugio, dove la gente cercava di mettersi in comunicazione con Dio, pregando affinché questo assurdo conflitto avesse termine. Le suppliche della popolazione di Castellafiume, come quelle di altri paesi sono continue in periodo di guerra.

Nel secondo dopo guerra si ritorna finalmente a una vita normale, scandita dalle incombenze quotidiane e dalle tradizioni religiose, particolarmente sentite dalla popolazione.

Negli anni ’60 e ’70 la chiesa accompagna il paese nella sua vita civile e religiosa, mentre questo subisce un nuovo spopolamento a causa dell’emigrazione.

Dagli anni ’80, complice il boom economico che investe tutta la Marsica, il paese vede una certa rinascita e anche qui la chiesa di San Nicola accompagna questo processo, ponendosi come fulcro della vita civile e religiosa del piccolo borgo.

 

Castellafiume nella seconda metà del Novecento

Nel 1951 Castellafiume vede incrementare i suoi abitanti fino a 1.418 unità. Nel decennio successivo gli abitanti aumentano fino alle 1.460 unità del 1961.

Poi, come tutti i paesi della Marsica, ancheCastellafiume subisce una forte emigrazione quando molti abitanti, in cerca di migliori condizioni economiche, partono verso le grandi città italiane, a cominciare da Roma.

La popolazione nel corso degli anni ’60 emigra in massa, facendo crollare il numero diresidenti che arriva a 1.047 unità nel 1971 e si abbassa ulteriormente nel corso degli anni ’70 fino a 974 unità nel 1981.

A questo punto, come già ricordato, abbiamo il boom economico nella Marsica nei primi anni ’80 e l’emigrazione si arresta, anzi inizia una lenta risalita demografica, arrivando nel 1991 a 987 unità.

Il paese cerca di riemergere iniziando un lento recupero del proprio borgo e complice un certo fenomeno immigratorio straniero, la popolazione aumenta a 1.049 unità nel 2001.

 

___________

XXI Secolo

 

Castellafiume va meglio

Il paese di Castellafiume, nonostante soffra di un’endemica crisi economica che spinge ancora molti suoi figli a spostarsi, continua a vedere una graduale, ma costante ripresa esplicitata dal numero di persone residenti.

La popolazione, fatta ormai anche da coppie straniere, aumenta infatti a 1.099 unità nel 2011.

 

Restauro della chiesa del 2003-04

Nel 2003, nell’ambito di un più generale processo di recupero del centro storico del paese, viene ristrutturata la chiesa madre con vari interventi migliorativi.

I lavori si concentrano nel rifacimento del tetto in legno con sostituzione del manto di copertura e nel rifacimento della facciata, anche attraverso l’inserimento di una rampa di accesso per disabili nella zona di entrata della chiesa.

 

La chiesa oggi

La chiesa di San Nicola di Bari oggi è una struttura che
rappresenta il centro della vita del paese e, contemporaneamente, si pone come prezioso bene storico-architettonico che arricchisce il centro di Castellafiume.

 

 


 

STRUTTURA DELLA CHIESA DI SAN NICOLA DI BARI DI CASTELLAFIUME

 

 

Pianta

La chiesa di San Nicola è composta da un impianto basilicale a tre navate.

 

 

Struttura interna

La struttura interna della chiesa è scandita dalle tre navate, delimitate da due file di forti pilastri a croce latina.

Sullo sfondo della navata centrale troviamo la zona presbiteriale, con l’altare maggiore rialzato di un gradino rispetto al piano di calpestio. L’altare, come tutta la zona presbiteriale, è riccamente addobbato in puro stile barocco e tardo-barocco. Nelle navate laterali troviamo quattro altari, due per parte.

L’intera sala della chiesa è allestita in stile barocco con il bianco delle pareti, le colonne e gli stucchi dorati. Il soffitto è a volte a botte unghiata sulla navata centrale e a crociera sulle navate laterali.

La struttura è costruita in muratura portante di pietrame, mentre il tetto è a doppia falda nella navata centrale e a falda unica nelle navate laterali.

Il manto di copertura è in laterizio con tegole di tipo portoghese. I pavimenti sono in lastre rettangolari in marmo di Trani.

 

 

Facciata

Chiesa di San Nicola di Bari.

(immagine personale).

La facciata principale si presenta in muratura a pietra, con tre portali d’ingresso. 

Il portale principale è incastonato in una cornice con l’epigrafe
del 1761, che ricorda l’importante ristrutturazione settecentesca in stile tardo-barocco. Il portale principale si pone poi in asse con il finestrone, posto nella parte alta.

 

 

Campanile

Campanile a base rettangolare della chiesa di San Nicola di Bari

(immagine personale).

Il campanile è composto da una torre a base rettangolare, posta nella parte finale della navata destra. Si osserva la cella campanaria con monofore, con copertura a cuspide piramidale.

 

 

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-4-aquila/citta-1684-castellafiume/2008-chiesa-di-san-nicola-di-bari/descrizione#tab

2) http://www.youcango.it/index.jsp?id=555&dettaglio=457

3) http://www.comune.castellafiume.aq.it/jsps/5/MenuSinistro/382/Il_paese/383/La_storia.jsp

4) http://www.lumenassociazione.it/LinkClick.aspx?fileticket=HNH4y1Xl8Ak%3D&tabid=468&mid=1500

 

 


CHIESE DELLA MARSICA


CASTELLAFIUME


STRUTTURE E MONUMENTI DI CASTELLAFIUME