CASTELLO DI TREMONTI


STRUTTURE E MONUMENTI DELLA MARSICA


 

 

POSIZIONE DEL CASTELLO DI TREMONTI

 

 

 

 


STORIA DEL CASTELLO DI TREMONTI

 

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X – XI secolo

 

– Nascita del Torre di Tremonti

Nella prima metà del X secolo sotto la famiglia Berardi, la Marsica diventa un contado autonomo, inizialmente ancora sotto giurisdizione del ducato di Spoleto e poi completamente indipendente con il conte Rinaldo I Berardi.

Sotto i primi Berardi la Marsica viene riorganizzata territorialmente per renderla più sicura  e capace di difendersi da attacchi esterni. Tra le operazioni che vengono svolte per ottenere questi obbiettivi vi è la costruzione di numerose torri e piccoli castelli, che posti su alture strategiche sono capaci di controllare il territorio circostante e comunicare fra loro al livello visivo. 

Tra le prime rocche che vengono costruite vi sono quelle lungo la via Tiburtina-Valeria, all’epoca l’unica via di comunicazione con il resto del centro Italia. La rocca di Tremonti tuttavia non figura fra le prime erette dai Berardi, in quanto viene costruita solo nell”XI secolo.  Probabilmente la rocca è stimabile all’epoca di Berardo V (1045-90), quindi seconda metà dell’XI secolo.

All’epoca poi quando si parlava di castelli s’intendeva non solo la rocca, ma anche il villaggio che si formava attorno a questo. Ciò che possiamo dire è che il castello di Tremonti non nasce subito come rocca, ma bensì come torre di avvistamento. Questo lo si può dire per logica visto che molti piccoli e grandi castelli sono divenuti tali solo dopo essere stati inizialmente semplici punti di avvistamento e controllo e in ciò il castello di Tremonti non differisce da questa evoluzione.

Quindi rispettando tale linea abbiamo la costruzione di una prima torre di avvistamento sulla cima del monte Tremonti  nella seconda metà dell’XI secolo. Questa prima torre di avvistamento è a base quadrata e si pone su un picco roccioso a 1120 m di quota. Da qui la torre controlla l’intera vallata di Sante Marie.

 

 

– Evoluzionepolitica della contea dei Marsi

Sotto la reggenza di Berardo IV Berardi la Contea dei Marsi, ormai piccolo stato indipendente, risulta abbastanza stabile sul piano politico ed economico. Sul lato economico la contea dei Marsi ha numerosi rapporti con il confinante Stato della Chiesa, che comunque esercita su questo un forte ascendente politico.

Nella contea dei Marsi la popolazione tende sempre più a concentrarsi nei borghi fortificati, che dapprima sono molto piccoli, ma con il tempo crescono arealmente.

Successivamente con l’avvento di Berardo V al comando della contea marsicana, emergono numerose fratture fra i rami della casata comitale. Queste conflitti in seno alla famiglia Berardi portano ad una frattura politica con la nascita di una nuova diocesi, la diocesi di Carsoli, che ha nella chiesa di Santa Maria in Cellis il proprio fulcro.

Il conflitto fra i due rami della casata comitale durano dal 1053 circa al 1058 circa con conflitti anche important. In questo clima di tensione cercano di approfittarsi i Normanni, desiderosi di conquistare la contea marsa, ma timorosi della forza dei conti marsicani. Il conte Berardo V (1045-1090) alla fine riesce ad avere ragione sui riottosi parenti e con l’aiuto del papa viene ripristinata l’unità religiosa e politica della diocesi dei Marsi e indirettamente si rafforza il potere interno di Berardo V.

Inoltre Berardo V riesce, seppure sconfitto diverse volte, a cacciare i Normanni, salvaguardando la propria indipendenza politica.

 

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XII secolo

 

– Trasformazione della Torre in castello

All’inizio del XII secolo la torre di Tremonti diventa un primo castello, attraverso la costruzione di una prima cinta muraria attorno a questo.

La cinta muraria, costruita nel XII secolo e ancora oggi ben conservata, si compone di una cerchia di mura a pianta irregolare, che si adegua alla morfologia della montagna. L’entrata nel castello avviene dal lato NE, successivamente l’entrata sarà uniforme e avverrà da un varco uniforme.

 

 

– Fine della contea dei Marsi.

Dopo quasi 200 anni d’indipendenza nel 1143 gli ultimi conti dei Marsi Berardo VI e Rinaldo II si sottomettono ai Normanni, con la promessa che essi avrebbero continuato a svolgere un ruolo politico importante,

La Marsica dopo diversi decenni di resistenza non riesce più a far fronte ai continui e forti attacchi normanni, per cui decidono di raggiungere un accordo con essi. L’accordo prevede la sottomissione marsa ai Normanni e la creazione per i Berardi di contee più piccole da dirigere.

In effetti dopo l’atto di sottomissione alla corona napoletana, i Berardi sono nominati in modo distinto conti di Albe e conti di Celano, mentre la contea di Carsoli va a un ramo secondario dei Berardi.

I Normanni ben sapendo la forza dei conti Berardi e il loro radicamento nel territorio, preferiscono non distruggere il loro potere, ma cambiarlo per meglio controllarlo. Da qui la suddivisione della contea marsa in tre tronconi, la contea di Celano, la contea d’Albe e la contea di Carsoli. Al livello giuridico il castello di Tremonti ricade sotto Carsoli.

 

 

– I De Ponte e  la contea di Tagliacozzo.

Nel 1170-80 si affermano come nuovi signori della contea di Carsoli i De Ponte. Questi sono originari dell’Umbria dove possiedono la contea di Terni, fino a quando s’imparentano con una Berardi iniziando così il loro trasferimento nella Marsica.

I De Ponte per quel che si sa giungono nella Marsica all’inizio del XII secolo iniziando con il comprare Scurcola Marsicana. Successivamente dopo la formazione della contea di Carsoli nel 1143 i De Ponte  iniziano una penetrazione economica acquisendo nell’arco di 20-30 anni la signoria di numerosi borghi della Marsica occidentale, arrivando infine ad acquistare nel 1173 una grossa parte del borgo di Tagliacozzo.

A questo punto con il decadere dell’antico centro di Carsioli, i De Ponte, ormai la famiglia più importante del contado, riescono ad imporre Tagliacozzo come nuovo centro amministrativo, e nel volgere di alcuni anni finiscono per  assumere la signoria dei restanti borghi della zona, tra cui anche Tremonti.

Secondo lo storico Febonio i De Ponte diventano signori di Tremonti nel 1239 con Francesco De Ponte. Probabilmente però questa verità è solo parziale, poichè all’epoca dei fatti i De Ponte sono al mssimo del loro potere con Bartolomeo De Ponte che è di fatto signore della contea di Tagliacozzo nel suo insieme.

Ora  essendo Tremonti un minuscolo borgo arroccato intorno ad un piccolo castello, vicinissimo a Tagliacozzo, è probabile che essi già abbiano su questo un certo potere. Comunque sia i De Ponte nel 1239 sono signori riconosciuti di Tremonti.

 

 

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XIII secolo

 

– Andrea De Ponte

Nel 1238 muore Bartolomeo De Ponte e a lui succede il figlio Andrea come nuovo conte di Tagliacozzo.

Andrea guida il suo contado con forza e praticità, tuttavia la sua eredità risulta divisa con Napoleone Orsini che avendo sposato la sorella Risabella ha messo un piede nella contea. Andrea tra i primi atti del suo governo rafforza nel 1241 le strutture a lui soggette  e per questo costruisce una torre a Tagliacozzo  contravvenendo ad un ordinanza di Federico II.

Il giustiziere d’Abruzzo Pisone riferisce a Federico II dell’atto di Andrea De Ponte, ma l’imperatore certo e consapevole della fedeltà dei De Ponte, non solo perdona Andrea ma sempre nel 1241 emana un editto con il quale ordina ai feudatari di restaurare tutti i castelli e le torri del regno che risultano semidistrutti.

 

 

– Ristrutturazione del castello di Tremonti

Il castello di Tremonti come tutte le rocche marsicane e del regno di Sicilia vengono presto ristrutturate in seguito all’ordine di Federico II.

La ristrutturazione della rocca si concentra soprattutto nella torre centrale che viene strutturata secondo come la vediamo oggi.

Il castello per tutto il XIII secolo è uno tra i più usati della zona, poichè da esso passa il controllo sia della zona intorno a Sante Marie che anche dei Piani Palentini.

 

 

– Morte di Federico II, crisi della dinastia Sveva e ascesa di Carlo I

Nel 1250 muore Federico II e i suoi successori non riescono a tenere  il potere come lo ha tenuto lui. Il principale erede di Federico è il figlio Manfredi, che domina il regno siciliano dalla morte del fratello Corrado IV, dapprima come tutore del figlio e poi con un colpo di mano come re.

In questa fase egli prova a consolidare il suo potere cercando il sostegno delle varie famiglie nobili, ma il suo potere nonostante un miglior governo rispetto a quello paterno risulta debole. Il papa non sopportando la dinastia Sveva invoca l’aiuto di Carlo d’Angiò affinchè liberi il regno siciliano da Manfredi e famiglia, in cambio il papa gli promette la corona di Sicilia.

Carlo accetta l’invito del Papa e nel 1266 scende in Italia dove sbaraglia l’esercito di Manfredi presso Benevento. A Benevento Manfredi trova la morte in battaglia e Carlo può erigersi a nuovo sovrano di Sicilia.

 

 

– Discesa di Corradino e fine della dinastia Sveva

Gli oppositori di Carlo si coalizzano contro di lui e invocano la discesa di Corradino, legittimo erede. Corradino accetta di scendere in Italia per prendersi il trono siciliano. Corradino giunge nel regno siciliano, dalla Germania arrivando infine in Abruzzo dove trova il sostegno di molti nobili, tra cui anche i Berardi. Qui però una parte della nobiltà locale, tra cui i De Ponte, appoggiano Carlo aiutandolo contro Corradino.

Corradino giunge nella Marsica dove è ospite dei nobili locali che gli hanno radunato un esercito con cui lottare contro Carlo. Carlo da parte sua decide di spazzare via una volta per tutte gli Svevi e accetta di scontrarsi contro Corradino.

La battaglia finale tra Corradino e Carlo d’Angiò avviene presso i  Piani Palentini nell’agosto del 1268. Dopo un duro scontro Carlo stravince l’esercito di Corradino e consolida la sua posizione di re, mentre invece Corradino ormai sconfitto dopo una breve fuga, viene catturato e decapitato poco dopo a Napoli, determinando in questo modo l’estinzione della sua casata.

 

 

– I De Ponte il feudo di Tremonti  nello scontro tra Corradino e Carlo

Andrea De Ponte, come gli altri suoi congiunti, è da subito sostenitore di Carlo fin dal 1266, sostenendolo con armi e uomini in tutte le battaglie da lui compiute contro gli Svevi e ciò sia nel 1266 contro Manfredi che contro Corradino nel 1268.

Carlo per questa totale fedeltà di Andrea, lo ricompensa con vari privilegi fiscali e altre misure, come per esempio la ricompensa data al fratello Francesco De Ponte. Francesco De Ponte infatti diventa signore di Tremonti e Roccecerro.

 

 

– Il tramonto dei De Ponte e l’ascesa degli Orsini

I riconoscimenti attribuiti ad Andrea, gli giovano nel consolidamento del suo potere, che però è sempre più insidiato dagli Orsini che vengono acquistando sempre più potere a Tagliacozzo. Napoleone Orsini governa una parte dell’abitato di Tagliacozzo soggetto all’eredità spettante alla moglie Risabella dopo la morte del padre Bartolomeo nel 1238. Tuttavia Napoleone è comunque soggetto ad Andrea il primo figlio di Bartolomeo ed erede designato. Napoleone consolida il suo potere con la nomina papale a conte di Tagliacozzo che però deve condividere sempre con Andrea I.

Nel 1270 Napoleone muore e tutti i suoi beni passano al figlio Giacomo, così come nel 1278 accade ad Andrea I che morendo cede il titolo comitale al figlio Andrea II, detto anche Andrea il Novello.

Nel corso degli anni Andrea II diventa sempre più debole nella gestione del suo patrimonio, mentre il cugino si viene rafforzando all’interno di questo. Infine nel 1294 Andrea cede a Giacomo il completo controllo della contea tagliacozzana, mentre lui si ritira a vita privata morendo nel 1296.

Gli Orsini in seguito verranno sostituendo i De Ponte in tutti i borghi che rimangono in loro possesso, determinando così la fine della famiglia, che risulterà priva quasi completamente  di potere già intorno al 1350.

 

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XIV secolo

 

– Il consolidamento del castello di Tremonti nella prima metà del XIV secolo

Con il nuovo secolo il castello di Tremonti risulta ancora del tutto attivo sul piano militare e l’avvento degli Orsini non modifica in alcun modo le sue potenzialità, che anzi si rafforzano. Difatti nella prima metà del secolo il castello viene potenziato con la costruzione di una torre ovoidale avanzata.

Questa torre si presenta con un profilo lievemente a scarpa e cortina a blocchetti irregolari disposti su corsi grosso modo orizzontali. Questa torre poi mostra diverse similitudini con le torri circolari del recinto superiore del castello di San Donato e più in generale rimanda a  modelli di epoca angioina.

 

 

– Gli Orsini nel XIV secolo

Per tutto il XIV secolo gli Orsini dominano incontrastati la contea di Tagliacozzo, riuscendo a consolidarsi internamente attraverso la presa su molti piccoli e medi centri della Marsica occidentale .

 

 

– Il terremoto del 1349

Nel 1349 un tremendo terremoto colpisce il centro Italia con una potenza devastante. Questo determina la distruzione di diversi borghi o comunque un loro grave ferimento.

Tremonti invece data la sua costituzione su roccia solida non risente quasi per nulla del sisma riuscendo a mantenere intatte tutte le sue strutture a cominciare dal castello.

 

 

– Il castello di Tremonti alla fine del XIV secolo

Il castello di Tremonti, nonostante un consolidamento della contea tagliacozzana sotto gli Orsini, continua ad essere usato a scopo di difesa e sopratttutto di controllo del territorio e ciò anche in virtù del fatto che la contea di Tagliacozzo segna il confine del regno di Napoli con il vicino Stato della Chiesa.

 

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XV secolo

 

La contea di Tagliacozzo nella prima metà del XIV secolo

Nella prima metà del secolo XV gli Orsini mantengono con fasi alterne il controllo della contea tagliacozzana.

Tagliacozzo e il suo contado fanno gola anche alla famiglia Colonna, da sempre rivali degli Orsini, e questi cercano ogni modo e pretesto per togliere questi territori a loro. Nella prima parte del secolo la guerra fra le due casate per il controllo del contado è senza esclusioni di colpi. Anzi ad un certo punto la troppa avidità fa perdere ad entrambe le famiglie il controllo sia di Tagliacozzo che di Albe.

Difatti dal 1435 al 1443 Tagliacozzo è soggetta al controllo dei
Caldora, dapprima con Jacopo, capitano di Ventura e capace comandante in un Italia lacerata

 

– Il castello di Tremonti nella prima metà del XIV secolo

Com’è facile intuire il castello visti ancora i tempi turbolenti, risulta ancora attivo e in perfetta forma nell’affrontare i tanti rischi connessi al controllo di un così vasto territorio. Per quel che sappiamo in questa prima parte di secolo il castello non ha avuto bisogno di ristrutturazioni.

 

Resti del castello di Tremonti.

(Fermo immagine del video Youtube https://www.youtube.com/watch?v=FjZqksoBNhM)

 

 

– Gli Orsini riprendono il controllo della contea di Tagliacozzo

Gli Orsini nello scontro di potere in corso nel regno di Napoli fra la parte angioina ed aragonese scelgono di sostenere questi ultimi. La decisione si rivela saggia, poichè Alfonso d’Aragona riesce a battere in modo definitivo gli Angioini e a cacciarli da Napoli, divenendo egli stesso nuovo re napoletano. Alfonso ricompensa perciò tutti coloro che lo hanno sostenuto tra cui anche gli Orsini restituendogli la contea di Tagliacozzo, a cui viene aggiunta la contea d’Albe, che da tempo gravita intorno a Tagliacozzo sul piano economico.

Giovanni Antonio Orsini diventa perciò conte di Tagliacozzo e Albe. Negli anni successivi gli Orsini, pur in presenza di crisi dinastiche per la mancanza di eredi diretti, riescono a tenere salde le redini delle contee di Tagliacozzo e Albe.

La tenuta del governo orsino sulle contee di Tagliacozzo e Albe è contrassegnata anche dai numerosi piccoli e grandi scontri che avvengono con i Colonna, che cercano in ogni modo di strappare questi territori agli Orsini.

Sono famosi i gravi scontri che avvengono tra Colonna e Orsini per il controllo della Marsica.

 

 

– I terremoti del 1456 e del 1461

L’Abruzzo è da sempre terra di terremoto e nel XV secolo ne avvengono due particolarmente cruenti, che segnano il territorio. Il primo sisma riguarda la zona dell’Irpinia nel 1456, che scagiona una forza incredibile capace di devastare numerose regioni del centro Italia, compresa la Marsica, dove si registrano numerosi danni in tutti i centri del territorio. Riguardo a questo è la zona della Piana del Cavaliere ad essere la più colpita.

L’altro terremoto è del 1461 e avviene all’Aquila dove l’intera città viene rasa al suolo. Anche la vicina Marsica risente del sisma riportando numerosi danni dislocati in tutta la zona, ma comunque questo sisma produce danni molto meno intensi rispetto al precedente.

 

 

–  Conseguenze dei due sismi sul castello di Tremonti

Per quel poco che siamo riusciti a percepire, in mancanza d’informazioni dirette, abbiamo l’idea che ne il castello, ne il piccolo borgo di Tremonti abbiano avuto problemi, fatto salvo alcuni lievi danni e questo probabilmente in virtù della sottostante roccia compatta che si trova sotto il paese e il castello.

 

 

– Il castello di Tremonti a fine XV secolo

Il castello di Tremonti a fine secolo continua ad essere usato come centro di controllo dell’area intorno a Sante Marie, ma soprattutto come vedetta dei traffici di persone e cose per la via Tiburtina-Valeria all’epoca ancora la principale arteria di traffico della Marsica occidentale. Da ciò ne consegue che sia il borgo che il castello sono ancora perfettamente attivi.

 

 

– Crollo degli Orsini e ascesa dei Colonna

A fine secolo il regno di Napoli torna ad essere fortemente conteso da Spagna e Francia, soprattutto per la sua posizione al centro del Mediterraneo.

Ciò porta dapprima alla crisi della monarchia aragonese dei Trastamara al potere a Napoli dal 1442 e successivamente al loro crollo all’inizio del Cinquecento. In questo scontro di potere partecipano anche le famiglie nobili alleandosi ora con l’uno o con l’altro schieramento in virtù della possibilità che la parte scelta si riveli vincente.

In questo contesto troviamo anche lo scontro tra Colonna e Orsini, che nemiche da sempre, parteggiano ognuna per un fronte, gli Orsini appoggiano i Francesi e i Colonna gli Spagnoli, cercando al tempo stesso di non scaricare del tutto la monarchia al potere.

Alla fine dei giochi troviamo che la monarchia Trastamara stufa del doppio gioco degli Orsini scarica questi a favore dei Colonna. A loro volta i Colonna con una certa strategia e fortuna riescono ad avere la meglio sugli Orsini riuscendo a catturare Virginio Orsini e successivamente eliminarlo avvelenandolo in carcere. Da ciò ne segue che gli Orsini perdano le contee di Tagliacozzo e Albe, che sono riunite sotto la direzione di Fabrizio Colonna.

Addirittura quando gli Spagnoli cacciano la vecchia famiglia regnante per trasformare il regno napoletano in una loro colonia, ringraziano Fabrizio Colonna per l’aiuto datogli, elevando questi a duca di Tagliacozzo, che si trova ora ad accorpare anche la contea d’Albe, che così viene a perdere ogni indipendenza amministrativa.

 

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XVI secolo

 

– La signoria dei Colonna

Con la nomina di Fabrizio Colonna a duca di Tagliacozzo e barone della Valle Roveto nel 1504, la Marsica si trova ad essere più salda sotto il profilo amministrativo e ciò anche grazie alla forza dei Colonna, che sono in questo momento la famiglia più potente nello stato pontificio e una delle più forti nel vicereame spagnolo di Napoli.

All’inizio del secolo questa saldezza politica porta anche dei benefici economici con maggiori scambi commerciali tra Marsica e Stato Pontificio, ma ciò non dura per molto e già intorno al 1530 l’economia inizia a stagnare. Inoltre con l’ascesa dei Colonna e il maggiore equilibrio interno della Marsica si cominciano ad avere dei cambiamenti geopolitici locali, come il lento spostamento da Tagliacozzo verso Avezzano della centralità amministrativa del ducato.

In altre parole i Colonna vengono sempre più a preferire Avezzano come luogo di residenza ufficiale per loro e ciò è dato dalla maggiore spesa che essi versano per abbellire il castello di Avezzano trasformandolo in un castello residenziale.

Da ciò ne consegue anche un altro cambiamento, ovvero che le tante torri e castelli dislocati sul territorio marsicano come centri di controllo territoriale vengono a perdere d’importanza, portando con ciò al loro declino. In ciò non fa eccezione  neanche il castello di Tremonti.

 

 

–  Il castello di Tremonti nel XVI secolo

Come accennato prima la maggiore tranquillità che si respira nella Marsica al livello politico porta al lento declino di molte fortezze locali come il castello di Scurcola o alla trasformazione di alcune fortezze in residenze nobiliari come sta avvenendo al castello di Avezzano.

Riguardo al castello di Tremonti si nota come questo sia tra i primi bastioni a cadere in disuso, anche se ancora per tutto il secolo continua a mantenere una funzione di controllo territoriale importante.

 

– Crisi dei Colonna tra il 1528 e il 1550

I Colonna nel 1527, per colpire il papa a loro sfavorevole,  favoriscono l’entrata dei Lanzinecchi a Roma, dove questi saccheggiano la città come mai era stato fatto da secoli a questa parte. Roma in seguito a questo saccheggio viene completamente distrutta e la popolazione ridotta drasticamente per via dei numerosi omicidi compiuti.

In seguito una volta che il Papa riprende in mano il potere, si vendica dei Colonna depredando tutti i loro averi nello stato pontificio, e insieme a ciò riporta gli Orsini in auge restituendo loro buona parte del potere perduto. Addirittura essi divengono comandanti dell’esercito pontificio, ricevendo l’ordine di attaccare i Colonna anche nei loro territori abruzzesi.

Gli Orsini da parte loro felici di questa situazione attaccano dapprima la Piana del Cavaliere dove compiono numerose stragi, riappropriandosi anche di questo territorio e successivamente penetrano nel Fucino dove infliggono un duro colpo all’armata Colonna presso il paese di Magliano.

Nei 30 anni successivi i Colonna pur avendo il sostegno dei re di Spagna, subiscono un certo contraccolpo politico e quindi il loro potere è in crisi.

Ciò produce effetti anche nella Marsica, in primo luogo nell’economia con la forte diminuzione degli scambi commerciali con lo stato pontificio. A ciò si aggiunge una certa insicurezza sociale che non permette più quella tranquillità che sembrava  solida all’inizio del secolo.

 

 

– Il castello di Tremonti nella prima metà del XVI secolo

Il castello di Tremonti

(Fermo immagine del video Youtube https://www.youtube.com/watch?v=FjZqksoBNhM)

Nonostante una certa crisi delle fortezze come il castello di Tremonti, la situazione politica ancora instabile rende ancora attuali questi bastioni. Nel caso specifico il castello di Tremonti continua ad essere ancora largamente usato come punto di controllo territoriale rivelandosi un valido strumento per la polizia locale.

 

 

– Il ritorno dei Colonna

Tra il 1550 e il 1560 i Colonna riescono a riappacificarsi con il papa riuscendo a riprendersi tutti i loro territori nello stato pontificio. Ciò porta ad una ricomposizione territoriale del loro dominio tra Lazio e Abruzzo, riuscendo così a garantirsi una maggiore entrata fiscale.

Ciò rafforza i traffici commerciali tra Marsica e Lazio pontificio e quindi l’economia torna ad andare meglio, anche se la situazione economica generale non permette più i guadagni d’inizio secolo. Ciò risulta evidente tra la popolazione che vede sempre più abbassarsi il proprio tenore di vita.

Addirittura in alcune zone della Marsica sono molte le famiglie che non riescono a sopravvivere. A causa di ciò una parte della popolazione non sopportando più queste gravi condizioni di vita, decide di unirsi ai briganti, sperando con ciò di migliorare un poco le proprie sofferenze.

 

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XVII – XIX secolo

 

– Grave crisi economica

All’inizio del XVII secolo nella Marsica come in tutto il regno di Napoli, si ha una grave crisi economica, dovuta a diversi raccolti andati male e soprattutto al forte carico di tasse che la Spagna impone nel meridione italiano. La popolazione stremata da questa situazione mostra una sempre maggiore insofferenza agli Spagnoli, finendo per odiarli.

Nella Marsica il governo dei Colonna tende ad essere conciliante con la popolazione, che ripaga questi con un forte senso di gratitudine, ma la grave crisi economica porta incertezza anche fra i nobili che vedono diminuire fortemente l’entrate fiscali.

 

 

– Decadenza di Tagliacozzo a favore di Avezzano

Nella Marsica Avezzano diventa sempre più importante a scapito di Tagliacozzo, che viene perdendo la sua funzione guida. Ad Avezzano i Colonna tendono sempre più a soggiornarvi a scapito di Tagliacozzo. Per il momento Tagliacozzo mantiene la sua centralità politica, ma soprattutto commerciale. Qui infatti si concentrano i maggiori affari del ducato marsicano.

 

 

– Il castello di Tremonti nel XVII secolo

Con il XVII secolo inizia la vera decadenza del castello di Tremonti, poichè  perde la sua funzione di controllo del territorio. Il totale controllo dei Colonna sul territorio marsicano impone una situazione tranquilla, seppure precaria a causa delle cattive condizioni economiche.

 

 

– La rivolta di Masaniello (1647)

La crisi economica in atto da tempo, dovuta soprattutto all’enorme carico di tasse spagnole, spinge la popolazione del meridione italiano a ribellarsi generando un’importante rivolta contro gli Spagnoli. La rivolta dilaga in tutto il meridione compresa la Marsica, dove il capo della rivolta locale, il barone Quinzi dell’Aquila, arriva ad occupare il castello di Celano facendone la propria dimora, ma soprattutto la sede della rivolta.

La ribellione dura un anno, poi nel 1648 gli Spagnoli riescono ad imporsi nuovamente soffocando ogni cambiamento. Nella Marsica Quinzi è cacciato da Celano e la contea celanese ridata ai legittimi proprietari. La fine della rivolta porta ad una grave crisi sociale segnata da una forte depressione insita nella popolazione.

 

 

– La Peste

La crisi sociale seguita alla sconfitta nella rivolta del 1647 lascia il posto al terrore a causa dell’insorgere di una grave epidemia di Peste che sconvolge tutta l’Italia nel 1656.

Nella Marsica si contano 4.000 morti, con molti paesi in cui si raggiunge picchi di morti tra il 70 – 80 % della popolazione. Alcuni paesi risultano falcidiati, altri gravemente colpiti. La Peste dura in tutto un anno e nel luglio-agosto 1657 questa va via.

 

 

– Il paese di Tremonti

Al momento non abbiamo notizie dirette sugli effetti della Peste sul borgo di Tremonti, ma possiamo ipotizzare che il morbo non dovrebbe aver attecchito, in quanto grazie all’altitudine di montagna, vi sarebbe stata una certa ventilazione, che avrebbe impedito al morbo di attecchire o comunque causare seri danni.

 

 

– Il castello di Tremonti a fine XVII secolo

Il castello di Tremonti per quel che si sa risulterebbe in stato di semiabbandono.

 

 

– I terremoti d’inizio XVIII secolo

All’inizio del XVIII secolo due importanti sismi scuotono l’Abruzzo, il primo si verifica nel 1703 all’Aquila con una forza di 6,6 Mw, il secondo si ha tre anni dopo nel 1706 presso il complesso della Majella sprigionando una forza di 6,7 Mw.

Entrambi i sismi si risentono in tutto il centro Italia. Nella Marsica entrambi producono diversi danni, ma è il sisma dell’Aquila a crearne maggiormente.

 

 

– La Marsica nella prima metà del XVIII secolo

Dopo i sismi d’inizio secolo la Marsica vive un periodo di ripresa economica, dovuto a migliori raccolti che consentono migliori condizioni di vita. Il miglioramento certo non è evidente, in quanto gran parte della popolazione continua a vivere molto male, ma comunque si registra una migliore condizione.

I Colonna con il loro governo assicurano una certa stabilità, consentendo na tranquillità sociale, disturbata tuttavia da molti episodi legati al brigantaggio che viene a crescere in questo periodo.

 

 

– Il castello di Tremonti nel XVIII secolo

Il castello di Tremonti

(Fermo immagine del video Youtube https://www.youtube.com/watch?v=FjZqksoBNhM)

 

Il castello di Tremonti sembra risultare completamente abbandonato, in quanto è venuta meno ogni funzione sociale e militare. Tuttavia la struttura costruita sulla roccia non ha riportato danni dai sismi del 1703 e 1706.

 

 

– Rinascita del regno di Napoli

Nel 1734 dopo più di due secoli di dipendenza dalla Spagna, Napoli torna ad essere indipendente sotto la nuova dinastia dei Borbone, rappresentata dapprima da Carlo IV  fino al 1759 e poi dal figlio Ferdinando IV.

 

 

– La Marsica nella seconda metà del XVIII secolo

La Marsica nella seconda metà del secolo torna a vivere un periodo di crisi, dovuto alle mutate condizioni del clima, che diventa più piovoso e freddo. Inoltre si hanno numerose escrescenze del Lago Fucino che semina il panico tra i paesi rivieraschi.

In questa fase troviamo Avezzano cresciuta d’importanza a scapito di Tagliacozzo, che ormai ha perso ogni importanza politica, seppure rimane un valido luogo di scambi commerciali.

 

 

– Napoleone nel regno di Napoli

La rivoluzione francese scoppiata nel 1789 dilaga presto in tutta Europa e solo la grande ignoranza della popolazione da nord a sud impedisce il dilagare delle idee in Italia.

Alla fine del secolo in Francia s’impone la figura di un giovane generale di nome Napoleone Bonaparte. Questi nel volgere di pochi anni diventa il fulcro della politica francese fino ad esserne capo assoluto.

Nel 1797-98 Napoleone scende in Italia ed espugna uno ad uno tutti gli staterelli italiani, compreso il regno napoletano.

Napoleone espugna presto Napoli cacciandone il vecchio re Ferdinando che si rifugia in Sicilia. Il governo francese a Napoli viene visto male dalla popolazione che si rivolta spesso contro questo. Nel volgere di un anno e mezzo i Francesi abbandonano Napoli per il manifesto odio della popolazione. Ferdinando poco dopo rientra a Napoli.

 

 

– Tremonti durante la repubblica napoletana 1798-1800

A seguito della proclamazione della Repubblica Napoletana, alcune unità militari borboniche sconfitte dai francesi si rifugiano a Tagliacozzo e poco dopo prelevano da Tremonti tre cittadini che vengono giustiziati a fondovalle.

 

 

– La seconda caduta dei Borbone e il ritorno dei Francesi.

Nel 1806 dopo alcuni anni i Borbone sono nuovamente cacciati dai Francesi, che a differenza della precedente volta non trovano resistenze tra la popolazione, fatto salvi alcuni casi. I Francesi ritornati al potere a Napoli con Giuseppe Bonaparte, fratello dell’imperatore francese avviano una serie di profonde riforme che sconvolgono la struttura sociale del meridione italiano.

Ciò avrà conseguenze importanti sulle abitudini e modi di pensare di molti.

Tra le riforme più significative ve ne sono due in particolare, la prima del 1806 è l’abolizione dei diritti feudali e la seconda del 1808 riguarda la chiusura dei monasteri e la confisca dei loro beni. Nella Marsica tali riforme producono un maremoto politico – sociale di ampia portata.

Riguardo la prima riforma abbiamo la fine dei governi Colonna a Tagliacozzo e Sforza-Cabrera a Celano. Invece la seconda riforma del 1808 porta alla chiusura di molti monasteri, con conseguente forte malcotento.

 

 

– La Marsica con il ritorno dei Borbone

Nel 1815 Napoleone è sconfitto dagli eserciti della coalizione antifrancese. A seguito di ciò tutti i governi filo francesi cadono, compreso il governo di Murat nel regno di Napoli.

Con la caduta di Murat si ha il ritorno dei Borbone con l’anziano re Ferdinando I, risalito al trono con la nuova dicitura di re delle Due Sicilie. Il governo borbonico dura fino al 1860 e in questo lungo periodo la Marsica vive un periodo di povertà e miseria, ma anche di rinascita con l’avvio dei lavori nel 1852 del prosciugamento del Lago Fucino da parte del banchiere Torlonia.

La questione del lago è stata al centro di numerosi episodi di tragedie, dovute alle numerose escrescenze del lago verso i paesi rivieraschi. La questione ha avuto diversi tentavi di riavvio del vecchio canale romano, ma sempre conclusi in un nulla di fatto, al massimo si è riusciti a mitigare un po’ il problema. Con la venuta di Alessandro Torlonia a capo di una società con un grande progetto di prosciugamento si è riusciti a risolvere in modo permanente il problema.

Nello stesso periodo si ha un forte aumento del brigantaggio segno di forte malessere sociale dovuto alla grande povertà imperante nella Marsica come in tutto il sud Italia.

 

 

– Il castello di Tremonti nella prima metà del XIX secolo

Il castello di Tremonti è ormai completamente abbandonato a se stesso ed è probabile, ma questa è un opinione del tutto personale, che questo posto, essendo un ottimo punto di osservazione, possa essere stato sfruttato dai briganti della zona nei periodi di maggiore attività.

 

 

– Crollo dei Borbone e ascesa dei Savoia

Nel 1860 giunge nel meridione il generale Garibaldi e al comando di una manciata di uomini riesce nell’impresa epica di abbattere il regime borbonico, scatenando una rivoluzione in tutto il meridione. Successivamente Garibaldi temporaneamente al comando dell’ex regno napoletano consegna questo a Vittorio Emanuele II di Sardegna che lo annette al resto del territorio da lui controllato. Nasce così poco tempo dopo nel marzo 1861 il regno d’Italia sotto lo scettro di Vittorio Emanuele II di Savoia.

 

 

– Il brigantaggio (1860-70)

Successivamente alla fine del regno borbonico e sia antecedentemente alla proclamazione del regno d’Italia che negli anni successivi, Francesco II ultimo re delle Due Sicilie tenta di creare una innaturale alleanza fra egli alcune grandi bande di briganti al fine di rovesciere i Piemontesi e riprendersi il regno napoletano. Questa operazione trova per qualche tempo terreno fertile in Abruzzo dove la grande ignoranza della gente guidata dal clero locale spinge la popolazione ad appoggiare momentaenamente i briganti e il vecchio re.

Si hanno così diversi episodi di scontro fra briganti ed esercito italiano. L’esercito italiano vista la grande difficoltà di azione nel territorio abruzzese che favorisce con le sue impervie montagne i briganti e non da ultimo il rifugio del vicino stato pontificio, gravemente ridottosi dopo la formazione dello stato italiano.

Ma la bravura dell’esercito, la stanchezza della popolazione e soprattutto il  venir meno dei patti da parte dei briganti che tornano a comportarsi male con la popolazione, produce la fine dell’alleanza con la monarchia borbonica e soprattutto la sconfitta dei Briganti

L’esercito nazionale riesce con il tempo a conquistare la fiducia della popolazione, che favorisce poi  la cattura dei principali briganti delle zone di montagna e ciò è vero sia nella Marsica che nelle altre zone del sud Italia.

 

 

– Il castello di Tremonti nel periodo del brigantaggio

Non abbiamo al momento fonti dirette su quanto stiamo per sostenere, ma immaginiamo che i briganti presenti nei dintorni di Tagliacozzo e Sante Marie abbiamo sfruttato anche il castello abbandonato di Tremonti come postazione per le loro operazioni o semplicemente come base logistica.

 

 

– La Marsica durante i lavori di prosciugamento del lago Fucino.

Il primo decennio del nuovo regno d’Italia per la Marsica è stato come abbiamo visto estremamente turbolento a causa della presenza del brigantaggio e soprattutto non facile da accettare il nuovo corso politico. Ma piano piano la popolazione è riuscita ad accettare la nuova situazione.

Ciò è stato favorito anche dalla continuità dei lavori per il prosciugamento del Lago Fucino, vendendo in questo una reale possibilità di miglioramento sociale ed economico. I lavori di prosciugamento vanno avanti per circa 20 anni fino al 1878, quindi anche nel decennio 1870-80 si ha questa fase di passaggio importante caratterizzata da grandi cambiamenti e aspettative.

Tra i cambiamenti più significativi  vi è la definitiva ascesa di Avezzano come capoluogo della Marsica a scapito di tutti gli altri borghi, compresa Tagliacozzo, che pur rimanendo un importante centro commerciale, diventa totalmente secondaria rispetto al nuovo capoluogo.

 

 

– La Marsica alla fine del secolo XIX

Dopo la fine delprosciugamento del lago Fucino, Torlonia diventa padrone assoluto dell’enorme distesa di terra fertile emersa dopo questi interminabili lavori. La popolazione non entra se non in minima parte nella gestione delle nuove terre.

Da ciò sorgerà più avanti un forte contrasto con il popolo marsicano, ma inizialmente Torlonia è più forte e s’impone come signore di tutta la Marsica, riconosciuto in ciò dal titolo principesco di Principe del Fucino.

Fatto sta che Torlonia dopo i lavori di prosciugamento riorganizza il territorio al livello industriale per riuscire a sfruttare l’enorme risorsa appena fatta. Per fare costruisce tutta una serie di strutture industriali e logistiche che consentono alla Marsica di avere seppure ancora sotto un padrone un primo importante nucleo industriale.

Di riflesso i principali borghi iniziano comunque a beneficiare dell’indotto, che si sta creando intorno alle nuove terre del Fucino. I grandi centri come Avezzano, Tagliacozzo, Celano e altri riescono piano piano a migliorare-

Tuttavia questo miglioramento sociale è ancora troppo scarso per permettere una reale svolta di vita per molte famiglie di contadini specialmente per coloro che vivono nei paesi di montagna. Da ciò deriva la decisione di  molti giovani di andare via per spostarsi verso altri paesi lontani  come Canada, USA, Argentina ecc.

In pratica inizia la prima grande esodo di massa della storia italiana e purtroppo in questo contesto i Marsicani sono protagonisti. Molti paesi vedono partire molti giovani che vanno via per diversi anni prima di tornare ai paesi d’origine.

 

 

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XX secolo

 

– Il castello di Tremonti a inizio ‘900

Il castello di Tremonti all’inizio del XX secolo rimane un luogo abbandonato, ma allo stesso tempo affascinante nella sua struttura ancora  ben conservata, nonostante l’usura del tempo.

 

 

– La Marsica a inizio ‘900

All’inizio del XX secolo la Marsica si presenta più sviluppata sul piano industriale dato il maggior funzionamento del sistema fucense sul piano agricolo e industriale messo in piedi dai Torlonia. Allo stesso tempo si è ampliata la platea di coloro che beneficiano di questa prima industrializzazione.

I grandi centri come Avezzano e Tagliacozzo, così come piccoli altri centri migliorano sul piano urbanistico e si riempiono di nuove persone. A Tagliacozzo addirittura la presenza della nuova ferrovia facilita anche un primo sviluppo turistico, seppure molto ridotto.

 

 

– Terremoto del 1915

Un enorme scossa di terremoto si verifica presso Gioia dei Marsi il 13 gennaio 1915. La forte scossa sismica con una potenza di 7 Mw provoca un autentico disastro nella Marsica con la distruzione completa o semicompleta di molti paesi e cittadine della zona. Avezzano il centro principale è raso al suolo e i morti raggiungono più di 10.000 unità, questo è tra i centri più colpiti. Altri centri distrutti sono Pescina, Gioia dei Marsi, Collelongo, Magliano dei Marsi, Massa d’Albe, l’intera Valle Roveto con i suoi centri di Civitella Roveto, Civita d’Antino, Canistro, Balsorano ecc. Il disastro strutturale è totale e i morti sono più di 30.000. Un’autentica carneficina.

 

 

– Effetti del sisma del 1915 sul castello di Tremonti

Il terremoto del 1915 colpisce duramente anche il paese di Tremonti danneggiando seriamente il piccolo centro storico del paese e lo stesso castello riporta dei danni dal violento sisma. Tuttavia la costruzione del maniero sulla roccia riesce in qualche modo a mitigare gli effetti più distruttivi del sisma.

 

 

La Marsica nel 1915-39

Nel periodo successivo alla guerra l’intera Marsica vive i disastri e i lutti del terremoto in piena prima guerra mondiale, con gli ulteriori lutti avutisi per la guerra in corso. Successivamente dopo la guerra e la tremenda epidemia di Spagnola, arriva il Fascismo, sotto il quale la Marsica è ricostruita, o meglio avviata alla ricostruzione.

La ricostruzione della Marsica post terremoto va avanti per molto tempo, ma contemporaneamente è uguale in tutti i paesi e città della zona, prediligendo prima gli edifici pubblici e poi quelli privati. Oltre ai paesi danneggiati ci sono anche paesi che non hanno subito danni  gravi dal sisma, come per esempio è successo a Tagliacozzo, dove e per fortuna l’intero patrimonio architettonico si è mantenuto.

In generale il Fascismo da un lato opera per la ricostruzione di strade e vie di comunicazione, dal’altro impedisce una mobilità sociale dai villaggi verso le grandi città, per evitare che i paesi si spopolino.

 

 

– La seconda guerra mondiale e la Marsica sotto occupazione tedesca (1940-45)

Nel 1939 la Germania invade la Polonia e nel giro di poco scoppia la seconda guerra mondiale. L’Italia di Mussolini dopo un’iniziale neutralità entra in guerra a fianco dell’alleato tedesco. Questa è tra le più gravi e disastrose decisioni prese dai Fascisti. Nel volgere di tre anni l’Italia perde su tutti i fronti di guerra, arrivando dapprima a perdere le colonie africane e poi ad essere invasa dagli Alleati. In seguito a ciò il Fascismo crolla nel luglio 1943, ma il peggio deve ancora arrivare.

Nel settembre del 1943 dopo la fuga del re e della famiglia reale l’Italia è invasa dai Tedeschi, che arrivano ad occupare la penisola fino a Frosinone instaurando la Linea Gustav, il confine italiano fra l’Italia tedesca e l’Italia sotto controllo alleato. L’Abruzzo e la Marsica purtroppo sono sotto controllo nazista. I Nazisti restaurano il campo di concentramento di Avezzano dove vengono rinchiusi i prigionieri politici e impongono un duro regime di polizia alla popolazione civile.

La popolazione marsicana è terrorizzata dai Nazisti che nel periodo di occupazione compiono continue vessazioni, arrivando persino ad uccidere persone inermi, ritenendole colpevoli di ribellione o poco altro. Poco tempo dopo a gennaio del 1944 gli Alleati per indebolire i Nazisti iniziano a bombardare la Marsica.

Qui ricordiamo che la Marsica si trova a pochissima distanza dalla Linea Gustav e al centro d’importanti vie di comunicazioni. Poprio per questo viene scelta dai barbari tedeschi come sede del comando per la linea Gustav. Il comando risiede a Massa d’Albe, ma Avezzano diventa un importante centro di comando tedesco.

La popolazione civile spaventata da questa situazione tende a spostarsi verso le montagne, oppure viene a rioccupare gli antichi borghi per sfuggire sia ai  bombardamenti che ai Nazisti. Tra gli episodi di maggiore gravità avvenuti nella zona intorno a Tagliacozzo, ricordiamo il grave episodio del 23 gennaio 1944, allorquando gli Alleati bombardano con durezza la Via Tiburtina tra Marsia e Roccacerro, quindi molti vicini a Tremonti.

 

 

– Il castello di Tremonti sotto l’occupazione tedesca

Al momento non abbiamo notizie sul castello in questo periodo, ma non ci sarebbe da meravigliarsi se qualcuno tra i Fascisti o gli Antifascisti avesse sfruttato il maniero come punto di osservazione del territorio e dell’importante via Tiburtina.

D’altronde ciò che è stato valido in passato perchè non può essere utile in questo frangente. Inoltre il castello è in una condizione strutturale accettabile, e poi il vicino castello di Albe, ridotto a rudere dopo il  terremoto del 1915, è tornato ad essere durante l’occupazione tedesca una base militare per contrastare i velivoli alleati che sorvolano la Marsica nel 1944.

 

 

– La fine della guerra e la ripartenza civile.

Gli Alleati sfondano la linea Gustav ai primi del giugno 1944 e da qui liberano in pochi giorni Abruzzo e Lazio. La Marsica è liberata dai Tedeschi tra il 7 e il 12 giugno. Nei mesi successivi l’Italia intera viene man mano liberata, per arrivare finalmente alla completa liberazione il 25 aprile 1945.

Da qui in avanti si volta finalmente pagina e s’inizia un lungo percorso di democrazia e rispetto reciproco, anche se ancora bisognerà soffrire al lungo per trovare il giusto equilibrio. Difatti finita la guerra e il fascismo inizia una nuova fase nella Marsica fatta da una parte di ricostruzione civile e industriale e dall’altra dal riemergere degli antichi problemi rappresentati dal duro scontro tra contadini e famiglia Torlonia per il possesso delle terre fucensi.

Questa seconda questione si trascina per tutti i cinque anni successivi, fino a quando in un crescendo continuo di provocazioni e battaglie si arriva all’esproprio delle terre fucensi nei confronti di Torlonia e nella loro ridistribuzione fra i contadini. La questione sarà infine risolta con la riforma delle terre operata dal ministro Antonio Segni.

Superata la fase delle terre e della ricostruzione delle opere civili si capisce bene che l’economia ha bisogno di molto tempo per crescere e quindi la crisi economica imperversa per anni. Da ciò ne consegue la ripresa delle partenze per l’estero da parte di molti giovani che non trovando sbocchi lavorativi, vanno via diretti soprattutto nei paesi dell’Europa occidentale.

 

 

– Tremonti negli anni 50′ – 60′ – 70′

Il minuscolo paese di Tremonti arroccato sulle montagne subisce come altri il fenomeno dello spopolamento e per tutti gli anni 50′, 60′ e 70′ il paese si svuota.

 

 

– Il castello di Tremonti negli anni 50′ – 60′ – 70′

Anche in seguito allo spopolamento del paese il castello di Tremonti è ora più che mai abbandonato.

 

 

– La Marsica negli anni del boom

Nonostante il forte spopolamento che la Marsica subisce tra il 1950 e il 1980, in questa si lavora per darle una struttura industriale importante. Da ciò si ricava la costruzione delle autostrade A24 e A25, l’ammodernamento del sistema agricolo e industriale del Fucino, il trasferimento d’importanti enti nella Marsica, il rafforzamento del sistema turistico ecc. Questi sforzi consentono infine alla Marsica di fare il tanto agognato salto di qualità negli anni 80′ con lo scoppio del primo grande boom economico.

Di colpo la Marsica si apre al mondo e la zona diventa il fiore all’occhiello dell’Abruzzo industriale. Avezzano ha un vero boom economico e sociale che si manifesta in tutti borghi della zona, grandi e piccoli, nessuno escluso.

Successivamente al boom tutti i paesi della Marsica hanno cominciato un lungo percorso in chiave turistica, migliorando i propri centri storici e lanciando nuove e vecchie iniziative culturali.

 

 

– Tremonti alla fine del XX secolo

Il piccolo borgo di Tremonti come tanti altri minuscoli paesi non sono riusciti subito a mettersi in marcia, in quanto mancavano molte persone per consentire ciò comunque in seguito ciò è accaduto  e piano piano il paese è divenuto un piccolo borgo di montagna carino e piacevole per trascorrere del tempo in relax.

 

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XXI secolo

 

– Tremonti all’inizio del XXI secolo

Il paese ha continuato nei primi decenni del nuovo secolo il suo percorso di rinascita culturale lanciandosi in chiave turistica e ciò anche recuperando i suoi tesori artistici.

 

 

– Il castello di Tremonti.

Immagine del castello oggi.

(Fermo immagine del video Youtube https://www.youtube.com/watch?v=FjZqksoBNhM)

 

Il castello di Tremonti al momento risulta ancora un maniero abbandonato, però a differenza di altri manieri si è mantenuto in un buono stato di conservazione, tanto da essere oggetto di un certo turismo che sale fino a qui non solo per ammirare il castello medievale ma anche per godere di una delle visuali più belle di tutta la Marsica.

 

 

 


 

STRUTTURA DEL CASTELLO DI TREMONTI

 

– STRUTTURA GENERALE

Immagine dall’alto del castello di Tremonti.

(Fermo immagine del video Youtube https://www.youtube.com/watch?v=FjZqksoBNhM)

 

Il castello di Tremonti è un antico maniero, risalente all’XI secolo, che si trova al di sopra di un monticello che domina la zona di Sante Marie e la strada Tiburtina. Il suo ruolo era difesa e controllo territoriale.

Il castello si trova in collegamento visivo con altri castelli dell’epoca ed è composto da un recinto murario a pianta irregolare, una torre centrale e un torrione avanzato al di fuori delle mura.

 

 

– IL RECINTO MURARIO

Il percorso murario tende ad adattarsi alla morfologia della cima. Le mura sono fatte lievemente a scarpa e compongono il terrapieno artificiale, che forma sulla vetta un ampio terrazzo pianeggiante; la parte in alto si è mantenuta per un altezza non superiore a un metro.

Sullo spigolo meridionale vi è una grossa parasta di rinforzo, che causa un ispessimento del muro in prossimità dell’angolo.

Lo spigolo occidentale, che sorge nel punto di massimo dislivello è rinforzato alla base da una forte struttura cementizia di contenimento.

Invece un setto murario con funzione di consolidamento del terreno molto ripido si pone in corrispondenza dello spigolo nord.

L’entrata al castello è sul lato NE e ora è presente un varco uniforme che fa da ingresso.

 

Immagine del castello di Tremonti visto da sotto. (Immagine da Wikipedia)

 

In generale il circuito murario mostra una struttura di cortina irregolare con caratteristiche simili alla costruzione della torre, seppure un po’ più giovane.

L’impianto della circuito murario appare molto antico, essendo privo sia di torri che di riseghe, aventi una funzione difensiva.

 

 

– LA TORRE CENTRALE

Immagine riadattata del castello di Tremonti. (Fonte Wikipedia)

 

All’interno del recinto murario troviamo la torre centrale. Questa torre è a base quadrata, diversamente orientata,  con lato 5,50 m di cui si è conservato il piano terra e parte del primo piano. L’altezza della struttura è di circa 6 m.

 

Torre centrale del castello di Tremonti

(Fermo immagine del video Youtube https://www.youtube.com/watch?v=FjZqksoBNhM)

 

L’accesso alla torre si pone sul lato ovest, dove si trova la sala del pianterreno. Questa prima sala era alta 2,55 m con una copertura con volta a botte e illuminata da una feritoia.

 

Torre centrale del castello di Tremonti

(Fermo immagine del video Youtube https://www.youtube.com/watch?v=FjZqksoBNhM)

 

La struttura ha incamerato un avanzo di muro precedente, posto sul lato sud, alto circa un metro e mezzo e riconoscibile per l’irregolarità della cortina.

In generale la torre centrale rappresenta nella sua tipologia, una struttura antica o comunque precedente alla costruzione del circuito murario del castello, che però risulterebbe di poco successivo alla torre.

 

– IL TORRIONE SUL LATO NORD ORIENTALE

 

Immagine  riadattata del torrione nord orientale del castello di Tremonti. (Immagine da Wikipedia)

 

Sul lato nord orientale del castello si trova la struttura di un antica torre, che si pone a una quota più bassa rispetto al castello, al di sopra di uno sperone roccioso. Questa torre, come si evince dalla figura sopra, rappresenta ciò che rimane di un torrione di guardia.

Questo torrione è a pianta ovoidale, con base lievemente a scarpa e cortina a blocchetti irregolari disposti su corsi grosso modo orizzontali.

Il torrione ricorda per come è fatto le torri circolari del recinto murario del castello di San Donato, e come età è stimato all’epoca epoca angioina.

 


BIBLIOGRAFIA

 

1) https://www.mondimedievali.net/Castelli/Abruzzo/laquila/provincia002.htm

2) Wikipedia

3) Marco Bianchini – Edilizia storica della Marsica occidentale – Editrice Dedalo di Roma

 

 


TAGLIACOZZO


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