OPI – CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

 

 

 


 

POSIZIONE DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DI OPI

 

 

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STORIA DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DI OPI

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XVII Secolo

 

La ripresa di Opi nella seconda metà del Seicento

Dopo il terremoto di Sora del 1654 e la grave pestilenza del 1656, Opi viene piano piano ricostruita. Ricostruzione che avviene sia sul piano materiale che sociale, vista la crisi di smarrimento seguita a questi due luttuosi eventi.

Per fortuna il commercio della lana e delle pecore in questo momento è molto fiorente nell’Alta Val di Sangro e, nonostante il banditismo endemico presente in questa zona, Opi si riprende bene.

 

 

Vincenzo Rossi

Ciò è favorito anche dal successo delle grandi famiglie armentizie della zona del Sangro. Tra i grandi imprenditori armentieri figura anche Vincenzo Rossi, originario di Castel di Sangro, che ha fatto molti soldi con il commercio della lana da pecora. Questi, sentendosi ormai salito di grado, afferma la propria nuova condizione signorile costruendo un grosso palazzo al centro di Opi alla fine del Seicento.

 

 

La costruzione della cappella di San Giovanni Battista

Allo stesso tempo egli ristruttura una vecchia cappella, che diventa la cappella gentilizia della sua famiglia, chiamata cappella di San Vincenzo Battista.

La costruzione della nuova chiesa avviene in perfetto stile barocco, come è reso evidente sia all’interno che all’esterno della struttura.

 

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XVIII Secolo

 

I terremoti del primo Settecento

All’inizio del Settecento avvengono due importanti terremoti in Abruzzo, ovvero il terremoto dell’Aquila del 1703 e il terremoto della Majella del 1706.  Questi sismi hanno un forte impatto sulla Marsica, specialmente il primo, causando una serie di gravi danneggiamenti nel territorio.

Tra le aree più colpite figura l’Alta Val di Sangro, quindi anche Opi. Anche se non abbiamo notizie dirette, sappiamo comunque che il terremoto non risulta distruttivo come quello del 1654 e determina solo danni lievi. Di danni lievi possiamo parlare anche per la chiesa di San Vincenzo Battista che comunque, data la forza del terremoto, viene sicuramente colpita.

 

 

I Rossi nel XVIII secolo

Nel corso del XVIII secolo i Rossi crescono in modo importante negli affari del settore armentizio, arrivando a possedere il più grande allevamento di pecore dell’Alta Val di Sangro.

A riprova di questo, nel 1771 abbiamo Callisto Rossi che dichiara alla dogana pugliese di possedere 12.000 pecore, a cui corrisponde moltissima lana che viene rivenduta alla fiera di Foggia.

La crescita economica della famiglia la spinge a far studiare i propri eredi, che accrescono ulteriormente il potere familiare intraprendendo carriere in vari ambiti prestigiosi come quello notarile o dell’avvocatura.

I Rossi, come altre famiglie di grandi armentieri, acquistano via via potere anche attraverso matrimoni con famiglie arricchitesi recentemente come loro. È questo il caso del matrimonio di Gioacchino Rossi, figlio di Callisto, con Rosaria Sipari, che gli porta in dote 2.000 ducati.

 

 

La cappella gentilizia di San Giovanni Battista nel XVIII secolo

Notizie dirette sulla cappella gentilizia dei Rossi di San Giovanni Battista in questo secolo non ve ne sono, ma conoscendo la storia del contesto locale siamo in grado di fare alcune ipotesi.

Come abbiamo visto i Rossi sono una famiglia in forte ascesa a Opi e hanno interessi in tutti i centri della zona. Essi tendono ad affermare il loro nuovo prestigio sociale ed è quindi logico che la cappella di San Giovanni Battista venga usata anche a tal fine, come bene da ostentare. Ciò spiega perché la chiesa nel tempo viene arricchita di ornamenti preziosi ed elementi decorativi che ne aumentano il valore.

 

 

I Borbone nuovi re di Napoli

Il Meridione italiano nel 1714 in seguito agli accordi per la successione al trono di Spagna passa dal controllo spagnolo a quello austriaco.

Il sud Italia rimane territorio austriaco fino al 1734, quando nuovi accordi fra le potenze europee sulla struttura statuale italiana, consentono la rinascita del Regno di Napoli sotto la nuova dinastia dei Borbone.

Il nuovo re Carlo di Borbone figlio del re di Spagna prende possesso nel 1734 del trono napoletano inaugurando la nuova dinastia dei Borbone-Napoli.

 

 

1 occupazione francese

Alla fine del secolo i Francesi invadono il regno, cacciano i Borbone e occupano il territorio nel 1798.

Tuttavia la forte resistenza della popolazione locale impedisce loro di rimanere a lungo. I Francesi vanno via nel 1800 e ritornano i Borbone.

 

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XIX Secolo

 

– 2 occupazione francese

I Francesi tornano a Napoli nel 1806, cacciando nuovamente i Borbone e insediandosi qui fino al 1815.

In questo periodo essi varano importanti riforme come la fine della feudalità nel 1806. Ciò significa la fine della baronia di Opi e della sua indipendenza amministrativa. 

Infatti, nel giro di breve tempo Opi finisce per diventare una frazione di Pescasseroli.

 

 

Il ritorno dei Borbone

Nel 1815 i Francesi vanno via dal Regno di Napoli e ritornano i Borbone, che dominano fino al 1860.

 

 

L’ascesa dei Rossi

Nel corso dell’Ottocento i Rossi, soprattutto in epoca borbonica, sono molto presenti a livello locale in ambito politico, riuscendo a fare una certa carriera, seppure solo localmente. Tra loro abbiamo Vincenzo Rossi, avvocato, che si adopera tenacemente per il ripristino dell’autonomia amministrativa di Opi da Pescasseroli.

 

 

La chiesa di San Giovanni Battista nel periodo borbonico

Nel corso dell’epoca  borbonica Opi vede crescere la propria popolazione, ma contemporaneamente diminuire la propria importanza a causa della dipendenza da Pescasseroli. È probabile che questa condizione si sia risentita anche sulla chiesetta di San Giovanni Battista dei Rossi che, seppure è solo cappella gentilizia, rimane un elemento centrale della piccola comunità, anche per il punto dove è costruita, al centro del paese.

 

 

Opi di nuovo indipendente

Nel 1854 Opi torna indipendente sotto il profilo amministrativo. La ritrovata autonomia verrà confermata anche sotto il nuovo Regno d’Italia.

 

 

Il nuovo Regno d’Italia

Nel 1860 la rivoluzione garibaldina abbatte i Borbone e spinge il Meridione a unirsi alle regioni del nord nella formazione del nuovo Regno d’Italia, che viene proclamato ufficialmente nel 1861.

Nei successivi dieci anni questo si consolida internamente, stroncando con grande energia il fenomeno del brigantaggio, che specialmente nelle zone come l’Alta Val di Sangro è da sempre endemico.

 

 

I Rossi nella seconda metà dell’Ottocento

La famiglia Rossi continua per tutta la seconda metà dell’Ottocento a rivestire un ruolo di primo piano ad Opi, soprattutto ora che il paese ha da poco recuperato la sua autonomia amministrativa.

Come molte altre famiglie dell’Alta Val di Sangro, in questo periodo i Rossi vedono diminuire progressivamente i propri affari nel campo armentizio a causa della netta diminuzione dei pascoli e di altri fattori.

Nel tempo questo sarà la causa di una notevole crisi economica della zona, che spingerà molti abitanti di Opi ad emigrare all’estero.

 

 

La chiesa di San Giovanni Battista alla fine del secolo

Nell’ultimo scorcio di secolo vediamo che questa chiesetta risulta ancora gestita dalla famiglia Rossi.

 

 

Terremoto delle Marche del 1897

Un violento terremoto avvenuto nelle Marche nel 1897 fa sentire i suoi effetti anche ad Opi, che riporta numerosi danni.

 

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XX Secolo

 

La situazione di Opi

All’inizio del XX secolo Opi, nonostante una crisi demografica dovuta all’emigrazione di molti suoi giovani, vede risalire la sua popolazione nel 1911, arrivando alla cifra record di 1.080 unità. Il terremoto di fine secolo del 1897 ha fatto sentire i suoi effetti anche ad Opi, producendo numerosi danni che sono poi riparati.

 

 

Terremoto del 1915

Un altro violentissimo terremoto si verifica nella Marsica nel 1915, determinando la morte di 30.000 persone e l’azzeramento d’interi paesi, specie nel Fucino.

A Opi il terremoto si sente fortemente ma, pur producendo gravi danni, questi non si rivelano rovinosi, permettendo poi un recupero completo del vecchio borgo.

In questa circostanza il terremoto danneggia tra l’altro la chiesetta di San Giovanni Battista e il palazzetto dei Rossi.

 

 

Estinzione dei Rossi

Ai primi del Novecento circa muore l’ultimo esponente maschio della famiglia Rossi, il sacerdote Gian Camillo Rossi.

Tra il 1917 e il 1920 il comune di Opi acquista la proprietà di Palazzo Rossi e vi si trasferisce alcuni anni dopo il restauro della struttura.

 

 

Il restauro della chiesa di San Giovanni Battista

La cappella gentilizia dei Rossi, ormai passata in mani pubbliche, viene successivamente restaurata e riaperta al pubblico. Per quanto si evince dalle fonti, è ora il prete di Opi ad occuparsi della chiesetta. 

 

 

Seconda guerra mondiale

Nel 1940 l’Italia entra in guerra al fianco della Germania, ma dopo tre anni viene perdendo su tutti i fronti. Ciò porta prima al crollo del Fascismo e poi all’invasione tedesca del settembre 1943. Si forma la Linea Gustav che taglia l’Italia in due.

Tedeschi e Alleati combattono intorno a questa linea tra l’ottobre del ’43 e il giugno del ’44. La gente abruzzese subisce in pieno sia il regime dipolizia degli occupanti tedeschi che i bombardamenti alleati. Il periodo è durissimo per tutti.

 

 

Opi durante la guerra

L’Alta Val di Sangro subisce in pieno i contraccolpi dei combattimenti che avvengono lungo la Linea Gustav. Il paese di Opi, come molti altri della Marsica, vive momenti durissimi soprattutto con i bombardamenti alleati.

 

 

La liberazione

Tuttavia, alla fine gli Alleati e gli antifascisti guadagnano posizioni e irrompono attraverso la Linea Gustav liberando il Centro Italia. Gli Alleati liberano la Marsica alla metà del giugno 1944. Nell’aprile 1945 l’Italia è completamente liberata dai nazifascisti.

 

 

Opi si ricostruisce

A partire dal 1945 Opi piano piano viene ristrutturata arrivando ad avere la struttura architettonica di altri paesi limitrofi.

 

 

La chiesa di San Giovanni Battista alla fine della guerra e nel secondo dopoguerra

Non abbiamo notizie dirette sullo stato della chiesa alla fine del conflitto. Sicuramente Opi come la vicina Pescasseroli ha molto sofferto della guerra, soprattutto per i bombardamenti alleati.

La chiesa è comunque sopravvissuta e nel secondo dopoguerra è stata usata spesso per le funzioni religiose, affermandosi ancora di più come uno dei principali luoghi di preghiera di Opi.

 

 

Opi nel secondo dopoguerra

Il paese di Opi esce dalla guerra con un’economia distrutta e la popolazione allo stremo. Il paese nelle parti danneggiate dal conflitto e ancor prima dal sisma del 1915 viene piano piano ricostruito o riparato, ma la mancanza di prospettiva spinge molti giovani ad emigrare nelle grandi città italiane e all’estero. Ciò svuota Opi facendo declinare la sua popolazione, che passa quindi dagli 806 abitanti del 1951 ai 518 del 1981. 

 

 

Terremoto del 1984

Nel 1984 un violento sisma colpisce la Val Comino in provincia di Frosinone. Il sisma produce danni significativi in una larga zona compresa fra il Molise, la Marsica specialmente nell’Alta Val di Sangro e la provincia di Frosinone.

A Opi in seguito al terremoto vi sono molti danni, tra cui anche alle chiese del paese, che risultano danneggiate in più punti.

Sia la chiesa di Santa Maria Assunta che quella di San Giovanni Battista riportano danni importanti.

 

 

Restauro della chiesa di San Giovanni Battista

In seguito al terremoto del 1984, che ha sconvolto il paesino abruzzese, vengono avviati i lavori di restauro della chiesa di San Giovanni Battista.

I lavori partono nel giro di breve tempo. Essi si concentrano sul rafforzamento infrastrutturale della chiesa e sul restauro delle pareti interne. Durante il restauro interno emergono stucchi e marmi policromi, con cui si rende più evidente il carattere barocco della struttura.

 

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XXI Secolo

 

La chiesa  all’inizio del XXI secolo 

All’inizio del nuovo secolo la chiesa di San Giovanni Battista spicca non solo come struttura religiosa, alla quale la popolazione è molto legata, ma soprattutto come bene storico-architettonico che arricchisce con la sua presenza il centro di Opi.

 

– Restauro della chiesa

Nel 2007 viene avviato un restauro della struttura religiosa che si conclude nel 2008. Questo interessa la parte esterna della chiesa con il restauro e risanamento dei prospetti con intervento di protezione dei cornicioni.

 


 

 

STRUTTURA DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DI OPI

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Ubicazione

La chiesa di San Giovanni Battista è situata nella zona centrale del paese di Opi ed è uno dei tesori storici del borgo.

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Pianta

La chiesa ha una pianta rettangolare con assetto longitudinale.

Chiesa di San Giovanni Battista (immagine personale).

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Struttura interna 

 

La chiesa di San Giovanni Battista si presenta a un’unica navata, con la zona presbiteriale posta sul fondo.

Nella zona presbiteriale troviamo il ricco altare in stile barocco con sopra il dipinto dedicato a San Giovanni Battista. L’altare è posto al di sopra di due gradini, fatti in marmi policromi, che lo innalzano rispetto al piano di calpestio. Anche il leggio posto sul primo gradino è in marmo.

Le pareti della chiesa sono fatte in stile barocco con il fondo bianco e le ricche decorazioni degli stucchi. Sulla parete di destra abbiamo uno splendido dipinto che abbellisce ulteriormente l’ambiente interno, a cui si deve aggiungere la splendida cantoria che si trova al di sopra del portone d’ingresso, realizzata sempre in stile barocco.

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Facciata

 

La facciata della chiesa di San Giovanni Battista è un concentrato di raffinatissimo stile barocco dove domina il color bianco.

 

Facciata della chiesa di San Giovanni Battista.

La facciata appare divisa in due parti, quella alta più stretta e quella bassa più lunga. Le due zone sono separate da una cornice barocca.

Nella parte alta troviamo ai lati i fori per gli spazi per le campane e al centro la meravigliosa cornice barocca che occupa tutto lo spazio e s’inserisce perfettamente nel rivestimento della struttura.

Nella parte bassa si hanno ai lati due grandi e possenti lesene, poste in asse con le zone adibite a campana.

Nella parte centrale troviamo un grande finestrone lungo e rettangolare, che si pone in asse con il portale principale. Il portale principale a sua volta è incastonato in una cornice di pietra e posto in cima ad una piccola scala d’ingresso, formata da quattro gradini.

Chiesa di San Giovanni Battista (immagine personale).

 

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Campanile

Campanile della chiesa di San Giovanni Battista di Opi (immagine personale).

Il campanile della chiesa è posto nello spazio in alto a sinistra e appare perfettamente in linea con la lesena di sinistra.

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) http://www.altosannio.it/cappella-gentilizia-di-san-giovanni-battista-di-opi/

2) http://www.opi.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=listpages&subid=1

 

 


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