ALBA FUCENS – EX CHIESA DI SAN NICOLA

 

 


 

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XIV secolo

 

– Nascita della chiesa di San Nicola

Riguardo alla data precisa della costruzione della chiesa di San Nicola nulla sappiamo, tuttavia dalle foto precedenti il sisma del 1915 emerge una costruzione di carattere romanico che mostrerebbe una datazione tra XIV e XV secolo.

Immaginando di seguire anche nel caso di questa chiesa ciò che accade al livello storico nel contesto ambientale, diciamo che la chiesa è successiva al terremoto del 1349. Quindi datiamo approssimativamente la chiesa di San Nicola alla seconda metà del XIV secolo. La chiesa così come la chiesa madre di Santa Maria è gestita dai canonici locali.

Questa struttura religiosa seppure in posizione secondaria rispetto alla chiesa principale è comunque ben frequentata dalla cittadinanza e immaginiamo che se le cose siano andate come le raccontiamo è possibile che la costruzione di un’altra chiesa si rende necessario a causa dell’aumento di popolazione. Però questo è solo una congettura.

Sicuramente la struttura iniziale della chiesa è stata cambiata nella ristrutturazione del XV secolo operata dagli Orsini e quella è stata la configurazione finale che si è portata dietro fino al 1915.

 

 

– Il tesoro di San Pietro d’Alba Fucens

La regina Giovanna I dona un piccolo tesoro a carattere religioso al convento di San Pietro, che rimarrà fino al 1574. Il tesoro di Giovanna consiste in una stauroteca (custodia della croce) e in un trittico ispirato allo stile bizantino, ornato di smalti, raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù ed altre figure di Santi.

 

 

– La contea d’Alba Fucens a fine XIV secolo

Alla fine del XIV secolo la contea d’Alba Fucens appartiene nominalmente alla dinastia d’Angiò, seppure intervallata da altre brevi signorie nominali come quella dei Savoia. In realtà però nonostante al livello economico la contea d’Alba Fucens tende a dipendere dalla contea di Tagliacozzo. Gli Orsini infatti signori di Tagliacozzo da tempo hanno messo gli occhi sulla vicina contea albense e seppure non ne hanno l’assegnazione sono riusciti ad influenzarla economicamente.

 

 

– La contea di Alba Fucens a inizio XV secolo

Sul piano sociale a inizio XV secolo il paese di Albe ha ormai perso la propria centralità a favore di Avezzano che, da semplice villaggio, è venuta acquistando sempre maggiore importanza.

Sul piano politico dopo un lungo avvicinamento dei conti Orsini alla contea d’Albe, questi riescono ad assorbirla, seppure per ora solo temporaneamente, nel 1404 dalla regina madre Margherita.

La regina madre Margherita infatti ringraziando il conte Orsini di Tagliacozzo, per il grosso sostegno militare dato al figlio in occasione della riconquista  del trono napoletano nel 1399, gli riconosce l proprietà della contea d’Alba Fucens, che entra ufficialmente nei domini orsini.

Purtroppo però l’agognata presa su Albe da parte orsina sarà di breve durata poichè i Colonna  riusciranno a strappare questo territorio alla famiglia rivale nel 1418. Da questo momento inizia per la contea d’Albe un duro scontro di potere fra le famiglie Orsini e Colonna per il controllo del territorio marsicano.

Dopo un certo irrigidimento del conte Orsini con la nuova regina Giovanna II nel 1414-16, questa dopo un iniziale pacificazione con lui, assegna la contea d’Albe a Lorenzo Colonna, fratello del Papa e ciò per ingranziarsi il pontefice.

A questo punto la contea rimane in mano ai Colonna fino al 1436, per poi passare ai Caldora per qualche anno e tornare infine agli Orsini nel 1441. Gli Orsini nel 1441 riescono a farsi assegnare da Alfonso I d’Aragona entrambe le contee di Albe e Tagliacozzo.

A questo punto, seppure con alcune parentesi, la famiglia Orsini riuscirà a tenersi stretta la proprietà del territorio marsicano fino al 1497, allorquando dopo numerosi tentativi la famiglia rivale dei Colonna riuscirà a sostituire gli Orsini nella signoria di Albe e Tagliacozzo.

 

 

– La costruzione di Alba Fucens

Siamo quindi nel 1441 e gli Orsini ritornano conti di Tagliacozzo e Albe  e come fanno in tutto il territorio a loro soggetto ristrutturano tutti i borghi compresa Alba Fucens.

Il borgo di Albe viene completamente ricostruito comprese le sue chiese e il castello che viene aggiornato secondo i dettami del tempo. Tra i primi monumenti restaurati o meglio ricostruiti figura l’antico castello distrutto da Carlo d’Angiò nel 1268 e ora ricostruito secondo un nuovo schema stilistico aggiornato al XV secolo.

Alba Fucens come paese è ormai secondario all’interno del proprio contado essendo stato sostituito da Avezzano come nuovo capoluogo e centro amministrativo. Nonostante ciò la contea continua a dirsi Albe

 

 

– Terremoto del 1456

Il terremoto che avviene in Irpinia nel 1456 è un sisma di grandi proporzioni che rilascia un’energia molto consistente, incidendo in tutto il Centro Italia, su strutture che erano già state scosse cento anni prima dall’altro sisma del 1349 e che, ora sottoposte a nuove scosse, crollano in molti centri.

Nella Marsica il sisma produce molti danni e ciò avviene anche ad Albe, dove il monastero e la chiesa di San Pietro rimangono danneggiati in modo consistente.

Pur non avendo elementi per stabilire la misura esatta dei danni, dalle fonti disponibili sembra che le strutture abbiano risentano molto del sisma.

 

 

– Terremoto del 1461

Nel 1461 un brutto sisma avviene all’Aquila che viene distrutta. Il sisma si risente in tutto il centro Italia ma soprattutto nella vicina Marsica dove si registrano diversi in vari paesi. I danni non sono devastanti, però ci sono.

 

 

– La ristrutturazione della chiesa di San Nicola

Chiesa di San Nicola prima del sisma del 1915.

 

Nel quadro di generale ristrutturazione  delle zone soggette agli Orsini si osserva anche quella della chiesa di San Nicola di Albe. Stando a come inteso precedentemente immaginiamo che la suddetta chiesa sia stata costruita nella seconda metà del ‘300, per cui di recente costruzione rispetto all’altra chiesa del paese di Santa Maria. 

Immaginando che la linea tracciata sia quella esatta diciamo che la nuova ristrutturazione vi è stata tra il 1450 e il 1470, quindi in un arco di tempo a cavallo fra i due grandi terremoti di questo secolo del 1456 e del 1461.

Di conseguenza immaginiamo che la chiesa trecentesca sia stata danneggiata dai due sismi e sia stata poi ristrutturata aggiornandola con uno stile quattrocentesco che si è sovrapposto allo stile romanico iniziale.

 

 

– Ristrutturazione del borgo di Alba Fucens dopo i sismi del 1456 e 1461.

Ad oggi non abbiamo dati importanti sugli effetti di questi sismi sul paese di Alba Fucens, anche perchè il paese pur venendo citato come nome della contea non è più il suo centro principale, sostituito in ciò dal paese di Avezzano

Ad oggi non abbiamo dati importanti sugli effetti di questi sismi sul paese di Alba Fucens, anche perchè il paese pur venendo citato come nome della contea non è più il suo centro principale, sostituito in ciò dal paese di Avezzano.

Ad oggi non abbiamo dati importanti sugli effetti di questi sismi sul paese di Alba Fucens, anche perchè il paese pur venendo citato come nome della contea non è più il suo centro principale, sostituito in ciò dal paese di Avezzano. Comunque sia sappiamo che gli Orsini procedono a ristrutturare il paese in questa fase, che magari è iniziata dapprima di questi terremoti, ma che poi anche in funzione di questi sia andati completando la ricostruzione del paese e la riparazione dei danni eventuali arrecati dai due sismi ai vari fabbricati.

 

 

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XVI – XVII secolo

 

 

– I Colonna nuovi signori di Albe

Nel 1497, dopo circa un secolo di lotte i Colonna hanno la meglio sugli Orsini, che perdono il controllo delle contee di Albe e Tagliacozzo. Alcuni anni più tardi, nel 1504, i Colonna si vedono riconosciuti i suddetti territori venendo elevati a duchi di Tagliacozzo.

Da questo momento la denominazione di contea di Albe scompare e la città un tempo così importante, che anche in età medievale era stata il motore della Marsica, si riduce a un semplice villaggio di altura che ospita ancora un importante maniero, ma che viene da ora via via abbandonato in favore delle più importanti Avezzano e Tagliacozzo.

 

 

– L’ascesa chiesa di San Nicola nel XVI secolo

Da fonti storiche sappiamo che la chiesa madre di Santa Maria ormai vecchia e decadente viene perdendo d’importanza a scapito della chiesa di San Nicola che viene sostituendola.

Ciò detto si rende evidente da due particolari il primo riguarda la decadenza della chiesa di Santa Maria e il secondo l’ascesa della chiesa di San Nicola

Nel primo caso sappiamo che i canonici del paese di Albe nel 1575 sono scesi da dieci a sei. Questi sono obbligati a servire messa nei centri limitrofi di Albe e ad essere dipendenti dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria d’Albe. In pratica Albe viene perdendo ulteriormente potere sulle locali frazioni che vogliono rendersi indipendenti come comuni e una delle dipendenze maggiori riguarda le chiese rispetto alla chiesa madre.

Nel secondo caso si ha il trasferimento del tesoro religioso di Giovanna I dalla chiesa di San Pietro d’Albe alla chiesa di San Nicola. Ora poichè le opere donate alla chiesa di San Pietro sono di grande valore economico, oltre che religioso e temendo un qualche furto la comunità di Albe preferisce controllare meglio questo patrimonio trasferendolo da una chiesa fuori le mura come la chiesa di San Pietro ad una interna al paese come appunto è la chiesa di San Nicola.

Ebbene la scelta della chiesa di San Nicola anzichè quella chiesa di Santa Maria rivela la decadenza di questa struttura e l’ascesa della prima. Inoltre sembrerebbe che la chiesa di Santa Maria.

 

 

– La decadenza di Albe e l’ascesa della chiesa di San Nicola come chiesa madre di Alba Fucens

Nel 1602 Albe perde il controllo su diverse frazioni, tanto che si deve provvedere alla ricerca di un prete per officiare le messe. La decadenza di Albe proseguirà nel corso del tempo in quanto il paese perderà altre frazioni come Castelnuovo e San Pelino, che all’inizio del ‘600 rimangono ancora dipendenti dalla collegiata di Santa Maria ma con il tempo diventeranno anche loro indipendenti.

Inizialmente alla separazione di questi centri da Albe si oppone Marcantonio Colonna poichè ritiene la cittadina strategicaa sul piano militare, poichè fornita di mura e fortezza. Tuttavia la decadenza è ormai ben presente e niente può ormai evitarlo.

Poichè la decadenza di Albe è anche sul piano religioso oltre che politico, ne viene che anche la chiesa di Santa Maria perda d’importanza tanto da essere declassata da chiesa principale del paese a favore della chiesa di San Nicola che diventa anche chiesa collegiata.

 

 

– La Marsica nella prima metà del XVII secolo

Sul piano politico il secolo XVII viene ricordato per la grave crisi economica che imperversa nel primo cinquantennio in tutto il Sud Italia e quindi anche nella Marsica.

In questo periodo il Meridione è colonia spagnola, e la Spagna impone tasse molto gravose al territorio, riducendolo una buona fetta di popolazione alla povertà assoluta e a condizioni sanitarie preoccupanti.

A nulla serve la grande rivolta del 1647, che vede coinvolte molte persone contro il malgoverno spagnolo e vede in questa protagonista anche la Marsica, tramite una massiccia sollevazione popolare.

Successivamente la cruda reazione spagnola riporta la situazione sotto controllo, mantenendo in ciò tutti i problemi che l’hanno scatenata.

 

 

La chiusura del convento di San Pietro in Albe

A causa della riforma di Innocenzo X, in Abruzzo chiudono nel 1653 ben 11 conventi, tra i quali abbiamo il convento di San Pietro in Albe. Il piccolo convento albense, non rispondendo più alle condizioni normative, è costretto per ora a chiudere.

A questo proposito non sappiamo quali siano state le eventuali conseguenze sulla chiesa di San Pietro, se essa sia rimasta aperta o se invece sia stata chiusa.

 

 

– La Peste

Nel 1656 la situazione nel meridione e e nella Marsica peggiora con l’arrivo della Peste, che nella sola Marsica stermina 4.000 persone. Ci sono paesi che spariscono quasi del tutto. Praticamente in quasi tutti i paesi vi sono morti per peste. Nella sola Marsica ci vogliono decenni prima che il livello demografico ritorni a livelli normali.

 

 

– Effetti della peste su Albe

Riguardo a possibili morti dovuti a peste ad Albe nulla sappiamo, però come accennato prima praticamente ogni paese della Marsica conta qualche morto, quindi è altamente probabile che anche Albe abbia avuto i suoi.

 

 

– La chiesa di San Nicola nel secondo XVII secolo

Albe è ormai ridotto a piccolo villaggio di agricoltori e pastori. In questo contesto di povertà la chiesa di San Nicola rimane la chiesa madre del paese. 

 

 

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XVIII secolo

 

– I terremoti d’inizio XVIII secolo

All’inizio del XVIII secolo si verificano in Abruzzo due importanti sismi, il primo è quello dell’Aquila nel 1703 e il secondo del 1706 della Maiella.

Entrambi i terremoti sono molto forti e distruggono le città dell’Aquila e Sulmona. I due sismi hanno naturalmente effetti anche sulla Marsica producendo molti danni in molti paesi della zona.

 

 

– Albe continua a decadere d’importanza

I paesi di Castelnuovo e San Pelino si distaccano da Albe andando a formare comuni a se “universitas”, servendosi di uno stemma ed una propria autonomia. Albe perdendo queste due altre frazioni sprofonda sempre più in un isolamento completo

 

 

– La riapertura del convento di San Pietro all’inizio del Settecento

All’inizio del Settecento, dopo poco più di 50 anni di chiusura, i monaci francescani tornano nel piccolo e antico convento di San Pietro d’Albe.

La riapertura del convento avviene successivamente al terremoto dell’Aquila e, visti i danni arrecati dal sisma alle strutture della chiesa e del convento, entrambi necessitano di un restauro urgente.

 

 

– La chiesa di San Nicola nel XVIII secolo

La chiesa di San Nicola rimane nell’arco di questo secolo ancora la chiesa principale del paese, continuando ad essere gestita da un prete. La popolazione di Albe come quella di molti altri paesi della Marsica più interna è profondamente ignorante e la figura dei religiosi viene profondamente rispettata e seguita poichè reputati gente saggia.

Riguardo la struttura notiamo come essa possa essere stata intaccata dai sismi d’inizio secolo e quindi essere stata ristrutturata nell’arco del tempo successivo. Ciò lo deduciamo dai danni avuti dal convento di San Pietro e quindi anche altre strutture dovrebbero aver risentito dei sismi.

 

 

– Albe a fine secolo

Il secolo XVIII volge al termine e la comunità di Albe si è ridotta ormai solo a un piccolo villaggio di montagna. Nulla in questo momento farebbe pensare alle glorie passate dell’antica Alba Fucens.

 

 

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XIX secolo

 

– 2 occupazione francese

Nel 1806 i Francesi tornano nuovamente nel Sud Italia, dove nel giro di poco tempo riconquistano il regno napoletano, scacciando nuovamente i Borbone, che fuggono in Sicilia protetti dagli Inglesi. Questa volta i Francesi nella fase di conquista non incontrano più le accanite resistenze della volta precedente.

I Francesi rimangono a capo del Regno di Napoli fino al 1815, e in questo arco di tempo realizzano importanti riforme. Tra le riforme principali citiamo l’abolizione del feudalesimo nel 1806 e quella degli ordini religiosi nel 1809.

Queste due sole riforme producono un’autentica rivoluzione sociale a livello locale, come  avviene nella Marsica.

Nella Marsica abbiamo nel primo caso la fine del ducato di Tagliacozzo retto dai Colonna negli ultimi tre secoli, e nel secondo la scomparsa di moltissimi piccoli e grandi monasteri che hanno accompagnato la storia di molti paesi della regione in un lungo arco temporale.

 

 

– Seconda e definitiva chiusura del convento d’Albe 1809

Con la riforma del 1809 chiude definitivamente anche il convento di Albe e i suoi beni vengono incamerati dal comune di Albe, e più tardi dal nuovo comune di Massa Inferiore.

La  chiesa di San Pietro non viene chiusa, ma affidata al clero secolare.

 

 

– Albe nel nuovo comune di Massa Inferiore 1811

Con la fine del ducato di Tagliacozzo a livello amministrativo si scatena una vera rivoluzione. Infatti, nel 1811 molti piccoli paesi precedentemente autonomi vedono scomparire la propria indipendenza amministrativa, in favore di comuni più grandi.

Nello specifico si ha la nascita del comune di Massa Inferiore sotto il quale vengono posti come frazioni i paesi di Albe, Forme, Castelnuovo, Antrosano e qualcun altro. Sul piano economico la situazione di grave povertà della Marsica non cambia.

Anzi, essa peggiora quando il Lago Fucino entra in una nuova fase di innalzamento del livello delle acque. Il lago infatti straripa in diverse occasioni, arrecando gravi danni alla colture dei paesi limitrofi.

 

 

– Il ritorno dei Borbone

Nel 1815 tornano i Borbone con il vecchio re Ferdinando, che assume ora il nuovo titolo di Ferdinando I re delle Due Sicilie.

Sotto i Borbone, rimasti al potere fino al 1860, la situazione economica continua ad essere stagnante e ad Albe regna la povertà assoluta.

Durante questo secondo periodo borbonico tuttavia si provvede al gravoso problema del Lago Fucino, prima in via provvisoria e poi definitiva con l’avvio dei lavori di prosciugamento negli anni 1850 sotto la direzione del banchiere Torlonia. 

 

 

– La chiesa di San Nicola e Alba Fucens nel 1843

Per un qualsiasi visitatore fosse giunto ad Albe nel XIX secolo si sarebbe presentato un paesaggio desolato, ma pieno di fascino con ruderi che emergono in ogni dove e un paese, Albe, in posizione dapprima nascosta e infine svettante sul monticello su cui sorge l’abitato medievale. In questo contesto il primo fabbricato che si scorge è proprio la chiesa di San Nicola con la sua alta torre a fare quasi da faro.

 

Disegno di Eduard Lear di Alba Fucens con lo sfondo del Monte Velino. (Immagine da Wikipedia)

 

Disegno di Edward Lear del 1843 del vecchio paese di Alba Fucens.

Davanti in posizione svettante si pone la vecchia chiesa di San Nicola

(Immagine rimodulata da Wikipedia)

 

Quanto detto è quello che emerge dal resoconto di Eduard Lear che nel 1843 visita le varie contrade della Marsica, arrivando anche ad Albe, dove ne ammira  il fascino antico e rude. Di quanto accennato egli ne lascia un valido resoconto scritto che vale la pena riportarlo in forma integrale.

Egli scrive:

 

“Tra due colline c’era l’antichissima Alba, la prigione di Siface, di Perseo, e di altri re catturati dai romani ai tempi delle conquiste; c’erano le montagne oltre i fiume Liri, l’altra Serra di Sant’Antonio e i neri boschi degli Equi… Ho dedicato due pomeriggi a visitare Alba, l’antica Alba  Fucinensis, che sta su due doline a circa due miglia da Magliano, ma l’andare  fin là attraverso una pianura pietrosa è faticoso come percorrere una distanza triplice su una strada ben assestata.

Questo luogo famoso, dove Siface, re di Numidia ed altri regali
prigionieri furono detenuti dai Romani, e ora è un malinconico paesino i cui abitanti non sono più di due-trecento. Delle due colline sulle quali essa si stendeva nei giorni di splendore una ha la chiesa solitaria di San Pietro, costruzione  di alto interesse per studiosi di antichità e di architettura, già ben descritti da Valery, Cravene ed altri; l’altra collina comprende tutto quello che oggi è Alba, una povera strada con case in rovina. Al di sotto di queste vo sono vasti resti di mura, formate da grandi massi di pietra, le più antiche e meno mutate testimonianze della passata grandezza.

Molto tempo dopo la caduta dell’impero romano, Alba Fucinensis fu una salda fortezza e forse soffrì relativamente poco per le incursioni barbariche fino alle invasioni dei Saraceni nei secoli nono e decimo. Nel 742 il suo territorio fu conquistato da Trasmondo, Duca di Spoleto, e in seguito fu diviso fra i monasteri di Farfa e di Casauria. Nel 1100 fu spinta a resistere contro il Papa Pasquale II e Ruggero II di Sicilia, dall’antipapa Clemente III, che alla fine si ritirò sulle montagne, dove come scrive Corsignani, morì di fame “co denti della disperazione lacerato e  divorato”.

Fino al sedicesimo secolo quando Padre Luigi Alberti parla di
Albe come “luogo abbandonato e rovinato” essa fu possedimenti degli Orsini e dei Colonna.

Tuttavia la caduta definitiva di Alba può essere attribuita a Carlo I d’Angiò, che la distrusse e nè punì severamente gli abitanti perchè avevano parteggiato per Corradino. Da allora in poi essa è esistita solo in ombra. Per un pittore di paesaggi la sua posizione maestosa, con il Monte Velino nello sfondo, è meritevole di molte visite; per il fatto delle due connessioni al mondo antico e meno antico è uno dei luoghi di maggiore interesse nelle provincie abruzzesi”.

 

 

– Il prosciugamento del Lago Fucino

L’ultima grande opera umana avvenuta nella Marsica è stata un’autentica rivoluzione morfologica che ha cambiato volto e abitudini della Marsica. Dopo una serie di tentativi andati a vuoto della corte napoletana nella risoluzione degli endemici allagamenti del Lago Fucino si è proceduto a stilare un piano ingegneristico molto audace per i tempi, ma che si è rivelato assai valido nella sua realizzazione.

Il problema era finanziario, ma questo aspetto è stato infine risolto con la venuta del banchiere Alessandro Torlonia, ovvero una delle persone più ricche d’Europa che ha sposato da subito il progetto in cambio del possesso delle terre che sarebbero emerse dal prosciugamento del grande Lago Fucino. I lavori così iniziano nel 1854 e proseguono fino al 1876 senza mai fermarsi, e cambiando mano a mano il volto della Marsica.

Questo per Albe rispetto alla posizione geografica non ha alcuna influenza sulla sua economia, che rimane ancorata all’agricoltura e pastorizia, mantenendosi in un perfetto isolamento.

 

 

– Caduta dei Borbone e nascita del regno d’Italia

Nel 1860 i Borbone sono spodestati dal trono da Garibaldi, che cede poi il regno del sud al sovrano piemontese Vittorio Emanuele II. Questi qualche mese dopo assume il titolo di primo re d’Italia, e l’Abruzzo entra così a far parte del nuovo regno.

 

 

– La Marsica nel nuovo regno d’Italia

Contemporaneamente a livello locale si vengono svolgendo i lavori di prosciugamento del Lago Fucino condotti dal principe Alessandro Torlonia, che durano diversi anni.

Allo stesso tempo il nuovo esercito nazionale conduce una grande campagna militare nel Sud Italia per combattere l’epidemico fenomeno del brigantaggio.

Molte azioni militari e scontri fra esercito e briganti avvengono proprio nella Marsica, che si trova ancora per qualche tempo a rappresentare il confine fra Stato della Chiesa e Stato italiano.

 

 

– Il fenomeno del brigantaggio 1860-70

Tra il 1860 e il 1861 i briganti stringono un legame con Francesco II, ultimo re delle Due Sicilie, che nel tentativo disperato di riprendersi il trono si allea con loro. L’alleanza dura poco, perché il nuovo esercito italiano la stronca sul nascere arrestando e fucilando i diversi capi militari borbonici che provano a stringere gli accordi. Allorquando i briganti tornano a dar fastidio alla popolazione civile, perdono anche il loro appoggio.

Ciò porta nel giro di alcuni anni (1870) alla loro sconfitta per mano dell’esercito nazionale.

 

 

– Albe nel 1860-80

In questo periodo Albe sembra non essere interessata da alcuna vicenda del resto dell’Abruzzo. Il villaggio è abitato da povera gente che campa con l’agricoltura locale e la pastorizia, continuando a seguire la religione tradizionale, che scandisce i tempi della vita quotidiana con le sue celebrazioni e i suoi riti. Così, pur in presenza di una una grande povertà, la vita nel paese va avanti in modo tranquillo.

 

 

– La chiesa di San Nicola a fine secolo

 La chiesa di San Nicola d’Aba Fucens. 

 

Alla fine del secolo l’antica chiesa di San Nicola si mantiene ancora in buono stato di conservazione e continua ad essere la chiesa madre del borgo. Per cui anche un  punto di riferimento civile per la comunità locale.

 

 

– L’emigrazione

Ad Albe la nuova economia agricola del Fuucino non produce miglioramenti economici, anzi per certi aspetti la interessa solo marginalmente. Perciò la costante crisi economica, ma soprattutto sociale, spinge moltissime persone del comune di Massa Inferiore a partire all’estero in cerca di fortuna.

 

 

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XX secolo

 

– La chiesa di San  Nicola a inizio 900

Chiesa di San Nicola a inizio 900.

(Fotogramma da video YOUTUBE: “Terre Marsicane Marsica il Fucino”)

 

La chiesa di San Nicola ad inizio ‘900 è ancora perfettamente funzionante Il prete ancora in questo periodo nei borghi montani resta il centro della vita quotidiana del paese. Da notare poi che la chiesa di San Nicola con la sua torre svettante rappresenta il primo fabbricato dell’abitato che risalta anche da lontano, Sul piano economico Albe a inizio ‘900 è ancora un paese povero e vi sono diverse persone che lasciano il paese per andare all’estero in cerca di fortuna.

 

 

– 1915: Terremoto di Gioia dei Marsi

Albe nel corso della sua storia ha vissuto molti terremoti alcuni dei quali molto violenti, ma quasi mai distruttivi. A memoria d’uomo l’ultimo grande sisma distruttivo avvenuto nella Marsica si è scoperto recentemente essere stato quello del 508 che ha non solo distrutto la città di Albe, ma è stato notevolmente responsabile della rinascita del Lago Fucino in epoca tardo romana.

Il sisma del 1915 si verifica il 13 gennaio alle ore 7:52, in quel momento buona parte della popolazione era già in parte alzata e alcuni erano alla messa mattutina la cui fine avrebbe avviato la giornata lavorativa nei campi.

Il sisma colse tutti alla sprovvista visto che nei giorni antecedenti non vi era stato alcun segnale che avrebbe potuto far immaginare una simile catastrofe. Fatto che il terremoto con epicentro a Gioia dei Marsi sprigiona una forza tale da abbattere tutti i paesi del Fucino e della Marsica in genere.

Albe viene completamente distrutto dal sisma e in questo muoiono moltissime persone, mentre molte altre vengono gravemente ferite. I soccorsi ad Albe essendo un paese non di transito, ma arroccato su un monte giungono in ritardo.

La chiesa di San Nicola viene rasa al suolo e al suo interno quando giungono i soccorsi trovano diverse persone morte poichè al momento del sisma stavano uscendo dalla chiesa dopo la fine della messa mattutina.

Completando il discorso su questa chiesa e rimandando ad altra sede l’approfondimento sul terremoto di Gioia dei Marsi diciamo che essa è stata a lungo un punto di riferimento importante per la popolazione non solo in chiave religiosa, ma anche civile.

Con il sisma si completa la storia del borgo medievale e inizia quella del borgo contemporaneo riedificato nel piano di Civita abbandonato in epoca tardo romana e ora di nuovo vissuto.

 

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XXI secolo

 

– La rinascita lenta del borgo medievale e il recupero dell’antica chiesa di San Nicola

Resti della vecchia chiesa di San Nicola (2016). (Immagine personale)

 

A inizio anni 2000 prende corpo un grande progetto di rinascita del borgo medievale di Alba Fucens immaginandolo come albergo diffuso. Si procede così seppure lentamente al recupero e riedificazione di una parte del borgo antico. La prima fase dei lavori porta quindi alla ricostruzione del borgo più vicino alla strada.

Il resto del borgo rimane ancora nelle condizioni di abbandono precedente e ciò fino al 2007 allorquando vengono rimosse le macerie dalla zona principale del vecchio paese medievale.

Questo fa si che anche la zona occupata dall’antica chiesa di San Nicola torni in evidenza e infatti da allora per qualsiasi visitatore si addentri nel borgo antico trova l’area della chiesa su cui è stata posta una croce a ricordo del luogo religioso.

Inoltre il posto si rivela anche un ottimo affaccio sul Fucino con uno splendore di panorama. Al momento al progetto della rivalorizzazione e recupero di quest’area manca ancora un’ultima fase di lavori che ricostruisca alcuni fabbricati per l’uso dell’albergo diffuso e finisca di sistemare ciò non verrà più ricostruito.

A questo punto concludo questo lungo excursus storico sulla chiesa antica di San Nicola per invitare le persone a visitare questo luogo magico.

 

 


STRUTTURA DELL’EX CHIESA DI SAN NICOLA DI ALBA FUCENS MEDIEVALE

 

 

– PIANTA

Vecchia chiesa di San Nicola a inizio ‘900

(Fotogramma da video YOUTUBE: “Terre Marsicane Marsica il Fucino”)

 

La pianta della chiesa era a tre navate con abside semicircolare 

 

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– STRUTTURA INTERNA

 

Come detto la struttura interna si presentava a tre navate ad abside semicircolare e aveva l’altare principale rialzato di un gradino rispetto al pavimento generale. La chiesa possedeva diversi altri altari laterali che però al momento non sappiamo dire a quali santi fossero dedicati.

Nel pavimento davanti all’altare vi era un’apertura, che forse rappresentava una botola che portava alla cripta. Oltre a questo dopo l’altare c’era un ingresso che portava ad un’altra sala forse la cripta stessa, mentre sulla parte sinistra della chiesa vi era una porta, che probabilmente conduceva a dei locali annessi.

La chiesa medievale ospitava dal 1574 elementi di grande pregio, ovvero il tesoro di Alba Fucens, precedentemente posto nella chiesa di San Pietro. Il tesoro consisteva in una stauroteca (custodia della croce) molto preziosa del XIII secolo, ma soprattutto nel prezioso trittico, attualmente esposto al Museo d’Arte Sacra della Marsica a Celano.

Il trittico databile anch’esso al XIII secolo è di legno pregiato ispirato allo stile bizantino, ornato di smalti, raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù ed altre figure di Santi.

 

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– FACCIATA

Facciata della chiesa di San Nicola a inizio ‘900.

(Immagine rimodulata da https://www.marsica-web.it/2019/08/28/il-castello-era-immerso-nellombra-storia-e-vita-dellimponente-castello-orsini-di-alba-fucens/)

 

 

 

La facciata romanica della chiesa si presentava fatta di blocchi di pietra squadrata provenienti dalle zone circostanti. Nella parte alta vi era un finestrone da cui entrava luce all’interno e al di sotto di questo vi era il bellissimo rosone gotico che ricordava il rosone della chiesa di Santa Lucia di Magliano dei Marsi.

Il rosone gotico era stato fatto dai maestri Giovanni e Martino di scuola aquilana, i quali avevano realizzato anche altri rosoni di questo tipo presenti in altre chiese della come la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Rosciolo, il cui rosone è stato prodotto da loro nel 1446.

Al di sotto vi era il portone principale e sopra questo era posta la lunetta con i dipinti di San Nicola e della Madonna con Bambino.

 

 

 

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– CAMPANILE

Campanile dell’antica chiesa di San Nicola

(Fotogramma da video YOUTUBE: “Terre Marsicane Marsica il Fucino”)

 

Il campanile della chiesa era a base poligonale alto e svettante sul lato posteriore della chiesa di San Nicola. Questo campanile ogni volta che si guardava il borgo antico era l’elemento principale che emergeva.

 

 


Bibliografia

 


CHIESE DELLA MARSICA


ALBA FUCENS


MASSA D’ALBE


STRUTTURE E MONUMENTI DI MASSA D’ALBE