AVEZZANO – URBANISTICA MODERNA


AVEZZANO

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URBANISTICA DI AVEZZANO


 

– DESCRIZIONE DELL’URBANISTICA MODERNA DI AVEZZANO

 

Tra il 1497 e il 1504 vi è nella Marsica un rivolgimento di sistema. Infatti a livello statale vediamo che il regno di Napoli indipendente fino al 1500 viene conquistato dagli spagnoli che lo abbassano a vicereame. Nello stesso periodo viene a conclusione nella Marsica la guerra fra i Colonna e gli Orsini per il controllo dell’Abruzzo.

Gli Orsini fino al 1497 riescono appoggiandosi ora a questo governo ora a un altro a creare uno stato nello stato. Difatti le contee di Tagliacozzo e Albe ad essi soggetti marcano il confine fra Stato della Chiesa e Regno di Napoli e ciò porta la famiglia Orsini a detenere un potere immenso essendo già detentrice di numerosi territori nel Lazio. Questo fa si che si generi una proprietà di una nobile e importante famiglia, che va dal Lazio all’Abruzzo fino alla costa.

Questo immenso potere fa nascere la gelosia dei Colonna, la famiglia rivale che da tempo cerca di accaparrarsi i territori abruzzesi. Da questo confronto ne nasce una guerra che dura circa 60 anni e che vede sotto la signoria di Virginio Orsini il suo acme.

Virginio governa le due contee dal 1480 al 1497 e ne vede continuamente insidiato il potere dai parte dei Colonna. Essi con astuzia e grandi capacità militari riescono alla fine a uscire vittoriosi dal confronto e a farsi nominare duchi di Tagliacozzo nel 1497 dall’ultimo re di Napoli Federico I.

Nel frattempo la famiglia reale napoletana è defenestrata dal regno di Napoli dagli spagnoli che si prendono il regno.

I Colonna con un rovescio di alleanze riescono a mantenere il controllo del territorio fucense che viene riconfermato nel 1504 con un nuovo decreto reale. Da questo momento divengono i nuovi signori della Marsica.

I Colonna capiscono fin da subito le potenzialità di Avezzano, vista la sua posizione e decidono di farne una delle loro residenze ufficiali del ducato insieme a Tagliacozzo.

Con la nuova signoria dei Colonna, che si potrae fino alla fine del feudalesimo nel 1806, Avezzano viene trasformata da cittadina con esigenze militari a città residenziale.

Durante il cinquecento Avezzano diventa, per la sua posizione geografica privilegiata che ruota attorno alla via Valeria, un importante borgo commerciale avviato ad avere sempre di più un peso politico e sociale nella regione.

Tra il 1580 e il 1600 viene costruita la via Nuova che unisce il castello dei Colonna in Avezzano alle rive del lago.

Il castello viene a sua volta trasformato in un elegante dimora residenziale. Viene aperta via Marcantonio Colonna in direzione sud est che affianca le mura della città favorendo gli scambi
commerciali anche fuori le mura.

Superata la fase rinascimentale del cinquecento in Avezzano si avviano molti interventi migliorativi di palazzi e aree presenti all’interno delle mura.

Infatti con un operazione di riqualificazione urbana molti palazzi fatiscenti vengono demoliti e sostituiti con nuove costruzioni sia di palazzi signorili per nuove famiglie dell’alta borghesia o piccola nobiltà, che vengono a stare ad Avezzano, sia costruendo nuovi palazzi pubblici.

E’ di questo periodo la nascita del primo catasto cartaceo della città di Avezzano datato 22 aprile 1616.

Nei campi vicini alla cinta muraria vengono coltivati cocomeri, oliveti, ortaggi di vario genere, come lino e addirittura il crocus per fare lo zafferano.

La città quindi con i Colonna diventa più bella e signorile. E forse è anche per questo che all’inizio del settecento, nel 1707 che una banda di briganti assale la cittadina mettendola sottosopra.

Tuttavia nonostante
questo incidente e gli altri dovuti a qualche pestilenza o scossa di terremoto la città continua il suo sviluppo arrivando alla necessità di avere nuovi spazi.

Nel 1775 infatti abbiamo l’acquisto di terreni corrispondenti a piazza Torlonia, che sono destinati alle attività di supporto logistico dell’agricoltura. In particolare l’Aia viene usata dagli agricoltori di Avezzano per l’essiccazione di legumo e cereali.

Questa necessità di espansione verso il territorio circostante è convalidato anche dai piani urbanistici che seguono.

Arriviamo così al periodo di fine settecento quando ci sono nuovi ed importanti rivolgimenti politici.

Il vicereame di Napoli ha lasciato all’inizio del XVIII secolo il posto al nuovo regno di Napoli sotto la nuova dinastia borbonic

 

Incisione di De Berardinis di Avezzano e della Madonna di Pietraquaria nel 1791.

(Immagine da Wikipedia)

 

Per tutto il XVIII secolo Avezzano continua a mantanere una struttura di città – paese racchiuso fra mura medievale. In questa fase non abbiamo un grande sviluppo urbanistico

Alla fine del secolo avviene la rivoluzione in Francia che fa a pezzi il vecchio sistema feudale.

Nel giro di pochi anni anche con le vittorie napoleoniche questa rivoluzione si propaga in tutta Europa a cominciare dall’Italia e dopo una prima fase di approccio con i francesi, essi ritornano a inizio ottocento e si prendono il regno di Napoli nel 1806.

Tra il 1806 e il 1815 i francesi governano il regno napoletano prima con Giuseppe Bonaparte e poi con Gioacchino Murat. In questi anni si hanno profonde trasformazioni sociali grazie ad alcune riforme importanti.

La prima è la fine del feudalesimo, che per la Marsica significa la fine del ducato di Tagliacozzo e quindi la fine della signoria dei Colonna. Per Avezzano questo fatto la porta a diventare il capoluogo della Marsica in quanto città più importante della zona.

Difatti nel 1811 con l’istituzione dei distretti, Avezzano passa da città feudale a capoluogo di Distretto della Marsica.

Divenendo capoluogo di Distretto in seno all’unità amministrativa dell’Abruzzo Ulteriore II, Avezzano vede la nascita anche del suo primo tribunale che viene posto inizialmente nel Castello Orsini-Colonna.

Con la fine del governo francese nel 1815 e il ritorno dei Borbone nelle nuove vesti di re delle Due Sicilie, le cose per Avezzano non cambiano anzi migliorano.

Innanzitutto sono confermate tutte le leggi francesi precedenti specialmente quella riguardante la fine del feudalesimo, e viene confermata la nuova configurazione amministrativa di Avezzano, che così si vede riconosciuto il ruodo di capoluogo di Distretto al quale viene a sommare quello di sede di Sottintendenza (una delle quattro dell’Abruzzo Ulteriore).

In queste nuove vesti Avezzano vede migliorare il proprio assetto con nuove ristrutturazioni urbane che ne abbelliscono l’aspetto. Tuttavia nonostante questi miglioramenti Avezzano rimane agli occhi di visitatori esterni un piccolo centro contadino.

Ricostruzione di Avezzanio nel 1830.

(Immagine da Wikipedia)

 

Questo infatti è il giudizio degli inglesi Edward Lear (1835) e Richard Keppel (1843), che nei loro scritti raffigurano Avezzano solo un piccolo centro contadino pur essendo già da anni capoluogo della Marsica.

Arriviamo così agli anni ’40 dell’ottocento allorquando vengono fatti nuovi lavori in città come l’ampliamento della rete fognaria, l’allargamento delle strade per il traffico veicolare, una nuova illuminazione pubblica, ma soprattutto l’eliminazione della vecchia cinta muraria.

L’abbattimento delle mura antiche, ormai quasi del tutto cadenti, si rende necessario anche per favorire lo sviluppo edilizio che da molteplici direzioni viene richiesto.

 

Avezzano prima del prosciugamento del lago Fucino

(fonte http://www.improntalaquila.org)

 

Avezzano anni 50 dell’Ottocento – Immagine modificata

(fonte http://www.improntalaquila.org)

 

In questo periodo inoltre ci sono forti contrasti fra i nobili locali, circa i loro numerosi palazzi signorili della città. Fra questi fugurano le famiglie Resta, Jatosti, Mattei-Minicucci, Ferrini-Marimpietri, Sebastiani , Ruggeri, Saturnini e Spina. Queste famiglie in particolare presentano in questa fase più piani di abitazioni anch’esse numerose a due piani dotate di fienili e stalle.

Siamo ora arrivati al 1854 allorquando dopo una lunga fase preparatoria, sotto l’attenta vigilanza dell’ingegnere, e del suo mentore Alessandro Torlonia, vengono avviati i lavori per il prosciugamento del Lago Fucino, la più grande opera ingegneristica mai realizzata prima dall’uomo. L’opera dura circa 20 anni in quanto ha termine nel 1876.

Durante questo periodo assistiamo alla fine del regno borbonico e alla nascita del regno d’Italia sotto la dinastia Savoia.

Avezzano con i lavori di prosciugamento diventa un centro più popoloso, per lo stanziamento degli operai che lavorano nei cantieri per la costruzione del nuovo emissario.

Nel 1862 avviene lo spostamento della sede del tribunale, dal castello Orsini all’ex convento di San Francesco. Negli anni successivi il tribunale verrà spostato nuovamente nel Palazzo Orlandi.

Grazie all’immissione di queste nuove genti Avezzano acquista una immagine ancora più importante nell’ambito della Marsica e allo stesso tempo il banchiere Torlonia che segue i lavori dei cantieri si viene affermando sempre più come un nuovo feudatario.

Nel 1876 hanno termine i lavori di prosciugamento del Lago Fucino, che diventa per la prima volta, un tavoliere con una terra fertilissima, su cui Torlonia ha il diritto esclusivo ed è da questo momento che per la Marsica si apre un nuovo capitolo, fatto di sviluppo e di un nuovo modello di feudalesimo.

L’opera realizzata da Torlonia e dai suoi collaboratori con l’ausilio di validi e coraggiosi operai, desta l’ammirazione di molti, in quanto quest’opera si configura fin da subito come una delle realizzazioni umane più importanti del tempo.

Addirittura può essere equiparata per maestosità all’opera del
canale di Suez che da li a qualche anno sarebbe stato inaugurato.

L’opera sicuramente cambia il corso e il volto naturale della Marsica, in quanto un territorio da sempre incentrato sul lago, con una manovalanza di pesca di grande importanza, si ritrova da ora senza lavoro e con un futuro tutto da ricostruire e la stessa economia marsicana si deve ripensare in funzione della nuova opera.

L’economia che ne emerge da subito s’incentra sulla produzione specifica di alcuni tipi di ortaggi, che consente lo sviluppo di un’agricoltura settoriale, che nel giro di qualche decennio acquisirà una sua precisa identità a livello nazionale e che si svilupperà ulteriormente con la nascita delle prime industrie di settore.

Avezzano in questo quadro acquista le funzioni di una città commerciale importante, che diverrà a breve anche un centro industriale di ragguardevole valenza.

Nella Marsica vengono a crearsi condizioni di sviluppo importanti anche grazie a delle opere pubbliche che ne arriccheranno il quadro.

Tuttavia la situazione si dimostra fin da subito complicata per il ruolo di Torlonia, che grazie al prosciugamento del Fucino diventa il più grande proprietario terriero italiano e la sua influenza sulla politica economica della zona ne fa da subito una sorta di nuovo feudatario.

Ciò condiziona anche la vita delle genti del posto che le porta a riadattarsi alla nuova situazione. In questo quadro vediamo una doppia dinamica da una parte si una popolazione che riesce a inserirsi in questo nuovo quadro produttivo e un’altra che non ce la fa e decide di emigrare all’estero in cerca di fortuna.

Avezzano si trova a rappresentare lo scenario più importante di questa nuova dinamica sociale e lo dimostra con i cambiamenti profondi sulla sua struttura urbanistica.

Palazzo Torlonia prima del terremoto del 1915.

(Immagine da Wikipedia)

 

Il banchiere Torlonia, divenuto per concessione del re Principe del Fucino, mostra la sua importanza costruendo per se e la sua famiglia un magnifico palazzo nel centro di Avezzano. A ciò si aggiunge che piazza dell’Aia, che ospita il nuovo palazzo principesco, cambia nome in Piazza Torlonia.

La nuova piazza Torlonia viene ristrutturata rispetto al precedente sistema e diventa punto di connessione fra la vecchia città e le nuove aree urbane che si vengono aggiungendo al vecchio nucleo abitativo.

L’adeguamento della piazza viene progettatto creando in essa dei veri giardini e il progetto viene eseguito dall’ingegner Giulio Del Pelopardi. Successivamente nella stessa piazza viene costruita una fontana circolare su iniziativa dei principi Anna Maria Torlonia e Giulio Borghese.

Contemporaneamente assistiamo alla crescita della popolazione di Avezzano che passa da 10.359 unità del 1881 ai 13.107 del 1901.

A causa di questo grosso popolamento vengono realizzati negli anni di fine secolo e nel primo decennio del nuovo nuovi quartieri che si cerca di creare facendo assumere alla città un aspetto ordinato e questo anche attraverso diversi progetti in vista del definitivo piano regolatore

 

Castello di Avezzano prima del Terremoto del 1915.
(Immagine da Wikipedia)

 

Chiesa di San Bartolomeo prima del terremoto del 1915

(Immagine dal sito di centro.geolocal.it)

 

Il centro cittadino di Avezzano rimane impostato sul castello dei Colonna e sulla sua chiesa principale di San Bartolomeo.

Nel frattempo vediamo che l’economia agricola viene assumendo una sua identità attraverso la produzione intensiva di patate e barbabietole da zucchero.

La produzione di barbabietola fino ai primi anni novanta viene fatta mandando il prodotto in zuccherifici vicini al territorio marsicano e successivamente una volta realizzato il prodotto viene smistato sul mercato romano e del centro Italia.

Ebbene visto il boom del prodotto si decide di costruire uno zuccherificio ad Avezzano così da completare in poco tempo l’intero processo produttivo.

Lo zuccherificio di Avezzano viene inaugurato nel 1894 e porta la cittadina abruzzese a divenire un nuovo centro industriale. Infatti attorno allo zuccherificio nascono molte mini imprese che alimentano il ritorno economico.

Insieme a ciò vediamo la nascita delle prime linee ferroviarie abruzzesi che collegano Roma con Avezzano, Sulmona fino a Pescara.

Le prime linee ferroviarie che si costruiscono in Abruzzo riguardano le tratta Pescara-Terni realizzata tra il 1873 e il 1883 dove attraverso un cambio a Rieti si può procedere poi verso Roma. Tuttavia il percorso si rivela lungo in termini temporali così nel giro di qualche anno viene costruita la  diramazione Roma-Sulmona inaugurata nel 1888.

Questa linea ferroviaria partendo da Roma attraversa il Lazio con varie stazioni arrivando quindi ad Avezzano. Da qui il percorso ferroviario continua prima a Sulmona prima e infine a Pescara.

La costruzione della ferrovia permette per la prima volta alla Marsica di aprirsi a nuove realtà in poco tempo e consentire allo sviluppo economico in atto di fare un bel salto.

Bisogna anche considerare che la costruzione della ferrovia ha riflessi importanti sull’urbanistica di Avezzano, in quanto vengono costruite ulteriori tratte ferroviarie che collegano lo Zuccherificio alla ferrovia centrale.

La Marsica vive perciò un rapido sviluppo economico sostenuto dalla prima vera rivoluzione industriale.
Contemporaneamente l’affacciarsi della produzione di automobile consente tra il 1910 e il 1914 la costruzione dei primi bus e delle prime compagnie in questo settore.

Ciò porta alla mobilità di tutte le genti della Marsica che si vedono raggiunte nei loro luoghi. Il terminale di gran parte delle corse di questi bus è Avezzano, da dove si prende poi il treno e ci si dirige verso gli altri centri italiani.

Nel 1911 Avezzano vede un ulteriore crescita del popolo residente arrivando a toccare le 15.233 unità. Un ulteriore sviluppo alla produzione degli ortaggi della conca del Fucino viene data con la vetrina dell’esposizione universale di Roma del 1911, nella quale si festeggiano i primi 50 anni di unità nazionale.

A tutto ciò fa da sfondo il costituirsi di nuove abitudini cittadine e all’introduzione di nuovi cognomi. Questi provengono dai figli degli operai che hanno lavorato nel prosciugamento del Fucino a metà ottocento e che poi sono rimasti a vivere ad Avezzano e nei paesi limitrofi.

Avezzano agli inizi del nuovo secolo presenta una struttura urbana con la via Umberto I, che si trova al centro di un complesso reticolato di strade. Queste partono perpendicolarmente a corso Umberto I e si diramanno con numerosi vicoli in direzione sud est e nord ovest.

L’edificio scolastico più importante è quello di via Napoli, appena realizzato in largo del Principe che si divide in un settore maschile e femminile.

Avezzano intorno al 1910 si vede completata di un’efficente impianto di illuminazione, di una moderna rete fognaria oltre che di un ricco impianto idrico.

Nel frattempo Avezzano cresce come struttura urbanistica, che viene riconosciuta nel nuovo piano urbanistico approvato dopo molti ritardi il 7 gennaio 1915.

 

Immagine dall’alto di Avezzano del 1915 poco dopo il
terribile terremoto. (Immagine da Wikipedia)

 

Il 13 gennaio 1915: avviene un terremoto di proporzioni inenarrabili che partendo dalla zona del Fucino si propaga in tutta l’area che distrugge tutti i borghi e città della zona. Le vittime accertate sono più di 30.000. Nella sola Avezzano ne muore un terzo di questi. Avezzano è completamente rasa al suolo, solo una casa rimane in piedi.

Su poco più di 15.000 persone residenti ne muoiono 10.000. Con questo terremoto finisce il periodo indicato come epoca moderna e inizia l’epoca contemporanea.

 

 


Bibliografia

 

 

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