PESCINA – BASILICA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE


STRUTTURE E MONUMENTI DI PESCINA


 

POSIZIONE DELLA BASILICA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE DI PESCINA

 

 

 


STORIA DELLA BASILICA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE DI PESCINA

 

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XVI secolo

Nascita della chiesa-cattedrale di Santa Maria delle grazie

La storia della chiesa (poi divenuta cattedrale) di Santa Maria delle Grazie inizia nel 1579 con la sua edificazione voluta dal vescovo riformatore Matteo Colli che ha intenzione di trasferire qui la sede vescovile marsicana.

Il 1 gennaio 1580 si ha il trasferimento provvisorio della sede episcopale marsicana dal paese di San Benedetto dei Marsi a Pescina e ciò in seguito all’emanazione della Bolla di Papa Gregorio XIII.

La scelta di Pescina come nuova sede vescovile era maturata nel corso del tempo, poichè il paese aveva assunto nel corso degli anni grande importanza politica, soprattutto da quando era divenuto sede di baronia.

La Baronia di Pescina con il tempo è divenuta piuttosto ricca, e quindi la scelta del paese come nuova sede vescovile è venuta naturale.

I lavori di costruzione della cattedrale di Santa Maria delle Grazie terminano nel 1596 e riguardano oltre alla cattedrale anche la casa vescovile e il Seminario.

La scelta del trasferimento della Diocesi dei Marsi a Pescina è il frutto di una continua crescita del paese che nonostante alti e bassi lo vede al centro degli interessi nell’area della contea di Celano e poi essendo sede di baronia dispone di privilegi d’indipendenza.

 

Dai Piccolomini ai Peretti

Sul piano politico locale assistiamo in questi anni alla cessione della contea di Celano e della baronia di Pescina nel 1591 dalla famiglia Piccolomini ai Peretti con Camilla Peretti sorella del papa.

Sotto i Peretti comincia per Celano e Pescina un periodo di grande povertà, caratterizzato da un malessere diffuso, poichè comune a tutto il meridione italiano. In questi anni la grande tassazione spagnola, unita a cattivi raccolti e fattori locali, genera una grave situazione di malessere negli strati più umili della popolazione

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XVII secolo

 

Pescina a inizio XVII secolo

Questa fase di grande povertà iniziata nel secolo prima prosegue in questo. In questo primo periodo del XVII secolo è grande la preoccupazione della gente per la povertà endemica e contemporaneamente per le infezioni che circolano.

Pescina come tutta l’area della contea di Celano e del Fucino soffre dei raccolti che non vanno e della posizione isolata rispetto al resto del mezzogiorno. Nonostante ciò Pescina continua la sua ascesa come centro politico e religioso. Molte nobili famiglie di secondo piano si trasferiscono nella cittadina avviando proprie attività. Nel 1639 la popolazione di Pescina arriva a 1486 unità.

Tuttavia nonostante la crescita politica del borgo negli anni tra il 1630 e il 1640, cresce il forte disagio sociale verso una vita piena di stenti.

Ciò porta la popolazione a vivere dapprima con insofferenza il governo spagnolo e poi a nutrire sentimenti apertamente ostili verso questi.

 

 

– La Basilica di Santa Maria delle Grazie diventa cattedrale

Tornando alla basilica di Santa Maria delle Grazie vediamo che viene consacrata il 6 agosto del 1606 da monsignor Massimi, non ancora completata in molte parti. Pochi anni dopo nel 1613 Papa Paolo V riconosce la centralità della basilica di Santa Maria delle Grazie all’interno del territorio marsicano, elevandola al titolo di cattedrale della Diocesi dei Marsi.

Circa quindici anni dopo, il 6 marzo 1630 viene emanata una nuova Bolla papale, nella quale Papa Urbano VIII accorda alla cattedrale il “regio consenso”.

 

Pescina negli anni 1630-50 e la grande rivolta del 1647

Sul piano sociale tra il 1630 e il 1640 la popolazione marsicana e quindi anche a Pescina, continua a vivere una vita piena di stenti. Ciò porta la popolazione a vivere dapprima con insofferenza il governo spagnolo e poi a nutrire sentimenti apertamente ostili verso questi.

 

– La rivolta del 1647-48

Nel 1647 il malessere sociale da tempo peggiorato nel meridione esplode di botto in  una grande rivolta popolare. Questa rivolta iniziata in altre zone del meridione dilaga a macchia d’olio nell’intero territorio e trova in Abruzzo un terreno assai fertile di crescita.

Qui il malessere sociale da tempo covato esplode rapidamente non appena la protesta arriva in Abruzzo e nella Marsica si crea uno dei principali centri di lotta con sede a Celano. A Celano il castello viene occupato dai rivoltosi che ne fanno la loro sede contro il governo.

Successivamente però gli Spagnoli reagiscono pesantemente e riescono non senza molto impegno a riportare la situazione sotto controllo. Ciò comporta un ritorno al malessere sociale di cui la popolazione ha sofferto finora.

Pescina negli anni 1647-48 come gli altri centri marsicani è interessata sia direttamente che indirettamente a questa rivolta, in quanto facente parte della contea di Celano e anche per la presenza delle guardie spagnole dispiegate su tutto il territorio comitale.

 

La grande Peste

La grave crisi sociale presente nel meridione cede il passo alla morte e alla disperazione presenti con l’arrivo della Peste. Nel 1656 la Peste giunge nel sud Italia seminando in poco tempo lutti e disperazione ovunque. Nella sola Marsica muoiono più di 4000 persone.

A Pescina la Peste colpisce con forza specie in alcuni borghi come Venere. Nella stessa cittadina di Pescina si contano diversi morti per Peste. La Peste si esaurisce nel 1657 lasciando un scia di morti impressionante e molti paesi svuotati della gente ormai defunta.

Nel periodo della Peste le chiese vengono prese d’assalto per pregare per la propria imminente fine e per disfarsi dei propri averi per essere più certi di meritare poi il paradiso.

In questo periodo la cattedrale dei Marsi Santa Maria delle Grazie si trova al centro di questa situazione oltre che per l’assistenza ai poveri cristi malati e alle famiglie colpite dalla malasorte.

 

Sul piano politico locale i Peretti si estinguono nel 1655 con la morte di Francesco Peretti. I Savelli li sostituiscono a capo di Celano e Pescina rimanendo in carica fino al 1712.

 

Lavori di completamento della cattedrale.

Nel corso del 600′ nonostante la grave situazione sociale, la cattedrale viene abbellendosi e completandosi nelle sue strutture e nei suoi arredi.

Nella parte interna della chiesa abbiamo l’immissione piena dello stile barocco con la costituzione di numerosi stucchi, ma soprattutto la costruzione di una decina di cappelle laterali, costruite con l’apporto finanziario delle più importanti famiglie di Pescina.e Ogni cappella viene costruita con marmi di pregio e con grandi stucchi e fregi. Tra le cappelle create figura quella San Rufino voluta da monsignor Caccia.

 

Terremoto del 1695

Un brutto terremoto colpisce l’Italia centrale e fa risentire i suoi effetti anche nella Marsica. Il terremoto di cui parliamo è il sisma che ha per epicentro l’alta Tuscia intorno al Lago di Bolsena il 10 giugno 1695.

Questo sisma di potenza 5,9 Mw produce gravi danni nell’alta Tuscia con anche uno tsunami nel lago di Bolsena. Secondo il geologo Giuseppe Mercalli il lago di Bolsena, gonfiatosi, straripa, inondando i paesi fino a 3 km di lontananza. Quando le acque si ritirano, la terra resta coperta di pesci”.

Il sisma si fa sentire in modo forte anche in Umbria, nella bassa Toscana, nel resto del Lazio e nella Marsica, producendo gravi danni soprattutto all’abitato di Celano.

Celano a causa di questo sisma, viene quasi del tutto distrutta registrando numerosi crolli nel centro abitato, che portano a gravissimi danni al patrimonio architettonico.

A Pescina il sisma si sente distintamente, ma al momento non abbiamo conoscenza di danni al centro abitato

 

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XVIII secolo

Pescina e si sismi d’inizio XVIII secolo

All’inizio del 700′ si verificano due nuovi importanti sismi nel centro Italia con epicentro in Abruzzo, che producono danni importanti in tutta la regione compresa la Marsica.

Parliamo del sisma dell’Aquila del 1703 e della Majella del 1706, entrambi si manifestano con una grande potenza pari a 6,6 Mw e determinano la distruzione di molti centri abitati.

Il primo sisma quello dell’Aquila distrugge tutta la città e molti centri circostanti, producendo molti danni anche nella Marsica. Nella Marsica sono numerosi i centri abitati che riportano crolli di stabili o anche di chiese, su cui poi si concentrerà un grosso lavoro di restauro per tutto il secolo. A Pescina è probabile che il sisma produca diverse lesioni alle chiese e a diversi palazzi.

Riguardo la cattedrale dei Marsi di Santa Maria delle Grazie non abbiamo al momento fonti che ci dicano se, quali e quanti danni il terremoto dell’Aquila abbia provocato, ma certamente la scossa qui è stata forte e quindi è piuttosto probabile che ci siano stati danni anche se contenuti.

Se ci sono stati danni sicuramente sono stati riparati nel corso degli anni successivi secondo il gusto rococò del tempo.

Il secondo sisma si verifica sulla Majella, dove con la potenza di 6,6 Mw distrugge tutta la Valle Peligna riducendo a un cumolo di macerie Sulmona. Nella Marsica il sisma si sente distintamente producendo molti danni, ma inferiori rispetto a quelli provocati dal sisma aquilano.

 

Cambio di proprietà a Pescina e Celano.

Il conte Giulio Savelli muore nel 1712 senza discendenza. Ciò scatena per circa dieci anni furibonde lotte di successione fra i parenti più prossimi del vecchio conte. Alla fine ad avere la meglio è la famiglia Sforza Cesarini che attraverso il ramo diretto e rami collaterali domina la contea di Celano e la baronia di Pescina fino all’eversione feudale del 1806.

 

Le spoglie di San Berardo nella cattedrale dei Marsi

Nel 1718 in seguito all’avvio d’importanti lavori di restauro alla chiesa di San Berardo, vengono trasferite le spoglie di San Berardo presso la vicina cattedrale dei Marsi di Santa Maria delle Grazie.

Le spoglie del santo rimangono nella cattedrale fino al 1743, allorquando la fine dei lavori presso la chiesa di San Berardo consentono il ritorno del santo nella sua chiesa d’origine.

 

Restauro settecentesco

Nel corso dei decenni successivi la cattedrale dei Marsi è dapprima sottoposta a restauro per riparare i danni dei terremoti d’inizio secolo e poi soggetta a lavori di completamento, che consistono nella creazione a metà secolo del portico e della sagrestia, mentre fuori dalla chiesa vengono edificati il battistero e il nuovo cimitero. Questi lavori durano molto tempo e  vedono tra l’altro un continuo arricchimento della chiesa con nuovi fregi e stucchi secondo lo stile Rococò.

Tuttavia a causa del protrarsi dei lavori della chiesa il vescovo Mattei trasferisce, all’incirca tra il 1760 e il 1770 per un breve periodo la sede vescovile a Celano, in attesa di un ritorno a Pescina. Successivamente la sede viene ripristinata a Pescina.

 

1 occupazione dei Francesi

Nel 1798 poi abbiamo la prima occupazione francese del regno di Napoli. Questa fase dura poco a causa della forte resistenza locale che porta i Francesi a ritirarsi nel 1800. Con il ritiro francese tornano i Borbone con il vecchio Ferdinando I.

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XIX secolo

 

2 occupazione dei Francesi

Nel 1806 abbiamo il ritorno dei Francesi che rioccupano il regno napoletano scacciando nuovamente i Borbone che si rifugiano in Sicilia, protetti dagli inglesi.

I Francesi rimangono nel regno napoletano fino al 1815. Per tutto questo periodo vengono fatte importanti riforme come l’abolizione della feudalità nel 1806. Questa riforma comporta la fine del potere delle famiglie feudali e dei loro feudi. Nella Marsica si ha così la fine della contea di Celano e della baronia di Pescina sotto il governo degli Sforza Cesarini.

Successivamente con la caduta di Napoleone I nel 1815, tutti i governi filofrancesi europei decadono, provocando il ritorno dei vecchi regnanti scacciati da Napoleone. Nel meridione si ha il ritorno del vecchio re borbonico Ferdinando nella nuova dicitura di re delle Due Sicilie.

 

La vita della Marsica nel secondo periodo borbonico

I Borbone rimangono al governo fino 1860, e in questo periodo assistiamo alla crescita di Pescina, che consolidatosi come comune, continua a crescere con la popolazione arrivando a contare quasi 3.000 persone.

Negli anni 1815-17 abbiamo forti escescenze del Lago Fucino che provocano importanti danni nei comuni rivieraschi. A ciò si aggiungono diversi raccolti andati a mal, che portano ad un aggravamento della situazione economica.

Negli anni successivi grazie all’interessamento dello Stato sono fatti alcuni lavori di pulizia che risolvono temporaneamente il problema del lago.

 

La cattedrale di Santa Maria delle Grazie nel prima metà del XIX secolo

Durante il periodo borbonico si pongono le premesse per il completamento della cattedrale sul piano strutturale con la costruzione della cupola ancora mancante.

Invece sul piano sociale la cattedrale continua a seguire la diocesi dei Marsi per cercare di alleviare i bisogni della popolazione.

Per Pescina la presenza della diocesi, continua a rappresentare un importante punto di riferimento sociale a cui rivolgersi in caso di bisogno.

 

Risoluzione del problema del Lago Fucino

Intorno al 1850 intanto l’annosa questione delle escrescenze del lago Fucino trova soluzione con la realizzazione di una società con a capo il banchiere Torlonia, per la realizzazione della bonifica del lago, in cambio della proprietà delle terre lacustri che sarebbero emerse.

Così nel 1854 Torlonia procede ad iniziare i lavori di prosciugamento che andranno avanti per più di vent’anni e che vedranno in questo arco di tempo cambiare il volto della Marsica.

 

La caduta dei Borbone

Nel frattempo nel 1860 avviene la rivoluzione garibaldina che abbatte il regime borbonico e spinge il meridione a unirsi alle regioni del nord per la formazione di uno stato nazionale.

 

Il nuovo regno d’Italia e la lotta al brigantaggio

Nel 1861 abbiamo poi la proclamazione del nuovo regno d’Italia sotto lo scettro dei Savoia. Il nuovo stato bisognoso di consolidarsi su vari piani procede ad applicare una politica conservatrice. Sul piano interno il nuovo Stato manda l’esercito nel meridione per piegare il brigantaggio, annoso problema del sud Italia.

All’inizio la lotta al brigantaggio è dura a causa di un’alleanza con Francesco II che tramite questo cerca di riprendersi il trono napoletano. In questa fase la popolazione abruzzese specie marsicana, spinta anche dalla chiesa, sorregge la lotta ai Savoia. Ma poi a causa del venir meno dell’alleanza tra briganti e re e il ritorno alle cattive abitudini dei brianti, spingono il popolo a mollare e a lasciare che l’esercito annienti nei dieci anni successivi tutte le bande criminali.

Per ottenere ciò a Pescina sono occupate dall’esercito in sosta forzata, diverse strutture pubbliche tra cui anche la vecchia chiesa di San Giuseppe e il seminario che divengono caserme. In ciò il vescovo può poco e si trova costretto a subire l’occupazione degli stabili.

 

Restauro ottocentesco della cattedrale

Nel 1863 parte l’ultima fase di completamento strutturale della basilica con la costruzione della cupola. I lavori durano due anni e terminano nel 1865. Ora la basilica per la prima volta da quando è stata fondata nel 1579 mostra il suo aspetto definitivo.

 

Pescina alla fine del secolo XIX

Nel 1876 terminano i lavori di prosciugamento del Lago Fucino. Il cambiamento che provoca il prosciugamento va molto al di la delle intenzioni iniziali, in quanto a cambiare è in primo luogo il clima e poi le abitudini della gente che passa dall’essere pescatore ad agricoltore.

Tra gli anni 80 e 90 del XIX secolo gli effetti del prosciugamento non si avvertono subito sull’economia della regione, poichè si è ancora in fase di rodaggio per far partire l’intero ciclo produttivo a cui servono le ferrovie che colleghino la zona produttiva con i centri vicini e poi altre attività collaterali.

Tuttavia la rivoluzione che scatena la nuova attività agricola è strutturale per cui tutti nella Marsica ne vengono coinvolti o direttamente o indirettamente.

Pescina in questa fase è uno dei centri più coinvolti trovandosi a ridosso della grande piana del Fucino. Pescina diventa un grosso centro commerciale e per questo vede aumentare la propria popolazione che arriva a 4770 unità nel 1881.

In tutto questo vediamo che la cattedrale di Pescina rimane un importante punto di riferimento oltre che religioso, anche sociale che in qualche modo accompagna con la sua presenza lo sviluppo della cittadina.

Certo Pescina perde la competizione con Avezzano di principale centro della Marsica, ma comunque rimane un importante riferimento per una grossa fetta di popolazione sia del Fucino che soprattutto della Valle del Giovenco.

Gli effetti della rivoluzione della nuova piana tardano però ad arrivare e molta gente preferisce espatriare in cerca di fortuna. La chiesa in questo problema cerca di essere vicina a chi rimane sostendola come può.

 

 

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XX secolo

 

Pescina a inizio 900′

A inizio secolo troviamo Pescina in fase di forte ascesa, e ciò è visibile dall’abitato stesso che si presenta elegante e ordinato, proprio come un centro del nord Italia. Questa dinamicità è data anche dalla presenza della nuova stazione ferroviaria, che con la sua presenza da alla cittadina maggiori capacità di crescita. Nel 1911 la popolazione di Pescina risulta essere 6074 unità, il suo massimo storico.

 

 

La cattedrale di Santa Maria delle Grazie a inizio XX secolo

Come è visibile nelle due immagini sotto, la cattedrale è ormai un edificio completo nella sua struttura sia esterna che interna e si pone con orgoglio come importante elemento architettonico che risalta la vitalità della cittadina marsicana.

 

Cattedrale di Santa Maria delle Grazie a inizio 900′

(Fotogramma da video https://www.youtube.com/watch?v=gAP5vAm7jpA )

 

La struttura che si vede sia all’interno che all’esterno, ha una fisionomia tardo rinascimentale, influenzata da molti elementi barocchi e tardo barocchi.

 

Interno della cattedrale di Santa Maria delle Grazie a inizio 900′

(Fotogramma da video https://www.youtube.com/watch?v=gAP5vAm7jpA )

 

 

– Il terremoto di Gioia dei Marsi

Nel gennaio 1915 un tremendo terremoto si verifica nella Marsica colpendo al cuore la regione. Il terremoto ha epicentro nel Fucino nel paese di Gioia dei Marsi, da cui parte una scossa violentissima pari a 7 Mw. Una scossa tanto forte nella regione marsicana non si ricorda a memoria d’uomo. Fatto è però che tale terremoto produce un immane disastro in tutta la Marsica, soprattutto nella Valle del Giovenco, Vallelonga, il Fucino e la Valle Roveto.

Avezzano viene completamente rasa al suolo, più di 10.000 persone nella sola Avezzano muoiono per il sisma.

Altro centro gravemente colpito è proprio Pescina che vede morire in pochi istanti circa 5.000 persone, pari al 70-80% della sua popolazione. Il paese risulta completamente sventrato il castello, le chiese e gli altri edifici pubblici, o sono rasi al suolo o sono gravemente danneggiati.

 

– La cattedrale di Pescina nel terremoto

La cattedrale di Santa Maria delle Grazie appena terminata poco più di 50 anni prima ora appare sventrata nel suo interno. La cupola risulta crollata e dentro sono solo macerie.

 

La prima guerra mondiale

Dopo il disastroso sisma del 1915, abbiamo la prima guerra mondiale che per qualche anno assorbe i pensieri di chi è sopravvissuto nei confronti di quanti sono stati costretti a partire per una guerra che nessuno vuole e nessuno capisce.

Passano così alcuni anni di grandi privazioni e stenti e poi nel 1918 la grande guerra finisce. I pochi sopravvissuti al conflitto ritornano alle loro case, nel caso della Marsica si deve parlare delle baracche ancora in piedi dopo 3 anni dal sisma.

 

Pescina negli anni appena dopo il terremoto del 1915

 

A partire da questa data s’inizia a pensare alla ricostruzione, ma contemporaneamente irrompe un altro problema ovvero lo spostamento della diocesi dei Marsi verso Avezzano.

 

 

Il trasferimento della Diocesi dei Marsi ad Avezzano e la rabbia dei pescinesi

Già da qualche anno Avezzano ha assunto ormai il ruolo di principale centro amministrativo della Marsica, soprattutto dopo il trasferimento qui dell’amministrazione Torlonia.

Da questo fatto parte la riflessione fra le autorità ecclesiastiche locali di trasferirsi ad Avezzano. O meglio di trasferire la sede della diocesi dei Marsi da Pescina ad Avezzano

L’irrompere poi del terremoto cambia i piani, e pone la necessità di trasferire la sede della diocesi in una zona meno colpita dal sisma. La decisione ricade su Tagliacozzo, miracolosamente sopravvissuta al sisma.

Dopo la guerra la possibilità di trasferire la diocesi viene considerata dai pescinesi quasi un atto sacrilego e iniziano a protestare in modo acceso contro il vescovo per questa decisione pregandolo di tornare sui suoi passi.

Il vescovo dei Marsi Bagnoli un vero ed instacabile riformatore, decide di andare avanti nella sua decisione, nonostante le forti proteste e pressioni dei pescinesi.

Così nel 1924 il vescovo Bagnoli procede nella sua decisione e trasferisce inizialmente la sede della cattedrale dei Marsi nella chiesa appena costruita di San Giuseppe di Avezzano, in attesa che la nuova cattedrale di San Bartolomeo venga costruita.

 

 

– La prima ricostruzione

Nel frattempo a Pescina tra il dolore e la costernazione per quello che viene considerato un vero furto, si procede a ricostruire il paese che viene in parte riedificato sotto il periodo fascista.

Anche per la chiesa di Santa Maria delle Grazie si procede ad avviare lavori di restauro che però solo in parte vengono attuati. Poi con il sopraggiungere della seconda guerra mondiale i lavori sono interrotti.

 

 

La seconda guerra mondiale

Nel 1940 l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale a fianco della Germania. Nel giro di tre anni il paese perde su tutti i fronti di battaglia. Questo porta alla fine del regime fascista che viene defenestrato il 25 luglio 1943. Tuttavia il paese è ormai in balia degli eventi. Gli Alleati hanno già iniziato l’invasione italiana da sud e i tedeschi procedono invece da nord ad invadere il paese da settembre. Questa situazione porta al collasso dello stato monarchico e alla sua fine futura. Nel frattempo i tedeschi invadono l’Italia fino a Frosinone e di qui istituiscono la linea Gustav che divide il paese in due. Con la parte nord in mano tedesca e la parte sud in mano alleata.

Nella Marsica a Massa d’Albe i tedeschi pongono il loro comando con il compito di controllare il confine della linea Gustav. Tutta la Marsica è occupata dai Tedeschi che instaurano un vero regime di polizia che costringe i poveri marsicani a convivere e sottostare a loro a partire dall’ottobre 1943.

Nei primi mesi del 1944 gli Alleati cercano d’indebolire i tedeschi sganciando bombe lungo la linea Gustav e nella parte interna della Marsica. Nella Marsica gli sganci di bombe sono continui, specie nei mesi di aprile e maggio del 44′, soprattutto su Avezzano e Massa d’Albe. Tuttavia anche gli altri principali centri vengono colpiti.

 

 

I bombardamenti alleati sulla chiesa di Santa Maria delle Grazie

Pescina viene bombardata diverse volte e la chiesa di Santa Maria delle Grazie pare essere colpita direttamente almeno in un occasione.

Ciò comporta nuovi gravi problemi strutturali al bene architettonico, che era stato in piccola parte restaurato negli anni 30.

 

 

La liberazione

Nel giugno 44 tuttavia dopo forti combattimenti gli Alleati annientano le difese naziste sulla linea Gustav e riescono a liberare la Marsica con tutto quello che ne consegue.

Purtroppo i tedeschi in ritirata distruggono tutte le linee di comunicazione, provocando altri danni.

Comunque sia nell’aprile successivo del 1945 l’Italia viene completamente liberata dai barbari nazisti. Poco tempo dopo anche la guerra finisce e inizia la ricostruzione.

 

 

– La ricostruzione e la battaglia delle terre

Nella Marsica a partire dal 1945 si pensa solo a ricostruire i paesi danneggiati dai bombardamenti e dal terremoto di trent’anni prima.

A Pescina la ricostruzione partita lentamente acquista velocità nel corso degli anni 40′

Contemporaneamente riprendono le lotte contadine contro Torlonia per l’assegnazione delle terre. La lotta contro Torlonia già in atto all’inizio del secolo si era interrotta per tutte le vicende successive compreso l’arrivo del Fascismo che aveva collaborato con il principe del Fucino per mantenere la calma nella Marsica

Comunque sia negli anni 40′ le lotte contadine riprendono e nel 1950 si arriva all’espropriazione delle terre a Torlonia, che vengono poi assegnate agli agricoltori marsicani grazie anche alla nuova riforma agraria varata dal governo De Gasperi.

 

 

Ristrutturazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie 1948-50

A Pescina nel frattempo va avanti la ricostruzione del paese e dei suoi beni storici a cominciare dalle chiese. Una fra le prime ad essere ricostruita è proprio l’ex cattedrale dei Marsi. Su questa vengono avviati gli interventi di restauro nel 1948, che durano due anni terminando nel 1950. Alla fine dell’ultimo restauro troviamo una chiesa riportata alle sue linee originali dello stile romanico, anche con la soppressione dei numerosi altarini laterali aggiuntisi nel periodo barocco del primo seicento.

La chiesa appare ora nella parte interna, a tre navate con altare basilicale al centro, sormontato da un ciborio, costruito in marmo policromo con questo restauro. Contemporaneamente si osservano due nuovi altari in fondo alle navate laterali, costruiti sempre in marmo.

 

 

Pescina a metà del XX secolo

Negli anni 50′ Pescina risulta  ricostruita sei suoi assetti principali, e con il tempo viene a riprendersi il ruolo d’importante centro marsicano, che si è offuscato nell’ultima guerra. Tuttavia la crisi economica perdurante porta molti giovani a partire per cercare fortuna altrove. Si apre la stagione della seconda emigrazione di massa, che a differenza della prima avrà come punto di arrivo le principali città italiane del nord e di Roma. Questa emigrazione comune a tutti i paesi della Marsica porterà Pescina a veder diminuire la propria popolazione che passerà dai 6013 del 1951 ai 4430 del 1971.

Nel frattempo si pongono le premesse per lo sviluppo della Marsica con la costruzione delle nuove autostrade A24 e A25. Queste entrano in funzione nel 1970 e da allora hanno permesso alla Marsica di uscire dalla sua endemica condizione d’isolamento, da cui era uscita una prima volta solo un secolo prima con la presenza della ferrovia.

 

 

Riconsacrazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie

La chiesa di Santa Maria delle Grazie nel frattempo vede la ricostruzione della teca che deve ricustodire le spoglie del santo della Marsica, San Berardo. Il 2 maggio 1961 dopo il restauro della teca vengono riposte le spoglie di San Berardo con una solenne cerimonia. L’urna del santo viene posta lungo la navata sinistra nella parte centrale, dove è stata creata la cappella del santo.

Appena due giorni prima il 30 aprile con un’altra cerimonia era stata riconsacrata la chiesa di Santa Maria delle Grazie.

 

 

Il boom economico della Marsica e il recupero della propria identità

Negli anni 80′ poi abbiamo il boom economico della Marsica che sancisce il definitivo affrancamento del territorio dalla povertà che lo ha attanagliato nei secoli.

Così con la fine dei problemi economici, la Marsica si rilancia sul piano sociale reinventando se stessa, anche e soprattutto recuperando la propria storia passata, che a causa del terribile terremoto del 1915 si era in qualche modo persa.

Da qui vengono fuori nuove iniziative sociali di nuovi eventi che rimandandosi alla vecchia tradizione culinaria, recupera parte del proprio patrimonio ecograstronomico per far rivivere i vecchi borghi. Allo stesso tempo si creano le prime compagnie teatrali che mettono in scena a partire dagli anni 90′ il racconto della tragedia del terremoto, in qualche modo liberandosi da un blocco mentale seguito al sisma.

In ciò sono molti i borghi che seguono questa tedenza, tra cui anche Pescina. A Pescina come negli altri centri marsicani, si cerca di rilanciarsi come immagine avviando nuovi eventi sociali, che si richiamano all’antica tradizione contadina e tramite il recupero del vecchio borgo.

A Pescina il restauro del vecchio borgo parte più o meno dagli anni 90′ e procede via via nei periodi successivi. Ciò consente via via di rilanciare maggiormente il paese che con le sue qualità si pone sicuramente come un grande polo attrattore in campo turistico.

 

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XXI secolo

 

Pescina all’inizio del XXI secolo

All’inizio del nuovo secolo Pescina viene completando e restaurando l’intero vecchio borgo consentole in tal modo di lanciarsi sul piano turistico al pari degli altri centri marsicani. A ciò si aggiungono le varie iniziative culturali che caratterizzano il paese.

 

La chiesa di Santa Maria delle Grazie diventa basilica nel 2016

La chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pescina è stata dichiarata in precedenza concattedrale dei Marsi. Tuttavia questo termine per molti ha lasciato al lungo l’amaro in bocca, per quello che per molto tempo i pescinesi hanno considerato un furto ai loro danni riguardante il trasferimento della diocesi ad Avezzano.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie continuando ad accogliere le spoglie di San Berardo è rimasta centrale come importanza, ma in qualche modo in posizione inferiore rispetto alla cattedrale di Avezzano.

Nel 2016 la seguente chiesa è stata innalzata, durante una solenne cerimonia al rango di basilica pontificia. Questo riconoscimento è importante perchè rende merito ad una struttura, che per tanto tempo è stata la cattedrale della diocesi, ridandole così un ruolo ancora più centrale nel panorama del territorio marsicano.

 

 


STRUTTURA DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE DI PESCINA

 

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Pianta

La chiesa di Santa Maria delle Grazie vista dall’alto. (Immagine personale)

 

La basilica di Santa Maria delle Grazie si presenta con uno stile romanico a pianta rettangolare a sei campate divise in tre navate

 

 

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Struttura interna

Interno della Basilica. (Immagine personale)

 

Come abbiamo detto sopra l’interno della struttura è a forma rettangolare a sei campate, suddivisa in tre navate. I pilastri hanno forma cruciforme e sono rivestiti in travertino.

 

L’altare centrale con visuale sulla cupola. (Immagine personale)

L’altare centrale. (Immagine personale)

 

L’altare basilicale si pone rialzato due gradini rispetto al piano della chiesa ed è introdotto da una balaustra in marmo policromo. Superata la balaustra troviamo questo altare basilicare che si pone al centro della chiesa, sormontato da un ciborio in marmo policromo e coronato da un abside semicircolare. Qui troviamo una statua lignea del XIV secolo raffigurante Santa Maria del Popolo.

Ogni navata poi sia di destra che di sinistra termina con un altare costruito in marmo.

 

Nella navata destra scorgiamo frammenti o fregi di pietre antiche e troviamo la cappella del Sacramento dove è posizionato l’affresco del Trionfo del S.S. Sacramento di Trofilo Patini.

Navata destra. (Immagine personale)

 

Nella navata sinistra, in posizione centrale vi è la cappella di San Berardo, patrono di Pescina e Protettore della Marsica. Sotto l’altare troviamo l’urna contenente le spoglie del santo.

 

Navata sinistra. (Immagine personale)

(Immagine personale)

 

Al centro del pavimento della medesima cappella troviamo raccolte le spoglie dei vescovi dei Marsi vissuti tra XVI e XIX secolo, che sono collocate a un piano sotto la cappella stessa, con una lapide che ricorda la loro presenza.

Sul piano strutturale la chiesa è fatta in muratura portante di pietrame su cui poggiano le volte a crociera e il tetto in legno. Le coperture sono a doppia falda nella navata centrale, mentre a falda unica nelle navate laterali, con terminazione a semipadiglione nella parte retrostante. La cupola ha una copertura a base ottagonale. I pavimenti sono in lastre di marmo di varie forme e dimensioni.

 

 

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Facciata

 

Facciata della cattedrale di Santa Maria delle Grazie. (Immagine personale)

 

La facciata della basilica è in stile romanico completamente rivestita in pietra e di forma rettangolare. La facciata si presenta divisa in tre parti la parte inferiore, quella mediana e quella superiore.

Cominciando dalla parte superiore rileviamo quattro finestre due laterali destre e due laterali sinistre. Al centro troviamo un rosone riscoperto nell’ultimo restauro del 1948-50 di stile tardo gotico.

La parte mediana è contraddistinta dalla presenza di cinque finestre.

Invece la parte inferiore si compone di cinque arcate, che formano l’atrio esterno, chiuso da pesanti cancellate in ferro battuto. Entrando dentro l’atrio rileviamo tre entrate, ma solo la centrale rappresenta il portone ufficiale.

 

 

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Campanile

 

 

Campanile della cattedrale

(Immagini personale)

 

Sulla destra della facciata abbiamo il maestoso campanile del ‘500. Questo si presenta come un’alta e possente torre a pianta quadrata, che termina con un tetto a cuspide.

 

 

 

 


Bibliografia

 

1) www.terremarsicane.it

2)  https//it.wikipedia.org/wiki/Concattedrale_di_Santa_Maria_delle_Grazie

3) https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-4-aquila/citta-5149-pescina/928-chiesa-di-santa-maria-delle-grazie

 

 


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