PESCINA – CHIESA DI SAN BERARDO


STRUTTURE E MONUMENTI DI PESCINA


 

STORIA DELLA CHIESA DI SAN BERARDO DI PESCIBA

 

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XII secolo

 

Nascita della chiesa di Santa Maria del Popolo

Nel XII secolo Pescina è un piccolo borgo non ancora del tutto strutturato con un piccolo castello sulla cima più alta.

In questa fase infatti Pescina figura come una frazione della città di Civita dei Marsi, in declino a causa di diversi fattori, primo fra tutti le inondazioni del Lago Fucino.

Sul piano politico Pescina appartiene alla contea di Celano soggetta alla famiglia Berardi.

A metà del XII secolo, verso il 1150 circa viene eretta la chiesa di Santa Maria del Popolo, poco sotto il castello.

La chiesa viene citata per la prima volta nella bolla del 1181 di Papa Lucio III.

 

 

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XIII – XIV secolo

 

– Pescina a inizio XIII secolo

Pescina a inizio 200′ è ancora un piccolo borgo con un piccolo castello, appartenente alla città di Civita dei Marsi (la futura San Benedetto dei Marsi). Sul piano politico Pescina appartiene alla contea di Celano soggetta alla signoria dei Berardi, antica famiglia comitale dei Marsi.

 

– San Francesco d’Assisi a Pescina

Nel 1225 San Francesco ritorna nella Marsica e nel suo pellegrinare in questi luoghi e per i borghi della zona si ferma anche a Pescina.

Qui a Pescina egli staziona per quattro mesi, durante i quali è sempre a contatto con i poveri del paese e di chi ha bisogno.

In questo periodo egli fonda il convento di San Francesco e probabilmente, ma di questo non abbiamo sicurezza, tende a dare una mano alle chiese già esistenti nella loro opera sociale. E’ possibile che in questo senso si sia interessato anche alla locale chiesa di Santa Maria del Popolo.

 

– Lo scontro fra Tommaso Berardi e Federico II

In questa fase siamo nel 1220-23 e ci troviamo negli anni dello scontro di potere fra Tommaso Berardi conte di Celano e l’imperatore Federico II. Oggetto dello scontro è il tentativo di Tommaso di rendere indipendente il suo territorio dal controllo imperiale.

Lo scontro che in un primo momento vede vincente Tommaso, poi con il passare del tempo vede vincente Federico II, che superiore per numero e forze militari, riescono seppure con grande fatica ad avere la meglio sul riottoso conte celanese.

Lo scontro militare fra le due forze coinvolge tutta la Marsica, dove tutti i paesi direttamente o indirettamente sono toccati dalla vicenda. Ciò è anche uno dei motivi per cui San Francesco visita la Marsica, e porta con esso il suo messaggio di pace e fraternità.

Successivamente, nel 1229-30, si ha un nuovo scontro militare fra Tommaso Berardi, ora comandante delle truppe papali e le truppe imperiali di Federico II. In seguito a questo conflitto sono numerosi i borghi marsicani distrutti o danneggiati, fra cui Pescina.

Il borgo di Pescina riporta molti danni in seguto a questo scontro di potere e con molta probabilità, anche la chiesa di Santa Maria del Popolo subisce danneggiamenti.

 

Restauro del borgo e della chiesa di San Berardo

Nel 1232 il borgo e il castello di Pescina sono ricostruiti, per volere dello stesso imperatore. E’ probabile, ma non siamo sicuri di questo, che  anche la chiesa di San Berardo venga restaurata.

Se così fosse sarebbe il primo restauro che interessa la chiesa dalla sua fondazione.

 

Il ritorno dei Berardi

Negli anni successivi dopo un lungo esilio e la morte di Federico II, I Berardi tornano nel 1254 padroni della Marsica con Ruggero I Berardi, a cui vengono restituite le contee di Celano e Albe da Manfredi di Svevia nuovo capo del regno siciliano e figlio di Federico II, in cambio del loro giuramento di fedeltà.

 

L’ascesa di Carlo d’Angiò e la caduta dei Berardi

Nel 1260 circa giunge nel regno siciliano Carlo I d’Angiò con il preciso compito di conquistare il regno di Sicilia togliendolo al controllo svevo.

Carlo I affronta tra il 1266 e il 1268 gli eredi di Federico II ovvero Manfredi, re di Sicilia dal 1258 e il nipote e legittimo erede Corradino di Svevia. Entrambi sono sconfitti in due successive battaglie la prima presso Benevento nel 1266, dove trova la morte Manfredi e la seconda nel 1268 presso i Piani Palentini nella Marsica di Corradino di Svevia, che poco dopo la sconfitta viene catturato e poi giustiziato a Napoli.

Ora entrambi gli Svevi sono stati appoggiati da molte famiglie nobili contrarie a Carlo I. Tra queste figurano anche i Berardi di Celano, che hanno sostenuto entrambi gli Svevi, specie Corradino.

Dopo la sconfitta di Corradino, Carlo I procede a vendicarsi  di tutti quei nobili che hanno sostenuto gli Svevi. I Berardi a causa di ciò sono privati delle contee di Celano e Albe.

 

Pescina passa ai Del Balzo

In questo rimescolamento di situazioni Pescina è distaccata dal controllo di Celano e viene data come feudo indipendente ai Del Balzo. I del Balzo sono una famiglia francese scesa in Italia con Carlo I in cerca di fortuna.

Pescina rappresenta solo uno dei numerosi feudi di cui la famiglia può vantare la proprietà.

I del Balzo a Pescina dominano fino al 1320 circa e durante questo periodo ristrutturano il paese rafforzandolo nelle sue strutture difensive a cominciare dal castello che viene potenziato, ma allo stesso tempo reso più accogliente sul modello delle corti provenzali.

 

Il ritorno dei Berardi a Celano

Ruggero Berardi per niente desideroso di cedere i propri domini, si fa avanti con Carlo I per riprendersi i suoi possedimenti.

Ebbene Ruggero riottiene dietro un forte riscatto la contea di Celano, che da ora in avanti rimarrà possesso esclusivo dei conti Berardi.

 

La chiesa di Santa Maria del Popolo tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo

In questo periodo non abbiamo particolari notizie sulla chiesa di Santa Maria del Popolo. Dal contesto sappiamo che Pescina è in una fase di rinnovamento edilizio, per cui è possibile che la chiesa sia stata oggetto di lavori di completamento della struttura.

 

Pescina dai Del Balzo al ritorno dei Berardi

Sul piano feudale locale assistiamo nel 1320 circa alla fine della signoria dei Del Balzo su Pescina e sul passaggio di proprietà del feudo a diversi nobili.

Verso la fine del secolo XIV tuttavia Pescina rientra nell’orbita della contea di Celano e quindi dei Berardi.

I Berardi dalla fine del secolo XIV tornano ad interessarsi attivamente di Pescina finanziando o gestendo il patrimonio immobiliare della cittadina abruzzese.

Il ritorno di Pescina ai Berardi si completa nel 1417 con l’ufficializzazione del passaggio di proprietà ai conti di Celano.

 

– Terremoto del 1349

Una violentissima scossa di terremoto si verifica nel centro Italia il 9 settembre 1349. Questa scossa sismica produce danni importanti in tutto il centro Italia. Roma per tale scossa riporta danni ingenti in tutta la città.

Anche la Marsica è coinvolta direttamente dal sisma con danni di crolli in diversi centri. Al momento non abbiamo conoscenza dei danni del terremoto a Pescina, ma sappiamo con certezza che la scossa si è sentita distintamente e forte. Quindi la possibilità di qualche crollo o danni simili è molto alta.

Tra le città danneggiate dal sisma ci sarebbe anche Marsia (l’attuale San Benedetto dei Marsi), che avrebbe riportato diversi danni.

 

La chiesa di Santa Maria del popolo diventa la cattedrale provvisoria dei Marsi di San Berardo

Forse in seguito al sisma del 1349 o forse per le escrescenze del Lago Fucino non lo sappiamo con certezza. Certo è la chiesa – cattedrale di Santa Sabina dal punto di vista strutturale non gode di grande salute.

Ciò dopo attenta riflessione spinge le autorità ecclesiastiche a decidere il trasferimento del corpo di San Berardo in un’altra località vicina.

La decisione della nuova collocazione ricade su Pescina, in quanto centro vicino a Marsia, che sta sempre più diventando importante nel panorama locale.

La chiesa prescelta è quella di Santa Maria del popolo ed è probabile che alla decisione abbia contribuito anche la sua posizione di altura e il fatto che fosse all’interno del paese di Pescina. Questo infatti può essere un vantaggio in caso di attacco esterno, perchè garantisce protezione al corpo del santo e poi non è soggetta ai capricci del Lago Fucino con le sue inondazioni.

Così assistiamo al trasferimento del corpo del santo nel 1361 nella chiesa di Santa Maria del Popolo di Pescina.

Oltre al trasferimento del corpo del santo il vescovo marso Tommaso Pucci eleva la chiesa di Santa Maria del popolo, (ormai di San Berardo) a cattedrale provvisoria della diocesi dei Marsi in attesa della risistemazione della cattedrale di Santa Sabina.

Da questo momento inoltre la popolazione smette di chiamare la chiesa suddetta con il vecchio nome di Santa Maria del Popolo e inizia a chiamarla di San Berardo, facendogli assumere il suo nome definitivo.

 

Probabile ristrutturazione della chiesa a fine Trecento

E’ probabile ma non sicuro che a fine secolo in virtù della nuova importanza della chiesa di ospitare le spoglie di San Berardo, ma soprattutto di essere nuova cattedrale dei Marsi se pur in modo provvisorio porti la struttura ad essere riqualificata con un nuovo restauro seppure di carattere secondario .

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XV secolo

 

Pescina e Jacovella Berardi

Sul piano politico Pescina continua a crescere d’importanza per tutto il secolo XV e pur essendo sede di baronia, continua a dipendere da Celano al livello politico e amministrativo.

Nel 1417 i Berardi tornano ufficiamente baroni di Pescina, con il riconoscimento dei reali di Napoli alla famiglia comitale. I Berardi già dalla fine del XIV secolo sono tornati ad occuparsi di Pescina, reintegrando il paese nella loro orbita politica e ora con il riconoscimento della proprietà di Pescina, lo stato celanese arriva a disporre di un territorio molto ampio.

Pochi anni dopo nel 1423 i Berardi si estinguono nella linea maschile con la morte di Pietro IV. A dirigere la contea celanese vi è ora Jacovella Berardi, sorella di Pietro IV e donna dal carattere forte e deciso.

Grazie al suo carattere fiero, pur coinvolta nelle vicende delle lotte di potere tra Colonna e Orsini per la Marsica, riesce a districarsi bene mantenendo fermo nel tempo il suo controllo sul contado abruzzese.

 

Terremoto del 1456

Nel 1456 un terribile terremoto avviene in Irpinia seminando morte e distruzione. Il sisma molto forte ha riflessi importanti in tutto il centro Italia. Nella Marsica a causa della scossa ci sono interi paesi distrutti. Pescina per quel che abbiamo inteso dalle fonti si salva dalla scossa pur riportando qualche danno.

 

Pescina dai Berardi ai Piccolomini

Sul piano politico assistiamo alla crisi della famiglia Berardi rappresentata da Jacovella e dal figlio Ruggero. Jacovella rimasta vedova nel 1458 di Leonello Acclozamora, succede al marito come responsabile unica della contea. Poichè la contea di Celano è patrimonio della sua famiglia, ella si considera non reggente del figlio, ma padrona. Il giovane figlio Ruggero non accetta di farsi da parte aspettando il suo turno, ma le se rivolta contro determinando in seguito la perdita della contea.

Il giovane Ruggero si allea con un capitano d’armi che circuisce il giovane e mira al patrimonio della contessa. Egli si fa raggirare e con il suo aiuto pone in assedio la madre, che all’inizio riesce a resistere al disgraziato figlio, ma poi le sue forze vengono meno e lei capitola. Ruggero arresta la madre e la sbatte in prigione, usurpandogli il posto, divenendo Ruggero IV conte di Celano.

Ma Ruggero viene raggirato diventando esso stesso vittima di questa persona, che depreda il patrimonio della contessa per pagare i suoi uomini. Il papa, disgustato della condotta del figlio nei confronti della madre e capendo che può mettere le mani sulla bella contea si accorda con il re Ferdinando di Napoli, per porre il nipote a capo del feudo una volta defenestrato Ruggero.

Così in effetti avviene Ruggero viene defenestrato dalle truppe orsine mandate dal papa, trovando rifugio a Balsorano. La madre Jacovella viene liberata e condotta a Roma dal papa dove le viene comunicato che non tornerà in possesso della contea celanese, ma sarà compensata con la contea di Venafro.

Nello stesso tempo il nipote del papa Antonio Piccolomi s’insedia a Celano avviando la signoria della propria famiglia. Ai Piccolomini viene riconosciuta anche la baronia di Balsorano e di Pescina.

Pescina nella seconda metà del 400′ sotto i Piccolomini prosegue nella sua ascesa di piccolo borgo fortificato rifiorendo sotto il profilo economico. La contea di Celano con tutti i vari centri ad esso connesso stanno sviluppando l’industria armentizia attraverso il rilancio delle vecchie vie della transumanza.

La vendita della lana frutta alla contea molti soldi e ciò già sotto Jacovella Berardi; ora con i Piccolomini questo lato economico si rafforza ulteriormente grazie all’avvio generale di una fase di ristrutturazione economica ed edilizia.

 

La cattedrale provvisoria dei Marsi di San Berardo nel XV secolo

Nonostante le promesse e le buone intenzioni di restauro della chiesa di Santa Sabina di San Benedetto dei Marsi, questa rimane in stato di abbandono.

Ciò vuol dire per la chiesa di San Berardo rimanere nei fatti cattedrale dei Marsi.

E’ curioso notare come per la chiesa di San Berardo il provvisorio sia diventato definitivo, o meglio il suo ruolo di cattedrale che doveva essere solo per qualche anno sia alla fine durato più di 200 anni.

 

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XVI secolo

 

La chiesa di San Berardo all’inizio del XVI secolo

E’ probabile che tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, anche se al momento nessuna fonte sembra confermare questo, la chiesa di San Berardo sia oggetto di restauro.

Quanto detto potrebbe essere vero considerando che la contea di Celano all’inizio del XVI secolo vive una fase di ripresa e i Piccolomini, forse anche per affermarsi maggiormente nel territorio contribuiscono a restaurare diverse strutture religiose, tra cui appunto potrebbe esserci anche la chiesa di San Berardo, che custodendo le spoglie del santo ha acquistato ormai una certa importanza nel panorama locale.

Ricordiamo a questo proposito che la tomba di San Berardo sia durante la sua permanenza in questa chiesa, che successivamente nella cattedrale di Santa Maria delle Grazie è continuamente meta di pellegrini che chiedono grazie al santo.

 

Pescina nel XVI secolo

All’inizio del XVI prosegue la felice fase economica della contea di Celano e della baronia di Pescina. Pescina in questo periodo cresce al livello commerciale, e questo lo si vede dal trasferimento nel paese di diverse famiglie della media nobiltà abruzzese, il cui numero tenderà ad aumentare nel corso del 600′.

Nello stesso periodo abbiamo la prosecuzione della fase edilizia che vede una generale ristrutturazione dei principali edifici pubblici del paese a cominciare dal castello che viene trasformato in residenza principesca.

Nel 1571 la contessa Costanza Piccolomini concede la sua residenza del castello per l’amministrazione della giustizia, e questo atto conferma almeno dal mio punto di vista, come il paese lentamente venga crescendo sul piano politico.

La conferma di questa crescita arriva però qualche anno più tardi con il trasferimento definitivo della diocesi da San Benedetto dei Marsi a Pescina. Nel 1579 abbiamo l’inizio della costruzione della cattedrale che si completerà nel 1596.

 

La chiesa di San Berardo termina di essere cattedrale

Nel 1580 Pescina grazie al vescovo dei Marsi Colli diventa la nuova sede ufficiale della diocesi dei Marsi e la chiesa di San Berardo rimane ancora per qualche tempo cattedrale provvisoria della diocesi in attesa della fine dei lavori della nuova chiesa di Santa Maria delle Grazie.

La chiesa di San Berardo rimane cattedrale fino al 1606, allorquando la nuova chiesa di Santa Maria delle Grazie viene consacrata.

 

Dai Piccolomini ai Peretti

I Piccolomini dopo aver contratto molti debiti sono costretti a vendere nel 1591 la contea di Celano e la baronia di Pescina a Camilla Peretti sorella del papa.

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XVII secolo

 

La chiesa di San Berardo smette di essere cattedrale

Nel 1606 la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pescina dopo la fine dei lavori di qualche anno prima viene consacrata e da questo momento inizia la sua attività religiosa, che si arricchisce da subito del ruolo di cattedrale, prima per via ufficiosa e poi ufficiale nel 1613 con il riconoscimento papale.

A partire dal 1606 la chiesa di San Berardo smette di essere la cattedrale dei Marsi rimanendo una semplice chiesa.

 

Pescina all’inizio del XVII secolo

Nel XVII prosegue il cattivo andamento economico nel meridione italiano a causa delle forti tasse spagnole e di cattivi raccolti predenti in questo periodo. Ciò porta alla completa miseria centinaia di migliaia di persone.

Nella Marsica l’economia va molto male e ai motivi detti sopra, si aggiungono una forte presenza del brigantaggio che mette a rischio la sicurezza di molte persone, diverse escrescenze del Lago Fucino che però a partire da metà secolo tende ad entrare in una fase di abbassamento del livello e poi l’endemico isolamento della zona.

Tutto ciò porta in breve alla fame moltissime persone. Sono lontani i tempi del recupero economico d’inizio XVI secolo.

Pescina in questo contesto ha difficoltà nel crescere economicamente, tuttavia si registra un incremento sul piano politico grazie alla presenza della diocesi dei Marsi che riesce in qualche modo a salvare la cittadina, anche solo con la sua presenza.

 

Nuova urna mortuaria per San Berardo

Le relique di San Berardo vengono trasferite da una vecchia bara in pioppo ad una di miglior legname, tutta lavorata e fatta fare appositamente a Roma. Le spoglie del santo rimangono  nella chiesa di San Berardo.

 

La rivolta popolare del 1647-48

Nello stesso periodo assistiamo sul piano sociale al culmine dell’esasperazione della popolazione nei confronti del governo spagnolo. La grave situazione economica del meridione porta all’esasperazione della gente che in alcune zone, come la Marsica è vera animosità verso un governo centrale che si disinteressa dei bisogni popolari.

Nel 1647 questa grande insoddisfazione sfocia in una aperta rivolta popolare che dilaga in breve in tutto il sud Italia soggetto agli spagnoli. La rivolta trova in Abruzzo un terreno fertilissimo di crescita. La Marsica addirittura diventa una delle sedi di questa rivolta. A Celano viene occupato dal barone Squinzi dell’Aquila il castello che diventa sede dei rivoltosi. Per qualche tempo la rivolta fa traballare il potere spagnolo nel sud Italia, che però nel 1648 reagisce e riesce con grande dispiego di mezzi e uomini ad avere la meglio sui rivoltosi.

A Celano il castello occupato da Squinzi viene liberato da questi e ridato a Francesco Peretti. La reazione conservatrice degli spagnoli produce gravi perdite in tutta la Marsica con episodi di grave durezza nei confronti della popolazione civile.

 

Dai Peretti ai Savelli

Nel 1655 muore il conte Michele Peretti senza lasciare discendenza. Gli succedono i Savelli che sono i parenti più prossimi al vecchio conte.

 

La Peste del 1656

Alcuni anni dopo la grave rivolta abbiamo che i sentimenti di animosità ed esasperazione popolare  cedono il posto alla morte e alla disperazione.

Nel 1656 compare nel sud Italia il morbo della Peste, che nel giro di pochissimo tempo dilaga in tutto il meridione producendo nel giro di un anno la morte di centinaia di migliaia di persone.

Nella sola Marsica la Peste uccide 4000 persone, interi paesi vengono falcidiati dal morbo. Le chiese in questo periodo vengono prese d’assalto per chiedere grazie o per raccomandare la propria anima nel sicuro trapasso che di li a poco sarebbe accaduto. Ci sono persone che avendo sentimento della morte imminente fanno testamento o cedono direttamente i propri beni alla chiesa, per avere salva la propria anima.

Ci vorranno decenni perchè i paesi colpiti dalla Peste possano riprendersi sul piano demografico.

 

 

–  Terremoto del 1695

Un brutto terremoto colpisce l’Italia centrale e fa risentire i suoi effetti anche nella Marsica. Il terremoto di cui parliamo è il sisma che ha per epicentro l’alta Tuscia intorno al Lago di Bolsena il 10 giugno 1695.

Questo sisma di potenza 5,9 Mw produce gravi danni nell’alta Tuscia con anche uno tsunami nel lago di Bolsena. Secondo il geologo  Giuseppe Mercalli il lago di Bolsena, gonfiatosi,  straripa, inondando i paesi fino a 3 km di lontananza. Quando le acque si ritirano, la terra resta coperta di pesci”.

Il sisma si fa sentire in modo forte anche in Umbria, nella bassa Toscana, nel resto del Lazio e nella Marsica, producendo gravi danni soprattutto all’abitato di Celano.

Celano a causa di questo sisma, viene quasi del tutto distrutta registrando numerosi crolli nel centro abitato, che portano a gravissimi danni al patrimonio architettonico.

A Pescina il sisma si sente distintamente, ma al momento non abbiamo conoscenza di danni al centro abitato

 

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XVIII secolo

 

– I Terremoti del 1703 e del 1706

All’inizio del 700′ si verificano due nuovi importanti sismi nel centro Italia con epicentro in Abruzzo, che producono danni importanti in tutta la regione compresa la Marsica.

Parliamo del sisma dell’Aquila del 1703 e della Majella del 1706, entrambi si manifestano con una grande potenza pari a 6,6 Mw e determinano la distruzione di molti centri abitati.

Il primo sisma quello dell’Aquila distrugge tutta la città e molti centri circostanti, producendo molti danni anche nella Marsica. Nella Marsica sono numerosi i centri abitati che riportano crolli di stabili o anche di chiese, su cui poi si concentrerà un grosso lavoro di restauro per tutto il secolo. A Pescina è probabile che il sisma produca diverse lesioni alle chiese e a diversi palazzi.

Il secondo sisma si verifica sulla Majella, dove con la potenza di 6,6 Mw distrugge tutta la Valle Peligna riducendo a un cumolo di macerie Sulmona. Nella Marsica il sisma si sente distintamente producendo molti danni, ma inferiori rispetto a quelli provocati dal sisma aquilano.

Riguardo Pescina si sa che il sisma della Majella si è avvertito distintamente e sicuramente a scosso le chiese del paese già colpite dal sisma di tre anni prima.

 

Cambio di proprietà a Pescina e Celano.

Il conte Giulio Savelli muore nel 1712 senza discendenza diretta. Ciò scatena per circa dieci anni furibonde lotte di successione fra i parenti più prossimi del vecchio conte.

Alla fine ad avere la meglio è la famiglia Sforza Cesarini che attraverso il ramo diretto e rami collaterali domina la contea di Celano e la baronia di Pescina fino all’eversione feudale del 1806.

 

 

Ristrutturazione della chiesa di San Berardo 1718-43

La chiesa di San Berardo dalla sua fondazione avvenuta intorno al 1150, non aveva subito fino a inizio 700′ una vera ristrutturazione, ma solo restauri secondari. Ebbene forse a causa del tempo che passa, o per i danni avuti dai sismi degli anni precedenti si avverte la necessità di una ristrutturazione profonda dell’antica struttura.

Nel 1718 Monsignor De Vecchis , caricandosi tutte le spese, fa ristrutturare interamente la chiesa di San Berardo.

Per prima cosa vengono spostate le relique di San Berardo presso la vicina cattedrale di Santa Maria delle Grazie. Quindi si procede con i lavori della chiesa che si rivelano lunghi

Nel 1724 muore il vescovo De Vecchis e i lavori della chiesa vengono proseguiti dagli altri vescovi marsi.

Durante i lavori di ristrutturazione il vescovo Barone fa riutilizzare una delle torri del vecchio castello ormai decadente ristrutturandola come torre campanaria.

Sempre Barone fa creare nella chiesa una nuova balaustra e un nuovo altare maggiore dove collocare le relique di San Berardo.

A proposito delle relique c’è da registrare la creazione di un busto argenteo rappresentante S. Berardo, dove viene collocato una parte del cervello del Santo. Poco tempo dopo il busto viene arricchito con una collana di pietre preziose incastonate nell’oro dalla quale pendeva la croce pastorale del santo.

Nel 1743 infine dopo 25 lunghi anni di lavori la chiesa è ultimata. Il 12 maggio la struttura religiosa viene riconsacrata da vescovo Brizi e insieme a ciò vengono riportate nella chiesa le relique di San Berardo sistemandole nel nuovo altare.

 

1 occupazione dei Francesi

Nel 1798 poi abbiamo la prima occupazione francese del regno di Napoli. Questa fase dura poco a causa della forte resistenza locale che porta i Francesi a ritirarsi nel 1800. Con il ritiro francese tornano i Borbone con il vecchio Ferdinando I.

 

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2 occupazione dei Francesi

I Francesi rioccupano il regno napoletano nel 1806, incontrando questa volta scarsa resistenza locale. Ciò probabilmente dipende dal fatto che Ferdinando nel suo primo ritorno a Napoli non si dimostra riconoscente verso i suoi sudditi e questo genera risentimento nella popolazione.

Fatto è comunque che i Francesi occupano il regno di Napoli per i successivi dieci anni avviando e facendo importanti riforme amministrative, che hanno importanti ricadute popolari. Tra queste abbiamo la fine della feudalità nel 1806, che per Pescina significa la fine della baronia pescinese e quindi del governo degli Sforza Cesarini.

 

Caduta dei Francesi e ritorno dei Borbone

Con la fine di Napoleone in Francia nel 1815, tutti i governi europei filo francesi cadono uno dopo l’altro compreso quello napoletano di Murat. Il congresso di Vienna decide poi il ritorno dei Borbone sul trono di Napoli con la nuova dicitura di re delle Due Sicilie.

 

Pescina, la Marsica sotto i Borbone

Il secondo periodo dei Borbone che dura dal 1815 al 1860, coincide con il ritorno del problema delle escrescenze del Lago Fucino, che tra il 1815 e il 1816 raggiungono il loro massimo storico, producendo immani tragedie nei comuni rivieraschi.

La popolazione chiede al re d’intervenire e questo risponde facendo ripulire negli 20′ le sponde del lago e avviando inchieste per la risoluzione del problema.

Il lago in effetti nel corso degli anni 20′ torna a livelli accettabili, ma a partire dal 1835 inizia una nuova fase d’ingrossamento, così  abbiamo molti studi e dibattiti fra gli addetti ai lavori che si trascinano fino al 1850.

A questo punto grazie alla creazione di una società apposita capeggiata dal banchiere Torlonia, si procede a partire dal 1854 ai lavori di prosciugamento del lago.

Torlonia si prende in carico il lavoro di prosciugamento del lago, in cambio della promessa di ottenere la proprietà delle terre che deriveranno dall’operazione.

Pescina, durante i lavori di prosciugamento così come anche gli altri paesi rivieraschi, sarà interessata direttamente dall’operazione e ciò anche attraverso uomini di Pescina che andranno a lavorare per Torlonia in questa impresa.

 

– La chiesa di San Berardo a inizio XIX secolo

In questo periodo la chiesa di San Berardo procede in modo normale la sua attività religiosa e sociale nell’ambito della comunità di Pescina.

Contemporaneamente si nota un continuo afflusso di fedeli presenti nella chiesa per chiedere grazie al Santo. Riguardante San Berardo c’è poi da segnalare la ricognizione delle relique delle relique da parte del Vescovo dei Marsi Mons. Segna nel 1831.

 

Caduta dei Borbone e nuovo regno d’Italia

Nel 1860 s’innesca nel meridione italiano grazie a un gruppo di garibaldini una rivoluzione contro i Borbone, che porta presto alla loro destituzione. A questo punto la rivoluzione garibaldina spinge il meridione italiano a unirsi al resto delle regioni del nord Italia per la creazione di un nuovo stato nazionale. Nasce così nel 1861 il nuovo regno d’Italia sotto lo scettro dei Savoia.

 

La lotta al brigantaggio

Nato il nuovo stato, questo cerca da subito di consolidarsi sia sul piano interno che economico dove accusa un grosso debito.

Sul piano interno il nuovo Stato si trova a fronteggiare il brigantaggio, fenomeno endemico che da sempre spadroneggia nel sud Italia. Il governo di Torino manda la guardia nazionale per debellare le bande criminali.

All’inizio la lotta al brigantaggio è dura a causa di un’alleanza tra Francesco II e alcune bande di briganti, che vengono sfruttate dal Borbone per creare scompiglio nel territorio meridionale e poter così riprendersi il trono di Napoli. Quest’alleanza è sorretta anche dalla popolazione specie in Abruzzo, che non vede di buon occhio la nuova monarchia. In questa fase la popolazione abruzzese, specie marsicana, spinta anche dalla chiesa, sorregge la lotta ai Savoia. Ma poi a causa del venir meno dell’alleanza tra briganti e re e il ritorno alle cattive abitudini dei briganti, spingono il popolo a mollare tutto e a lasciare che l’esercito annienti nei dieci anni successivi tutte le bande criminali.

Per ottenere ciò a Pescina sono occupate dall’esercito in sosta forzata diverse strutture tra cui anche la vecchia chiesa di San Giuseppe e il seminario che divengono così caserme. In cio il vescovo può poco e si trova costretto a subire l’occupazione.

 

Pescina alla fine del secolo XIX

Nel 1876 terminano i lavori di prosciugamento del Lago Fucino. Il cambiamento che provoca il prosciugamento va molto al di la delle intenzioni iniziali, in quanto a cambiare è in primo luogo il clima e poi le abitudini della gente che passa dall’essere pescatore ad agricoltore.

Tra gli anni 80 e 90 del XIX secolo gli effetti del prosciugamento non si avvertono subito sull’economia della regione, poichè si è ancora in fase di rodaggio per far partire l’intero ciclo produttivo a cui servono le ferrovie che colleghino la zona produttiva con i centri vicini e poi altre attività collaterali.

Tuttavia la rivoluzione che scatena la nuova attività agricola è strutturale per cui tutti nella Marsica ne vengono coinvolti o direttamente o indirettamente.

Pescina in questa fase è uno dei centri più coinvolti trovandosi a ridosso della grande piana del Fucino. Pescina diventa un grosso centro commerciale e per questo vede aumentare la propria popolazione che arriva a 4770 unità nel 1881.

In tutto questo vediamo che la cattedrale di Pescina rimane un importante punto di riferimento oltre che religioso, anche sociale che in qualche modo accompagna con la sua presenza lo sviluppo della cittadina.

Certo Pescina perde la competizione con Avezzano di principale centro della Marsica, ma comunque rimane un importante riferimento per una grossa fetta di popolazione sia del Fucino che soprattutto della Valle del Giovenco.

Gli effetti della rivoluzione della nuova piana tardano però ad arrivare e molta gente preferisce espatriare in cerca di fortuna. La chiesa in questo problema cerca di essere vicina a chi rimane sostendola come può.

 

La chiesa di San Berardo a fine 800′

La chiesa di San Berardo a fine 800′ come le altre chiese presenti sul territorio continua a essere vicina a chi soffre sorreggendo nelle difficoltà le famiglie più bisognose.

Pescina in questo senso essendo ancora sede di diocesi riesce con la sua importanza a rappresentare un faro per chi nel territorio ha più bisogno.

Faro che a maggior ragione rimane la chiesa di San Berardo, che custodendo il corpo del grande santo della Marsica è meta continua di fedeli, che si rivolgono a lui per chiedere grazie.

 

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XX secolo

Pescina a inizio 900′

A inizio secolo troviamo Pescina in fase di forte ascesa, e ciò è visibile dall’abitato stesso che si presenta elegante e ordinato, proprio come un centro del nord Italia. Questa dinamicità è data anche dalla presenza della nuova stazione ferroviaria, che con la sua presenza da alla cittadina maggiori capacità di crescita. Nel 1911 la popolazione di Pescina risulta essere 6074 unità, il suo massimo storico.

 

– Il terremoto di Gioia dei Marsi

Nel gennaio 1915 un tremendo terremoto si verifica nella Marsica colpendo al cuore la regione. Il terremoto ha epicentro nel Fucino nel paese di Gioia dei Marsi, da cui parte una scossa violentissima pari a 7 Mw. Una scossa tanto forte nella regione marsicana non si ricorda a memoria d’uomo. Fatto è però che tale terremoto produce un immane disastro in tutta la Marsica, soprattutto nella Valle del Giovenco, Vallelonga, il Fucino e la Valle Roveto.

Avezzano viene completamente rasa al suolo, più di 10.000 persone nella sola Avezzano muoiono per il sisma.

Altro centro gravemente colpito è proprio Pescina che vede morire in pochi istanti circa 5.000 persone, pari al 70-80% della sua popolazione. Il paese risulta completamente sventrato il castello, le chiese e gli altri edifici pubblici, o sono rasi al suolo o sono gravemente danneggiati.

 

– Danni alla chiesa di San Berardo

Il grave sisma che colpisce in modo profonfo Pescina e la Marsica produce molti danni anche alla chiesa di San Berardo con il crollo del tetto e di altre strutture della chiesa.

Invece c’è da rilevare che l’antico campanile della chiesa, fino al 1735 circa antica torre del castello di Pescina, costruita approssimativamente nella prima metà del XIII secolo, rimane perfettamente intatta e proseguirà a essere la torre campanaria della chiesa, anche con il successivo restauro della struttura.

 

La prima guerra mondiale

Il sisma manifestatosi con una forza spaventosa ha prodotto danni non solo di lutti e di distruzione, ma soprattutto umani nelle coscienze delle persone sopravvissute. Le stesse persone che si trovano ora a dover preoccuparsi non solo di sopravvivere al sisma, ma anche alla guerra che scoppiata già da un anno vede l’Italia associarsi nel maggio 1915.

La guerra dura fino al 1918 e produce molti lutti fra i giovani marsicani costretti a partire per il fronte per dare il loro sostegno all’Italia. In chi è rimasto a casa la preoccupazione per la propria situazione si sostituisce con quella di quanti sono presenti al fronte. A molti rimasti a casa giunge ogni tanto la notizia di un nuovo lutto gettando nel completo baratro le famiglie sopravvissute al sisma.

 

Le spoglie del San Berardo nella chiesa di San Antonio da Padova

La chiesa di Sant’Antonio da Padova è la struttura religiosa che riporta meno danni delle altre e che per questo viene facilmente riparata per consentire una rapida ripresa religiosa nel paese.

La chiesa che pare già dal 1919 torna funzionale diventa provvisoriamente la nuova cattedrale dei Marsi. Contemporaneamente pare che qui siano spostate sempre in via temporanea le spoglie di San Berardo, in attesa di lavori di ristrutturazione alla vecchia chiesa.

 

Ristruttuazione dei primi anni 20′

All’inizio degli anni 20′ Pescina diventa tutta un cantiere per procedere celarmente a rimettere su la piccola cittadina marsicana. I lavori di ricostruzione interessano dapprima gli edifici pubblici e religiosi.

In questo senso osserviamo una ristrutturazione rapida della chiesa di San Berardo, che seppure incompleta, consente alla chiesa di tornare agibile per le funzioni religiose. I lavori nella chiesa di San Berardo impiegano pochi anni e già all’inizio degli anni 20′ pare che la chiesa sia di nuovo funzionale.

Ciò consente alla struttura di tornare ad ospitare le spoglie di San Berardo, che sono riportate al loro posto originario. La chiesa da questo momento torna ad essere pienamente funzionante.

 

Il trasferimento della Diocesi dei Marsi ad Avezzano e la rabbia dei pescinesi

Già da qualche anno Avezzano viene ad assumere il ruolo di principale centro amministrativo della Marsica, soprattutto dopo il trasferimento qui dell’amministrazione Torlonia a metà 800′.

Da questo parte la riflessione fra le autorità ecclesiastiche locali di trasferirsi ad Avezzano. O meglio di trasferire la sede della diocesi dei Marsi da Pescina ad Avezzano.

L’irrompere poi del terremoto cambia i piani, e pone la necessità di trasferire la sede della diocesi in una zona meno colpita dal sisma. La decisione ricade su Tagliacozzo, miracolosamente sopravvissuta al sisma.

Dopo la guerra la possibilità di trasferire la diocesi viene considerata dai pescinesi quasi un atto sacrilego e iniziano a protestare in modo acceso contro il vescovo per questa decisione pregandolo di tornare sui suoi passi.

Il vescovo dei Marsi Bagnoli un vero ed instacabile riformatore, decide di andare avanti nella sua decisione, nonostante le forti proteste e pressioni dei pescinesi.

Così nel 1924 il vescovo Bagnoli procede nella sua decisione e trasferisce inizialmente la sede della cattedrale dei Marsi nella chiesa appena costruita di San Giuseppe di Avezzano, in attesa che la nuova cattedrale di San Bartolomeo venga costruita.

A Pescina il danno del trasferimento della diocesi non riguarda solo il sentimento di privazione dell’istituzione, ma ha anche un risvolto economico, visto tutto l’indotto che gravitava intorno alla diocesi dei Marsi.

 

La seconda guerra mondiale

Nel 1940 l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale a fianco della Germania. Nel giro di tre anni il paese perde su tutti i fronti di battaglia. Questo porta alla fine del regime fascista che viene defenestrato il 25 luglio 1943. Tuttavia il paese è ormai in balia degli eventi. Gli Alleati hanno già iniziato l’invasione italiana da sud e i tedeschi procedono invece da nord ad invadere il paese da settembre. Questa situazione porta al collasso dello stato monarchico e alla sua fine futura. Nel frattempo i tedeschi invadono l’Italia fino a Frosinone e di qui istituiscono la linea Gustav che divide il paese in due. Con la parte nord in mano tedesca e la parte sud in mano alleata.

Nella Marsica a Massa d’Albe i tedeschi pongono il loro comando con il compito di controllare il confine della linea Gustav. Tutta la Marsica è occupata dai Tedeschi che instaurano un vero regime di polizia che costringe i poveri marsicani a convivere e sottostare a loro a partire dall’ottobre 1943.

Nei primi mesi del 1944 gli Alleati cercano d’indebolire i tedeschi sganciando bombe lungo la linea Gustav e nella parte interna della Marsica. Nella Marsica gli sganci di bombe sono continui, specie nei mesi di aprile e maggio del 44′, soprattutto su Avezzano e Massa d’Albe. Tuttavia anche gli altri principali centri vengono colpiti.

 

I bombardamenti su Pescina

Pescina durante i primi mesi del 1944 come altri paesi della Marsica viene soggetta a diversi bombardamenti alleati, aventi lo scopo d’indebolire i tedeschi. I bombardamenti provocano diversi danni al tessuto cittadino da poco ricostruito, tra le strutture coinvolte figura anche la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie che riporta danni seri.

 

La liberazione

Nel giugno 44 tuttavia dopo forti combattimenti gli Alleati annientano le difese naziste sulla linea Gustav e riescono a liberare la Marsica con tutto quello che ne consegue.

Purtroppo i tedeschi in ritirata distruggono tutte le linee di comunicazione, provocando altri danni.

Comunque sia nell’aprile successivo del 1945 l’Italia viene completamente liberata dai barbari nazisti. Poco tempo dopo anche la guerra finisce e inizia la ricostruzione.

 

La ricostruzione e la battaglia delle terre

Nella Marsica a partire dal 1945 si pensa solo a ricostruire i paesi danneggiati dai bombardamenti e dal terremoto di trent’anni prima.

A Pescina la ricostruzione partita lentamente acquista velocità nel corso degli anni 40′

Contemporaneamente riprendono le lotte contadine contro Torlonia per l’assegnazione delle terre. La lotta contro Torlonia già in atto all’inizio del secolo si era interrotta per tutte le vicende successive compreso l’arrivo del Fascismo che aveva collaborato con il principe del Fucino per mantenere la calma nella Marsica

Comunque sia negli anni 40′ le lotte contadine riprendono e nel 1950 si arriva all’espropriazione delle terre a Torlonia, che vengono poi assegnate agli agricoltori marsicani grazie anche alla nuova riforma agraria varata dal governo De Gasperi.

 

La chiesa di San Berardo nel secondo dopoguerra fino al 1954

La chiesa durante il periodo della seconda guerra mondiale è rimasta sempre aperta e attiva accogliendo le numerose persone che sono giunte in preghiera per chiedere proprie grazie, ma soprattutto la fine di quell’assurda guerra.

Dopo la fine della guerra la chiesa ha continuato in modo più tranquillo a svolgere la propria funzione religiosa e sociale fino a metà degli anni 50′, allorquando non viene deciso di chiuderla.

Infatti la chiesa al livello strutturale dimostra un generale indebolimento successivo al tremendo terremoto del 1915 e alla ristrutturazione che ne è seguita negli anni 20′  che non si è rivelata del tutto adeguata a rendere la struttura sicura.

Così nel 1954 per precauzione all’incolumità pubblica, il Genio Civile di Avezzano, d’intesa con la Soprintendenza dell’Aquila, autorizza il prete della chiesa Don Nazzareno Baroni a demolire le restanti parti pericolanti della Chiesa di San Berardo, e trasferire di nuovo le reliquie in S. Maria delle Grazie. La demolizione di tale Chiesa viene messa in atto con la collaborazione di alcuni membri della Confraternita di S. Berardo e con l’aiuto di mine esplosive.

Da quel giorno “infausto” ormai le reliquie sono rimaste e sistemate definitivamente nella Cappella dedicata al Santo, posta nella navata sinistra della conCattedrale di S. Maria delle Grazie; sotto cui sono state sepolte le spoglie di moltissimi Vescovi dei Marsi successori di San Berardo.

 

Pescina a metà del XX secolo

Negli anni 50′ Pescina risulta ricostruita sei suoi assetti principali, e con il tempo viene a riprendersi il ruolo d’importante centro marsicano.

Tuttavia la crisi economica perdurante porta molti giovani a partire per cercare fortuna altrove. Si apre così la stagione della seconda emigrazione di massa, che a differenza della prima avrà come punto di arrivo le principali città italiane del nord e di Roma.

Questa nuova emigrazione che si ha negli anni 50′, 60′ e 70′ porta Pescina a perdere parte della sua popolazione che passa dalle 6013 unità del 1951 alle 4430 unità del 1971.

Nel frattempo si pongono le premesse per lo sviluppo della Marsica attraverso la costruzione delle nuove autostrade A24 e A25. Queste entrano in funzione nel 1970 e da allora hanno permesso alla Marsica di uscire dalla sua endemica condizione d’isolamento, da cui era uscita una prima volta solo un secolo prima con la nascita della ferrovia.

Allo stesso tempo a Pescina si cerca di ridare al paese nuova linfa attraverso l’aggiunta di nuove strutture o la ristrutturazione delle vecchie come nel caso della chiesa di Sant’Antonio da Padova.

 

La tomba di Silone

Nel 1978 muore lo scrittore pescinese Ignazio Silone e nel suo testamento chiede espressamente di essere sepolto al di sotto della torre di San Berardo antica torre campanaria perfettamente conservata.

 

Tomba di Ignazio Silone ai piedi della Torre di San Berardo. (Immagine personale)

 

Subito dopo la morte dello scrittore il comune di Pescina decide di esaudire le ultime volontà dello scrittore e grande cittadino di Pescina andando a collocare la sua tomba ai piedi della torre.

 

Il boom economico della Marsica e il recupero della propria identità

Negli anni 80′ poi abbiamo il boom economico della Marsica che sancisce il definitivo affrancamento del territorio dalla povertà che lo ha attanagliato nei secoli.

Così con la fine dei problemi economici, la Marsica si rilancia sul piano sociale reinventando se stessa, anche e soprattutto recuperando la propria storia passata, che a causa del terribile terremoto del 1915 si era in qualche modo persa.

Da qui vengono fuori nuove iniziative sociali di nuovi eventi che rimandandosi alla vecchia tradizione culinaria, recupera parte del proprio patrimonio ecograstronomico per far rivivere i vecchi borghi. Allo stesso tempo si creano le prime compagnie teatrali che mettono in scena a partire dagli anni 90′ il racconto della tragedia del terremoto, in qualche modo liberandosi da un blocco mentale seguito al sisma.

In ciò sono molti i borghi che seguono questa tedenza, tra cui anche Pescina. A Pescina come negli altri centri marsicani, si cerca di rilanciarsi come immagine avviando nuovi eventi sociali, che si richiamano all’antica tradizione contadina e tramite il recupero del vecchio borgo.

A Pescina il restauro del vecchio borgo parte più o meno dagli anni 90′ e procede via via nei periodi successivi. Ciò consente via via di rilanciare maggiormente il paese che con le sue qualità si pone sicuramente come un grande polo attrattore in campo turistico

 

Rimozione nella chiesa di San Berardo delle macerie del terremoto del 1915

Nel 1993 viene avviata una campagna di ripulitura completa dell’antica chiesa di San Berardo. In pratica sono rimosse tutte le macerie, che non erano state tolte negli anni 20′, in occasione della prima ristrutturazione della chiesa dopo il sisma del 1915.

Rimosse le macerie riemerge l’antica struttura della chiesa ancora in buona parte conservata rispetto a tante altre chiese completamente rase al suolo dal sisma.

Dell’antica chiesa rimangono ben visibili e in buono stato  di conservazione quasi tutte le parti basamentali in pietra e diversi elementi decorativi come i capitelli corinzi prodotti in mattoni a stucco, ancora in gran parte policromi.

Oltre a ciò nella chiesa risultano quasi del tutto conservate anche le arcate a tutto sesto fatte in mattoni e gran parte della pavimentazione originaria prodotta in mattoni pressati di argilla.

 

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XXI secolo

 

Pescina all’inizio del XXI secolo

All’inizio del nuovo secolo Pescina viene completando e restaurando l’intero vecchio borgo consentendo con ciò un suo maggiore rilancio turistico al pari degli altri centri marsicani. A ciò si aggiungono le varie iniziative culturali che caratterizzano il paese.

 

– La chiesa di San Berardo a inizio XXI secolo

Alla luce della scoperta del mantenimento strutturale di numerose parti dell’antica chiesa di San Berardo, si spera che tra le strutture che si vengono recuperando nel paese di Pescina possa essere inclusa anche questa chiesa, che come visto in questo lungo racconto storico è stata una pietra miliare non solo per Pescina, ma per tutta la Marsica.

 

 


STRUTTURA DELLA CHIESA DI SAN BERARDO DI PESCINA

 

 

Pianta

L’impianto della chiesa è di forma allungata a tre navate

 

 

Struttura interna

Scalinata d’ingresso presente nella chiesa. (Immagine personale)

 

Dall’ingresso principale saliamo per una scalinata che ci d’introduce nella chiesa.

Da qui ammiriamo ciò che rimane della vecchia chiesa e vediamo che questa è formata da una struttura a tre navate con quattro pilastri centrali cruciformi

 

(Immagine personale)

 

La copertura originariamente era coperta da un sistema di volte a botte e vele, oltre alla cupola.

La cupola poggiava sui quattro pilastri centrali cruciformi, all’incrocio del transetto con la navata centrale.

 

(Immagine personale)

 

Nel 1954, come accennato nella parte storica, la chiesa viene chiusa per problemi di stabilità e successivamente gli viene tolta l’intera copertura.

Della struttura originaria rimane comunque ancora molto a cominciare dal livello delle paraste dell’ordine gigante nella zona d’accesso, le cornici marcapiano e d’imposta del sistema voltato.

Nella chiesa guardando alle mura perimetrali si percepisce ancora le vecchie parti intonacata, dove sussistevano le lunette in corrispondenza degli altari ancora in parte visibili

 

 

– Facciata della chiesa

Osservando oggi la facciata della chiesa si nota ancora il buono stato delle mura perimetrali composte in pietrame con misto di mattoni.

 

Esterno della chiesa di San Berardo. (Immagine personale)

 

La chiesa è introdotta da una scalinata composta da 10 gradini, alla fine della quale troviamo il portale d’ingresso quasi del tutto conservato, contornato da una cornice marcapiano con timpano spezzato.

 

Portale d’ingresso della chiesa di San Berardo. (Immagine personale)

 

 

Campanile

Torre campanaria della vecchia chiesa di San Berardo. (Immagine personale)

 

La torre campanaria rispetto al resto della chiesa è riuscita a mantenersi intatta superando in modo perfetto il terremoto del 1915.

Bisogna poi ricordare che questa torre in precedenza era parte del castello di Pescina, risalente per epoca al XIII secolo e solo a partire dal 1735 circa, ossia con la ristrutturazione settecentesca della chiesa, è diventata torre campanaria.

Di questa torre campanaria ad oggi sono ben visibili tutti gli elementi della vecchia funzione presente al tempo di appartenenza al castello.

La torre si compone di tre piani.

– Piano terra: qui troviamo le volte a botte con archibugierie e cardini di due porte con pavimentazione in pietra collocata in modo irregolare

– Piano primo: Al I livello ci sono altre archibugierie e si nota la struttura costruita con pietra da taglio squadrata e disposta su filari in cui sono ben visibili gli interventi successivi.

– Piano secondo: Al secondo livello troviamo la stessa struttura esterna in continuità con il primo livello. Anche qui si nota una grande finestra rettangolare.

– Piano terzo: La parete esterna di questo livello è composta con pietrame senza ricorsi regolari. Anche qui è presente la solita finestra rettangolare. Allo stesso tempo si nota un’altra finestra che ha una forma architravata con cornice classica in pietra e la nicchia con decorazione a conchiglia.

 

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) http://www.prolocopescina.it/san-berardo/

2) http://www.pescina.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=55&phpMyAdmin=253a5892176f40771ad1b46998e39ee1

3) https://www.fondoambiente.it/luoghi/chiesa-di-san-berardo?ldc

4) http://www.confraternitasanberardo.it/?page_id=131

 

 


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