CONVENTO DI SAN FRANCESCO DI BALSORANO


STRUTTURE E MONUMENTI DI BALSORANO


 

POSIZIONE DELLA CHIESA E CONVENTO SAN FRANCESCO DI  BALSORANO

 

 

 

 


STORIA DELLA CHIESA E DEL CONVENTO SAN FRANCESCO DI BALSORANO

 

Secondo la tradizione francescana, San Francesco, all’incirca fra il 1215 e il 1216, di ritorno dalla Campania, passa per la Valle Roveto, per dirigersi poi verso la Marsica fucense. In questa breve visita San Francesco forma una prima comunità ecclesiale legata a lui, che poi costruirà il primo convento e la prima chiesa.

Ad avvalorare la credenza della presenza di San Francesco nella Valle Roveto, vi è la testimonianza di P. Panfilo Pierbattista, da Magliano dei Marsi, che minutamente descrive quanto il Santo Patriarca, fa ed opera in questo viaggio per la santificazione delle popolazioni dell’Abruzzo; da questo non sono chiaramente esclusi i paesi della Valle Roveto, come Balsorano.

Oltre a ciò vi sono importanti le informazioni riportate nella relazione innocenziana di metà seicento, da cui si evince l’effettivo passaggio del santo in questa terra.

Successivamente questa prima comunità ecclesiale fonda la prima chiesa e monastero dedicati a San Francesco. Inizialmente il primo convento e la prima chiesa sono erette presso la località detta Ara e montano Triane; qui oggi si rinvengono i resti di un antichissimo convento che a metà del duecento era posto sul lato est del medievale castello di Balsorano.

Sembra che questa prima struttura fosse con pianta a navata unica, con il coro e una cappella voltati a crociera, mentre il convento appare essere ad un solo corpo.

Nel corso del trecento il piccolo complesso conventuale diventa sempre più importante e in qualche modo supera il grande terremoto del centro Italia del 1349, pur riportando diversi danni.

Abbiamo notizia che il convento, nel 1370 circa, è ormai un forte riferimento religioso nell’ambito della comunità francescana, e ciò è evidente dal fatto che questo risulta inserito nell’elenco delle fondazioni stilato da Paolino da Venezia. Tale documento è conosciuto come Provinciale Vetustissimum.

Il convento seppur di piccole dimensioni continua ad avere una certa importanza anche nel primo quattrocento, almeno fino il 1456.

Nel 1456 abbiamo il tremendo terremoto in Irpinia, che fa risentire i suoi effetti, anche in Abruzzo a cominciare dalla Valle Roveto, dove si registrano diversi crolli. Tra questi crolli figura anche la chiesa e il convento di San Francesco di  Balsorano, che risulta completamente distrutto dal sisma.

Successivamente il convento e la chiesa di San Francesco vengono ricostruiti in un luogo diverso. L’area per la nuova costruzione viene scelta di modo da rendersi più accessibile al paese e quindi più utile ai bisogni del popolo.

A questo punto della storia non abbiamo più notizie sul convento fino al XVII secolo; quindi si può supporre che tale periodo, pur con gli alti e bassi, appare scarso di avvenimenti importanti.

Nel 1644 abbiamo il trasferimento, su decisione di Papa Innocenzo X, dei Padri Conventuali in altri luoghi religiosi. A sostituire i padri Conventuali dovrebbero essere i padri Riformisti, ma una serie di lungaggini burocratiche e situazioni particolari impediscono questo passaggio di consegne, che anzi si prolunga per un tempo lungo, con il convento che alla fine finisce abbandonato a se stesso.

L’arco di tempo che occorre a questo passaggio di consegne, si rivela alla fine indigeribile a chiunque si avventuri nella vicenda.

Comunque sia gli anni passano e si arriva al 1677, allorquando alcuni nobili locali decidono di prendere l’iniziativa, mandando un esposto alla Sacra Congregazione dei Vescovi Regolari. All’iniziativa della nobiltà si somma la pressione popolare affinchè il convento torni a funzionare.

Finalmente l’anno successivo, nel 1678 avviene l’arrivo dei Padri Riformisti che prendono possesso del malconcio convento di San Francesco. Poco tempo dopo chiesa e convento vengono restaurati attraverso interventi generali.

Tuttavia un nuovo duro terremoto nel Sannio fa sentire i suoi effetti anche nella Marsica, provocando diversi danni anche nella Valle Roveto, compresa Balsorano.

Ora al momento non abbiamo notizie dirette riguardo a danni provocati al convento dal suddetto terremoto, ma è probabile che ve ne siano stati e che successivamente la struttura debba essere stata oggetto di un nuovo restauro anche se solo parziale.

In questo periodo assistiamo ad altri terremoti di una certa consistenza, con epicentri in zone limitrofe alla Marsica, che comportano danni importanti anche in questa zona.

I terremoti più problematici si rivelano quelli del 1703 all’Aquila e del 1706 sulla Majella. Questi ultimi due terremoti specialmente si rivelano in molti casi problematici per diverse zone e strutture nella Marsica, specie per le chiese, che sono fra le prime a subire le conseguenze dei sismi.

Anche in questo caso non abbiamo notizie dirette delle conseguenze reali dei sismi, sulla struttura del complesso conventuale. Tuttavia giudicando quanto avvenuto in altre realtà è facile immaginare che qualche conseguenza sia avvenuta. Se ciò è avvenuto dobbiamo immaginare, che ne siano derivati restauri alla struttura.

Avvenuto ciò successivamente in mancanza di altri sismi, possiamo affermare che il convento sia andato avanti in modo tranquillo per tutto il restante XVIII secolo.

E’ molto probabile poi che oltre a riparare la chiesa dai danni sismici, siano stati fatti anche interventi decorativi secondo il gusto tardo barocco vigente.

Arriviamo così alla fine del XVIII secolo e assistiamo all’invasione francese del regno napoletano, che scaccia i regnanti napoletani per ben due volte.

La prima volta l’occupazione francese dura dal 1798 al 1800 circa e finisce abbastanza presto a causa anche della fortissima opposizione popolare. I Francesi tuttavia tornano nel regno napoletano pochi anni dopo nel 1806 e rimangono qui fino al 1815, ovvero fino alla caduta dell’impero francese e dei suoi stati satelliti, come appunto è il regno di Napoli

In questo secondo periodo vengono fatte importanti riforme che lasciano per sempre il segno. Tra le riforme fatte sono soprattutto due a cambiare la struttura sociale nella Marsica, la prima riguarda l’abolizione dei feudi nel 1806 e la seconda l’abolizione degli ordini religiosi nel 1808.

Con la prima riforma abbiamo la fine del ducato di Tagliacozzo e la fine della secolare gestione del territorio da parte dei Colonna. Nel secondo caso si ha l’abolizione degli ordini religiosi e la conseguente chiusura di diversi conventi, sparsi nel territorio abruzzese e ancora più nella Marsica.

Al momento non abbiamo notizie sulla situazione del convento di Balsorano, ma siamo portati a pensare che il convento non abbia risentito più di tanto di questa riforma.

D’altronde nella Marsica vi sono stati altri casi come questo, dove alcuni conventi anche di piccole dimensioni sono riusciti a sopravvivere. Certo è che perchè una cosa del genere possa essere accaduta, vi deve essere stata la complicità della popolazione, che in qualche modo ha fatto sentire la sua voce, o che addirittura abbia impedito in modo fermo e diretto la chiusura di queste strutture.

Passata l’ondata napeoleonica, nel 1815 sono tornati sul trono napoletano i Borbone. Sotto di questi le strutture religiose sopravvissute, hanno poi continuato per tutto il periodo borbonico ad esistere.

Nel 1860 i Borbone cadono definitivamente sotto i colpi del nascente regno d’Italia guidato dai Savoia.

Nel 1861 viene proclamata ufficialmente la nascita dell’Italia unita sotto i Savoia.

Tra le prime riforme che vengono fatte dai nuovi governi italiani vi è la parziale e poi definitva abolizione degli ordini religiosi e l’incameramento allo stato dei loro beni.

Anche in questo caso non abbiamo notizie specifiche sul convento di San Francesco di Balsorano. Ma siamo portati a pensare che data la sua certificata esistenza a inizio ‘900, anche questa situazione sia stata superata in qualche modo, complice come in altre, l’avveduta complicità delle autorità locali, che visti i forti legami della suddetta struttura con il territorio, siano riusciti a trovare una qualche formula per mantenere in piedi il convento.

Nel 1915 abbiamo il tremendo terremoto di Gioia dei Marsi del 7 grado della scala Richter. Il terremoto colpisce mortalmente la Marsica, portando morte e distruzione in tutta l’area, specialmente nell’area del Fucino, della Valle del Giovenco, della Vallelonga e della Valle Roveto.

Il terremoto è distruttivo e tutto il centro Italia ne risente; a Roma si registrano diversi crolli a strutture, Sora risulta in gran parte distrutta, ecc.

Balsorano come tutta la Valle Roveto risente in modo enorme del terremoto, quasi tutti gli edifici sono distrutti o gravemente lesionati. Chiesa e monastero di San Francesco sono completamente annullati dal sisma.

Nei mesi successivi la diocesi dei Marsi cerca di far fronte come può agli effetti del sisma sulla popolazione, gravemente colpita negli affetti e mancante di tutto sul piano materiale.

Il 1915 è l’anno dell’entrata dell’Italia nella grande guerra e molti sono i giovani marsicani, che pur dispensati dal conflitto, preferiscono partire per il fronte. Molti di questi putroppo non torneranno.
Nel frattempo si procede a sopravvivere e nel breve tempo è allestita una chiesa baracca. Allo stesso tempo per ridare animo alla popolazione si da la precedenza alla ricostruzione dei centri decisionali e religiosi.

Nel 1916 partono i lavori di ricostruzione delle chiese, fra cui la chiesa e il convento di San Francesco.

Passa il tempo e la grande guerra volge al termine, a Balsorano sono completati i lavori del nuovo monastero e della nuova chiesa. Il 27 maggio 1918 alla presenza della popolazione sopravvissuta e di molte autorità civili e religiose, vengono inaugurati il nuovo monastero e la nuova chiesa di San Francesco.

Nel corso del XX secolo il convento e la chiesa di San Francesco sono stati sempre punto di riferimento religioso e sociale per tutta la comunità balsoranese, fino ad arrivare all’inizio del XXI secolo, mostrandosi ancora pienamente funzionante e pronto alle sfide del nuovo millennio.

 

 


 

STRUTTURA DELLA CHIESA E CONVENTO DI SAN FRANCESCO DI BALSORANO

 

Chiesa e Monastero sono stati ricostruiti nel 1918 dopo il sisma del 1915. Entrambi pur posti in continuità con le precedenti strutture hanno mantenuto poco e niente con queste. A quasi cento anni di distanza il convento di Balsorano è più vivo che mai, pronto ad affrontare da protagonista le sfide del nuovo millennio.

 

Immagine dall’alto della chiesa e del convento di
San Francesco di Balsorano. (Immagine da Googlemap)

 

 

________________

– CHIESA

 

 – PIANTA

La chiesa di forma rettangolare è a navata unica

 

 

– STRUTTURA INTERNA

L’interno della chiesa è a navata unica con l’altare maggiore posto in fondo la struttura.

In fondo troviamo la zona presbiteriale rialzata di due gradini rispetto al piano di calpestio. Questa è introdotta da una balaustra di marmo che separa tale parte rispetto al resto della chies. La balaustra è in pietra speciale locale ed incastonata di marmi colorati, in modo particolare nel passamano e lavorata a traforo.

Al centro della zona presbiteriale troviamo l’altare maggiore, che si pone rialzato di due gradini rispetto al resto ed è interessante osservare, che questo è lo stesso della chiesa precedente, recuperato dalle macerie della chiesa distrutta dal sisma del 1915.

L’altare in questione è del 1600 ed è di marmo pregiato e risulta lavorato e cesellato secondo lo stile barocco.

Ai lati della chiesa troviamo quattro altri altari, due per parte dedicati alla Madonna, al Sacro Cuore di Gesù, a San Pasquale e a Sant’Antonio. Tutti e quattro gli altari sono fatti in marmo e risultano riccamente addobbati.

La copertura è composta da un soffitto ligneo decorato e da un tetto a due falde. I pavimenti sono in marmo.

 

 

– FACCIATA

 

Facciata della chiesa di San Francesco.

(Immagine da Googlemap)

 

La facciata della chiesa mostra uno stile tendente al neoclassicismo e si caratterizza per avere quattro lesene e un tetto a timpano.

La struttura si compone di due parti interrotte da una fregio con la scritta latina “DIVO FRANCISCO DICATUM”.

La facciata nella parte in basso è introdotta da una elegante scalinata piramidale, composta da otto scalini. La parte bassa della facciata risulta intonacata e interrotta da quattro lesene, che si muovono fino al fregio con la scritta. Lo spazio descritto dalla 4 lesene disegna tre parti distinte.

La parte centrale risulta composta dal portale d’ingresso con lunettone, al di sopra del quale troviamo una finestrella rettangolare, tramite cui penetra luce all’interno. Nelle altre due parti laterali abbiamo due nicchie con due statue.

Infine vediamo la parte superiore data dal timpano, che da carattere all’intera facciata.

 

 

CAMPANILE

Il campanile è dato una torre alta, a base quadrata, con il tetto a cuspide piramidale

 

_________________________

– Convento

Il convento, inaugurato nel 1918 e posto in collegamento con la chiesa, è più piccolo come struttura del precedente distrutto dal sisma del 1915.

Il nuovo convento è costruito in modo simmetrico in tutte le sue parti. Esso appare, a sinistra nell’entrata principale e al pian terreno, con finestre prospettanti al sud, che corrispondono ai seguenti vani: camera del terz’ordine, camera con refettorio per i garzoni, a cui segue il forno, la canova,  l’ante canova, il granaio con sottostante cantina.

Ad ovest abbiamo il refettorio, che però per grandezza e posizione non corrisponde a tutto il fabbricato. Più avanti vi è la cucina e l’ante cucina con altri due grosse stanze adibite come dispensa. Dopo queste abbiamo altri due vani adibiti a carboneria e legnaia con uno stanzino per caniere, nonché un’altro piccolo vano dove è posto il bagno.

Sul lato nord della cucina, si trovano il fuoco comune, la legnaia, un ammazzatoio. Oltre a ciò sono presenti altre due stanze usate come dispensa per riporvi oggetti della chiesa, in quanto vicini alla porta del coro.

Saliamo poi al primo piano tramite due scale una principale e l’altra laterale. Dalla scala principale composta da due rampe, comode e ariose si accede a una loggetta che guarda al lato nord e dall’altro verso la loggia grande, tramite cui si va al secondo piano. In questo primo piano troviamo le stanze dei sacerdoti e tramite un corridoio dei fratelli laici.

La scala laterale, più stretta e quasi buia, che parte in prossimità della cucina, comunica con la cappella dove tramite un grande corridoio si accede al noviziato e ai bagni.

Il secondo piano ha tre corridoi con camere a destra e sinistra, oltre ad altri due vani moderni.

In generale in tutto il convento abbiamo 40 stanze abitabile e ben arieggiate; tanto a nord che a ovest il convento è separato dagli orti e dai due cortili esterni.

A nord vi sono poi due stalle, inservibili ormai da tempo, perchè prive di diverse strutture e vi si accede da un portone laterale. Ad ovest abbiamo due stalle e il pagliaio tramite cui si accede passando dall’orto verso una porta grande, che comunica a sua volta con un lavatoio e l’orto di San Giovanni.

 

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) http://www.comune.balsorano.aq.it/jsps/147/ServiziUtili/180/Servizi_utili/334/Da_Vedere.jsp?dettaglio=25&inizio=1

2) http://www.youcango.it/index.jsp?id=555&dettaglio=384

3) http://www.balsorano.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=38

 


CONVENTI DELLA MARSICA


BALSORANO


STRUTTURE E MONUMENTI DI BALSORANO