PERETO – CHIESA DI SAN GIORGIO


STRUTTURE E MONUMENTI DI PERETO


 

POSIZIONE DELLA CHIESA DI SAN GIORGIO DI PERETO

 

 

 


STORIA DELLA CHIESA DI SAN GIORGIO DI PERETO

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XII Secolo

La chiesa di San Giorgio di Pereto è molto antica e si fa risalire al XII secolo come presenza nel paese. Infatti questa chiesa è citata nella Bolla di Papa Clemente III del 1187.

 

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XIII – XVI Secolo

 

Documenti su questa chiesa, a parte quello appena citato, sono pochi, però sufficienti a definire l’esistenza di questa chiesa all’interno del paese di Pereto prima del 1584.

Considerando quindi questi pochi documenti e notizie ci muoviamo nella descrizione della storia di questa chiesa, nell’arco dei secoli XIII-XVI, inserendo la storia del paese e da ciò facendo congetture sulla storia della chiesa stessa.

Sul piano della storia locale iniziamo dall’inizio del XIII secolo, allorquando troviamo Pereto inserita nella contea di Tagliacozzo soggetta alla famiglia De Pontibus, che viene creando un grosso feudo nella Marsica occidentale.

La potenza dei De Pontibus perdura per tutto il secolo XIII, ma contemporaneamente la famiglia Orsini di Roma s’imparenta con i De Ponte e inizia una fase di penetrazione nel feudo tagliacozzano.

Così facendo gli Orsini iniziano a comprare piccoli paesi proprio dai De Ponte, con i quali condividono all’inizio la gestione della contea tagliacozzana.

Ciò perdura fino al 1294 quando Andrea II De Ponte di Tagliacozzo cede il paese capoluogo della contea, agli Orsini. Questi diventano  così la famiglia guida del feudo, mentre i De Ponte in fase di ritiro, mantengono ancora per qualche tempo la proprietà di alcuni paesi fra cui Pereto.

Nel corso del XIV secolo essi cedono via via il controllo dei paesi a loro soggetti, agli Orsini, che consolidano così la loro presenza sul territorio.

La chiesa di San Giorgio risulta una delle tre chiese presenti all’interno dell’abitato di Pereto. Le altre due strutture religiose sono la chiesa di San Nicola e la chiesa del Santissimo Salvatore.

Nel 1349 abbiamo un bruttissimo terremoto che colpisce il centro Italia e produce numerosi danni nella Marsica. Questo è un terremoto talmente forte da provocare grossi danni anche a Roma dove tra i vari crolli, vi è la caduta di una parte di parete del Colosseo.

Al momento non sappiamo quanto questo sisma si sia risentito nella Piana del Cavaliere.     Sicuramente la scossa c’è stata e si è sentita, ma da ciò non possiamo sapere quali conseguenze se e come ha avuto sulla chiesa di San Giorgio.

Altre notizie relative alla chiesa di Pereto nella seconda metà del XIV secolo, ci vengono dal Quaternus delle decime dovute alla chiesa di Santa Sabina databile a questo periodo.

In questo registro troviamo gli obblighi dovuti dalle varie chiese della diocesi dei Marsi espressi in denaro, o in metalli preziosi, e in natura. Di seguito vediamo i tributi della chiesa di San Giorgio devoluti alle autorità competenti. In base alla documentazione si osserva che i tributi versati nel 1350 circa dalla chiesa di San Giorgio sono inferiori rispetto a quanto versato dalla chiesa del Santissimo Salvatore di Pereto, ma maggiore rispetto a quanto versato dalla chiesa di San Nicola.

Tornando un po’ indietro nel tempo nel 1308 abbiamo notizia dalle decime vaticane, che la chiesa di San Giorgio versa meno contributi rispetto alla chiesa del Santissimo Salvatore, ma di più rispetto alla chiesa di San Nicola.

Questa differenza di contributi si spiega in un solo modo, ovvero che la chiesa del Santissimo Salvatore ha maggiori disponibilità della chiesa di San Giorgio e ciò perchè la chiesa del Santissimo Salvatore ha più gente sotto la sua giurisdizione di quanto non ne abbia la chiesa di San Giorgio.

Dal XIV passiamo al XV secolo che si caratterizza fin dall’inizio per le aspre battaglie degli Orsini contro i Colonna e viceversa.

Per tutto il secolo XV i Colonna cercano di sottrarre agli Orsini il controllo della Marsica occidentale. Ciò inizia con il loro inserimento nella contea d’Albe che viene poi gestita per qualche tempo da loro. Da qui iniziano una serie di colpi bassi che porta le due casate in scontri aperti, con vittorie da ambo le parti. Le due casate sfruttano i continui cambi politici in corso nel regno di Napoli per crescere di potere.

Gli Orsini seppure con grande fatica riescono a mantenere il controllo della contea di Tagliacozzo fino al 1497. I Colonna da parte loro fino ad un certo punto riescono a crescere, ma poi la sorte ride agli Orsini, che riescono a tener testa alla famiglia rivale mantenendo il pieno controllo sul possedimento. I Colonna si muovono con abilità politica riuscendo a farsi amici importanti uomini del tempo e la stessa corte reale. Ciò consente loro di riuscire a sconfiggere gli odiati Orsini, ed essere investiti nel 1497 delle contee d’Albe e Tagliacozzo, elevate da subito a ducato di Tagliacozzo.

A meta XV secolo nel 1456 avviene un altro pesante terremoto con epicentro in Irpinia. Questo sisma si rivela per la Marsica più disastroso degli altri, poichè scuote e distrugge moltissime strutture in poco tempo.

I danni maggiori avvengono nella Piana del Cavaliere, dove i paesi principali come Pereto, Oricola e Celle-Carsoli vengono letteralmente distrutte. Nella sola Celle-Carsoli muoiono per il sisma 200 persone.

Il sisma spezza la vita di molte persone, la chiesa di San Giorgio viene gravemente danneggiata.

Su Pereto dopo il terremoto vuoi per i tempi non si hanno notizie di restauri immediati, a parte un paio di tentativi di ripristino delle antiche mura fatti dai conti Orsini, ci vorrà molto tempo che a Pereto si proceda ad una vera ricostruzione

Dalle fonti osservate sembrerebbe che prima dell’inizio del XVI secolo non si proceda con restauri importantanti.

Nel frattempo gli Orsini cedono il passo ai Colonna, che riuniscono sotto di se le contee di Albe e Tagliacozzo, venendo poi riconosciuti come duchi di Tagliacozzo.

Con il XVI secolo si riparano i danni più importanti, la chiesa di San Giorgio riparata, ma non proprio nelle migliori condizioni è sempre più la chiesa centrale del paese.

Nel corso del secolo XVI troviamo ancora i Maccafini che in qualche modo provvedono a Pereto, almeno sotto il profilo religioso.

All’inizio del secolo XVI abbiamo che i Colonna sono implicati nel sacco di Roma del 1527. Il papa a quanto sembra è infuriato con loro e decide di accordare nuova fiducia agli Orsini, fino a quel momento caduti in disgrazia. Poi ordina a Napoleone Orsini di procedere contro i Colonna. Napoleone Orsini con le sue truppe mette a soqquadro le terre dei Colonna nel Lazio e poi passa in Abruzzo, dove sconfigge le forze dei Colonna presso Magliano, riportando un importante vittoria, che in qualche modo vendica l’oltraggio dei Colonna di trent’anni prima agli Orsini. Dopo Magliano l’Orsini procede nella Piana del Cavaliere dove saccheggia la zona. Oricola viene distrutta da Napoleone Orsini che stermina la popolazione del paese. A parte Oricola anche gli altri paesi del contado tra cui Pereto vengono saccheggiati.

A questo punto sembrerebbe, ma il condizionale è d’obbligo, che gli Orsini si annettano per qualche tempo la Piana del Cavaliere nei loro domini. La notizia va confermata.

Sicuramente sappiamo che i Colonna pur in netta ascesa nel regno di Napoli subiscono importanti battute d’arresto in Abruzzo e nel Lazio papalino, per l’ostracismo dei papi.

Nel 1557 i Colonna procedono a riprendersi uno ad uno i territori sottrattigli dai papi e dagli Orsini. Nella Piana del Cavaliere i Colonna intervengono duramente saccheggiando Oricola, che rivede gli orrori di trent’anni prima seppure non nelle forme violente degli Orsini.

La Piana del Cavaliere ora è pienamente tornata sotto controllo dei Colonna, che due anni dopo nel 1559, il Papa perdona i Colonna e gli riassegna le vecchie terre.

Nel 1583, sotto la spinta del nuovo vescovo Colli, si procede a diversi interventi religiosi a Pereto. Le chiesa di San Nicola distrutta dal terremoto del 1456 e mai ricostruita passa sotto la giurisdizione della chiesa di San Giorgio. Allo stesso modo anche l’altra chiesa del Santissimo Salvatore passa sotto il controllo della chiesa di San Giorgio.

Nel 1584 la chiesa di San Giorgio viene ricostruita completamente nello stesso luogo della precedente struttura secondo il gusto tardo rinascimentale vigente nell’epoca.

I lavori della nuova chiesa durano diversi anni. Di ciò sappiamo che nel 1595 la chiesa è completamente finita e funzionante, ma al momento nulla rispetto alla fine dei lavori ne riguardo alla costruzione in se.

A questi anni di costruzione della nuova chiesa sappiamo che nel 1588 su ordine del Vescovo Colli, vengono trasportati nella nuova struttura di San Giorgio tutti gli oggetti della chiesa diroccata di San Silvestro di Pereto ormai in fase decadente.

 

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XVII Secolo

 

Nel 1601 sappiamo che le chiese esistenti all’interno dell’abitato di Pereto sono due, ovvero la chiesa di San Giorgio e quella del Santissimo Salvatore, presente vicino al castello.

Nel 1620 nasce a Pereto la Confraternita di San Giovanni Battista

Nel 1628 viene fondata a Pereto la Confraternita della Madonna del Rosario, che ha il suo luogo di culto presso l’altare della Madonna del Rosario, presente nella chiesa di San Giorgio.

Il XVII secolo viene ricordato spesso per la grande fame e povertà presente nel meridione. Nella Marsica la povertà in questo periodo raggiunge picchi elevati. Ciò è dato da una serie di raccolti andati a male e dall’enorme carico di tasse degli spagnoli.

Nel 1656 la povertà cede il passo alla Peste che si estende in breve a tutto il sud Italia. Questa si presenta nel sud Italia improvvisamente e altrettanto se ne va rapidamente nell’agosto 1657. In questo anno 1656-57 si contano centinaia di migliaia di morti in tutto il meridione. Nella sola Marsica se ne contano circa 4.000.

Tuttavia nella zona di Pereto la Peste sembra non attecchire bene; ciò si vede dal registro delle morti che non vede picchi durante la fase della Peste, come invece avviene in altri borghi che quasi scompaiono per i tanti morti che si hanno. Ci vorranno decenni prima che la Marsica si riprenda sul piano demografico.

Studiando la storia della chiesa di San Pietro veniamo a conoscenza che secondo un decreto del vescovo dei Marsi Petra del 1667, è solo l’arciprete che può celebrare la funzione solennemente nella chiesa di San Giorgio.

Nella storia della chiesa di Pereto si rinvengono diversi lasciti da parte di persone facoltose e non. Tra questi citiamo solo il lascito di Don Mariano Nicolai, che dona nel 1672 alla Confraternita del S.S. Sacramento, la nuova cappella del S.S. Suffragio. In cambio si devono celebrare messe per il prete scomparso.

Nel 1692 viene costruita nella chiesa di San Giorgio da parte dell’importante famiglia Venditti, la cappella di San Gaetano di Thiene.

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XVIII Secolo

 

All’inizio del XVIII secolo abbiamo una serie di terremoti di una certa nel centro Italia e in Abruzzo che però non sembrano avere rilevanza a Pereto, ne sulla struttura delle chiese, fatto salvo qualche lieve danno.

Altro lascito che segnaliamo tra i tanti che avvengono in questo periodo alla chiesa di San Giorgio, vi è quello di Gian Maria Maccafini del 1731. Questi lascia alla chiesa di San Giorgio per conto dello zio Gabriello Maccafini deceduto nel 1728, 4,5 coppe di terra in località l’Isola per la celebrazione dell’anima dello zio. Con questo lascito vengono officiate 4 messe per Gabriello Maccafini.

A distanza di poco più di un secolo dalla costruzione, la chiesa di San Giorgio mostra molti segni di degrado per motivi legati al semplice trascorrere del tempo.

Dopo un periodo di reperimento dei soldi per il restauro, questo è avviato nel 1736 e dura fino al 1739.

In questa fase vengono rifatte le strutture murarie, alzata la chiesa di sette palmi, viene rifatto il tetto, costruita una nuova e più spaziosa sagrestia. imbiancate le pareti interne e costruita una balaustra. Tutti i lavori chiaramente vengono fatti secondo il gusto tardo barocco dell’epoca.

Nel corso del 700′ esistono nell’ambito della chiesa di San Giorgio diversi altari riconducibili a diverse entità come confraternite e famiglie nobiliari. Nel caso ultimo troviamo la cappella di San Francesco e San Nicola di Bari riferibile alle famiglie Abbrugia e Ferrari, che tengono lo jus patronato. In pratica in questa cappella viene celebrata una messa cantata con i primi e secondi vespri in onore di San Nicola il giorno della ricorrenza.

Quindi abbiamo la cappella di San Gaetano riconducibile alla famiglia Vendittini dove viene celebrata una messa cantata con i primi e secondi vespri in onore di San Gaetano il giorno della ricorrenza.

Sempre seguendo le vicende storiche della chiesa osserviamo che in questa sussistono in coabitazione di messe celebrate tre preti. Ebbene poichè non sempre vi è accordo su tutto, durante la visita pastorale del vescovo marso nel 1767, questi affronta la questione con i tre religiosi richiamandoli all’obbedienza e al reciproco rispetto e indica delle regole per la scelta, il pagamento ed i compiti del sagrestano.

Durante la stessa visita il vescovo affronta la questione del seppellimento dei morti. In ciò il vescovo dichiara che i corpi dei patroni devono rimanere nella chiesa di San Giorgio, mentre esorta i ragazzi a seppellire presso la chiesa di San Giovanni Battista i corpi di uomini e donne di Pereto in quanto chiesa sepolcrale.

Nel corso della fine del settecento la situazione di Pereto non cambia, il paese continua ad essere parte del ducato di Tagliacozzo retto dai Colonna. A Pereto nobili famiglie influenzano la vita locale e in ciò abbiamo traccia nella chiesa di San Giorgio, dove sono presenti ben cinque altari due dei quali riferibili alla famiglia Vendittini per la cappella di San Gaetano e alla famiglia Abbrogia di Subbiaco la cappella di San Francesco e San Nicola di Bari.

Nel 1792 muore l’ultimo esponente dei Vendittini, ovvero il conte Giuseppe Maria Vendittini. Tutti i beni materiali dei Vendittini, compresa la Cappella di San Gaetano, sono ereditati dai Camposecco.

Siamo così arrivati a fine settecento allorquando nel 1798 abbiamo la prima invasione francese del regno di Napoli, che però si conclude presto nel 1800, con il successivo ritorno dei Borbone

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XIX Secolo

 

Con l’inizio del nuovo secolo abbiamo dopo alcuni anni il ritorno dei Francesi che cacciati i Borbone s’insediano sul trono di Napoli con Giuseppe Bonaparte e poi di Murat. Questi rimangono a Napoli fino al 1815 e in questo periodo vengono fatte molte riforme tra cui l’abolizione della feudalità. Nella Marsica questo significa la fine del potere dei Colonna e del ducato di Tagliacozzo.

Tra le conseguenze di questa riforma vi è la gestione delle chiese che passa dai duchi Colonna alla corona napoletana.

Nell’ambito della storia della chiesa di San Giorgio registriamo che nel 1814 viene abolita la parrocchia della chiesa ormai scomparsa di San Nicola e che le sue rendite confluiscano nella chiesa di San Giorgio sua erede.

Il successivo ritorno dei Borbone conferma la riforma del passaggio di gestione delle chiese alla corona napoletano.

I Borbone tornano sul trono napoletano nel 1815 con il vecchio e stanco re Ferdinando nella nuova dicitura di re delle Due Sicilie. Il regime borbonico dura fino al 1860 allorquando la rivoluzione garibaldina li detronizza.

In questa fase la chiesa di San Giorgio continua nel suo percorso religioso e di riferimento sociale perpetrato nei secoli precedenti. Ciò è evidente dal registro delle messe che segue un calendario molto simile ai secoli precedenti e legato alle messe celebrate per le varie cappelle presenti nella chiesa.

Sul piano politico abbiamo nel 1860 la detronizzazione dei Borbone per effetto della rivoluzione garibaldina, che spinge poi il meridione a unirsi al regno di Sardegna del nord. Così nel 1861 nasce il nuovo regno d’Italia sotto lo scettro dei Savoia.

Il regno d’Italia passa i successivi dieci anni a consolidarsi sul piano delle frontiere e sul piano interno nello sconfiggere il brigantaggio e sul piano economico risparmiando su tutto di modo da ottenere il pareggio di bilancio. I primi due obbiettivi sono centrati nel 1870, mentre il terzo nel 1876.

Nella Marsica in questo periodo abbiamo i lavori di prosciugamento del Lago Fucino portati avanti dal principe Torlonia.

Sul piano della chiesa di San Giorgio il nuovo corso politico dell’Italia unita comporta la soppressione delle decime sacramentali il 7 gennaio 1861. Poi il 2 luglio 1866  abbiamo la soppressione delle corporazioni religiose e il 15 agosto 1867 si ha la legge per la liquidazione dell’Asse ecclesiastico. Tre anni dopo il 14 agosto 1870 abbiamo la liquidazione dell’asse ecclesiastico.

Nella storia della diocesi dei Marsi vi è un lungo periodo di mancanza di un vescovo nella seconda metà del XIX secolo nel periodo 1863-72.

In questa fase abbiamo il governo del vicario generale don Ricciotti e del vescovo dell’Aquila Filippi che firma temporaneamente in questi 11 anni la nomina dei nuovi sacerdoti.

Nel 1887 vengono avviati nuovi lavori di restauro della chiesa di San Giorgio che mostra segni di notevole degrado. I lavori durano circa tre anni e sono svolti in parte a spese della Baronessa Agnese Maccafini, e in parte a spese dell’arciprete don Antonio Tittoni e della popolazione

I lavori consistono nello spostamento di due altari di sinistra indietro rispetto alla posizione iniziale, di modo da poter creare una nuova navata definita navata degli uomini, di modo da tenere separato il sesso maschile da quello femminile. Viene rifatto il pavimento in cotto della chiesa. Allo stesso tempo viene restaurata la facciata principale e riaffrescata a spese della popolazione la volta della navata principale.

Nel 1891 la chiesa è di nuovo pienamente funzionate e restaurata.

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XX Secolo

 

Nel 1907 a fronte di alcuni quesiti posti dal Vescovo dei Marsi all’arciprete di San Giorgio di Pereto, viene risposto da questi tra i quesiti chiesti, che il curato della chiesa del S.S. Salvatore svolge la cura delle anime e della sua chiesa essendo direttamente dipendente dalla chiesa di San Giorgio.

Nello stesso anno però la chiesa del Santissimo Salvatore torna chiesa parrocchiale, pur continuando a dipendere nelle faccende più rappresentative dalla chiesa di San Giorgio.In

In generale vediamo che le chiese presenti a Pereto sono le seguenti: la chiesa di San Giorgio, la chiesa del S.S. Salvatore, la chiesa di San Giovanni Battista, la chiesa della S.S. Annuziata, la chiesa di S. Antonio Abate, e la chiesa della Madonna delle Grazie soggetta prima ai Maccafini e poi ai Vicario. In generale però tutte queste chiese sono tutte succursali della chiesa di San Giorgio.

Nel 1915 abbiamo il distruttivo terremoto di Gioia dei Marsi che distrugge gran parte del territorio marsicano producendo la morte di 30.000 persone.

A Pereto il sisma si sente distintamente ma pur producendo molti danni, la situazione non è rovinosa come altri borghi di altre zone marsicane come il Fucino.

La chiesa di San Giorgio riporta solo pochi danni dal sisma, perlopiù concentrati sul campanile.

Passati alcuni anni la chiesa è completamente restaurata dai danni del sisma. Ciò risulta evidente dalla relazione del Vescovo del 1923, in occasione della sua visita pastorale.

Nel 1920 vengono scritte dall’arciprete di San Giorgio le diverse competenze tra lui e il parroco della chiesa del S.S. Salvatore. Egli dice che la chiesa madre rimane quella di San Giorgio. Il parroco della chiesa del S.S. Salvatore può celebrare solo nella sua parrocchia e nelle feste in cui è chiamato. Quando l’arciprete celebra il parroco di S.S. Salvatore non ha alcun dovere di assistere. Se viene fatta la bussola, o in circostanze ordinarie o straordinarie, volute dall’arciprete ed il parroco del SS Salvatore è presente alla funzione, allora a lui spetta un terzo della bussola. Quando invece il parroco del SS Salvatore è invitato dall’arciprete a celebrare o assistere ad altre funzioni (come sacerdote assiste e non come organista), in occasioni di feste organizzate dal popolo, o in occasioni di officature o funerali, deve ricevere metà delle elemosine che l’arciprete riceve.

Nel 1930 durante un temporale un fulmine colpisce la chiesa danneggiandola.

Nel 1932-34 la chiesa di San Giorgio viene sottoposta ad un nuovo restauro. I lavori consistono nel rifacimento dell’altare maggiore, e nel restauro del campanile.

Nel 1940 l’Italia entra in guerra e dopo tre anni viene perdendo su tutti i fronti. Ciò porta prima al crollo del fascismo e poi all’invasione tedesca del settembre 43. Si forma la linea Gustav che tagli l’Italia in due. Tedeschi e Alleati combattono intorno a questa linea tra ottob 43 e giugno 44. La gente abruzzese subisce in pieno sia lo stato di polizia tedesco che i bombardamenti alleati. Il periodo è durissimo per tutti. Riguardo alla sorte del Santuario e dei frati nella guerra al momento non sappiamo nulla, per cui possiamo solo fare delle congetture. Sicuramente il momento più duro è il periodo tra il 1943 e il 1944, allorquando si scatena la dura lotta fra tedeschi e alleati sulla linea Gustav. La piana del Cavaliere come tutte le zone a ridosso della linea Gustav vive un momento duro, fatto di bombardamenti e rastrellamenti tedeschi di persone e averi.

Tuttavia alla fine gli alleati e gli antifascisti guadagnano posizione e alla fine irrompono nella linea Gustava liberando il centro Italia. Gli Alleati liberano la Marsica alla metà di giugno 44. Nell’aprile 45 l’Italia è completamente liberata dai nazifascisti.

Con gli anni della 2 guerra mondiale la struttura non subisce per fortuna danni.

Dopo la guerra la vita riprende e la gente ristruttura le proprie case e le proprie vite decidendo anche di emigrare per cercare fortuna altrove. Molta gente parte per le grandi città come Roma – Milano ecc. Il paese si spopola

Passano ancora gli anni e arriviamo al 1985 allorquando la chiesa mostra di nuovo segni di cedimento e urgono nuovi lavori di restauro.

I nuovi lavori di restauro dopo una fase di reperimento fondi, iniziano nel 1986 e si concludono nell’aprile 1987. Gli interventi realizzati riguardano il rifacimento del tetto ligneo, del manto di copertura, il restauro delle pareti interne e il rifacimento del pavimento.

La chiesa di San Giorgio ha continuato a rappresentare un punto di riferimento sociale per la comunità di Pereto anche alla fine degli anni 90′

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XXI Secolo

 

La chiesa di San Giorgio ha continuato a rappresentare un punto di riferimento sociale anche nel nuovo secolo, accompagnando le iniziative messe a punto dalla comunità del paese nel sostegno della crescita della comunità stessa.

Per le fonti osservata non vi sono segnalazioni di alcun tipo di danno riguardo i successivi sismi dell’Aquila del 2009 e di Amatrice del 2016-17.

 

 

 


STRUTTURA DELLA CHIESA DI SAN GIORGIO DI PERETO

 

 

Localizzazione

La chiesa di San Giorgio è una chiesa che risale come prima costruizione al XII secolo, ricostruita nella struttura che vediamo oggi nel XVI secolo, ed è localizzata al centro del paese di Pereto

 

 

Pianta

La pianta della chiesa si presenta di forma rettangolare ad andamento longitudinale

 

 

 – Struttura interna

La struttura interna della chiesa di San Giorgio comprende due navate delimitate da pilastri cruciformi. In pratica abbiamo la navata centrale composta da un corpo simmetrico caratterizzato da due lesene negli angoli, sovrastate dal timpano. Il lato sinistro invece è formato da un corpo aggiunto dove è presente la navata laterale. L’attacco al cielo segue il profilo di un tetto a due falde.

La struttura in se della chiesa risulta formata da una muratura portante. I pilastri della chiesa sono fatti in pietrame, con forma a croce latina sormontati da quattro arcate, che formano volte a botte e a vela e che reggono il tetto in legno. Su questa copertura a due falde troviamo un manto di tegole di laterizio. Il pavimento invece è fatto di lastre rettangolari in pietra e cotto.

 

 

Facciata

 

Facciata della chiesa di San Giorgio di Pereto. (Immagine personale)

 

La facciata si presenta con una struttura in muratura con al centro un elegante portale, quindi la parte alta lisciata con colonne con contornano la navata centrale che terminano con un’elegante struttura di tetto frontale.

La facciata della chiesa comprende un rosone circolare posizionato in asse centrale sovrastante il portale del XVI secolo.

Il portale è formato da due stipidi ad un architrave. Nel portale poi troviamo una fascia di nodi che interrompe ed arricchisce la successione di listelli a gola rovescia, due mensole sottoposte all’architrave e due foglie di palma. Un secondo portale è poi presente nella navata laterale.

 

 

Campanile

Il Campanile è a base quadrata situato nella zona retrostante del lato destro della chiesa. La sua cella campanaria è con bifore nella facce, mentre il tetto è a forma pirmidale.

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-4-aquila/citta-5114-pereto/8111-chiesa-di-san-giorgio

2) http://www.pereto.info/documenti/sangiorgio/San%20Giorgio-storia-stampa.pdf

 

 


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